Quella sera Tagiru aveva pianificato di andare a letto presto,
perciò aveva diligentemente svolto i compiti scolastici e si
era concesso uno spuntino di fronte alla televisione. Terminato
l’anime che stava seguendo, diede la buonanotte e
s’infilò sotto le coperte. Tutto come programmato.
Erano solo le nove, ma l’indomani sarebbe stata una giornata
piena, perciò aveva bisogno di quanto più sonno
possibile.
Si concesse un sorriso prima di scivolare fra le braccia di Morfeo e ci
sarebbe pure cascato nel sonno più profondo, nel mondo dei
sogni, ovunque si andasse a finire una volta addormentati, se il suo
Xros Loader non si fosse illuminato e Gumdramon non fosse schizzato
fuori palesemente di pessimo umore.
-Tagiru!- tuonò il digimon.
-Che vuoi, Gumdramon…- mugolò seccato,
stropicciandosi gli occhi -Non vedi che sto cercando di dormire?-
-Anche io!- tuonò il digimon buttandosi a sedere sul letto.
Tagiru accese la luce e incrociò le braccia al petto.
-Allora?-
-Sono tre notti che non riesco a dormire per colpa di quello
lì!- borbottò, poi, visto che Tagiru non capiva,
spiegò -Phelesmon sta dando di matto!-
Il ragazzino spalancò gli occhi, preoccupato, ma il digimon
lo rassicurò subito.
-Non fa che singhiozzare, sospirare e litiga in continuazione con
Sagomon!-
Il ragazzo inarcò le sopraciglia -Eh? E perché
dovrebbero litigare?-
Il digimon sghignazzò, non perché fosse
divertito, ma per pura e semplice ironia -Il pennuto si è
offerto di porre fine alle sue sofferenze… neppure lui
è molto simpatico, sai?-
Tagiru annuì, sconsolato, in fondo tutti i suoi digimon
avevano un caratterino non indifferente.
-Forse è il caso che ci parlo un po’.- disse fra
sé. Così fece uscire il diavolo dal X Loader e
solo in un secondo momento pensò che forse era stato troppo
precipitoso. Dopotutto Phelesmon non aveva un’aria molto
pacifica. Che una volta fuori avesse tentato di vendicarsi o di fuggire?
Non accadde nulla di tutto ciò. Il diavolo si
lasciò cadere a terra e rimase seduto a gambe incrociate,
col viso fra le mani.
-Tu…. Tutto bene?- domandò Tagiru, titubante.
Quello lo degnò appena di uno sguardo, poi
sospirò mestamente.
-Posso fare qualcosa per te?- ritentò il ragazzino.
Il diavolo alzò le spalle, poi si degnò a
guardarlo negli occhi.
-Devo vedere Makoto.- disse, perentorio.
Tagiru alzò le spalle -Va bene.- disse semplicemente -Domani
ci vedremo a scuola, posso chiedergli se vuole parlarti.-
Il digimon emise un borbottio scontento.
-Non credo che voglia rivedermi.-
-E’ stato lui a dirti che sareste rimasti amici, no?-
-Me lo sono sentito dire tante volte, ed eccomi qui!- rispose quello
incrociando le braccia al petto.
-Beh, intanto domani proviamo.- rispose il ragazzo porgendogli il
digivice. Phelesmon, titubante, alla fine cedette e tornò al
suo interno. Certo non sarebbe riuscito a chiudere occhio per
l’impazienza.
-Allora, vuoi che ponga fine alle tue sofferenze?- gli chiese Sagomon,
a bruciapelo. Dannato pennuto, probabilmente ci prendeva gusto.
-Si, ucciditi, mi faresti un favore.- ribatté e senza ironia.
Makoto aspettava Tagiru accanto al cancello d’ingresso.
-Makotoooo!- lo chiamò il ragazzino arrivando di corsa.
-Scusa il ritardo!- disse ansimando -Il professor Nijimura mi ha
trattenuto in sala professori.-
-Non preoccuparti.- rispose quello sorridendo -Non ho aspettato molto.-
concluse, poi, timidamente, domandò -Vuoi venire a casa?
