Warmth
Le
sue mani erano sempre grandi e calde.
Quando
facevano l'amore le mani di Lavi bruciavano come se fossero braci.
Bruciavano
come l'interno della sua bocca che lo stordiva ogni volta col suo
sapore dolce e con l'umido attrito della sua lingua contro le proprie
labbra che, come ogni nuova volta, erano restie ad aprirsi a lui.
Ogni
volta Yuu si riprometteva di non fare rumore ed ogni nuova volta le
mani di Lavi, con la sua bocca, lo accarezzavano con sempre
più
tenera abilità infrangendo questo giuramento inutile; Yuu
sapeva di
perdere ognuna di quelle volte in cui lo invitava, non chiudendo a
chiave la porta, ognuna di quelle volte in cui si distendeva sul
letto supino, fissando il soffitto screpolato dall'umidità,
chiudendo gli occhi, sperando di sentire al più presto il
sottile
materasso abbassarsi sotto al suo peso.
Lavi
entrava, accettando l'invito ogni volta; chiudeva la porta facendo
scorrere lentamente il chiavistello di legno finché non
schioccava
con un rumore secco contro il ferro; restava per un momento in piedi
fissando Yuu disteso sul letto, che alle volte lo sentiva sorridere,
poi si incamminava verso di esso con passo lento e controllato e si
sedeva accanto a lui.
A
volte gli accarezzava i ciuffi della fronte spostando amorevolmente
qualche ciocca, altre volte lo fissava semplicemente, perdurando un
silenzio fatto di infinito amore e di impaziente desiderio. Ma
ciò
che Yuu preferiva di più era quando Lavi allungava una mano,
alle
volte sfiorandogli volontariamente una coscia, per stringere la sua
tra le dita calde. Yuu riusciva a sentire tutto il gelo della propria
anima, che lo aveva logorato per tutto il giorno annichilendo ogni
traccia di calore, venir spazzato via non appena Lavi lo toccava.
Riusciva quasi a sentire ogni muscolo scongelarsi, anche se in
realtà
l'aspettativa di ciò che stava per succedere lo irrigidiva
sempre un
po', non appena le mani grandi e calde di Lavi stringevano le sue
tanto più fredde.
Spesso
Lavi se la portava al volto oppure si trascinava quella mano, fredda
come la morte, in grembo, accarezzando ogni falange finché
non si
riscaldava. Yuu rimaneva immobile, tra l'imbarazzo e
l'intorpidimento, chiudendo gli occhi per non incontrare quello di
Lavi capace, comunque, di fargli avvertire l'imbarazzante e delizioso
peso del suo sguardo anche al di là della coltre pesante
delle
palpebre serrate.
Poi
Lavi gli si distendeva accanto accarezzandogli col dorso delle dita
una spalla o uno zigomo, arrossato dal crescente imbarazzo,
finché
Yuu non si decideva ad aprire gli occhi. Spesso questo bastava a far
sorridere Lavi e costringerlo al passo successivo; ma quando non era
così, quando il desiderio di Lavi era abbastanza controllato
da
poter essere represso, Yuu doveva parlare per spezzare quell'incanto.
Non importava cosa dicesse, il fatto era che Lavi adorava la sua
voce: quel suono morbido appena arrochito dal carattere burbero, con
quell'accenno di durezza, quella minuscola onda sonora che gratta
appena contro la gola tipica di chi nella vita non ha visto altro che
cose brutte. Tipica di chi ha ricevuto talmente tanta sofferenza che
si è scordato di come si fa ad amare.
Ma
bastava poco: la pazienza di Lavi, le sue mani grandi e il suo
sorriso gentile erano maestri abbastanza capaci da fargli scordare di
quanto potesse essere freddo il suo cuore, erano sufficienti a fargli
capire quanto potesse essere inutile, davanti a lui, quel silenzio
costretto e quello sguardo tagliente. E Lavi gli sorrideva sempre
mentre cominciava a toccarlo, prima dolcemente senza fretta:
facendogli scorrere le dita sul petto ancora vestito, poi sul ventre
e sulle cosce aprendogliele piano, un po' per volta. Gli sorrideva
sempre d'altronde: sia che stessero per fare l'amore, sia che
stessero per andare in guerra perché, Lavi ormai lo sapeva,
nessuno
ha più bisogno di un sorriso come colui che non sa donarlo.
