Getaway
I've
read you well
I just want to get away
Cos you used my love
I just need to get away
My trust in you has been abused
My trust in you has been overused
Il lupo riposa.
Il sole ormai
è alto nel cielo e lui giace nella stessa posizione da ore,
la testa sulle zampe anteriori incrociate, il ventre schiacciato a
terra a cercare il fresco dell’erba umida.
Quando viene qui gli
succede spesso di dormire un sonno profondo e senza sogni, dal quale si
sveglia intontito ma contemporaneamente rigenerato. Che cosa stupida:
non dovrebbe essere il contrario? Qui, dove finalmente potrebbe pensare
all’accidente che vuole in tutta libertà, non
farebbe meglio a sfogarsi? Non dovrebbe lasciare via libera a tutti i
pensieri -o fantasie? O ricordi?- che normalmente sta così
attento a reprimere?
A dire la
verità, evitare il pericolo non gli costa nemmeno troppa
fatica: gli basta guardare la sua piccola ed è travolto da
un sincero diluvio di cuoricini e fiorellini e melassa della migliore
qualità, nel quale i suoi neuroni si invischiano beati.
Così sono contenti entrambi: la sua pelliccia è
salva e il suo futuro suocero non potrebbe chiedere di meglio.
Idiota.
Il vampiro dovrebbe
preoccuparsi, invece di lasciarsi trascinare dalla sua ottocentesca
gelosia paterna. Dio, è patetico. Come diavolo fa a non
rendersi conto che è tutto assurdo? Ma no, basta che il cane
non tocchi la sua bambina e va tutto bene, e fa niente se il cane
è un uomo fatto con tutto quanto che funziona, fa niente se
Ness è una gnocca da paura che ormai da anni se ne va in
giro avvolta in una nuvola di feromoni. Non importa se è un
filino strano che loro due non facciano niente più che
tenersi la manina. Quando esagerano. Paparino è contento che
nel suo testone di lupo alberghino solo cuoricini e fiorellini e manine
intrecciate e tiameròpersempre
che manco una quattordicenne
alla prima cotta. A papino va benissimo così.
Appunto.
Idiota.
Quando viene qui, di
solito sono le due, le tre di notte. Ci arriva dalla pista che porta
direttamente dalla casa dei Cullen al torrente, poi da lì
prende un sentiero che percorre in forma umana nel primo tratto, per
essere certo di non lasciare tracce. Muta solo quando finalmente
raggiunge una certa gola rocciosa e prosegue correndo,
lasciando che il lupo si lanci in velocità.
All’inizio
metteva a letto la piccola e poi se ne tornava da suo padre
giù alla riserva, a dormire più o meno
serenamente nel suo vecchio letto. Ci stava comodo anche se i piedi
ormai sporgevano e in quel periodo dormiva bene, pesante, profondo. Era
tutto così bello, sembrava davvero una figata pazzesca. A
ripensarci adesso gli sembra ovvio, che stesse così bene.
Veniva da due anni di merda, un matrimonio a cui era arrivato troppo
tardi –come al solito- e poi quel parto più simile
ad un macello neanche un mese dopo, e lei morta sotto le sue mani con
il ventre squarciato. Ovvio che gli fosse sembrato di vincere alla
lotteria, in quel momento: praticamente era come tirare fuori la testa
da un mare di merda e respirare aria che non fosse puzzolente. Aria
pulita, tutto nuovo, tutto da capo.
Sarebbe stato troppo
bello che durasse, no?
Sono passati
lentamente i mesi e poi gli anni e la novità è
diventata routine. Emozionante esattamente come l’acqua che
scorre sempre verso il basso. Rilassante però, cazzo.
Se non fosse per certi
pensieri di sottofondo che fanno increspare l’acqua come le
pietre del fondale. Se non fosse per la nausea che lo prende ogni
tanto, senza che riesca a spiegarsi il perché.
