La
prima cosa che vuoi fare è il bucato?
-Arancione? Non lo
so, non sono convinto...-
-Beh, potevi
pensarci prima, ormai è fatta.-
Louis Tomlinson
poggia le valigie accanto alla scala a pioli che conduce al soppalco.
Probabilmente le porterà su più tardi, ora
è troppo stanco: il
tour ha davvero prosciugato ogni sua energia.
-Lo so, è che...
Mi aspettavo di tornare a casa, capisci? E questa non
è la
stessa stanza che ho lasciato.-
-Harry, sono solo
quattro pareti. Hai voluto tu che fosse ridipinta mentre eravamo
via.-
Il riccio si
guarda intorno ancora poco convinto -Sarà questione di
abitudine,
immagino...- urla mentre prende una lattina di birra dal frigo, per
poi uscire in terrazzo.
Louis scuote la
testa: ha rinunciato da tempo a capire Hazza; si fa coraggio e mette
le valigie a tracolla, per portarle nella camera da letto barra
soppalco dello spazioso monolocale.
Poggia le borse ai
piedi del letto e inizia a svuotarle, pensando intanto a come
organizzare la cena. Ride quando si accorge di star diventando come
sua madre.
-Mamma, che ci
sarà per cena?- urla dal terrazzo Harry. Appunto.
-Sono le tre del
pomeriggio! E non ho intenzione di cucinare se non vieni a darmi una
mano con i bagagli-
-Metti tutto in
lavatrice, è così semplice – la testa
di Hazza fa capolino
dall’ingresso del soppalco, e comodamente poggia il mento su
una
mano.
-Sei uno sprecone.
E stare lì a bere birra non è esattamente darmi
una mano. Inoltre,
ci terrei a farti notare che quelle lattine sono lì da sei
mesi-
-Ma ho un'ottima
visuale del tuo sedere da quaggiù! – faccia da
bimbo, sorriso da
malandrino - e la birra è ottima, chissà quante
schifezze chimiche
ci saranno dentro per conservarla così a lungo...-
Louis trattiene
una risata continuando il suo lavoro -Niente cena finché non
avrò
finito.-
-Oh, andiamo!-
Harry sale sbuffando sul soppalco -Siamo finalmente a casa dopo
settimane e settimane che non abbiamo un po' di tempo per noi, e la
prima cosa che vuoi fare è il bucato?- si avvicina al
più grande
con aria lamentosa -Sai quanto tempo è che non ci coccoliamo
per
bene?-
-Sei mesi, due
settimane, cinque giorni e quattordici ore, se non contiamo i vari
“incontri” di nascosto.- sbuffa Louis -è
che non mi piace
rimandare: prima lo faccio, prima potrò smettere di pensarci
e
dedicarmi a...tutto il resto.-
-Preferisci
rimandare il sesso piuttosto che i lavori domestici?- Harry sgrana
gli occhi incredulo -Chi sei tu, e cosa ne hai fatto del mio
ragazzo?-
-Se mi avessi
aiutato avrei già finito.-
-Non usare quel
tono da moglie con me, non avresti dovuto cominciare a prescindere!-
il più piccolo si avvicina al compagno, che è
passato a dividere
bianchi e colorati e gli poggia le mani sui fianchi, il torace che
accarezza il busto dell’altro.
Il più piccolo
avvicina le labbra all’orecchio del suo ragazzo, che cerca di
fingere indifferenza nonostante il brivido che gli è appena
corso
lungo la schiena nel momento in cui gli sussurra – allora,
hai
finito? -
In risposta alla
falsa apatia dell'altro, Harry inizia a baciarlo lentamente lungo la
linea del collo, percorrendola più volte dalla mandibola al
bordo
della t-shirt. Il più grande reagisce con una serie di
sospiri, che
portano le mani del suo ragazzo a scivolare sui fianchi di Louis,
sotto il tessuto della maglia che viene lentamente sollevata,
accompagnata da polpastrelli che esplorano ancora una volta un torace
ormai noto.
La t-shirt finisce
a terra mentre Louis si volta, abbandonando qualunque proposito di
impassibilità e tuffandosi su quelle labbra morbide che
tanto gli
mancano nelle lunghe ore in cui non sono soli.
La camicia di
Harry viene slacciata in fretta da mani affamate che fanno saltare
qualche bottone.
-Calma tigre...-
sorride Harry, ricevendo in risposta un breve morso d'impazienza sul
labbro inferiore.
Louis si siede sul
bordo del letto trascinando l’altro con sé, che si
siede a
cavalcioni su di lui e lo spinge a sdraiarsi sul materasso.
-'Fanculo ai
vestiti.- i due ridacchiano piano quando si rendono conto di
quell’esclamazione emessa all’unisono, le mani che
corrono a
slacciare le cinture, a liberare l'altro dagli ultimi inutili strati
di stoffa che costringono un desiderio troppo grande da contenere.
Uniscono i loro corpi e le loro anime con movimenti dolci, respirando
insieme. Parole smozzicate e affannate accompagnano i sospiri e i
gemiti di due ragazzi che si amano completamente e profondamente,
costretti a
nascondersi sempre
invece di ostentare il loro amore agli occhi del mondo,
che
non potrebbe capire. Che non vuole capire.
Il
culmine del piacere li fa guardare negli occhi, a comunicarsi in un
secondo tutto quello che le parole impiegherebbero troppo a spiegare.
Il
tramonto che illumina il monolocale entra lentamente dalla grande
vetrata e li trova ancora nudi e abbracciati, a parlare piano e
godersi, finalmente senza fretta, tutti i benefici che l'Amore porta
con sé.
Note:
Eccomi
approdare anche sul fandom One Direction (nelle vesti di scrittrice,
perché già seguo diverse long qui).
Dedico
tutto alla mia amata beta barra piccola massaggiatrice bastarda, che
se non fosse stata così bastarda avrebbe
avuto anche
un'angolino di pubblicità... Sorry ciccia.
Non
sono una vera e propria fan del gruppo (anche se li ascolto
sporadicamente), ma shippo terribilmente i Larry Stylinson, quindi ho
provato a scrivere una cosina su di loro e spero di non essere andata
Ooc...
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