The Unbearable Lightness of a Touch.

di manubibi
(/viewuser.php?uid=2858)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Titolo: The Unbearable Lightness of a Touch.
Fandom: RPF Attori
Personaggi: Robert Downey Jr./Jude Law
Genere: introspettivo, malinconico
Avvertimenti: fandom!AU, flashfic, death
Note: Questa era la mia prima fic per la Coppa Delle Lande di [info]maridichallenge che come "prompt" indicava il proprio punto forte come autrice. E dato che negli ultimi 2 anni ho scritto quasi solo RDJude... L'ispirazione per questa flash mi è venuta durante una delle prime puntate di Being Human (US), quando uno dei fantasmi dice a Sally di essere riuscito a toccare la sua fidanzata. BAWWWWWWW ;_; a parte il fatto che poi Danny si è rivelato la peggior m***a al mondo, al momento mi era piaciuta l'idea, quindi... sì, diciamo che questa è una specie di Being Human!AU. Tutta per [info]shadowolf19 perché sì :*** nonostante non sia un granché. La sua era molto più bellina ç________ç il titolo è chiaramente una manipolazione di L'infinita Leggerezza dell'Essere, il che è una specie di citazione ai titoli degli episodi di Being Human, che sono quelli di canzoni lievemente modificati. XD




È da una vita che lo osserva. Nascosto nelle particelle di polvere, nell'anidride carbonica, nella luce fra le tende proprio dove non può vederlo. Lo osserva da quando riesce a ricordare, lo osserva e gli parla - inascoltato - perché lui è l'unica cosa, l'unica persona che ricordi nel suo mondo. Quell'uomo che dorme è l'unico pezzo che può tenere fra le dita, in un puzzle troppo vasto e complesso, un puzzle che gli dà il mal di testa - ammesso che un fantasma possa provare dolore fisico. Lo guarda sempre, lo segue, va a fare la spesa con lui, si rannicchia in un angolo a fissarlo dolorante quando fa l'amore con il suo nuovo uomo. Ed ora è lì, avvolto disordinatamente da coperte sottili che potrebbero mostrare di più del suo corpo chiaro e tonico e morbido. Vorrebbe tanto poterlo accarezzare di nuovo. Vorrebbe tanto parlargli, in qualche modo, fargli capire che non si è dimenticato di lui, e cielo, come potrebbe? Non sa nemmeno quanti giorni e quante notti abbia passato a vegliare su di lui, ad assicurarsi che non gli succeda nulla di male, inutilmente perché anche in caso succedesse qualcosa non potrebbe fare nulla. No? Ma il solo potergli guardare le spalle basta a sollevarlo almeno un po' da quella condizione. Sorride quando lui lo fa, anche nel sonno, o quando vede il suo attuale uomo. Sorride di riflesso, perché ancora non ha smesso di avvertire un forte calore in quello che resta del suo essere, qualcosa che per assurdo lo fa sentire vivo.
Lo osserva perché non c'è nient'altro da fare, ma vorrebbe anche raggiungerlo, nei suoi sogni almeno. Si avvicina al letto, lo guarda con calore, sospira. Si limita ad appoggiare la guancia al materasso, continua ad osservarlo pacatamente. Ed il cuore - o quello che ne resta - sobbalza, quando lo sente mormorare perso in una fantasia.
«Jude...»
Rabbrividisce, lo vede appannarsi. Si copre il viso e sussurra, nonostante sappia che non lo potrà mai sentire.
«Sono qui...»
Non riceve risposta, ma ci riprova, a raggiungerlo. E con la mano esitante, pallida, inesistente, si limita a sfiorargli la testa, fra i capelli. E ciò che sente è anni luce lontano da ciò che si aspettava. Sono sottili e lisci e consistenti, e Jude si perde solo per un momento in quella sensazione viva e meravigliosa e commovente.
Robert, nel suo sonno, ha forse pensato che fosse uno spiffero di vento dalla finestra. Ma non importa.
Lo può toccare.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1017868