Quando accade lui
sussulta e capisce che ha bisogno di staccare, che sta per perdere il
controllo. Il controllo di cosa, non lo sa con esattezza nemmeno lui.
O forse sì?
In quel momento sa che
deve venire qui, non sia mai che il succhiasangue trovi qualcosa di
strano nella sua testa. Resta per delle ore così, con la
pancia sulla terra fresca e gli pare di riposare. Si rilassa per un
po’.
I suoi sogni sono neri
e il suo sonno pesante, senza rete di sicurezza; ma lui si lascia
andare e sprofonda nell’acqua come un ciottolo di fiume.
Il problema non
è neanche più solo il succhiasangue. Nessie lo
guarda strano, da un po’ di tempo, e questo lo innervosisce
come niente al mondo. Così lui la guarda strano di rimando:
chi dei due ha cominciato? È perché lui
è strano, o lui è strano perché lei lo
guarda così? Non ne viene a capo, ma intanto tutti e due
stanno male.
Ma che cavolo, non era
così che doveva andare! L’imprinting avrebbe
risolto tutto, gli avevano detto; invece Nessie lo guarda strano.
E siccome per lui
è naturale preoccuparsi che Nessie sia felice, sta
diventando tutto un grandissimo casino.
*
* *
Sick
of this space
Wish we could be far away
Cos I wasted all my youth
I'll never see it again
My trust in you has been abused
My trust in you has been overused
Da qualche anno Jacob
ha una camera in casa Cullen.
Di stanze ce
n’erano in abbondanza e assegnargliene una è
sembrata a tutti -lui compreso- la soluzione più semplice ed
ovvia: a lui capitava spesso di fare tardi a casa loro, Nessie da
piccola frignava quando lo vedeva andare via, Bella insisteva
perché rimanesse e Rose lo avrebbe incatenato al divano per
trattenerlo, se questo era il desiderio di Renesmee. Così ha
iniziato a vivere con i vampiri, e se gliel’avessero detto
qualche anno prima avrebbe vomitato per il disgusto. Mai dire mai, eh?
È sempre
lì quando Nessie torna da scuola, al pomeriggio. E oggi lei
ha un’aria che non gli piace. Ha mangiato svogliatamente i
suoi sandwich in cucina e adesso se ne sta seduta da sola al tavolo, lo
sguardo perso un po’ nel vuoto e un po’ sul display
del cellulare. Poco appetito e poche parole, e di tanto in tanto gli
occhi fuggono sul bosco oltre la vetrata di casa dei nonni. Buongiorno,
sono l’Adolescente In Crisi.
- Ehi, piccola. Tutto
bene? Ti vedo pensierosa.
Lei alza la mano come
al solito per posargliela sulla guancia e mostrargli tutto e lui,
sorprendentemente, incredibilmente, d’istinto arretra.
Stavolta,
chissà come, ha capito di non voler sapere. Renesmee lo
guarda perplessa, perché per la prima volta da quando ha
memoria non le ha permesso di toccarlo. È genuinamente
irritata, poi proprio dispiaciuta e lo sanno tutti e due che
c’è qualcosa che non va.
Si conoscono da tanto
tempo ed entrambi hanno sensi ipersviluppati; certo, non si leggono nel
pensiero ma colgono l’uno dell’altra ogni minimo
segnale corporeo. È come se Jacob avesse gridato
“vai via”. Ora il lupo si prenderebbe a morsi se
potesse, ma proprio non è riuscito a controllarsi. Il fatto
è che ci scommetterebbe la pelliccia che il malumore di lei
ha a che fare con un ragazzo, e sente una cazzo di puzza di guai che
gli manda il cervello in pappa, lo disorienta come mai prima. Dio,
perché non è rimasta una bambina?
Jacob ha scostato la
mano di Nessie allo stesso modo in cui si scacciano le mosche ed
è anche ben conscio di avere distolto gli occhi, come un
ragazzino colto sul fatto. Non è mai, mai successo prima. A
Nessie si riempiono gli occhi di lacrime. Complimenti, bello. La puzza
di guai è così spessa che si può
tagliare con un coltello.
