Salve, popolo! Dunque, che dire?
Questa storia era sepolta nel pc da un sacco di tempo, non so proprio
perché ancora non mi fossi decisa a pubblicarla! Credo
avesse partecipato anche ad un contest, a cui era arrivata quinta, o
terza, non mi ricordo....pazienza.
Non ho molto da dire, a parte questo: NON è una
Lily/Scorpius. Il mio cervello non partorirà mai una
Lily/Scorpius, a meno che non mi stiano minacciando di morte.
Però Lily, a prescindere da certe geniali fanfiction in cui
è una stronza di proporzioni epocali che cerca in tutti i
modi di fregare il ragazzo alla cugina (vabbe, sì, non lo
farebbe mai, ammettiamolo) è un personaggio che non mi
dispiace, perciò mi fa sempre piacere darle un po' di spazio.
Spero vi piaccia!
Titolo: Il regalo perfetto
Genere: Commedia
Rating: Verde
Personaggi: Lilian
Luna Potter, Rose Weasley, Rose/Scorpius, Scorpius Malfoy
Nda: Il compleanno di
Rose Weasley è alle porte e il suo ragazzo, Scorpius, non
ha la minima idea di che cosa regalarle. Per questo chiederà
aiuto alla cugina
di Rose, Lily. Ancora non sa quello che lo aspetta...
Scorpius
Malfoy, per gli amici Scorp,
alto, biondo e con diciassette anni di vita discretamente serena alle
spalle,
si poteva definire una persona tranquilla. Per questo
l’intera scuola di Magia
e Stregoneria di Hogwarts non riuscì a capire
perché, quella mattina di Marzo,
il ragazzo avesse deciso di percorrere sette rampe di scale di corsa
con
un’espressione di puro terrore sul viso, e fosse entrato in
biblioteca con la
stessa grazia di un Erumpent nella stagione degli amori.
Scorpius si guardò attorno disperato, e
quando ebbe individuato l’oggetto della sua ricerca si
precipitò a sedersi a un
tavolo. «Ho bisogno di aiuto e non puoi assolutamente
negarmelo» ansimò,
stremato per la corsa e per l’agitazione.
«Buongiorno anche a te, Scorp» rispose Lily
Potter, sollevando lo sguardo dal suo libro di Trasfigurazione.
«Posso fare
qualcosa per te? Uhm, sì, sono un po’ impegnata,
ma sarei ben felice di
aiutarti». Lily, lunghi capelli rossi, minuta ma dal
carattere forte quanto
l’uragano Katrina, aveva fatto del sarcasmo il suo perfetto
stile di vita e non
vi rinunciava in nessun caso al mondo.
«Sono nei guai» si lamentò Scorpius.
«In
guai grossissimi. In confronto tuo padre quando si è trovato
a faccia a faccia
con Voldemort stava facendo una passeggiata».
Lily lo fissò a lungo, senza dire una
parola. «Il compleanno di Rose è fra una settimana
e tu non sai che regalo
prenderle» disse infine.
Scorpius rimase a
bocca aperta. «Come fai a saperlo?»
Lily scrollò le spalle. «Sono un genio»
rispose. «Inoltre, vivo con tre uomini e ho circa un milione
di cugini. Avete
sempre la stessa espressione, quando non sapete che regalo prendere a
una
donna».
«Perciò mi aiuterai?» chiese Scorpius,
fissandola speranzoso.
«Ma certo!» rispose Lily, con una strana
luce negli occhi. «Domani andremo a Hogsmeade e troveremo il
regalo perfetto
per Rose!»
Scorpius la guardò per un attimo,
interdetto. «Ma io devo andarci con Rose, a
Hogsmeade!» protestò. «Speravo, non
so, che tu prendessi il regalo e poi mi dicessi la spesa!»
«Sei matto?» farfugliò Lily.
«Non
funziona così! Quello che rende bello il regalo non
è solo… Il regalo, ma è
anche la fatica che hai fatto per trovarlo! Io posso solo aiutarti
nella
ricerca, mica farla al posto tuo!»
«Ma…» cominciò Scorpius,
subito
interrotto da Lily.
