Oh, I forgot to
tell you that I love you.
Tori,
io vado a comprare un regalo per Blaise, domani è il nostro mesiversario,
l’avevo completamente dimenticato! E’ un anno e mezzo che stiamo insieme, non è
fantastico?
Cerca
di svegliarti presto! E prepararti, ché verso le undici Draco passerà a
prenderti.
Un
bacio.
Daph.
Questo era il bigliettino che giaceva sul comodino
della piccola di casa Greengrass, ovviamente Daphne non aveva pensato che un
semplice pezzo di carta non avrebbe potuto fare nulla per risvegliare Astoria.
Così le ore passarono e casa Greengrass rimase
silenziosa e tranquilla, fino alle undici, almeno, quando il campanello suonò.
E suonò. E suonò.
Dieci minuti e tre calci alla porta dopo, Astoria
aprì gli occhi, se li stropicciò con tutta la lentezza del mondo e scostò le
lenzuola.
Il campanello suonò per l’ennesima volta e Astoria
si rizzò a sedere, guardò la sveglia sul comodino e balzò in piedi. Senza
curarsi dell’abbigliamento corse ad aprire la porta.
-Scusa, Draco, scu…- si bloccò, fissò il ragazzo per
qualche secondo, indecisa se urlare o ridere, poi optò per la seconda. –Ehm…
Draco, credo che qualcuno ti abbia…- si interruppe per prendere fiato tra le
risate. -… ti abbia fatto uno scherzo. Non ti sei specchiato negli ultimi
minuti, vero?-continuò a ridere. Poi, notando che il ragazzo manteneva un
sorriso tranquillo, assottigliò lo sguardo. –Dra’, stai bene?-
-Sto benissimo. Ed ho deciso io di farmi… questo.-
-Ehm, si, certo e io sono la Dama Grigia. Dai, Theo.
È stato divertente, ora puoi tornare te stesso.-
-Io sono già me stesso, Tori.-
-Ah-ah!- fece esultante la bionda. –Ti sei fatto
scoprire, Draco non mi ha mai chiamato ‘Tori’!-
-C’è sempre una prima volta.-
-Theo, per favore, eh, queste frasi sciocche proprio
no.- fece la giovane Greengrass alzando gli occhi al cielo.
Draco si accigliò. –Astoria, non sono Theo, sono
Draco, come devo fartelo capire?-
-Sul serio?-
-Sì!-rispose il ragazzo esasperato.
-E perché cavolo ti sei tinto i capelli di blu?-
Draco sorrise, il sorriso di chi la sa lunga. –Che
ne dici di vestirti? Così magari andiamo… dove dobbiamo andare.- concluse con
un altro sorriso misterioso.
Solo allora la giovane Greengrass si rese conto di
indossare ancora la sua camicia da notte. Si sforzò di non arrossire e con un
invito muto fece entrare il biondissimo, almeno fino al giorno prima, Draco in
casa.
-Prego, siediti pure mentre io mi preparo, non ci
metterò molto.-
Le ultime parole famose.
Difatti dopo circa due ore erano ancora lì.
-Astoria, ti stai ricostruendo?-
-Dov’è finita l’eleganza dei Malfoy?-chiese la
Greengrass dalla sua camera con voce stizzita.
-E’ andata a farsi un giro con la verità del tuo
‘non ci metterò molto’.-ribatté Draco sardonico.
Astoria sbuffò, ma preferì rimanere in silenzio, il
giovane Malfoy era bravissimo a ribaltare le situazioni a proprio favore. Dopo
qualche minuto uscì dalla camera. –Sono pronta!-
-Sia ringraziato Salazar!-disse Draco alzandosi dal
divano e aprendo la porta di casa.
La bionda gli fece la linguaccia e si affrettò ad
uscire.
Passeggiarono per un po’ in silenzio, ogni tanto
Astoria lanciava qualche sguardo divertito a Draco. All’ennesima occhiata della
Greengrass, il giovane Malfoy alzò gli occhi al cielo. –Che c’è?-le chiese.
Astoria scoppiò a ridere e continuò così per qualche
minuto, mente Draco continuava a camminare imperterrito.
–Ma perché?-chiese la ragazza quando finalmente
riuscì a placare le risate.