Insomma, non è il caso di far vedere un digimon in
giro… così…-
Era arrossito violentemente e Tagiru provò tanta tenerezza
nel guardarlo. In fondo sapeva che Makoto era timido e aveva per questo
alcune difficoltà con gli altri, però lui lo
conosceva almeno un po’ e non lo considerava affatto un
idiota come invece potevano pensare quelli delle altre classi, specie
quei bulli di sesta.
Ma quelli rompevano un po’ a tutti, quindi non
c’era da dargli molto peso.
Quando giunsero a casa di Makoto, finalmente, Tagiru fece uscire dal X
Loader Phelesmon.
-Ciao.- lo salutò Makoto, timidamente.
Il diavolo si grattò la testa, nervoso -Ciao…-
rispose.
-Scusa, Makoto, Gumdramon deve andare al bagno,
dov’è?- domandò Tagiru interrompendo il
silenzio tombale venutosi a creare.
-Eh? Ma non è ve- prontamente il ragazzo chiuse l'X Loader con
le mani stroncando le parole del suo digimon. Ridacchiò
nervosamente mentre Makoto gli indicava la strada. Quando la porta si
chiuse alle sue spalle, il moro si voltò verso il digimon
diavolo.
Ancora una volta erano solo loro due.
Solo che Phelesmon taceva, perché non sapeva bene cosa dire.
Era così difficile pronunciare la parola
“scusa”, eppure era l’unica cosa che
doveva dire. Makoto poteva cogliere il suo sguardo perso nel vuoto,
vagante alla ricerca di una via di fuga, assente e tormentato. Il
diavolo si passò le mani sulla cresta più volte,
le mani gli sudavano copiosamente dentro i guanti scuri. Non avrebbe
mai ritenuto possibile un attacco di panico, ma la verità
era che ne aveva uno proprio in quel momento e non aveva la
più pallida idea di come uscirne.
“Scusa.”
Una semplice parola per mettere le mani avanti.
“Scusa.”
E la paura di essere ridicolo.
“Scusa.”
Il terrore di essere rifiutato dall’unica persona che
l’aveva capito più di quanto potesse immaginare.
“Scusa.”
Riallacciare quel legame stupidamente infranto.
-Phelesmon?- domandò Makoto con voce gentile, il diavolo
s’irrigidì.
-Sì?- domandò.
-Tagiru mi ha detto tutto.- disse il bambino e gli sorrise -Ti avevo
già perdonato.-
-Ma… dopo tutto quello che ti ho fatto?- domandò
timidamente il digimon, davvero non riusciva a capire. Makoto gli si
avvicinò e lo prese per mano, senza paura.
-Un amico sa perdonare l’altro che sbaglia.- gli disse.
Phelesmon pensò che fosse semplicemente troppo ingenuo,
altrimenti come poteva parlare così? Makoto gli aveva
creduto e lui, pur desiderando ardentemente la sua amicizia aveva
cercato di fargli del male. Non aveva capito che nel momento in cui gli
aveva stretto la mano aveva già trovato un amico. Era
rimasto così tanto nel buio della solitudine da non
distinguere quella piccola ombra amica.
Phelesmon strinse quella piccola mano, pieno di rimorsi
–Scusa…- sussurrò con un fil di voce e
rimase ancora più meravigliato quando il corpo minuto del
bambino si avvinghiò al suo con impeto. Guardò
quella piccola testa bruna e non riuscì a reprimere il
desiderio di carezzargliela e sorridere. Le lacrime sgorgarono
spontanee dai suoi occhi, come aveva potuto essere così
cieco?
Da dietro la porta della stanza, Tagiru e Gumdramon sorrisero a loro
volta soddisfatti del proprio operato.
Note:
Phelesmon è il digimon emo dell'anno XDD No, ok, questi due
erano una buona accoppiata, ma a quanto pare agli sceneggiatori non
gliene fregava Q^Q Vi lascio questo regalino per Pasqua, devo fuggire!
Ma non vi libererete mai di me!! Ah, Sagomon... non ricordo bene che
carattere avesse, ma visto che comunque ha aiutato a scomparire
ragazzini depressi, immagino sia un tipo generoso *evidente sarcasmo*
Ogni volta che devo scrivere X Loader ho seri problemi con gli articoli da usare... ok, fuggo, fuggo Q^Q
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