«Niente ma! Se vuoi che ti aiuti, dovrai
rispettare le mie regole. Se non ti vanno bene, arrangiati».
«E cosa dico a Rose? “Non posso venire a
Hogsmeade con te perché ci vado con tua
cugina?”» disse Scorpius.
«Certo che no!» rispose Lily,
scandalizzata. «Tu aspettami in Sala d’Ingresso
alle dieci, al resto penserò
io!»
Scorpius non era sicuro che dare buca a
Rose e andare a fare shopping con Lily fosse il metodo migliore per
sopravvivere alla giornata, ma il giorno dopo si diresse puntuale verso
la Sala
d’Ingresso, con la stessa espressione che doveva aver avuto
Maria Antonietta
mentre la stavano portando al patibolo.
Due minuti dopo vide Lily scivolare
lungo il corrimano della scalinata e atterrargli proprio di fronte.
«Perché devi sempre fare
così?» le
chiese Scorpius, leggermente perplesso.
«Perché è divertente e
perché Gazza mi è
grato perché in questo modo non deve più
spolverare il corrimano» tagliò corto
Lily, spiccia. «Allora, andiamo?»
«No, un momento! E Rose?» chiese
Scorpius, preoccupato.
«Non ti preoccupare, ho pensato a tutto!
Non riuscirà a scendere per almeno tutta la
mattinata!» rispose Lily,
prendendolo per il gomito e trascinandolo fuori.
«Rose!
Rose, Rose, Rose!» Albus Potter
stava inseguendo la cugina lungo
il
corridoio, guardandola implorante.
«Che cosa c’è, Al?»
sospirò infine Rose,
esasperata.
«Devi assolutamente aiutarmi con
Incantesimi! Il compito è domani, non ho capito niente di
niente di niente e
ancora non so fare neanche il più stupidissimo incantesimo
non Verbale!» la supplicò
Albus.
«Proprio adesso?» piagnucolò Rose.
«Ho
un appuntamento con Scorpius!»
«Oh, non ti preoccupare, l’ho già
avvertito che gli avresti dato buca per aiutarmi», la
informò Albus. «Andiamo
in biblioteca, allora?»
«Ma io…» tentò di protestare
Rose.
«Grandioso! Lo sapevo che non mi avresti
lasciato a piedi!» esclamò Albus, esultante,
trascinando la cugina su per le
scale.
«Un libro sarebbe un bel regalo per
Rose, non credi?» propose Scorpius, mentre stavano passando
davanti alla
libreria.
«Sei matto?» strillò Lily.
«Non puoi
regalarle un libro!»
«Le piace leggere!» protestò Scorpius,
sulla difensiva.
«Oh, Scorpius. Scorp, Scorp, Scorpius»
sospirò Lily. «Sai quanti anni sta per compiere
Rose?»
«Diciassette?» rispose Scorpius,
guardandola insicuro.
«E tu lo sai cosa succede, quando si
compiono diciassette anni?» chiese di nuovo Lily, guardandolo
con l’aria
paziente di qualcuno che sta insegnando a un bambino a scrivere
“Uva”.
«Non so, si diventa maggiorenni?» tentò
Scorpius.
«Esatto!» esclamò Lily a voce altissima,
facendolo sobbalzare. «E non si può regalare un
libro a chi arriva a un’età
così importante!»
«Allora le prendo due libri?» chiese
Scorpius.
«No!» strillò Lily. «Scordati
dei libri,
quelli glieli compra già sua madre! Devi trovare qualcosa di
speciale!»
«Qualcosa di speciale tipo?» chiese
Scorpius, ormai prossimo alla disperazione.
«Cosa ne so? Il regalo perfetto non si
programma, si trova!» sentenziò Lily.
«Noi dobbiamo solo cercarlo… Oh, guarda,
proviamo lì!» continuò, precipitandosi
verso un negozio di abbigliamento.
Scorpius la seguì, dubbioso: le
pochissime volte che aveva visto Rose senza divisa per lo
più indossava una
tuta o al massimo dei jeans, che per lei rappresentavano il top
dell’eleganza. «Sai, non sono proprio del tutto
sicuro che questo sia il posto
adatto per trovare il regalo per lei» borbottò.