Grazie al cielo in
quel momento arriva Bella con Alice e un sacco di borse e pacchetti.
Così Jacob
si dilegua lasciandole tutte e tre al loro momento fra donne, ma sa
perfettamente che con Nessie non l’ha fatta franca: prima o
poi lei vorrà raccontare di sé, sapere di lui,
andare a fondo, sviscerare la faccenda peggio che se lui fosse la sua
migliore amica. Ok, non stavolta però.
Nemmeno a Bella
è sfuggita la fretta con cui ha tagliato la corda.
*
* *
Why can you get everything?
Cause you've bled me dry
now
I just want to run away
Cause you've bled me dry
now
I just want to run away
Non
c’è scritto da nessuna parte, ma in casa Cullen
è vietato essere infelici.
Sono belli, ricchi,
immortali, accoppiati con il Grande Amore e quindi felici. Ok, un
po’ vampiri, però vegetariani. Molto intelligenti,
veloci, eleganti, dotati, accoppiati, felici. Già detto?
Già detto.
Così quando
Jake è di malumore si sente orribilmente in colpa
e… fuori posto, il famoso ospite che è come il
pesce e dopo tre giorni puzza.
Nessie ha perdonato a
Jacob di averla respinta a quel modo l’altro giorno e poi gli
ha spiegato che le piace un ragazzo del quinto, tale J.M. È
stato un po’ più difficile di così, eh?
Non voleva aprire bocca.
Che si sentisse in
colpa anche lei?
Ma perché,
poi? Jake non è mica il suo fidanzato e lei lo sa
perfettamente, non ha bisogno che lui glielo ricordi come sta facendo
in questo momento. In più, papà e mamma le hanno
ripetuto mille volte che deve crescere, prendere tempo, fare le sue
scelte, magari andare via per un po’ a studiare
all’estero e poi ritornare. Tutto è chiaro fra
loro e tutti si complimentano con Edward e Bella per come hanno gestito
la faccenda, Jacob compreso. Tutti ammirano la purezza
dell’amore disinteressato del lupo verso la bambina. Jacob
non ha mai avuto mezzo pensiero zozzo su Nessie, mai, Edward
può giurarlo visto che non si fa scrupolo a ispezionargli il
cervello, di tanto in tanto.
Ma Renesmee non
è una stupidina e vedere Jacob sempre lì,
presente e disponibile, sempre letteralmente suo, non può
lasciarla indifferente. È evidente che si sente a disagio,
in imbarazzo. Qualcosa non va.
Jake ha dovuto
insistere un’ora buona per convincerla a vuotare il sacco, e
ha dovuto ricordarle più volte che il bene che le vuole va
oltre qualunque cosa lei potrebbe mai dirgli. È
così che funziona, tra loro due.
- Sono davvero
fortunata io, eh?
- Lo sei? Certo che lo
sei, mostriciattolo. Hai me.
- Certo. Ho te. Se
Katie avesse detto a Dean quello che io ho appena detto a te, lui non
sarebbe mica rimasto così tranquillo.
- Chi è
Dean?
- Il suo ragazzo.
- Ma io non sono il
tuo ragazzo, ricordi? Io sono il tuo imprinting, è diverso.
- Ah, sì.
Ma certo, infatti…
- Io ti amo troppo per
reagire come un idiota, cucciola. Lo sai che per me la tua
felicità viene prima di ogni altra cosa al mondo.
- Sono fortunata,
quindi.
- Certo che lo sei.
Pochi al mondo amano come io amo te, piccola.
Nessie lo abbraccia,
con un’espressione indecifrabile sul viso.
*
* *
Nuda sul letto sfatto,
Angela Weber fruga tra le coperte cercando i suoi vestiti; qualcosa
è sparso sul pavimento e le tocca alzarsi e mostrarsi nuda
per andare a raccattare ciò che Jacob le ha tolto
–meglio, strappato- di dosso nel percorso tra la porta ed il
letto.
