Ecco che di nuovo Matthew usciva da scuola salutato dai compagni con sfilze di insulti,
ancora la pioggia che aveva visto scendere durante la lezione di arte, non cessava,
e fu costretto a ripararsi dentro una biblioteca, l'unico posto vicino che aveva visto,
e che lo aveva colpito. Entrando aveva attirato l'attenzione delle poche persone che a quell'ora
leggeva, sbattendo il grosso portone polveroso.
Con il giubbotto fradicio e inzuppato d'acqua, indifferente dagli sguardi delle persone,
camminò per i vari corridoi girando gli occhi a trecentosessanta gradi.
In un corridoio secondario isolato vide, in alto ad uno scaffale, una scatola che all'interno luccicava.
Ipnotizzato da quella luce restò fermo lì a fissare quella scatola e a pensare come poterla prendere, essendo così in alto.
Girando per i scaffali paralleli si accorse di una scala di legno, adatto proprio per prendere i libri dagli scaffali alti.
Guardandosi attorno senza farsi vedere, prese la scala e la portò nel corridoio dove c'era questa scatola.
Con equilibrio poco stabile riuscì a mettere la scala appoggiata al grande scaffale e salì.
Gli ultimi scaffali erano pieni di polvere, era tutto impolverato, tranne la scatola che sembrava essere nuova e messa lì da poco.
Matthew prese subito la scatola e la nascose dentro il giubbotto senza farsi notare e con sguardo indifferente uscì dalla biblioteca.
Erano già le 3.00 del pomeriggio e sua madre sarà stata già in pensiero, ma non gli importò molto, visto che era ossessionato da quella scatola.
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