-Perché cosa?-finse di non capire lui.
-Perché proprio blu? Cioè, capisco, magari volevi
cambiare, ma perché non un castano? O magari nero, eh?-
Draco scosse il capo in silenzio, con un sorrisetto
che iniziava ad insospettire Astoria. –Prendimi il braccio.- disse soltanto il
giovane Malfoy.
-So Materializzarmi da sola da quando avevo
diciassette anni, Draco, devi solo dirmi dove dobbiamo andare!-
-E’ questo il problema.-
Il ragazzo prese la mano della Greengrass e ruotò su
sé stesso, sperando che Astoria non opponesse resistenza, l’ultima cosa di cui
aveva bisogno era che la bionda si spaccasse. Fortunatamente quando riaprì gli
occhi Astoria era accanto a lui, tutta intera. E incredibilmente meravigliata.
Si guardava intorno con aria incantata, aprendo e
chiudendo la bocca, senza riuscire a trovare le parole giuste.
-Wow.-disse infine in un sussurro. –E’… è... esattamente come lo ricordavo. E’
incredibile.-
Draco iniziò a passeggiare, in silenzio. Ben presto
fu raggiunto dalla giovane Greengrass.
-Che meraviglia, Draco, ancora non riesco a credere
di essere di nuovo qui, cioè, è fantastico.- Astoria fece una piroetta
allargando le braccia, come a voler stingere in un abbraccio quel grande bosco
che aveva caratterizzato la loro infanzia.
Astoria ricordava perfettamente tutte le volte che i
loro padri erano impegnati per ‘affari’ e li portavano lì, con le madri. Quante
volte proprio lì si era sentita sola vedendo la complicità che univa Draco e
Daphne? Quante volta aveva invidiato sua sorella, vedendo come Draco le
sorrideva, come chiacchierava con lei sotto uno di quegli alberi?
Astoria scacciò quei pensieri, la rivalità con la
sorella era cessata da tanto, soprattutto quella causata dai sentimenti che
provava la più piccola di casa Greengrass per il bel Malfoy.
E poi quel bosco era stato sfondo anche di tanti
ricordi felici, era proprio lì che si era resa conto di quell’amore platonico
che provava per Draco sin dalla più tenera età.
Quando era più piccola, Draco le sembrava
inarrivabile, il semplice fatto che adesso si vedessero quasi ogni giorno e
passeggiassero insieme per ore intere era, per Astoria, un enorme passo avanti.
A lei bastava passare del tempo con Draco, non contava più che fosse come
ragazza, amica o qualsiasi altra cosa, l’importante era vederlo, avere
finalmente la certezza che lui sapesse dell’esistenza di Astoria Greengrass,
non più solo della ‘sorella di Daph’. Poco importava che il suo amore non fosse
ricambiato, ormai cercava di non pensarci più, non consciamente almeno, per i
sogni non poteva ritenersi responsabile.
Anche se non poteva certo dire di aver perso la
speranza, la sola idea di sé stessa accanto ad un altro ragazzo le sembrava
assurda. E sua sorella l’aveva capito. Sua sorella l’aveva sempre saputo, aveva
sempre saputo tutto, senza mai darlo a vedere. Astoria pensava che Draco si
fosse avvicinato a lei per questo, spinto da Daphne, per farle capire che loro
sarebbero potuti essere amici, sì, ma niente di più. Dopo tutti questi anni
avrebbe dovuto perdere la speranza, perdere quell’assurda convinzione che,
prima o poi, sarebbe arrivato il giorno in cui Draco Malfoy avrebbe capito che
lei era la donna della sua vita. Non l’aveva capito in tredici anni, come
avrebbe potuto capirlo adesso? Era davvero così assurda questa sua speranza?
-Tori?- la voce di Draco la risvegliò dai suoi
pensieri.
Erano arrivati vicino ad un laghetto. Appena lo
vide, Astoria sentì uno strano formicolio lungo la spina dorsale, una
sensazione di tristezza che allontanò subito. Probabilmente lì Draco e Daphne
dovevano essersi divertiti molto mentre lei li osservava da lontano, qualche
ricordo che non aveva ancora smaltito il proprio effetto, ecco il perché di
quella brutta sensazione.
