Mark Lexie2
Come avevo annunciato nello scorso capitolo eccovi il secondo, nell'attesa spasmodica di altri momenti slexie nella futura 8x19.
Spero vi piaccia! :)
*
Erano passati tre giorni e non
l'avevo più visto. Mi stavo annoiando a morte, per fortuna Alex
mi aveva portato delle riviste scientifiche e dei cruciverba, Meredith
l'Allegro Chirurgo per mantenermi in allenamento e April il mio
notebook dove chattavo con mia sorella Molly. Papà
aveva riempito la mia stanza di palloncini rosa e bianchi e di fiori
nel tentativo di renderla più confortevole.
Cristina mi portava di nascosto frutta, ago e filo per migliorare le
mie suture già di per sè perfette. Beh, era sempre meglio
di niente.
Non vedevo l'ora di tornare a lavorare.
Raramente ero da sola, di
solito c'era sempre qualcuno a tenermi d'occhio. Fissai con un sorriso
il disegno appeso alla finestra. In realtà era solo un ammasso
di linee colorate, ma l'aveva fatto Zola apposta per la zia Lexie.
Sospirai e decisi di
approfittare del temporaneo e miracoloso momento di solitudine per
camminare un po'. Avevo il tremendo bisogno di sgranchirmi un po' le
gambe e non avevo di certo intenzione di farlo camminando per tutta la
stanza come avevo già fatto tre volte.
Volevo curiosare un po' in giro, ero una ficcanaso di prima categoria.
Ridacchiai come una bambina eccitata all'idea di trasgredire le regole.
Aprii e richiusi piano la porta
della mia camera e mi ritrovai nel corridoio. Camminai piano e
lentamente, la ferita tirava un pochino. Fare le
scale era fuori discussione, magari avrei potuto prendere l'ascensore...
Stavo giusto andando in quella
direzione quando una fitta di dolore mi tolse il fiato. Mi toccai
delicamente il punto in cui si trovava la ferita e trattenni il respiro
di nuovo a un'altra fitta. Che diavolo mi era venuto in mente di
sforzarmi così tanto?
Non sarei mai riuscita a tornare
in camera, non riuscivo nemmeno a stare in piedi, le gambe mi tremavano
all'inverosimile. Mi lasciai cadere a terra seguendo il muro, fino a
ritrovarmi seduta sul pavimento, gli occhi semichiusi e il respiro
accelerato per il panico.
Più restavo immobile
più il dolore diminuiva, quindi alzarsi e ritornare in camera
era decisamente fuori discussione.
Stavo pensando a cosa fare
quando le porte dell'ascensore si aprirono mostrandomi Derek e Mark che
discutevano abbastanza concitatamente.
"Adesso ci vai, chiaro?" stava dicendo Derek perentorio.
Mark sospirò profondamente e alzò lo sguardo incrociando la mia figura.
"Lexie?!"
Derek si voltò e anche lui mi vide. "Che ci fai lì per terra?"
Boccheggiai un secondo, proprio
loro dovevano trovarmi con tutte le persone che c'erano nell'ospedale?
Quella sì che era proprio sfiga. Cercai di alzarmi appoggiandomi
al muro, ma il dolore ritornò più forte di prima e le
gambe mi cedettero di colpo.
Mark mi afferrò sotto le ascelle portandomi a terra in modo molto più dolce.
"Che succede?" domandò Derek.
"Volevo fare un giro...ma se mi muovo ancora la ferita mi fa un male tremendo..." risposi con voce roca per il dolore.
Sentivo gli occhi di Mark scrutare il mio volto con attenzione.
A sorpresa mi prese in braccio senza il minimo sforzo.
Il cercapersone di Derek suonò. "La riporti tu in camera? Ho un'emergenza..."
Mark annuì e Derek sparì alla velocità della luce nell'ascensore.
Mark camminò lentamente verso la mia stanza senza dire una parola. Una volta dentro mi adagiò sul letto.
Appoggiai la testa al cuscino con un sospiro. Mark era ancora lì, in piedi e mi fissava.
"Che c'è?" gli dissi con curiosità.
Conoscendolo bene doveva essere parecchio arrabbiato con me. E infatti...
"Sei stata un'irresponsabile, la ferita avrebbe potuto riaprirsi e saresti potuta morire dissanguata".
"Sono in un ospedale pieno di gente, non sarei morta dissanguata" obiettai.
"La verità è che
non saresti potuta uscire dalla tua stanza, la Bailey non ti ha dato il
permesso" replicò Mark convinto e ad alta voce.