È un bel
po’ che, come dire, si fanno compagnia. Dura da parecchio,
scopano divinamente e da quando c’è Angela Jake
è molto più tranquillo. Idem per lei: non
mollerebbe mai quell’idiota di Ben per via dei bambini e,
dopo un pomeriggio tra le lenzuola con Jake, si sente in pace con il
mondo. E anche sufficientemente in colpa da sopportare le idiosincrasie
del marito senza sbottare in continuazione.
Così per un
attimo Jacob resta senza parole quando lei gli dice che ha deciso di
chiudere.
Non gli sembrava di
aver fatto niente di male, anzi… La rivede ancora tendersi e
poi ricadere sul letto, la risente gridare. Non sembrava
così scontenta, ecco. Tuttavia accetterà la
decisione di lei, non vuole certo crearle dei problemi. Ad Angela vuole
bene per davvero, così si ritrova addirittura a confortarla.
- Vedrai che
andrà molto meglio per tutti, tesoro. Tu lo ami ancora, solo
che non lo sai.
- Io… Io
non so se amo lui, Jake.
E ad un tratto
è tutto chiaro come il sole. Angela ha gli occhi pieni di
lacrime. Dio, no. Le lacrime delle femmine dovrebbero essere vietate,
sono un’arma impropria, cazzo.
- Ehi, non avevamo
detto che sono solo uno stupido bestione indegno di te? Solo
perché facciamo faville qui dentro non vuol dire
che…
- Certo. Ti auguro
ogni bene, Jake.
- Ehi. Non fare
così. Lo sapevamo fin dall’iniz…
- …che non
l’hai mai dimenticata? Che non vai da nessuna parte? Che non
si capisce cosa stai facendo al mondo?
- Smettila, non so di
cosa stai parlando.
- Sì che lo
sai. E se vuoi te lo dico meglio. Vuoi? Te lo dico?
- Io non ti ho mai
raccontato palle. Perché fai così, adesso?
- Le hai dette a
tutti, Jacob. A tutti. A cominciare da quello che ti guarda dallo
specchio tutte le mattine.
*
* *
È passato
anche quest’anno. Il compleanno di Nessie. Quel giorno strano
in cui, non si sa perché, lui ed Edward non riescono a
guardarsi negli occhi. Alla festa è venuto anche J.M. e a
Jacob è venuta proprio bene l’uscita di scena un
pochino più presto del solito. Ha salutato con un bel
sorriso, è uscito in giardino. La pista del torrente, la
gola rocciosa, la corsa del lupo.
Ha ancora il fiatone
quando una voce esce dal buio, proprio mentre sta per addormentarsi del
solito sonno pesante e cupo.
Non dovrebbe essere
lì. Merda. Lo spavento lo costringe a mutare, a restare nudo
davanti a Edward.
- Forse è
arrivato il momento.
- Che cazzo ci fai
qui, succhiasangue?
- Lei è mia.
- Ehi, paparino, datti
una calmata. Mi sono sempre comportato più che bene, no?
Qualcuno potrebbe persino cominciare a pensare che sono frocio, da
quanto mi comporto bene. La tua figlioletta è una donna,
ormai, non l’hai notato?
- Lei è
mia, cane.
Cane.
Non lo chiamava
così da… non so, una dozzina d’anni?
E in quel momento ha
la certezza che il succhiasangue sa tutto, anche quello che lui,
invece, ha capito solo adesso.
Gli anni passati si
annullano con un colpo di spugna.
Non è mai
stato così nudo, né davanti ad Edward Cullen,
né davanti a se stesso.
*
* *
Le
donne sono strane, però.
- Io
credevo… credevo che tu…
- Che cosa, piccola?
Su, vieni qui. Non piangere.
- Jacob. Ma voglio
dire…
- Sì?