-E’ ora di pranzo, hai fame?-chiese ancora il
giovane Malfoy.
Ora di pranzo? Ma se si era appena svegliata!, poi
le venne in mente che aveva dormito fino a tardi e aveva impiegato parecchio
tempo per prepararsi, ma la fame tardava ad arrivare, quindi… -Io veramente non
vorrei nulla, al massimo una crêpe.-
-Una crêpe? Che razza di pranzo
è?- Draco la guardò come se fosse ammattita.
Astoria sbuffò. –Stamattina hai
quasi buttato giù la porta di casa mia, ti sei tinto i capelli di blu e non
vuoi spiegarmi il motivo, adesso mi hai portato nel luogo dove tu e mia sorella vi divertivate da bambini escludendo me, e sono io quella strana? Fammi
mangiare la mia crêpe in pace!-disse alzando il mento con aria di sfida.
Draco la squadrò a metà tra il
divertito e il rassegnato, poi si Smaterializzò e tornò subito dopo con una crêpe,
che porse ad Astoria, e un gelato menta e limone.
La Greengrass squadrò la propria crêpe,
poi la porse con aria disgustata al ragazzo.
-Cosa c’è ora che non va?- chiese
Draco con l’aria di un condannato a morte.
-Questa… questa cosa è… è…-
Astoria emise un verso disgustato. –Io mangio solo crêpe al cioccolato bianco!-
Draco fece Evanescere la crêpe e si
Smaterializzò per poi tornare con un’altra, la passò alla ragazza, che la morse
e si leccò le labbra, strappando un sorriso divertito al bel Malfoy.
-Oh, adesso sì che va molto
meglio!- poi Astoria notò il gelato che aveva in mano il ragazzo. –E ti lamenti
della mia crêpe? Tu mangi un gelato, per pranzo!-
-Io mangio il gelato proprio
perché tu mangi la crêpe, intelligentissima ragazza. Credi che possa degustare
un’aragosta mentre tu mangi una crêpe?-
La Greengrass sorrise con finta
meraviglia. –Oh, allora la galanteria dei Malfoy non è sparita poi del tutto!-
Draco scosse impercettibilmente
il capo con un lieve sorriso di scherno e i due mangiarono in silenzio per
qualche minuto.
-Ieri ho visto Potter al
Ministero.- fu di nuovo Draco a rompere il silenzio.
Astoria rise. –Spero non
vi siate lanciati frecciatine anche lì.-
Il giovane mago sorrise
con uno sguardo lontano. –No, al contrario, abbiamo chiacchierato
tranquillamente. I rapporti tra noi… be’, non siamo proprio amici, ma non c’è
più la rivalità degli anni scolastici.-
La giovane Greengrass
aprì bocca per commentare, ma Draco fu più veloce di lei e prese nuovamente la
parola. –E così domani è il mesiversario di Blaise e Daphne, eh?-
-Uh, te lo sei
ricordato?-chiese Astoria sorpresa, ripresasi in fretta dal repentino cambio
d’argomento.
Draco inarco un
sopracciglio. –Io? Blaise mi ha assillato durante l’ultima settimana, ché non
sapeva cosa regalarle.-
-Daph se n’è ricordato
stamattina ed è corsa a vedere cosa comprare.- disse la strega ridendo. -Blaise
che si fa mille problemi per un regalo e Daphne che se ne dimentica del tutto,
sono incredibili, sono… perfetti l’uno per l’altra.-
-Lo sono sempre stati. Ci
hanno messo quasi dieci anni per capirlo…-
-… ma alla fine l’hanno
capito.- terminò Astoria.
Il sorriso sul volto di
Draco si allargò impercettibilmente. -Stamattina mi sono tinto i capelli di
blu.-
-Ehm… sì, me ne sono
accorta.- disse la Greengrass ridendo, ma il ragazzo aveva un’aria così
tranquilla che Astoria, ripensando ai sorrisi misteriosi delle ore precedenti,
sentì aumentare la strana sensazione di sospetto.
Il ragazzo annuì
mantenendo il sorriso a metà tra lo scherno e il divertito. –Be’, il Signore
Oscuro non c’è più.-
Astoria lo guardò come se
fosse impazzito, cosa c’entrava il Signore Oscuro?
