Alle
mie adorate Fabiana, Miryam ed Alessia:
buona Pasqua di cuore.
-Ad
Aurum ed Argentum non piacciono i bugiardi, tienilo a mente.
Dopo
aver utilizzato il tono più sprezzante che riuscisse a
sfoderare, Reyna, seguita dai due cani, se ne
andò, lasciando un Octavian tanto impietrito quanto
allibito,
con addosso l'espressione di uno che ha appena ricevuto una lampadata
in testa.
Octavian
aveva sempre avuto il rispetto di Reyna, e le cose tra loro
non erano mai andate male. Questo non significa che andassero d'amore e
d'accordo, ma non erano neppure nemici giurati. Semplicemente, Reyna
gli era indifferente e Octavian assumeva lo stesso atteggiamento.
L'errore
più grande lo commise Octavian, credendo che lui e
Reyna potessero essere grandi amici: dopotutto, non c'erano mai stati
grandi dissapori tra loro, quindi Octavian aveva questo fatto dalla sua
parte.
Tuttavia
- si sa - l'indole schietta di Octavian non sarebbe mai
riuscita a conciliarsi con quella eccessivamente orgogliosa di Reyna,
soprattutto perché Octavian non la considerava affatto un
buon
leader per la Dodicesima Legione. In aggiunta, Reyna non era solita
fidarsi delle persone che non conosceva bene, e Octavian ne era
pienamente consapevole.
Stranamente,
però, il sedicenne era riuscito a ritagliarsi un
angolino tutto suo nella fiducia e nel cuore della figlia di Bellona,
che, agli occhi del discendente di Apollo, pareva avere occhi solo per
Jason Grace.
Jason
Grace, il perfetto.
Jason
Grace, il magnifico.
Jason
Grace, l'eroe.
Jason
Grace, l'ottava meraviglia del mondo.
Octavian
non riusciva nemmeno a capacitarsi di essere geloso di un figlio di
Giove. E tutto per cosa?
Per
Reyna? Per quella spocchiosa ed altezzosa figlia di Bellona?
No,
non era da lui.
Eppure,
stranamente, Octavian ci teneva. Teneva a Reyna, teneva alla
sua amicizia e teneva alla convinzione che loro due potessero essere
più che amici.
Ma
teneva anche alla propria reputazione, quindi si guardava bene dal
lasciar trasparire le sue emozioni. Non poteva certo andarsene in giro
a dire che Jason dovesse stare lontano da Reyna perché lui,
il
possente figlio di Giove, ammirato da tutti - umani e non -, non
meritava la figlia di Bellona.
Un
venticello autunnale scompigliava i capelli ad Octavian, mentre
guardava la figura di Reyna, avvolta in una toga purpurea, scomparire
in lontananza.
"Accidenti
a lei"
pensava il ragazzo, girandosi dalla parte opposta ed incamminandosi a
passo spedito verso una meta ancora da decidere.
Calciando
sassi con rabbia, a volte facendosi pure male, Octavian
giunse al tempio di Giove, il posto infame dove aveva parlato per la
prima volta dei Libri Sibillini con Reyna.
-Spero che tu consegua molte vittorie!- gli aveva detto Reyna.
Certo,
come no: Octavian aveva già perso lei e la sua amicizia.
Alla faccia della vittoria.
-E che tu possa trovare i Libri Sibillini, se questo ti può
rendere felice.- aveva aggiunto Reyna, sorridendo.
Ovviamente,
perché, dopo quanto accaduto, Reyna avrebbe approvato
un'impresa alla ricerca di quel tesoro così importante per
Octavian. Perché no?
Era
risaputo che Reyna odiasse le persone bugiarde, avide o con secondi
fini, ed Octavian aveva fatto tutto il possibile per non essere
collocato in una di quelle tre categorie. Il ragazzo teneva veramente
al rapporto che aveva con la figlia cinofila di Bellona, anche se
questa loro amicizia era invisibile ai più al Campo Giove.
Octavian
sospirò e si sedette a terra, poggiando la schiena su una
delle colonne marmoree del tempio del Signor Tuoni-Fulmini-e-Saette.
"Accidenti
a lei"
pensò il biondino per l'ennesima volta. "Possibile
che sia arrivata ad odiarmi nell'arco di mezzo minuto?".
Si
asciugò una lacrima, la prima che gli uscisse dagli occhi da
molto tempo, e alzò gli occhi al cielo.
Non
l'avesse mai fatto: un orsetto di peluche, uguale a quelli che
abbracciano le bambine piccole prima di addormentarsi, gli cadde in
faccia, per poi rotolare nella polvere del terreno.
-Ma cosa...?- fece il ragazzo, raccogliendo l'orsacchiotto di peluche e
guardandosi attorno alla ricerca del 'tiratore di orsacchiotti di
tela'. Poi alzò gli occhi al cielo, incredulo.
-Ma voi perdete il tempo così?- esclamò,
incredulo.
Il
rumore di un tuono riecheggiò nell'aria e ad Octavian venne
la pelle d'oca. Fissò l'orsetto di peluche, decidendo il da
farsi.