"O andiamo, non mi è successo niente..."
"Non ti è successo
niente?! Sei stata operata Lexie! Ti hanno tolto la milza e stavi per
morire! Sei andata in arresto!" urlò Mark.
La verità delle sue parole mi portò a chinare la testa, sentivo un groppo in gola.
Passarono un paio di minuti in
completo silenzio, credevo quasi che se ne fosse andato, ma non osavo
alzare lo sguardo per controllare.
Furono la sua voce roca e le sue parole a farmi rialzare gli occhi.
"Stavi per lasciarmi di nuovo, Lex".
Sembrava sul punto di scoppiare a piangere, gli occhi tremendamente lucidi.
"Io..."
Non sapevo cosa dire.
"Mi manchi" disse solo Mark prima di voltarsi e uscire dalla stanza.
Mi manchi...quelle due parole
famose che mi aveva detto prima di rimetterci insieme la seconda volta.
Adesso cosa significavano? Lui stava con Julia...
Appoggiai la testa al cuscino e
senza nemmeno accorgermene iniziai a piangere e singhiozzare. Meredith
entrò con un megasorriso che si spense subito non appena mi vide.
"Che è successo?"
"Mark".
Lei annuì, in qualche
modo aveva capito. La ringraziai mentalmente per non avermi fatto altre
domande a cui al momento non ero in grado di rispondere.
*
Passai la notte insonne, il volto di Mark e le sue parole continuavano a rimbombarmi in testa.
Alex venne a trovarmi verso le cinque del pomeriggio, circondato come al solito dalla sua aria scazzata e annoiata,
con in mano un pacchetto di m&m's.
"Come va la giornata?" gli domandai.
"Di merda" mi rispose sedendosi sulla poltrona.
"Pure la mia" dissi allungando la mano.
Alex ci rovesciò sopra alcuni m&m's. "Solo questi, in teoria non dovrei nemmeno darteli".
"Sì, ma la Bailey non c'è".
Nel dire quelle parole pensai a Mark, a quello che mi aveva detto.
"Anzi guarda, hai ragione, mangiali te" dissi ficcandoglieli in mano.
"Che succede? Di solito non rifiuti mai niente di dolce..." mi fece notare con un sopracciglio alzato.
"Dannato Mark, è colpa sua!" commentai sbuffando rumorosamente.
Alex mi fissò confuso ficcandosi in bocca una manciata di m&m's.
"Mi ha detto che gli manco, capisci? E intanto sta con Julia...e io come lo devo interpretare? Cioè..."
"Non sta più con la Canner" disse Alex.
Mi zittii all'istante e lo guardai sconcertata.
"Sloan l'ha lasciata il giorno dopo la tua operazione, lo sa tutto l'ospedale" mi informò.
"Cosa?!" esclamai sorpresa. "Perchè Meredith non me l'ha detto?"
"Beh, avrà pensato che di
Sloan non te ne fregava più niente, vista la storia con Avery.
In effetti non si è mai capito molto bene cosa ci sia davvero
tra di voi. Insomma vi mollate, vi riprendete, un po' come la storia
tra Meredith e Shepherd agli inizi" commentò Alex.
Ma io non lo stavo ascoltando,
ripensavo di nuovo alle parole di Mark, alla luce delle notizie che ora
sapevo. E presi una decisione.
"Alex, dov'è Mark adesso?"
"Opera in sala uno con Avery e
Torres, se l'intervento riesce ha fatto una nuova scoperta scientifica
sulle corde vocali" rispose Alex continuando a mangiare m&m's.
"Senti, devi farmi un favore, devi aiutarmi ad andare da lui" dissi concitata.
"Che? Sei pazza, non puoi ancora andartene in giro" obiettò Alex.
"Ti prego, è importante" lo implorai sfoggiando anche i miei occhioni da cucciolo.
Alex sbuffò. "E va bene, se proprio vuoi andare da lui ti consiglio questa".
Si alzò, parlò un
secondo con un'infermiera e dopo nemmeno un minuto ritornò in
stanza con una sedia a rotelle.
"Sei un genio!"
"Non sono io che so la tavola
periodica degli elementi a memoria, Lexiepedia" ribatté Alex.
"Però ogni tanto i lampi di genio li ho anch'io".
Mi aiutò a sedermi sulla
sedia e poi mi spinse fuori fino all'ascensore. Nell'ascensore c'era
April con in mano la cartella di un paziente.
"Lexie, che ci fai qui? Alex non dovresti portarla in giro" disse seria.
"Non è stata una mia idea...vuole vedere Sloan" replicò Alex.
