Lust for life.
La vena che marca la tempia di Mark Renton è sul punto di
esplodere sotto la spinta stentorea del sangue, come il suo cuore, che
si accinge a collassare nella cassa toracica, così macilenta
da tremare ad ogni passo impresso sull’asfalto.
Rent Boy è in panne: non ha la più pallida idea
del perché si sia messo in una tale posizione di pericolo,
ma sa già che non avrà un attimo per rifletterci
su sino a quando non si sarà sbarazzato di quei fottuti
poliziotti. Al momento la sua priorità è correre
fino a stare male, salvarsi il culo per l’ennesima volta
nella sua merdosa vita e poter tornare da Madre Superiora trascinandosi
a tentoni sulla poltrona del vecchio Swanny – oh, John, ti
prego, uno schizzo soltanto, te lo ripago domani!
–assaporando una sigaretta che non sa di un cazzo.
Non ha alcun obiettivo per la giornata, il caro Mark: gli basta
buttarsi alle spalle la visione di una Dawn mortalmente pallida e si
sentirà abbastanza a posto da poter continuare a fregarsene
del sistema senza incappare nella squallida via della
moralità.
Ma anche questo stesso momento va bene: è abbastanza lontano
da qualsiasi forma di rispetto alla società, persino nel
momento in cui il suo corpo così magro ed assente si
schianta contro l’automobile di uno schifoso orangista
– e ‘sto stronzo fa pure propaganda, con quegli
adesivi del cazzo incollati al paraurti, ma vaffanculo! – e
cade a terra ruzzolando.
Si rialza, il caro Rents, perché è di tempra
robusta, il piccolino, non per dire. La faccia del coglione orangista
è pallida come quella della figlia di Sick Boy, e a Renton
questa somiglianza sembra un insulto al dolore del club di Madre
Superiora: gli viene solo da ridere come un isterico, prima che Spud lo
afferri per il colletto in piena corsa e lo trascini via.
”Oh, Mark, ma cosa vai a pensare?” si raccomanda
seguendo il ragazzo Murphy.
”Niente” si risponde da solo, ed è
sincero. Solo che ripensare alla bambina… cazzo, fa venire
voglia di spararti in corpo una pera e non pensare a nulla per un
po’, giusto per opprimere questa sete di vita così
anormale per uno come lui.
I’ve got a
lust for life, cantava il vecchio Iggy. Renton ride
ancora, ancora e ancora, mentre pensa a quanto darebbe per essere al
posto di Dawn per non impantanarsi di nuovo in questo decorso doloroso
che è la vita. E torna a sognare l’agognato
schizzo, con l’astinenza che inizia a tradirlo e il cuore che
sfonda le costole.
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Note dell'Autrice:
Flashfic nata per caso dopo l'ennesima, fantastica visione
di quel cult che è Trainspotting, nonché sulla
base della lettura del romanzo di Irvine Welsh: entrambi (purtroppo!)
non mi appartengono, e tale raccontino si basa solo sull'indiscusso
amore che provo nei confronti di questi capolavori.
Mi auguro di aver reso il personaggio di Rent Boy sufficientemente
realistico, e che seppur breve questa cosuccia vi piaccia e vi ispiri
una recensione!
Grazie a chi leggerà!
__exogenesis
P.S.: Mi sembra corretto riportarlo. L'odio di Mark verso gli orangisti
è assolutamente reale: per chi avesse solamente visto il
film, ne potete leggere nel romanzo al capitolo "Scopata di rito".
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