- Tu sei…
Sembri addirittura sollevato.
Nessie ha appena
finito di raccontargli che ieri sera J.M. l’ha baciata.
Probabilmente non l’ha solo baciata, a giudicare
dall’odore che le ricopre la pelle.
Era emozionata,
è arrossita, ha riso nascondendosi nel suo collo. Gli ha
chiesto se andava tutto bene e lui le ha detto che sì,
è tutto assolutamente splendido visto che lei è
così su di giri. Così felice. Il primo amore.
Perché
cazzo, poi, lei sia scoppiata a piangere all’improvviso e si
sia strappata da lui con un ringhio, gli risulta un mistero.
- Non potresti almeno
fare finta che ti dispiace? Va benissimo, eh. Non dico che dovresti
tagliarti le vene, ma cazzo, impara a recitare un po’ meglio.
- Che
cavolo…
- Smettila di fare il
finto tonto, Jake. O sei tonto davvero? No, meglio ancora, pensi che
sia tonta io.
- Ness…
- Non ti sono mai
piaciuta.
- Ma cosa dici! Tu sei
bellissima...
- Non abbastanza,
vero? Ma vaffanculo, Jake. Non ti faccio né caldo
né freddo.
- Giuro che non ti
capisco, Renesmee Carlie Cullen. Un attimo fa eri così
felice per ieri sera…
- Lo sono ancora. Ma
mi sento… truffata, ecco. Sembra che non te ne freghi un
cazzo, veramente.
Una giovane donna
ferita, ecco cos’è.
- Tu sei stupenda.
- Non abbastanza. Non
funziona neanche l’imprinting, con te. Non mi vedi
nemmeno… Per carità, basta che mi veda J.M. Ma
è brutto, ecco.
Perché sia
brutto Jacob lo sente in qualche modo, ma fa finta di non averlo capito.
*
* *
I just want to get away...
Un paio di mesi dopo
Renesmee racconta a Jacob che non è più vergine;
l’ha fatto con J.M. ed è stato…
semplicemente stupendo. Una cosa che augurerebbe a tutte le sue amiche,
tanto che non le importa di rischiare la furia vampirica di suo padre
nel momento in cui lo verrà a sapere: vuole continuare a
galleggiare sulle nuvole e lo avrebbe raccontato al mondo intero. Dirlo
a Jacob le può bastare; ha superato il fatto che il suo
bellissimo imprinting non la veda come una donna, le basta che la
capisca e la prenda un po’ in giro, è il loro modo
di condividere la gioia.
- Ness, devo dirti
anch’io una cosa. Sai, pensavo che è il
momento…
E proprio in quel
momento entra sua madre, affannata come se avesse davvero bisogno di
ossigeno.
- Jake! È
vero? Non puoi farlo!
- Cosa non
può fare?
- Cosa non posso fare?
- Non
gliel’hai detto?
- Stavo per farlo.
Renesmee, io…
-
Cos’è che deve dirmi? E buongiorno, mamma.
- Non puoi farlo. Lei
ne morirà.
- Chi ne
morirà? E di cosa, cazzo?
- Diglielo, Nessie.
Diglielo, piccola, che non può andarsene. Non può
lasciare il suo imprinting, giusto? È così che
funziona. Ne morirebbe lui e ne moriresti tu! Diglielo, forza!
- Mamma. Gli ho appena
detto che amo un altro. E l’ho detto anche a te, non te lo
ricordi? No, cercavo di dirtelo e tu non mi ascoltavi, come al solito.
- Tu. Non puoi.
Andartene.
- È
già deciso, Bells.
Bells?
Le
donne possiedono un istinto meraviglioso: hanno la capacità
di scoprire tutto tranne l’ovvio.
Come ha fatto Nessie a
non capirlo prima?
La verità
risuona, è dura come un martello su una campana. I rintocchi
riempiono l’aria immobile tra Jacob e sua madre, tra Jacob e
lei.
