Inizio- Pt.1
Prima di cominciare,
Auguri a tutti.
Nuova Long, non so che
cosa ne uscirà fuori, ma spero di poterla rendere
più lunga possibile.
Ci saranno tre
prologhi, ognuno fatto composto da due capitoli.
Questo e quanto, per
adesso
Buona lettura
Carcar93
P.s. ringrazio chi
legge, recensisce, ecc...
Soul's Memory
L'ennesima goccia
d'acqua andava ad infrangersi sul pavimento,
andandosi a ritrovare con le altre che si erano raccolte in una
piccola pozzanghera, quel tubo perdeva da circa un anno e mezzo, ma
nessuno si era mai curato di ripararlo, dopotutto si trovava nel
corridoio delle prigioni, l'unica cosa positiva che poteva fare era far
innervosire i detenuti, e sembrava riuscirci, visto che alcuni dei suoi
compagni erano stati colti da una crisi di nervi, e di conseguenza,
come punizione per ciò, erano stati soppressi.
Tirò le
coperte sopra la sua testa, se coperta si poteva definire quello che
aveva per ripararsi dall'inverno, un misero pezzo di stoffa, nulla di
che, cercava di dormire, ma non ci riusciva, nella sua mente vi era un
ricordo, quanto era passato? circa due anni e mezzo da quando era
arrivato lì, esattamente 942 giorni tra un paio di minuti,
sapeva che di lì a poco sarebbe scoccata la mezzanotte
perché in lontananza si sentiva il suono di un campanile, in
secondi? bah, non era di certo lui a fare i calcoli quando si trovava
ancora a Death City, la sua maister era la mente, lui era solo il
braccio, o meglio l'arma.
Non riusciva
assolutamente a dormire, e continuava a non capire il
perché, ogni tanto gli veniva in mente quel ricordo, ma si
era
sempre addormentato poco dopo, adesso invece no, sentiva una strana
sensazione all'altezza dello stomaco, e di certo non era il suo pranzo,
visto che aveva solo mangiato pane ed acqua da quando erano
lì,
era come un presentimento, qualcosa stava per accadere, bella o brutta
non lo sapeva, ma sentiva che stava per accadere qualcosa che
riguardava lui, lo sarebbero venuti a salvare? i suoi rapitori lo
avrebbero ucciso? questo non lo sapeva, forse era per questo che non
dormiva, aveva questo peso sullo stomaco che non se ne voleva andare
per nessuna ragione.
Si mise a sedere sul
letto, posando i piedi nudi sul freddo pavimento
in pietra, strofinando le mani sul volto, cercando di sistemarsi,
cercando di capire, si alzò dirigendosi verso il lavandino
della
sua prigione, era piccolo, bianco, aveva un solo rubinetto che non
cacciava acqua, di solito lo usava per appoggiarci qualcosa,
osservò con i suoi occhi cremisi il vetro che si trovava
poco
sopra il lavandino, il chiarore di luna riusciva a fargli vedere il suo
riflesso, era cambiato, il volto scavato da quei due anni e mezzo di
intensa prigionia, stanco, la barba incolta, il corpo evidentemente
dimagrito e forse, con alte probabilità, malnutrito, i
capelli
erano cresciuti parecchio, tirati all'indietro come sempre, ma adesso
coprivano la sua schiena come una pelliccia, giungendo a sfiorare la
pelle che copriva l'osso sacro, aveva conservato quell'espressione
furba che aveva sempre avuto, non sapeva neanche lui come,
iniziò a sfiorare il riflesso con la mano destra,
sospirò, per poi rigirarsi a tornare sul letto, coprendosi.
Quel ricordo
continuava a non volersene andare dalla sua mente.
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