Spesso
circondava le spalle di Yuu in un abbraccio, permettendogli di
nascondere il volto, che pian piano si arrossava sempre di
più,
nell'incavo della sua spalla mentre con l'altra mano lo sfiorava
lentamente. Erano sempre lenti i suoi gesti anche mentre lo
spogliava; mentre gli sfilava i pantaloni e, quasi con fare
meticoloso, gli scopriva ogni porzione di pelle. Anche se succedeva
raramente, a volte capitava che Yuu si mettesse a sedere e, con fare
impacciato e frettoloso, tentasse di spogliare Lavi; lui, nuovamente,
gli sorrideva e lo lasciava fare.
In
quel momento, quando erano tutti e due nudi, uno di fronte all'altro,
e Lavi si avvicinava per abbracciarlo, Yuu alzava sempre la testa e
lo guardava per un attimo. Un minuscolo ed infinito secondo. Ed in
quel breve lasso di tempo, a Lavi, gli occhi di Yuu sembravano sempre
incredibilmente grandi mentre la sua espressione si tramutava in una
maschera di indecisione e desiderio mal celati... e sentiva il cuore
riempirsi di amore sconfinato fino a traboccare; gli traboccava dalle
mani e dalla bocca mentre lo abbracciava stretto, così
stretto che
lo sentiva smettere di respirare per qualche secondo, senza mai
lamentarsi. Lo abbracciava talmente forte che Yuu gli sembrava sempre
minuscolo tra le sue braccia grandi, così piccino e debole
da fargli
stringere il cuore.
Lavi
gli passava le dita tra i capelli lunghi e neri, come il buio che li
avvolgeva filtrando dai vetri incrinati della finestra della camera
di Yuu, e vi respirava a pieni polmoni come se la sola aria con cui
aveva senso mantenersi vivi fosse quella pregna del suo odore.
Quell'odore delizioso ed irrealmente delicato di cannella e vaniglia.
Lavi gli prendeva il volto tra le mani, le sue mani infinitamente
grandi e calde, e gli baciava le palpebre tremanti e le labbra
serrate costringendolo in un bacio, il primo dei mille di quella
notte.
Si
distendeva sopra Yuu, coprendolo col suo peso e col suo calore,
impedendogli di tremare: Yuu tremava sempre incontrollabilmente
quando Lavi cominciava a baciarlo, tentava di costringersi al
silenzio, soffocando sotto l'esigenza di mille gemiti per poi cedere;
Yuu apriva le gambe quanto più la sua vergogna ed il suo
orgoglio
gli permettevano, lasciandosi andare all'esigenza di quelle mani
grandi e di quella bocca rovente.
Quando
Lavi lo lasciava da solo, quando abbandonava la sua bocca per
baciarlo fin dove avesse pelle, Yuu avvertiva il volto andargli in
fiamme assieme al cuore; anche se Lavi gli stringeva sempre una mano,
mentre lo accarezzava con la lingua e con le labbra, il fatto di non
poterlo vedere in faccia lo feriva più di quanto credeva
possibile;
e questo lo costringeva, ogni volta sempre di più,
all'ammissione
della propria dipendenza da lui.
Sentiva
il cuore stringersi dall'imbarazzo mentre sentiva la tensione delle
proprie gambe sciogliersi contro la bocca e le carezze di Lavi,
costringendolo ad aprirsi a lui sempre di più. Spingeva le
anche
verso Lavi, subito ritirandole imbarazzato dal proprio desiderio e,
come un eco lontano, si accorgeva dei propri gemiti solo quando ormai
era troppo tardi per zittirli, facendo finta di niente. E Lavi, ogni
volta mai uguale a quella precedente, gli palesava il suo amore e la
sua gratitudine solo per il fatto di esserci, per il fatto di
concedersi a lui in quel modo talmente dolce ed imbarazzato da
confermargli ogni sua speranza; solo quando le dita di Yuu, mai calde
come in quei momenti, gli si insinuavano tra i capelli rossi con
un'urgenza incontenibile, Lavi risaliva piano, baciando ogni muscolo
del suo ventre, ogni costola del suo petto che, sempre più
incontrollabilmente di abbassava e si alzava cadenzato dai suoi
gemiti mal trattenuti.