-Beh, di buttarti via non se ne parla nemmeno.- disse Octavian, rivolto
al pupazzo che stringeva tra le mani. -Sei un dono divino, se non ti
utilizzo quei simpaticoni degli dèi se la prenderanno a
morte.
Il
biondino attese qualche istante, come se si aspettasse una risposta da
parte del giocattolo. Quando si accorse che questa non arrivava,
riprese a parlare con l'orsacchiotto.
-Il punto è che è tutta colpa di Reyna!- disse
Octavian, asciugandosi gli occhi per l'ultima volta. -Adesso si
è messa in testa che io non tenga veramente a lei, che io
stia solo fingendo di esserle amico perché lei autorizzi
un'impresa alla ricerca dei Libri Sibillini. Insomma, che faccia tutto
solo per il mio tornaconto, capisci?
L'orsacchiotto
non rispose.
Octavian
roteò gli occhi. -No, ovviamente. Dopotutto, come potresti?
Sei un peluche, non puoi capire quando ti dico di essere innamorato di
Reyna!
Ancora
una volta, contrariamente alle aspettative di Octavian, il giocattolo
non diede alcun cenno di riscontro.
Il
biondo fece una faccia esasperata. -Insomma, non è che io
sia innamorato di lei, è solo che, quando gliel'ho detto,
Aurum e Argentum non mi hanno affatto aggredito. Sai, quei due
cagnoloni anti-menzogna che si porta dietro Reyna... in teoria
avrebbero dovuto attaccarmi se avessi detto una bugia!-
rifletté Octavian. -Forse, però, ho sbagliato a
chiederle di autorizzare quell'impresa subito dopo...
L'orsacchiotto
era ancora immobile.
La
cosa stava diventando frustrante, e Octavian dava già
qualche segno di cedimento.
-Ah, le cose stanno così, eh?- sbraitò il
discendente di Apollo. -Ti stai prendendo gioco di me, non è
così? Io ti ho aperto il mio cuore, così come ho
fatto con Reyna, ma entrambi mi avete ripagato con moneta falsa!
Octavian
si alzò in piedi con uno scatto e, come Era
scaraventò Efesto giù dal monte Olimpo,
così il fanciullo sbatté il povero peluche a
terra, per poi iniziare a saltarci sopra in preda ad una risata sadica.
-MAI PIÙ!- urlò il giovane. -Mai più
aprirò il mio cuore a nessuno, mai più qualcuno
riuscirà a spezzarlo nuovamente!
Il
biondo sollevò l'orlo della propria toga bianca ed estrasse
un pugnale dai jeans. Prese il peluche per una delle zampe e lo
guardò, con un'aria folle negli occhi. -Reyna mi serve per
quell'impresa, ma non permetterò a nessuno di ferirmi
ancora. E tu, per averlo fatto, pagherai.
Detto
questo, con un movimento rapido del polso, squarciò a
metà lo stomaco del povero peluche, giurando che non avrebbe
mai più permesso a nessuno di farlo soffrire.
Né
a quell'orsacchiotto insensibile, né a Reyna.
Giurando
che non si sarebbe fidato più di nessuno.
Nemmeno
di Reyna.
Perché
ad Aurum ed Argentum non piacciono i bugiardi, ma questo è
un problema loro.
My
little corner:
MA
CIAAAAAO! *-*
Dopo
secoli, sono nuovamente qua :D
Ci
tenevo a scrivere qualcosa per Pasqua, anche se ha questa fanfiction
non ha nulla a che fare con la festività.
Anzi,
questo è angst puro O.O Mi sento estremamente in colpa per
aver scritto questa cosa.
Spero
che non vi siate aspettati un granché, perché
questa storia è frutto di una serata di noia assoluta, nella
quale i deliri hanno preso il sopravvento (basta pensare anche al
pairing... .-.). Non trovavo più TSON, e sono passati secoli
da quando l'ho letto per l'ultima volta, così mi sono
arrangiata alla meno peggio con la mia memoria, e questo spiega
l'avvertimento OOC.
Comunque
sia, questa storia l'avevo promessa alla mia adorata Effie,
così eccola qua! :3
Un
grazie anche a Miwy ed Ale, con le quali si può parlare si
tutto e di più (e sì, anche dei pairings
strampalati come questo o come il Gazza/Pix/MrsPurr):
perciò, grazie.
Francamente
non ho la più pallida idea di cosa scrivere ancora,
così vi saluto e vi lascio dormire sonni tranquilli u.u
Alla
prossima, piccoli mezzosangue (?)
Aly.
Credits:
Characters
© Rick Riordan
Text
Font = Arial
Banner:
Lucy Hale as Reyna; Tom Felton as Octavian
I
fatti narrati sono frutto di fantasia, e qualunque riferimento a fatti
o persone reali è puramente casuale. I personaggi
appartengono a Rick Riordan, che ne detiene tutti i diritti. Questa
storia non è stata scritta a scopo di lucro.
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