Ma Draco continuò
tranquillamente.
-Non può più crescergli
il naso, purtroppo.-
Astoria inarcò le
sopracciglia, poi sgranò gli occhi.
Draco sorrise. Aveva
capito.
Astoria
Greengrass aveva quattordici anni e la convinzione dell’amore eterno.
Astoria
aveva quattordici anni e da sette un’incredibile cotta per Draco Malfoy.
Astoria
era convinta che un giorno o l’altro lui avrebbe capito di amarla, le avrebbe
chiesto di essere la sua ragazza e sarebbero stati insieme per sempre.
Ma
quel giorno tardava ad arrivare. E Draco passava tutto il suo tempo in compagnia
di Daphne.
Per
esempio, in quel momento avrebbe potuto essere al fianco di Astoria e invece
era lì, sotto quell’albero, a chiacchierare con Daph.
Astoria
rimase a fissarli per qualche minuto, poi, sbuffando, distolse lo sguardo e
iniziò a passeggiare per il bosco pianificando la sua risposta alla
dichiarazione di Draco. Eh, sì, perché ben presto il ragazzo avrebbe capito di
amarla e lei non poteva farsi cogliere impreparata!
Mentre
si chiedeva se sarebbe stato meglio dirgli subito ‘ti amo’ o farlo aspettare un po’, giunse ad un
laghetto e si sedette sulla riva. Non c’era mai stata prima, ma le sembrava un
luogo abbastanza romantico.
E
quando, qualche secondo dopo, vide Draco spuntare tra gli alberi e puntare
verso di lei, sentì i battiti del cuore accelerare. Ecco, era finalmente
arrivato il momento che aspettava da tanto.
Draco
la raggiunse, ma la sua espressione non era propriamente dolce, né minimamente
benevola. Forse è nervoso, si disse Astoria.
-Greengrass,
perché a scuola sono tutti convinti che presto staremo insieme?-
La
freddezza nella voce del ragazzo la fece trasalire. E le parole ancor di più.
Forse non era venuto a dichiararle il suo amore.
-Allora?-
Astoria
rimase in silenzio a fissare l’acqua del lago che si increspava ad ogni soffio
di vento.
-Greengrass,
sul serio credi che io potrei stare con una come te?-
-Perché
no?-le parole uscirono dalla sua bocca prima che potesse rendersene conto.
Draco
rise sprezzante. –Be’, mettiamola così: io ti amerò.-
Gli
occhi di Astoria si illuminarono.
-Io
ti amerò-continuò il ragazzo. –quando io e Potter faremo una chiacchierata
tranquilla, senza lanciarci incantesimi.-
-Può
succedere.- disse sottovoce Astoria.
-Quando
tua sorella e Blaise si decideranno a stare insieme.- proseguì l’elenco il
giovane Malfoy.
-Oh,
accadrà.-
-Quando
al Signore Oscuro crescerà il naso.- Draco la guardò con un sorriso beffardo.
Astoria
rise. Possibile che riuscisse a farla ridere anche mentre le diceva che non
l’avrebbe amata mai?
-E-concluse
Draco. –quando mi tingerò i capelli di blu. Allora sì, che ti amerò.-
Astoria riemerse da quel
ricordo e sentì un’assurda felicità impossessarsi di lei. Possibile che avesse
rimosso quel ricordo? Che nonostante tutti quegli indizi non ci fosse arrivata
prima?
Lui… lui… lo guardò.
Draco la stava osservando
in silenzio, un mezzo sorriso sulle labbra, la testa leggermente piegata e
l’aria di chi non sa cosa aspettarsi.
La giovane Greengrass gli
gettò le braccia al collo e portò il proprio viso all’altezza di quello del
ragazzo.
Si mordicchiò il labbro e
rimase a fissarlo negli occhi per quelle che le parvero ore.
Era una situazione
incredibile, aveva aspettato così tanto questo momento, l’aveva immaginato,
pianificato e adesso non aveva idea di cosa fare, non sapeva se fosse più
giusto parlare, non sapeva nemmeno se ci fosse qualcosa di ‘più giusto’ e ‘più
sbagliato’.