Lavi
allora alzava la testa e lo guardava; guardava Yuu, il suo Yuu con
gli occhi lucidi e le mani tremanti nel buio generoso della stanza
che gli permetteva di distinguere i contorni di ogni sua singola
espressione. Lo sovrastava, sostenendosi con le braccia, fissandolo
mentre ansimava sotto di lui ed ogni volta di stupiva di come potesse
essere possibile la quantità di desiderio che lo infiammava
quando
Yuu tentava di sostenere il suo sguardo tra gemiti mal celati e mille
e scintillanti gocce di sudore e saliva a rilucergli la pelle
pallida.
Era
successo, alcune volte, che Yuu, stanco ed impaziente, lo trascinasse
giù, verso la sua bocca ed il suo corpo tremante;
interrompendo
l'infinito attimo in cui Lavi cercava di capacitarsi di come
potessero mescolarsi, così facilmente all'interno del suo
cuore che
non avrebbe dovuto esistere, una quantità talmente infinita
di
desiderio ed una, altrettanto infinita, di amore incondizionato. La
soglia di quello ciò che amava e di ciò che
bramava di possedere di
infrangeva come spuma non appena il volto di Yuu si faceva troppo
vicino, non appena il sapore zuccherino della sua lingua possedeva la
sua nell'antro caldo del desiderio.
Prima
di entrare dentro Yuu, Lavi parlava sempre; e poco importava se era
la più bella delle dichiarazioni o la più
maliziosa delle
richieste, il desiderio di Yuu si accendeva come zolfo non appena
Lavi gli sussurrava, con quella voce inaspettatamente bassa ed
arrochita, contro l'orecchio.
Ma
erano quasi sempre le stesse le parole che Lavi si lasciava sfuggire
in quel momento.
-
Ti amo da morire, Yuu...-
Poi
era l'estasi, per tutti e due: Lavi entrava piano dentro al corpo
caldo di Yuu sentendosi rinascere ad ogni nuovo centimetro con cui lo
possedeva, e Yuu gemeva invocandolo sempre più forte,
facendo a Lavi
l'indescrivibile regalo di sentire il proprio nome sussurrato da
quella voce che gli piaceva tanto, contornato da mille altri gemiti.
Ciò
che Lavi non sapeva, o almeno così sperava Yuu, era che le
lacrime
che gli rigavano il volto quando, infine, iniziava a muoversi dentro
di lui non erano dovute all'iniziale dolore né all'emozione
di
quella unione bramata fin da quando Lavi era entrato in camera sua.
Yuu
cominciava a piangere, commuovendosi ogni volta che Lavi ammetteva il
proprio amore verso di lui. Aggrappandosi alle sue spalle, cercando
di aprirglisi con tutte le sue forze, tentava di non far cedere il
suo cuore all'infinito desiderio che avvertiva avvolgerlo ogni volta
che Lavi gli si dichiarava in modo così semplice e perfetto.
Tentava
di non soccombere al fuoco che lo scioglieva come cera;
maledicendosi, ogni volta, per la codardia e per l'orgoglio che lo
trattenevano nel mutismo, continuava ad invocare il suo nome;
vergognandosi di desiderare che a Lavi, per il momento, bastasse quel
misero corpo che solo aveva da offrirgli.
L'ultima
cosa che Lavi faceva sempre prima di scivolare nel dolce tepore del
sonno era guardare Yuu che dormiva di fianco a lui. Lo accarezzava
ancora un po', lasciandosi scappare un sorriso divertito ogni volta
che arricciava il naso nel sonno, infastidito dal solletico delle sue
dita contro la guancia. Sapeva che Yuu, ogni tanto, faceva lo stesso:
lo aveva sentito, una volta, mentre fingeva di dormire, accarezzargli
la benda che ricopriva il suo occhio destro con la punta delle dita
di nuovo fredde, in un gesto talmente amorevole che volle quasi
accertarsi di non esserselo immaginato, interrompendo l'incanto del
sonno.
Come
le mille volte precedenti, però, aveva fatto finta di
dormire e poi,
in un gesto travestito da casualità lo aveva stretto di
nuovo contro
il suo petto, resistendo alla necessità di dichiararglisi
mille
volte ancora.
Purtroppo il mio amore per
questi due
non mi ha concesso di star lontano da questa coppia troppo a lungo XD
E, aspettando/temendo un
nuovo capitolo
del manga ho deciso di distrarmi un po' con una cosa che ho sempre
voluto scrivere...
A presto,
Slurp, Kumiho.
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