Lily non lo ascoltò nemmeno. «Sono
sicura che qui ci sia qualcosa che farà impazzire
Rose».
«Sì, certo, impazzirà e me lo
farà
ingoiare» commentò Scorpius, sarcastico.
Lily si voltò a guardarlo, severa. «Non
lo puoi sapere. Ecco, per esempio, guarda com’è
carina questa maglietta! Non
pensi che le starebbe benissimo?» chiese, sventolandogli
sotto il naso un
sofisticato top blu notte.
Scorpius ne dubitava seriamente. «Ne
dubito seriamente» la informò. «Una cosa
così la vedrei bene addosso a te, più
che a lei…»
«Oh, davvero?» squittì Lily, deliziata.
«Allora vado a provarmela subito!»
«No, non era quello che intendev…»
cominciò Scorpius, ma la ragazzina era già
scomparsa nel camerino.
Un’ora dopo, una Lily con una busta
grossa quanto il sacco di Babbo Natale e uno Scorpius ormai prossimo a
tagliarsi le vene stavano uscendo dal negozio. «In fondo, non
credo che un
vestito sia il regalo adatto per lei» stava dicendo Lily.
«Ma non mi dire» borbottò Scorpius.
«Non
ci sarei mai arrivato da solo».
«Non ti scoraggiare, Scorpius, la
giornata è ancora lunga!» esclamò Lily.
«Ancora lunga? Lily, avevo un
appuntamento con Rose mezz’ora fa, mi
ucciderà!» le fece notare Scorpius.
«Ancora con questa storia? Ci ho già
detto che ho pensato a tutto io! Guarda, proviamo
laggiù!» gli disse Lily,
trascinandolo verso un altro negozio.
«Al, penso che ormai tu abbia capito,
no?» chiese Rose, esausta.
«No, non ancora!» la contraddisse Albus.
«Cioè, tipo, questo incantesimo qua, come
funziona? A cosa serve? Non è neanche
un incantesimo che si possa usare in battaglia, perché mai
dovrei imparare a
farlo non verbalmente? E poi…»
«Oh, Signore, dammi la forza!» sospirò
Rose.
«Un gioiello? Seriamente?» disse
Scorpius, scettico. «Mi dici che dobbiamo fare un regalo
speciale e non ti
viene in mente niente di più originale?»
«Con i gioielli è più facile»
spiegò
Lily. «Deve esistere per forza almeno un gioiello che le
piaccia».
«Stai parlando di Rose» le fece notare
Scorpius. «L’unica cosa vagamente simile a un
gioiello che le ho visto addosso
è quel braccialetto di perline che le ha regalato sua nonna
e che indossa da
quando aveva cinque anni».
«In effetti non hai tutti i torti»
concordò Lily. «Allora mi provo questi orecchini e
poi andiamo a cercare
qualcos’altro, d’accordo?»
«No! No, Lily, hai detto la stessa cosa
della maglietta di prima, e siamo rimasti in quello stupido negozio
un’ora!»
protestò Scorpius. «Andiamo a cercare questo
maledetto regalo, e poi potrai
provarti tutti gli orecchini che vorrai!»
«Eddai, Scorp, è solo un paio di
orecchini!» si lamentò Lily. «Ci
impiegherò un minuto!»
Un’ora e mezza dopo, Scorpius era
fumante di rabbia. «Lily, seriamente, credi che ti bastino
tutti i giorni della
tua vita per indossare tutti gli orecchini che hai comprato?»
chiese,
furibondo.
«Sì, tranquillo, ho tutto sotto
controllo» lo rassicurò Lily.
«Sicura? Hai sotto controllo anche la
mia improvvisa voglia di strangolarti?» chiese Scorpius,
guardandola con sguardo
assassino.
Lily sospirò. «Ok, senti» disse
«è
chiaro che questa cosa del “cercare il regalo” con
te non funziona. Non sei
abbastanza paziente».
«Abbastanza paziente?» strillò Scorpius.
«Sono tre ore che mi trascini in giro!»
«Sei tu che non ti impegni» gli fece
notare Lily.