Poi sentì la propria
voce, un sussurro. –Davvero?-
-Sì.-
Astoria poggiò le proprie
labbra su quelle di Draco e sentì di essere in paradiso.
Si staccarono quasi
subito, era assurdo, Astoria aveva sognato per tredici anni di baciarlo e,
adesso che poteva farlo, desiderava solo guardarlo negli occhi, sentire la
propria mano stretta dalla sua.
Draco sgranò
impercettibilmente gli occhi. –Stai piangendo?-
Non se n’era nemmeno resa
conto, ma non se ne stupiva.
Era il suo più grande
desiderio che si realizzava, che prendeva forma. Sorrise asciugandosi gli
occhi. –Sì, ma non farci caso.- e rise.
Draco rise con lei.
E continuarono fino a
quando le risate non scemarono e rimasero a fissarsi in silenzio.
-Draco? Tu lo sai, per me
sei sempre stato e sempre sarai bellissimo… ma, ti prego, fai tornare i tuoi capelli
del tuo colore originale, così non ti si può guardare!- e riprese a ridere.
Draco assunse un’aria
offesa. –Ma guarda, io ti faccio una simile dichiarazione e tu mi insulti così?
Bah, io me ne vado!- e si Smaterializzò.
Astoria rimase
interdetta, la risata le si bloccò a metà. Si guardò intorno, non poteva
essersene andato sul serio!
Cominciò a girare per il
bosco, doveva essere lì da qualche parte. Dopo una decina di minuti era di
nuovo al lago. Era stato tutto uno scherzo? Tutta una presa in giro?
Si mise a sedere sulla
riva del lago.
-Ti arrendi così
facilmente?-
Astoria si voltò e Draco
era lì, seduto sul ramo di un albero. I capelli di nuovo del solito biondo
platino.
-Tu sei… sei… mi hai
fatto prendere un colpo! Credevo te ne fossi andato sul serio!-
Draco saltò giù dal ramo
e andò accanto ad Astoria. –Ma io me ne sono andato: non conosco l’incantesimo
per far cambiare il colore dei capelli, ho avuto bisogno di una mano.-
Astoria lo guardò per
qualche secondo. –Be’, adesso che ci penso ti stavano bene quei capelli, il blu
ti dona. Appenderemo un quadro nella nostra futura casa di te con i capelli
blu, tutti devono avere la possibilità di vederti in quel modo, era uno
spettacolo meraviglioso!-rise, sembrava che non riuscisse a fare altro. –Oh, sì
e anche nostro figlio dovrà vedere suo padre cos’ha dovuto fare per conquistare
la sua stupenda mammina…-
Astoria continuava a
parlare del loro futuro insieme. E Draco la lasciava fare, aveva aspettato così
tanto per tutto questo, lui lo sapeva bene. Com’era stato sciocco, convinto
com’era che seppellire i propri sentimenti fosse la cosa migliore da fare. Ce
n’era voluto di tempo per capire che stava sbagliando tutto.
Astoria bloccò il suo
discorso a metà e si portò una mano alla bocca sgranando gli occhi.
-Che c’è?-chiese Draco
preoccupato.
-Non te l’ho detto!-
Draco sentì un tremito,
cosa doveva dirgli? Forse era già promessa a qualcuno o magari era già sposata
e nessuno lo sapeva? Oppure…
Astoria bloccò tutte le
sue supposizioni. -Ti amo!-
Draco la guardò e scoppiò
a ridere, si era preoccupato tanto e lei aveva dimenticato di dirgli questo?
-Che c’è? Perché
ridi?-chiese lei.
Draco sorrise. –Ti amo
anch’io.-
Nota d’autore:
Ho scritta questa storia in estate e l’avevo
completamente dimenticata. Poi oggi l’ho riletta e ho pensato ‘Perché non
pubblicarla?’. Quindi: eccola qui!
Ho sempre immaginato Draco davvero innamorato di
Astoria dopo la Seconda Guerra Magica e quindi cambiato rispetto a come lo
abbiamo conosciuto nei libri ed ecco come, nella mia testolina, sono andate le
cose, ahah.
Bene, grazie per aver letto questo scempio!
Un bacio.
Clì. ♥
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