Autore: Charlotte McGonagall
Titolo della fic: Umido di lacrime
Tipologia della fic: one shot
Pacchetto scelto: Severus/Sibilla
1)Devi inserire il personaggio di Madama Chips
2)Devi ispirarti alla canzone(o almeno ad uno dei suoi versi): “Love song requiem” dei Trading Yesterday
3)Il raiting deve essere giallo
Ho scelto la prima e la terza.
Personaggi principali: Severus Piton, Sibilla Cooman, Poppy Chips
Genere: Generale, Romantico, sentimentale
Avvertimenti: What if?
Rating: giallo
Note dell’autore:
Questa è la mia prima What if?
Spero di non essere andata OOC.
Nella ff ho usato i nomi originali, spero non sia un problema. Nel caso avessi il dubbio, Madama Pomfrey sa del passaggio segreto perché era lei ad accompagnare Remus al Platano Picchiatore. Buona (si spera) lettura.
Un orribile serpente si avventava sulla preda, slanciando più volte il suo corpo squamoso e abbattendosi con sibili sinistri e minacciosi.
Ad ogni assalto, scopriva le zanne giallastre e aguzze, spruzzando intorno il sangue della vittima.
Lord Voldemort fissava la scena con espressione indecifrabile, la pelle bianca che sembrava brillare nell'oscurità.
Infine lo vide: pallido e agonizzante, gli occhi sbarrati, soffocato dal suo stesso sangue...
Sybil rinvenne improvvisamente, traendo un respiro profondo, quasi doloroso.
Giaceva sul freddo pavimento di pietra, tremava ed era coperta di sudore freddo.
"Sybil, Sybil, riesci a sentirmi?".
La voce di Madama Pomfrey sembrava incredibilmente lontana. Cercò di sedersi, puntellandosi sui gomiti, ma la testa le girava.
"Sybil, rispondimi. Come ti senti?".
"Io... non lo so...".
Improvvisamente, i dettagli della visione si presentarono nitidi alla sua memoria. Non le era mai capitato nulla di simile, tutto era eccezionalmente reale.
Sapeva di non avere molto tempo.
"Poppy, devi aiutarmi, devi venire con me!", disse, alzandosi e reggendosi al braccio dell'infermiera.
"Sybil, sei impazzita?", esclamò la donna. "Devi riposarti, hai appena perso i sensi".
"Io sto bene," ribatté, "ma Severus è in pericolo... Morirà se non facciamo qualcosa!".
Poppy la fissò, incerta: Sybil non era mai stata una veggente attendibile e, in ogni caso, l'idea di salvare la vita all'assassino di Dumbledore invece di occuparsi dei suoi feriti le sembrava assurda.
"Poppy, ti scongiuro," la pregò Sybil, , le lacrime agli occhi. "Lui non è come credi, io lo sento. Dammi la possibilità di salvarlo".
Sybil la strattonò per le spalle, singhiozzando.
"Se anche io ti dicessi di sì," domandò l'infermiera, enfatizzando il 'se' e il verbo al congiuntivo, "da cosa dovrei salvarlo?".
"Severus verrà morso dal serpente di Tu-Sai-Chi," rispose, rabbrividendo al ricordo della visione. Anche Poppy inorridì.
"Credi di poterlo guarire?", mormorò Sybil, la voce rotta.
Poppy esitò, poi rispose: "Suppongo di sì, ma dove si trova?".
Sybil impallidì, capendo di non saperlo... Si concentrò su quanto aveva visto, cercando di ignorare l'odore di sangue e il sibilo spaventoso del serpente, e iniziò a descrivere la stanza all'infermiera.
"Stai parlando della stamberga strillante, credo," commentò quella.
Sybil annuì. "Ma non so come arrivarci senza farci scoprire...".
"Io sì," disse Poppy.
*
"Come conosci questo passaggio, Poppy?".
"È una storia lunga," rispose lei. "Piuttosto, sei davvero sicura che non ci sarà nessuno pronto a ucciderci, una volta arrivate? Voglio la garanzia che non avrò un incontro ravvicinato col serpente di Tu-Sai-Chi...".
Sybil sbuffò.
"Ecco la fine del tunnel," sussurrò Poppy, "dopo di te...".
Sybil, entrata nella stanza, si stupì di trovarvi Harry Potter e i suoi amici Weasley e Granger.
Herry era chino su Severus, ormai in fin di vita.
Ron ed Hermione si voltarono di scatto, le bacchette puntate contro la nuova venuta.
Lei mostrò i palmi, rivelando di essere disarmata, mentre Madama Pomfrey la seguiva con aria circospetta.
"Fatemi passare," disse l'infermiera, accostandosi al corpo privo di sensi di Severus.
Anche Sybil gli si inginocchiò accanto e gli sfiorò la guancia con dolcezza.
*
Lo portarono, adagiato su una barella, in un'aula vuota nei sotterranei, dove nessuno avrebbe potuto vederlo - Madama Pomfrey aveva la sensazione che non tutti avrebbero avuto pietà di lui, ferito o meno.
L'infermiera mostrò a Sybil quali pozioni somministrargli e li lasciò soli per andare a occuparsi degli altri feriti.
Lei si sedette accanto a lui e iniziò ad accarezzargli il volto. Per anni - da quando erano studenti - l'aveva amato in silenzio, senza che lui provasse il minimo interesse per lei.
Dopotutto, Sybil era solo un'adolescente bruttina e "strana" e non aveva mai avuto né la bellezza né il temperamento per competere con Lily Evans.
