Our hearts were combined like a neutron star collision

di Ele Cullen
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Our hearts were combined like a neutron star collision

È la prima volta che pubblico qualcosa, non so cosa ne penserete, spero solo che non vi faccia troppo schifo u.u il primo capitolo è un po’ cortino, spero di riuscire a scrivere qualcosa di più lungo per i prossimi, sempre se riuscirò a piacere a qualcuno *faccina cucciolosa*
Quiiindi, abbiamo The Vampire Diaries e Twilight… Nooo non scappate vi prego, vi giuro che mi sono impegnata a incastrare i pezzettini *sorvola sul fatto che ha scritto solo il primo capitolo* ehmmmm… vabbè, leggete e commentate :P

 
Capitolo I – The rest of my life
Bella POV
Odiavo la trigonometria. La nostra storia era iniziata il primo anno del liceo. Non l’avevo trovata così antipatica all’inizio, ma quando avevo scoperto che mi faceva il doppio gioco svelando al professore ogni singola volta che non avevo studiato, e accadeva spesso, non ci avevo visto più. Avevo letteralmente chiuso con lei. Sfortunatamente l’insegnante non era stato esattamente d’accordo, ma io gli avevo spiegato chiaramente che io e lei eravamo in crisi non recuperabile, quindi adesso non si poteva lamentare se per farle dei dispetti io non la studiavo… Giusto? … No eh?
Assurdo.. Ero talmente distratta che anziché eseguire i compiti della tanto odiata materia trigonometrica pensavo al perché era diventata “la tanto odiata materia”. Ma non credo che anche gli altri ragazzi della mia età avessero i miei problemi. Non credo che Jessica Stanley dovesse far fronte a una vampira assetata di sangue quale era Victoria, e non credo che Mike Newton fosse preoccupato per la situazione della città di Seattle, sconvolta dagli omicidi provocati probabilmente da neonati senza controllo creati e abbandonati al loro destino. Per loro Victoria non esisteva e Seattle era solamente preda di una banda di serial killer psicopatica, che al limite si sarebbe potuta avvicinare a Forks. A volte mi chiedevo se non sarebbe stato tutto più semplice se non avessi mai incontrato Edward, se non fossi mai venuta a Forks e fossi rimasta con la mamma, e in quei momenti ero incredibilmente grata che Edward non mi potesse leggere nel pensiero.
Edward… sarebbe dovuto arrivare da un momento all’altro. Io ero ancora in punizione, totalmente meritata, per aver passato tre giorni lontani da casa con solo un biglietto come spiegazione. Papà si era infuriato abbastanza, e aveva limitato le visite di Edward al massimo, convinto che fosse lui la causa di questo. Ma non mi aveva potuto impedire di vederlo, perché io e lui saremmo rimasti insieme per sempre. E quando dicevo per sempre, intendevo per sempre davvero. Sempre che Edward si fosse deciso a trasformarmi e a rendermi un vampiro uguale a lui. Avevo buone possibilità di convincerlo, ma se volevo che fosse lui a trasformarmi avrei dovuto sposarlo. Sposarlo… solo questa parola mi faceva venire i brividi. Sposarsi a 18 anni poi era ancora peggio, ma Edward era uno all’antica e sapevo che prima o poi avrei dovuto accettare la sua proposta, non potevo aspettare ancora, non volevo essere più vecchia di lui, fresco per sempre nel suo corpo di eterno diciassettenne.
Persa nei miei pensieri, non mi ero accorta dell’orario. Cavolo, le già le sei e io ancora non avevo cucinato nulla per cena. E non avevo neppure finito i compiti di trigonometria. Pazienza, avrei chiesto al mio vampiro super veloce nei calcoli e non solo di aiutarmi più tardi. Corsi in cucina e aprii il frigorifero, iniziando a recuperare gli ingredienti per cucinare un veloce pesce al pomodoro. Presi il pesce, sempre presente nel frigo di mio padre che andava a pesca più volte di quante non andasse in bagno, capperi, sedano, pomodori… bene c’era tutto. Mentre lo cucinavo mi ricordai delle lasagne avanzate dalla sera prima e decisi di scaldarle al microonde, sicura che papà avrebbe spazzolato tutto senza fare troppi complimenti e magari sarebbe stato più gentile verso Edward. Mi ero ridotta a sperare nei miracoli… Mentre controllavo la cottura del pesce, sentii l’auto della polizia parcheggiare nel vialetto, e mio padre entrò in casa, appendendo il giubbotto all’attaccapanni. << Ehi Bells, che stai cucinando? Si sente un profumino provenire da qui >> esordì entrando in cucina. << Lasagne e pesce, spero ti piaccia >> Poggiai le lasagne sul tavolo apparecchiato, misi il pesce in un piatto da portata e posai anch’esso a tavola. Mangiammo in silenzio, ogni tanto io davo uno sguardo all’orologio che lentamente si avvicinava alle sette, orario nel quale ad Edward era permesso venirmi a trovare. Per questo motivo non mi aspettavo di sentire il campanello suonare alle sette meno un quarto. Anche Edward era ansioso di vedermi, e questo mi rendeva molto felice, ma di solito rispettava le rigide regole di mio padre, e puntualmente alle sette era alla mia porta. Non era mai capitato che arrivasse in anticipo. Mio padre si accigliò << Edward ha dimenticato come funziona un orologio? Potrebbe almeno rispettare gli orari dei pasti… >> borbottò. Lo ignorai e corsi alla porta. Ma di certo, non c’era chi mi aspettavo di trovare… In effetti, pensavo che non ci saremmo più rivisti per almeno… il resto della mia vita.

Duuunque, chi sarà mai lo sconosciuto alla portaa? Chissàà u.u provate ad indovinare, considerando che non sapete se sono Stelena o Delena muahahahahahah XD sappiate che sono sempre così sadica, quindi lettrici avvisate mezze salvate :P ci vediamo nelle recensioni kissottiii :3 *parte pessimista di me: se arrivano… parte ottimista manda a funclub la pessimista e si ritira* sauuu <3





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