"Oh! Anch'io vorrei tanto poter
vedere l'intervento, ma devo occuparmi di due post-operatori di Hunt"
commentò April dispiaciuta.
"Sai April, io non credo che a Lexie freghi dell'intervento..." Alex lasciò volutamente la frase in sospeso.
Il viso di April si illuminò di comprensione. "Ah, ok".
Le porte si aprirono e Alex mi
spinse fuori. Ero stata troppo impegnata e imprigionata nei miei
pensieri per intervenire nel loro discorso.
In meno di un minuto eravamo
davanti alla galleria dove Alex mi fece entrare con un movimento
fluido. Notai che c'erano Meredith, Cristina, Arizona, il capo e Hunt.
"Ciao Lexie" mi salutò Arizona con un megasorriso.
Ricambiai il sorriso. "Ciao".
"Lex che ci fai qui?" mi domandò Meredith preoccupata.
"Voleva vedere l'intervento di Sloan" mentì Alex.
Gli feci un mezzo sorriso di ringraziamento, altrimenti Meredith avrebbe cominciato a darmi il tormento.
Mi avvicinai di più al
vetro e osservai giù. Mark era seduto su uno sgabello ed era
veramente molto concentrato. Per un sacco di tempo non staccai lo
sguardo da lui. Forse fu proprio il sentirsi costantemente osservato
che lo portò ad alzare lo sguardo verso la galleria.
E i nostri sguardi si
incontrarono. Era sorpreso di vedermi lì e se avesse potuto ero
sicura che avrebbe mollato il paziente per riportarmi subito in camera.
Gli sorrisi e appoggiai il palmo della mano sul vetro. Sapevo che dietro la mascherina anche lui stava sorridendo.
Callie gli disse qualcosa, e lui staccò lo sguardo da me per ritornare a occuparsi del suo paziente.
Passò un'ora e poi un'altra prima che l'intervento finisse.
"Riportami in camera" dissi ad Alex.
Alex si alzò e mi
condusse fuori verso gli ascensori. Salutai Meredith in un paio di
minuti prima di entrare nell'ascensore. Una volta dentro lo sentii
sospirare.
"Che c'è?"
"Tu e Sloan siete assurdi, prima di là tra voi due c'era tensione sessuale alle stelle" mi fece notare.
"Ma che stai dicendo..."
"Anche il più idiota
capirebbe che tra voi c'è qualcosa che va al di là del
semplice sesso" replicò Alex.
Stavo per rispondergli quando le porte dell'ascensore si aprirono e mi ritrovai davanti Mark.
"Karev, la riporto io in camera".
Dal tono di voce sembrava avesse corso.
"E' tutta sua" Alex mi mollò con un sorrisone e la chiara espressione sul viso 'ho ragione io, punto'.
Mark iniziò a spingere la
sedia a rotelle e a quella distanza riuscivo a sentire distintamente di
nuovo il suo profumo, Eternity.
Ad un certo punto sentii il suo respiro caldo sull'orecchio e il suo sussurro.
"Sono contento che tu sia venuta".
Oddio, voleva farmi morire. Il cuore batteva forsennato, e non mi aveva ancora nemmeno sfiorata. Forse era proprio per quello.
"Dovevo esserci" dissi solo.
Mi aiutò a sedermi sul
letto e consegnò il mio mezzo provvisorio a un'infermiera prima
di ritornare nella mia stanza e chiudere la porta.
Lo vidi avvicinarsi titubante al
letto, prima di sedersi sul bordo ed essere così più o
meno alla mia altezza.
"Io non sto più con Julia" iniziò Mark.
"Lo so, me l'ha detto Alex" risposi stringendogli una mano tra le mie.
Mark fissò le nostre mani intrecciate prima di alzare lo sguardo e fissarmi negli occhi. "Sono innamorato di te".
"Lo so" dissi con un piccolo sorriso stringedogli la mano più forte.
Mark si avvicinò ancora
di più e finalmente mi baciò. Fu un bacio normale, fu
come se non ci fossimo mai allontanati. Una volta staccati si
coricò sul letto di fianco a me e mi strinse tra le sue braccia.
Fu così che mi addormentai, ascoltando il rumore del suo respiro.
*
Quando mi svegliai scoprii che
era già mattino, erano le otto. Mark ovviamente non c'era, ma mi
aveva lasciato un biglietto sul comodino.
Sono dovuto andare per un intervento, anche se lasciarti era l'ultima cosa che volevo fare. Già mi manchi...
