Come what may
01.
Il matrimonio
La cerimonia doveva ancora avere inizio. Gli invitati riempivano in
modo scomposto quasi tutti i banchi e i loro vestiti sgargianti
coloravano l'atmosfera piuttosto tesa che aleggiava in quel luogo. Sui
volti delle persone si intravedeva un primo accenno di ansia mal
mascherato da sorrisi tirati e forzati. L'ambiente era stato decorato
al meglio: c'erano fiori ovunque, sia sottoforma di ghirlande che
adornavano i banchi, sia di vasi posti all'entrata.
L'agitazione generale era quasi palpabile, ma sembrava che ognuno dei
presenti facesse buon viso a cattivo gioco con il proprio vicino,
celando una preoccupazione crescente.
Certamente quello non era il matrimonio che entrambe le famiglie si
erano aspettate. Non c'era la solita atmosfera di gioia e
serenità che metteva di buon umore perfino il più
scorbutico degli zii scapoli. Al contrario, tutti desideravano in
maniera recondita che la celebrazione terminasse in fretta e che quei
due giovani partissero per la loro luna di miele senza impedimenti.
Ogni lamentela espressa a bassa voce era diretta al consueto ritardo
della sposa, che poteva significare un sostanzioso attentato al patto
stipulato tra i genitori dei promessi.
Quando ormai anche i coniugi Malfoy cominciavano a manifestare una
certa impazienza, un'esclamazione di provenienza non definita
annunciò ai presenti l'arrivo della ragazza.
A quella notizia la folla di invitati si alzò
contemporaneamente proprio come se si fosse trattato di marionette anzi
che di esseri umani. Tutti gli sguardi erano rivolti verso una donna
bionda vestita di bianco, che incedeva con una certa sicurezza studiata
a lungo.
Aveva stampato sul viso il sorriso tipico di chi sa di stare per
raggiungere il proprio obiettivo. Avanzava sinuosamente provocando
occhiate di apprezzamento da parte degli uomini presenti, facendo
imbarazzare le rispettive mogli o fidanzate. Quasi tutti gli occhi
erano posati su di lei, tranne quelli dello sposo, che si muovevano
frenetici in cerca di qualcosa che non riuscivano a scorgere.
Lucius stava in piedi immobile al suo posto accanto all'officiante, e,
a differenza delle altre persone, sembrava turbato dall'apparizione di
quella donna. Era il suo matrimonio: avrebbe dovuto far vedere ai
parenti quanto fosse felice per quella scelta che altri avrebbero
definito sensazionale, avrebbe potuto almeno dare soddisfazione a suo
padre che si era tanto impegnato per gestire l'organizzazione della
cerimonia, ma non ci riusciva. L'unica reazione che ebbe alla vista di
lei fu un sospiro silenzioso. Eppure la ragazza che gli stava venendo
incontro ancheggiando non era affatto un cattivo partito, lui stesso
l'aveva selezionata, però la sentiva adatta semplicemente al
suo corpo, e non al cuore.
Si voltò verso quella che sarebbe stata sua moglie e si
sforzò di rivolgerle un sorriso affascinante che sfoggiava
solo nelle occasioni migliori. Non poteva negare che fosse una
splendida creatura: i capelli mossi biondi raccolti in un'acconciatura
non troppo elaborata, il nasino alla francese e gli occhi chiari
lievemente a mandorla le davano un aspetto accattivante e tentatore cui
gli uomini difficilmente opponevano resistenza. Lei finse di
arrossire, per simulare quel pudore virgineo che ormai non possedeva
più da tempo, e gli porse una mano affinché lui
la baciasse. Lei gli rivolse per un attimo un'occhiata appassionata
sotto lo sguardo allibito dell'officiante, poi entrambi si girarono
frontalmente attendendo che la cerimonia avesse inizio.
Erano state appena pronunciate le prime parole, quando all'improvviso
echeggiò un rumore di tacchi da donna.
L'andamento era solenne ed elegante allo stesso tempo, come se la fonte
di quel suono si spostasse misurando i passi uno ad uno. Tutti gli
invitati si voltarono in direzione della ritardataria con sguardi di
rimprovero, che si trasformarono all'istante in occhiate di scandalo
alla vista dell'abbigliamento della ragazza. Quest'ultima indossava un
abito senza spalline aderente e lungo, che le dava un'aria misteriosa e
affascinante più di quanto già non fosse.
Incedeva con passo sicuro affiancata da un'altra fanciulla che invece
avanzava timorosa piena di vergogna. Le ultime arrivate si accomodarono
ad un banco libero noncuranti dei mormorii di dissenso generali e si
apprestarono a seguire la cerimonia come se niente fosse.
<< Ti guardano tutti male per come sei vestita! Ti avevo
detto di scegliere un altro colore, sai, il nero non è
proprio adatto ai matrimoni: porta sfortuna! >>
sussurrò la prima con una preoccupazione mal celata.
L'altra sorrise tranquillamente analizzando con gli occhi l'ambiente
circostante. << Beh, vista la situazione direi che mi
è concesso permettermi un po' di teatralità, non
trovi? E poi sono solo superstizioni, se il matrimonio andrà
a monte non sarà certo colpa del colore del mio vestito,
Marianne >>.
<< Quindi hai deciso? Lo farai? >>
<< Lo farò perché io l'ho scelto,
non certo perchè mi ha costretto a farlo, sia ben chiaro!
>>
La loro conversazione dovette terminare perché alcuni
invitati si girarono intimando loro di fare silenzio. Le due donne
ammutolirono all'istante, scambiandosi uno sguardo significativo al
riguardo. L'arrivo delle due ragazze aveva generato uno scompiglio
generale: i parenti di entrambe le parti continuavano a partorire una
cascata di commenti velenosi, alimentata da quelli dei vicini e
così via, e tutto ciò aveva provocato una
confusione crescente, tanto che l'officiante fu costretto ad
interrompere momentaneamente la cerimonia, con evidente disappunto
della sposa.
Lucius sembrava assorto in una rete di pensieri fittissimi, e non
riusciva a staccare lo sguardo dalla donna appena giunta. I loro occhi
per un attimo si incontrarono, e quel contatto visivo, seppure a
distanza, causò nelle loro anime un tumulto profondo.
Fu lei a chinare il capo per prima, come se quella breve comunicazione
le avesse ferito le pupille, costringendola ad abbassare la testa.
Percepì lo sguardo premuroso di Marianne su di sè
e si affrettò a dirle che stava bene per evitare che le
rivolgesse domande cui non voleva rispondere, poi cercò di
rimanere impassibile e di concentrarsi sulla ripresa della celebrazione.
Le succedeva sempre così quando fissava le iridi grige di
quell'uomo: qualcosa dentro di lei, la cui natura non era nemmeno in
grado di definire, si scioglieva lentamente, mentre il cuore le saltava
nel petto uccidendola dolcemente.
Le parole dell'officiante la riportarono alla realtà,
rapendola da quei pensieri così intimi.
<< Se c'è qualcuno che è contrario
a questo matrimonio parli ora o taccia per sempre... >>
Nell'udire pronunciare quella formula, Narcissa sussultò
fremendo di paura.
Spazio
Ringraziamenti: che ve ne pare? Dovrete aspettare il prossimo capitolo
per capire la particolarità di questa storia! :) Spero che
vi sia piaciuto l'inizio, intanto ne approfitto per farvi gli auguri ^.^
La vostra Cissy (di nuovo in azione!)
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