«Sei tu che dovevi aiutarmi, invece di
sfruttarmi per avere compagnia mentre fai shopping»,
protestò Scorpius.
«Ok, allora facciamo così» propose Lily.
«Ora ce ne andiamo ai Tre manici di scopa, ordiniamo qualcosa
da bere, e tu ti
fai venire in mente tutte le cose che sai che piacciono a Rose, e
vediamo se ne
viene fuori qualcosa di nuovo, va bene?»
«Dovevo vedermi con Rose mille ore fa!»
«Tranquillo, ho ideato un piano che se
necessario la terrà impegnata per tutto il giorno».
«Al, abbiamo provato questo stupido
incantesimo non verbale per un’ora, sai a memoria tutti i
capitoli del libro di
Incantesimi, anche quelli che Vitious non ha spiegato, ora posso
andare?»
chiese Rose, stremata.
Al si guardò intorno allarmato. «Ehm…
Sì, ma non credo che…»
cominciò, ma fu interrotto da Hugo, che era appena
entrato.
«Rose! Grazie al cielo ti ho trovato!
Devi assolutamente darmi una mano con il tema di Erbologia! Neville ha
detto
che scriverà alla mamma se continuerò a non fare
i compiti!»
«Ah, be, meno male che c’è Al qui,
così
può aiutarti lui» disse Rose, alzandosi, ma il
cugino la precedette.
«Non posso, ho un appuntamento con
Cindy! Grazie per l’aiuto!» disse, precipitandosi
fuori.
«Allora,
concentrati», disse Lily,
bevendo un sorso dalla sua Burrobirra. «Cosa piace a
Rose?»
«Le piaccio io» rispose Scorpius.
«Sì, sono sicura che se ti fai trovare
nudo nel suo letto non tenterà di soffocarti con le
lenzuola» gli rispose Lily,
a tono. «Sai fare di meglio?»
«Le piace leggere».
«Abbiamo già bocciato i libri».
«Le piace studiare».
«Vuoi regalarle qualche ora di lezione
in più?»
«Il Quidditch?»
«Quello è Hugo!» strillò
Lily,
scandalizzata. «Cavolo, Scorpius, è la tua
ragazza! Concentrati, maledizione!
Sul serio non ti viene in mente qualcosa di più
intelligente?»
Scorpius chiuse gli occhi,
concentrandosi. «Le piace pattinare, mi trascina sempre
quando il lago è
ghiacciato. Le piace disegnare, le piacciono le lunghe
passeggiate…»
«Sì, tutto questo è molto
romantico» lo
interruppe Lily. «Ma non puoi regalarle una lunga
passeggiata! Dove andreste,
dalla biblioteca al campo di Quidditch?»
«Le piace la musica!» esclamò Scorpius.
«Mi parla sempre di questo gruppo vecchissimo, mi pare siano
i Beatles…»
«È un gruppo Babbano» lo
informò Lily.
«Non troverai niente di loro qui a Hogsmeade».
«Cavolo, però, stai bocciando tutte le
mie idee!» si arrabbiò Scorpius.
«Non è colpa mia se hai delle idee molto
stupide» si difese Lily.
«Bene, allora sai cosa ti dico?» sbottò
Scorpius, alzandosi. «Io adesso esco, prendo la prima cosa
che vedo, fosse
anche un sasso sul marciapiede, e quella sarà il suo
regalo», concluse, prima
di uscire dal pub a passo di marcia. Lily lo guardò
vagamente allarmata, poi lo
seguì di corsa, sperando di riuscire a fermarlo prima che
facesse qualcosa di
molto stupido.
Quando Hugo mise nella borsa il libro di Erbologia e le chiese se poteva aiutarlo in Divinazione, Rose
capì di essere
giunta al limite della sua pazienza.
«Scordatelo»
disse, in tono fermo. «Non
so cosa abbiate in mente tu e Al e qualunque altro cugino che sta per
entrare
da quella porta per chiedermi di aiutarlo a studiare, ma io me ne lavo
le mani.
Me ne vado». Si alzò per vedere Louis che si
precipitava in biblioteca,
trafelato.
«Rose!