Ci vediamo a pranzo. Ti amo. Mark
Sorrisi come un'idiota.
"Di buonumore, oggi?" mi domandò la Bailey entrando per il solito controllo giornaliero.
"Sì, decisamente" risposi.
"Scommetto che c'è lo zampino di Sloan".
Il mio silenzio per lei fu una risposta sufficiente.
Diede un'occhiata alla ferita
prima di cambiare la medicazione. "Bene, se non succede nulla tra due
giorni ti mando a casa dove ti riposerai per una settimana prima di
tornare a lavorare".
"Ma..." iniziai subito a protestare.
"Niente ma, hai subito
un'operazione e io sono il tuo chirurgo, quindi farai esattamente
quello che ti dico, chiaro Grey?" mi interruppe la Bailey.
Sbuffai. "Ok, va bene. Se dopo
mi sarò dimenticata come si fa ad eseguire la rimozione di una
semplice cisti la colpa sarà sua".
"Non funziona Grey, la tua memoria fotografica è conosciuta in tutto l'ospedale" replicò la Bailey divertita.
"Accidenti" ribattei sorridendo.
Osservai la Bailey uscire e poi presi a caso una rivista di medicina. Meglio allenarla la mia memoria fotografica, no?
Dopo un po' iniziai a sentire il bisogno di andare in bagno.
Sbuffai e ci misi una vita per
scendere piano e in modo delicato dal letto. Mi ero appena messa del
tutto in piedi quando entrò l'ultima persona che mi sarei mai
aspettata di vedere. Julia Canner.
La sua faccia non era molto amichevole.
"Carino architettare un incidente stradale per riprendertelo".
Sgranai gli occhi stupita. Architettato?
"Credevo di esserci riuscita a
fargli dimenticare te, e invece alla prima occasione lui è
tornato da te, alla tua prima sofferenza...tu non lo meriti uno come
lui! Ma io sì!" mi buttò in faccia Julia.
Io non lo meritavo, quello era
vero e ne ero consapevole, ma lo amavo e non potevo farci niente se
anche lui ricambiava i miei sentimenti.
"Non sono stata io a dirgli di tornare da me..." mi difesi.
"Sì ma lui l'ha fatto
perchè tu continui a ronzargli intorno. In questo modo non
riuscirà mai a staccarsi da te...sembra quasi che tu ti diverta
a sapere di averlo sempre in pugno. Ha sofferto molto per te, in modo
che tu nemmeno immagini. Tu non lo renderai mai felice come stavo
facendo e potrei fare io".
Le sue parole mi bruciavano
dentro. Erano le stesse cose che io avevo pensato un miliardo di volte
di lui, che non avrebbe mai potuto rendermi felice come meritavo e che
non facevo altro che continuare a soffrire.
"Tu non te lo meriti uno come lui!" urlò Julia con le lacrime agli occhi spingendomi per terra.
Andai a sbattere la schiena
contro la fiancata del letto e la osservai uscire con espressione
ancora stupita. In tutta la mia vita questa era la prima volta che una
ex incazzata mi faceva una scenata. Beh, c'era sempre una prima volta,
no?
Abbassai lo sguardo sulla
ferita, e capii perchè mi faceva così male. Si era
riaperta e il sangue mi macchiava la camicia da notte azzurra.
Merda. Allungai il braccio e
aprii il primo cassetto del comodino. Frugai dentro con la mano fino a
quando toccai qualcosa di duro e rettangolare.
"Dai...dai..." mi sforzai al massimo di prenderlo e rilasciai un respiro profondo quando ci riuscii.
Era il mio cercapersone, il modo più efficace per chiamare aiuto.
Con le mani sporche del mio sangue scrissi un breve ma chiaro messaggio.
911. E lo inviai alla Bailey, Meredith e Mark.
Sentivo che le forze se ne andavano ma dovevo lottare per tenere gli occhi aperti, anche se la voglia di dormire era tanta...
ANGOLO AUTRICE
Non
sopporto Julia, credo si sia capito, vero?? Mentre invece amo Alex,
duro e stronzo fuori ma dolce e tenero dentro (un po' come un
cioccolatino ripieno...ma questa da dove mi è uscita???).
Ringrazio Sonietta93, _Elizabeth_ e 9Pepe4, i complimenti sono sempre ben accetti e spero vivamente che anche questo capitolo vi sia piaciuto.
Il
terzo e ultimo capitolo ho intenzione di postarlo o sabato o domenica,
non so perchè sabato sono fuori tutto il giorno.
Grazie e ciao a tutti
Nikki Potter
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