Bile nera

di Mephistopheles
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Bile nera
X.



 

Neanche il tempo di girare la maniglia e mi trovo una pistola puntata in faccia. Lui è un volto che conosco. L'ho già visto. È un guardiano. O almeno lo è stato una sera in cui c'ero anch'io, al club. Ed è fuori di sé. Gli occhi spalancati, il viso paonazzo, la mano tremante.
« Tutto, capisci? Tutto quanto. Non è possibile. Io ho visto tutto, ho letto tutto. Non ce la posso fare ». Dice cose di questo tipo, parla molto velocemente. Faccio fatica a seguirlo.
« Ne bevo due litri al giorno, di quella roba. Ti fotte il cervello, capisci? Non c'è niente che non puoi conoscere. Non possono fare così, la gente deve sapere ».
« Senti, non voglio guai. Voglio solo tornare nel salone dei libri un'altra volta », provo a rispondere. Lui si incazza e tende il braccio con la pistola dritto verso la mia fronte. Io sono tranquillo. Voglio solo uscirne vivo, liberarmi in fretta di lui. Per tornare al club il prima possibile. La canna della pistola è gelida sulla mia pelle.
« No, ti ho visto alla scrematura. E poi alla selezione. So tutto di te, tutti sappiamo tutto di te. Abbiamo i dati di chiunque superi la selezione. Tu devi dirlo a tutti, devi denunciare questa cosa. Sono pazzi, sono tutti pazzi » dice.
Mi trattengo dal fargli notare che l'unico pazzo sembra essere lui. Mi spinge dentro casa mia premendo la canna sulla fronte. Entra e si chiude la porta dietro la schiena con un calcio.
Si guarda intorno nervosamente, poi va avanti col suo sermone senza senso.
« Quella roba ti fotte il cervello. Te ne fanno prendere sempre di più e tu vuoi sapere sempre di più, finché non diventi dipendente. Dipendente da loro, dalla loro roba. E quella roba ti fotte il cervello. Credi di sapere tutto, ma sei solo diventato loro schiavo. Tu devi scrivere, devi scrivere adesso ».
Mi dice un sacco di altre cose. Che vogliono creare un esercito. Che la filosofia è politica. Che vogliono rovesciare il sistema. Che per diventare guardiano devi bere sempre di più, studiare sempre di più.
« Ci sfruttano, capisci? Tra quei libri, in quella sala, ce n'è uno che si intitola, indovina come: “Perché le persone muoiono”. E dentro ci sono i vostri fogli, i nostri fogli, quelli timbrati. Sono pagine, capisci? Tu non l'hai ancora visto quel libro. Stanno raccogliendo ogni forma di pensiero. Raccolgono, catalogano, sintetizzano. Lo fanno da millenni. Possono controllare tutto. Sono pericolosi ».
Mi dà ventiquattro ore per denunciare il tutto. Per scrivere tutto quello che so, dall'inizio della storia ad ora. Dice che non sa quanto ci metteranno a beccarlo, che lo stanno già cercando, ma starà comunque fuori di casa mia a vedere se esco. E se esco mi fa saltare in aria la testa, dice.
E adesso io sto scrivendo tutto quanto, quando potrei invece essere al club. A quest'ora saranno già alla “scrematura”. Mi dice che devo scrivere questa cosa e diffonderla come posso. Lo faccio perché la mia testa mi serve ancora, mi serve per capire, mi serve per tornare nel salone dei libri.
Non vedo l'ora di finire di scrivere questa merda e tornare a bere la roba nera, e fare vedere a tutti che ne posso bere più di loro, e immergermi nel Sapere per giorni interi senza pensare ad altro.





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