Tra lei e sua madre.
*
* *
E P I L O G O
I just wanted too much
I wish we could be far
away
And if my wish comes
true
You'll never see me again
The Muse, “Host”
E’ proprio
Nessie ad accompagnarlo all’aeroporto.
E lui sta bene.
Sa che lei
starà bene.
Lei, Renesmee, che sta
andando avanti, sa quello che vuole e ha tutto il tempo del mondo per
andarselo a prendere. È solo uno stupido incidente che per
un attimo abbia pensato di non essere abbastanza bella, abbastanza
speciale, abbastanza -punto- per il suo migliore amico. È
una di quelle cose che capitano quando un uomo e una donna sono amici,
fraintendimenti che sembrano problemi d’amore ma poi passano
e lasciano tutto meglio di prima.
Nessie è
una ragazza in gamba, sa badare a se stessa. È talmente in
gamba che non si accontenterebbe mai di uno come lui, col cuore
annegato in una palude. Non lo toccherebbe nemmeno con un bastone.
È stata amata così tanto da sapere senza ombra di
dubbio che merita qualcosa di meglio. Per ora J.M., un domani
chissà… Ha tutto il tempo del mondo per scoprirlo.
Quella che non
starà bene, invece, ha già incominciato a pagare.
Jacob oltrepassa le
barriere del check-in e Nessie lo segue con lo sguardo mentre si toglie
il giubbotto ai controlli di sicurezza. Dio, quanto è
bello… chissà come sarebbe stato, fra loro. E poi
non è solo bello: Renesmee sa che anche lui merita qualcosa
di meglio.
Si gira, le lancia
ancora un sorriso, poi non si volta più indietro.
La testa fiammante di
Nessie è un puntino lontano, a malapena visibile dietro le
vetrate del Gate 32.
Il tempo è
cambiato e anche il colore di fondo dell’aria, la sfumatura
che assumono le tinte in quella luce diversa. A Seattle
c’è già un po’ più
di sole. Il cielo grigio della penisola Olimpica comincia a diventare
un ricordo.
(beginning of) The End
.
Questa storia ha partecipato a due Contest usciti
più o meno nello stesso periodo. Ho avuto un *ulo
incredibile XD: con qualche piccolo ritocco, andava bene per entrambi.
Di uno sto aspettando l'esito ma la pubblicazione è stata
autorizzata già da un paio di settimane, se non erro, e
appena saprò come è andata aggiungerò
la posizione in classifica e i dati del contest. Nell'altro contest , "BEGINNING
OF THE END: dopo Breaking Dawn", si è classificata
prima *.* Un
grazie infinito alle giudici per la puntualità e
l'accuratezza dei giudizi, nonché per i bellissimi banner.
La frase in grassetto è la citazione da Oscar Wilde che ho
scelto come prompt.
Per quanto riguarda la solita parte che Angela Weber fa nelle mie
storie... Beh, povera, è che il suo fidanzato canon non mi
piace per niente e da lì a vedermela malmaritata il passo
è breve XD
Ah, ovviamente considero l'imprinting un espediente patetico della
Meyer per accontentare tutti -se si può dire
"contento" uno che si ritrova fidanzato ad una neonata- nel gran
finale, soprattutto i suoi manager e il botteghino. Tratto il tema
dell'imprinting solo perché è canon e di tanto in
tanto tocca farlo, ma ritengo che la Saga avrebbe guadagnato molto se
zia Steph si fosse immaginata qualcosa di più furbo per
sistemare Jake. Parere pesonale, eh.
J.M. si chiama così in omaggio ad un adorabile vampiro
guerriero, tra i miei preferiti della serie... La prima che indovina
chi è vince una recensione, se è un'autrice! :P
Grazie di cuore a chi ha resistito fino a qui, a chi ha letto e a chi
vorrà lasciare il proprio parere.
Un bacio e se non ci si sente prima... Buona Pasqua!
Con affetto
J
|