Puoi aiutarmi in
Trasfigurazione?»
«No.
La vedi questa? È una biblioteca,
qui dentro puoi cavartela anche da solo» borbottò
la ragazza, avviandosi verso
l’uscita.
«Rose,
ti prego! Sarà la terza volta che
non farò i compiti, la McGrannitt mi punirà e
scriverà a mia madre, che manderà
lo zio Percy a uccidermi! Vuoi davvero un cugino in meno?» la
supplicò Louis.
«Non
credo che noterò la differenza,
siete ottomila» disse Rose, implacabile.
«Per
favore, Rose! Per favore!» implorò
Louis, inginocchiandosi e guardandola con gli enormi occhi azzurri da
cucciolo.
«Non
è giusto!» si arrabbiò
Rose. «Lo
sai che non so resistere a quello sguardo, stai barando! Oh, e va
bene!»
sospirò infine, arrendendosi. «Ma solo per
mezz’oretta, ok? Poi vai avanti da
solo».
«Non posso credere che tu l’abbia fatto
davvero».
«Ormai è tardi, non ho intenzione di
tornare indietro».
«Non so quanto lo apprezzerà lo zio
Ron».
«La prima volta che Rose mi ha portato a
casa per presentarmi ai suoi, tuo zio Ron mi ha appeso al soffitto per
la
caviglia e mi ha fatto giurare che con Rose facevo sul serio, non penso
che
potrà farmi qualcosa di peggio».
«In effetti hai ragione» si arrese Lily.
«Quando hai intenzione di darglielo? Non è una
cosa che si può impacchettare».
«Stasera? Il suo compleanno è domani»
propose Scorpius, dopo qualche secondo di silenzio.
«Penso che tu glielo possa dare anche
subito, non è che Rose faccia molto caso alle scadenze.
L’anno scorso mi ha
dato il regalo di Natale ad Halloween» gli ricordò
Lily.
«Mi sembra una buona idea» concordò
Scorpius. «Sei tu che hai ordito un malefico piano per
tenerla bloccata a
scuola, sai dove posso trovarla?»
«Tranquillo» lo rassicurò Lily.
«Tu vai
ad aspettarla al solito posto, sotto quell’albero, te la
mando io».
Scorpius la guardò con tanto d’occhi.
«Come fai a sapere dove ci incontriamo di solito?»
chiese, incredulo.
«Per favore!» ridacchiò Lily.
«Io so
tutto».
Scorpius preferì non indagare su quello
che quest’ultima frase potesse comportare e si
avviò verso l’albero indicato da
Lily, sperando con tutto il cuore di aver fatto la scelta giusta.
«Ora basta, Louis! Avevo detto mezz’oretta,
e siamo fermi su questo capitolo da
un’ora!» sbottò Rose, ormai senza
forze.
«Sì, ma…» cominciò
Louis, ma fu
interrotto da Lily, che entrò in biblioteca di corsa.
«Rose, meno male che ti ho trovato!»
cominciò, ma Rose decise che ne aveva abbastanza.
«Non ci penso neanche!» esclamò infatti.
«Non mi importa un bel niente se hai problemi in Incantesimi
o Divinazione o
Antiche Rune o anche in tutte le materie di Hogwarts, io sono stufa,
chiaro?
Chiedi aiuto a qualcun altro, io…»
«Aiutarmi a studiare? Ma va, perché?» la
interruppe Lily. «Sono qui per conto di Scorpius, ha detto
che ti aspetta al
solito posto».
Rose impallidì. «E dimmi, per caso ti è
sembrato… arrabbiato?» chiese, timorosa.
«No, perché?» chiese Lily, facendo
spallucce, usando la voce più innocente che
riuscì a trovare.
Rose la guardò assottigliando gli occhi,
e nella sua mente si fece strada un enorme dubbio. «Tu
c’entri qualcosa con
quello che mi è capitato oggi?»
La cugina la guardò spalancando gli
occhi. «Perché, cosa ti è
capitato?»
«Ogni volta che hai quella voce
significa che hai combinato qualcosa» sibilò Rose.
«Se anche fosse vero, in questo momento
Scorpius ti sta aspettando! Non puoi arrabbiarti dopo?» le
fece notare Lily.