Era solo una ragazzina insignificante e triste, che nessuno avrebbe mai potuto guardare se non per riderne.
Di Severus ammirava l'intelligenza, il mistero e l'anticonformismo; lo sentiva simile a se stessa, solo molto più brillante. Gli leggeva negli occhi un'infanzia infelice, come era stata la sua.
Poi, quando erano entrambi diventati insegnanti, il suo interesse per lui era cresciuto, anche se nulla nel loro rapporto era cambiato, anzi, lui sembrava sempre più tormentato, sempre più chiuso nel suo riserbo. A volte, le sembrava che la odiasse, anche se non riusciva a capire il motivo.
Ora, mentre lui dormiva ai suoi piedi, avvolto in una coperta, sembrava così sereno...
Sybil non seppe resistere alla tentazione e lo baciò, poi, si sdraiò accanto a lui, stringendosi al suo fianco e poggiandogli la testa sulla spalla.
La sua mano andò a posarsi sul petto dell'uomo, per percepire il suo battito e il suo respiro.
Sentiva in lontananza il fragore della battaglia, ma nulla aveva più importanza in quel momento. Era accanto a lui, vicina come non lo era mai stata, e questo, per lei, era già abbastanza.
*
"Abbiamo vinto, Severus. Tu-Sai-Chi è stato sconfitto ed è anche merito tuo. Ti daranno l'Ordine di Merlino, Severus. Ora tutti sanno la verità: sanno che per anni hai rischiato la tua vita per servire Dumbledore. Ora devi solo svegliarti...".
Sybil gli teneva la mano, seduta al suo capezzale. Sperava che parlargli l'avrebbe aiutato a svegliarsi.
Ormai, erano passati tre giorni dalla battaglia e Sybil non lo aveva mai abbandonato, prendendosi personalmente cura di lui.
In quel momento, Severus si mosse e le sue labbra si dischiusero.
Bisbigliò un'unica e semplice parola nel dormiveglia: "Lily...".
Sybil si morse il labbro, le lacrime che le salivano agli occhi.
*
Da quando si era svegliato, Severus non aveva voluto vedere nessuno, ad eccezione della professoressa McGonagall e di Poppy e Sybil - non che su questo punto avesse avuto scelta, dal momento che era bloccato a letto.
"Sybil, non mi serve che tu mi faccia da Elfo Domestico!".
"Non dire sciocchezze, questo ufficio è un porcile...".
Severus bofonchiò qualcosa che assomigliava a "senti chi parla", ma lei lo ignorò.
"Seriamente, Sybil, che cosa vuoi da me... ?".
"Solo dare una mano. Ti ho anche salvato la vita, mi aspetterei un po' di gratitudine".
"E perché? Per aver prolungato le mie sofferenze?".
"Il dolore è fatto per essere superato, Severus, non per farlo pesare agli altri," ribatté lei. "So che hai sofferto, ma invece di andare avanti, invece di cercare di stare meglio, tu ti crogioli nelle tue sofferenze".
"Parla una che passa le giornate chiusa in una torre a leggere foglie di tè e affoga i suoi dispiaceri nello sherry"
Sybil abbassò lo sguardo. "Ho smesso, Severus. È dal giorno della battaglia che non bevo. Quanto alla divinazione, cosa c'è di male se scrutare il futuro aiuta a lasciarsi il passato alle spalle? Forse è meglio cercare di scappare piuttosto che compiacersi delle proprie sofferenze...".
Severus guardò la donna che aveva provocato la morte di Lily; se non fosse stata lei, forse, l'avrebbe anche ascoltata, ma odiava l'idea che la donna che gli aveva causato tante sofferenze gli parlasse del dolore.
"Cosa sai tu del dolore?", sibilò, sprezzante.
"Ne so abbastanza, Severus," rispose, la voce incrinata dal pianto, "Abbastanza da non sottovalutare quello degli altri".
Gli voltò le spalle e uscì dalla stanza.
"Andiamo, Sybil...".
Lei si voltò, le lacrime che le scendevano rapide sul viso.
"Ogni giorno, vengo guardata come se fossi una pazza e una ciarlatana, perché cerco a tutti i costi di stupire gli altri, per paura di perdere il lavoro e finire di nuovo in mezzo a una strada. Non ho una vera famiglia: mia madre mi ha avuta a 19 anni, non mi ha mai detto chi fosse mio padre. Quando avevo 8 anni si è sposata per poterci mantenere entrambe, perché non aveva un vero lavoro... Lui la picchiava davanti a me, io...".
Non riuscì a proseguire e corse via.
"Sybil... ti prego... aspetta...".
Severus arrancava dietro di lei, barcollando e reggendosi alle pareti.
Lei si bloccò, poi tornò indietro per sostenerlo.
"Devi tornare... a... a letto....", disse, accompagnandolo.
"Mi dispiace, non volevo, io so che cosa hai passato...".
Non riusciva a trovare le parole per esprimere quello che provava.
"Non importa," rispose lei, in tono amaro, "non dovevo aspettarmi comprensione da te. Non verrò più, se non vuoi".
"E se io volessi... ?".
Lei lo aiutò a infilarsi a letto, ma non gli lasciò la mano quando ebbe finito e nemmeno lui accennò a farlo.
"Allora, tornerò," rispose lei, con un sorriso umido di lacrime.
So che tutto si svolge molto velocemente, mi dispiace.
Mi piacerebbe scrivere un sequel comunque, magari una long, in modo da approfondire anche il passato di Sybil.