Rose le lanciò un’altra occhiataccia
prima di precipitarsi fuori dalla biblioteca e percorse le sette rampe
di scale
che la separavano dal cortile in dieci secondi netti.
«Scusa» ansimò, quando si
trovò di
fronte al suo ragazzo. «Mi dispiace da morire! Prima
c’era Albus che voleva che
lo aiutassi in Incantesimi, poi c’era Hugo con Erbologia, poi
c’era Louis con
Trasfigurazione, e poi è comparsa Lily che sicuramente ha
combinato qualcosa,
tu l’hai mica vista, oggi? Ti sembrava che si comportasse in
modo strano?
Perché io…» non riuscì a
finire la frase perché Scorpius si era alzato e le
aveva dato un bacio così intenso da lasciarla senza fiato.
«Wow… e questo per che
cos’era?»
mormorò, con voce flebile.
«Parli sempre a macchinetta, quando sei
nervosa» scherzò Scorpius. «Questo di
solito per calmarti funziona sempre».
Rose sbuffò, non riuscendo però a
trattenere un sorriso, e si sedette. «Perché
volevi vedermi?»
«Beh, prima di tutto oggi mi sei
mancata» cominciò Scorpius. Rose aprì
la bocca per riprendere a elencare
l’infinita sfilza di parenti che l’aveva tenuta
bloccata a scuola, ma il
ragazzo la precedette. «Tranquilla, non sono arrabbiato. In
realtà, volevo
vederti per darti questo» disse, porgendole un mantello
appallottolato in modo
informe.
Rose inarcò un sopracciglio. «Mi volevi
vedere per darmi il mantello di Lily? Cos’è, uno
scherzo?» sibilò, iniziando ad
alterarsi.
«Ehm, no, non è per quello!»
cercò di
difendersi Scorpius. «Avanti, prendilo!» la
esortò.
Rose prese il mantello, ancora indecisa
se essere perplessa o arrabbiata: guardò dentro il mucchio
di stoffa e vide due
occhi azzurrissimi che ricambiarono il suo sguardo, leggermente
diffidenti.
«Wow» mormorò, senza parole. Il
proprietario di quegli occhi la osservò ancora per qualche
attimo, poi decise
che poteva fidarsi, uscì dall’incavo che si era
formato nel mantello e zampettò
verso di lei, a fatica a causa delle pieghe della stoffa.
«Questa è la cosina più carina del
mondo» sussurrò, allungando una mano tremante
accarezzando leggermente la testa
bianca del micetto, che si accoccolò sulle sue ginocchia e
cominciò a fare le
fusa, soddisfatto della sua nuova sistemazione. «Come facevi
a saperlo?»
chiese, con gli occhi che brillavano.
«Sapere che cosa?» domandò Scorpius,
perplesso.
«Che odio i gatti dei miei!» rispose
Rose, senza alzare la voce per paura di spaventare il cucciolo.
«Quando ero
bambina c’era quel mostro rosso, Grattastinchi, poi quando
è morto invece di
prendere un gatto decente sono tornati dal gattile con un cosa ancora
più
spaventosa di colore indefinibile, che con enorme fantasia hanno
chiamato Grattastinchi Junior… insomma, per loro
è così faticoso prendere un
gatto normale e dargli un nome normale? Ma tu come facevi a saperlo?
Non volevo
che i miei si offendessero, quindi non l’ho mai detto a
nessuno!»
Scorpius esitò un attimo, incapace di
credere a tanta fortuna. «Beh, sai…»
cominciò, senza sapere bene cosa
inventarsi. «Hai sempre una faccia poco convinta, quando mi
parli del gatto che
hai a casa… certe cose un ragazzo le capisce»
sentenziò, cercando di darsi un
tono solenne.
Rose lo abbracciò con tanto slancio che
tutti e tre, gattino compreso, finirono lunghi distesi per terra.
«Grazie,
grazie, grazie!» esclamò, baciando ogni millimetro
della faccia di Scorpius che
riuscì a raggiungere. «Questo è il
regalo più bello di tutta la mia vita!»
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