Lasciami pensare che si può
essere felici.
Lasciamelo pensare.
Ti prego.
Apro gli occhi, e tu ancora
dormi.
Non credo riuscirò mai a comprendere
appieno la bellezza che hai mentre riposi, la tua pelle candida alla mercé del
mio sguardo sembra il ricordo di un sogno, fatto molto – troppo – tempo
fa.
Reminiscenza di una felicità troppo presto
perduta, troppo presto obliata, per le vie buie del tempo.
Non tento nemmeno di muovere un muscolo: non voglio svegliarti, conosco il
tuo sonno leggero e voglio godere ancora un po’ della tua debolezza, di questa
visione che mi è stata concessa, che tu mi concedi.
Perché sei così vulnerabile
quando dormi, perché vorrei stare ad osservarti per sempre, mentre il giorno
nasce sul nostro villaggio, mentre tutto tace, mentre…perché…
Non posso
muovere un muscolo in realtà…ieri notte, la situazione mi ha colto veramente
impreparata. Anche se forse, se fossi stata più attenta, avrei potuto scorgere
il futuro nei minuscoli e fugaci segni che erano disseminati.
Quando dormi, adoro guardarti:
dimentico di avere 17 anni, di essere poco più di una ragazza, appena qualcosa
più in là, ma penso di essere forte, di poterti proteggere con il mio corpo
immenso, con la mia anima che come un abito ti rivestirebbe, in silenzio, con il
sorriso che si crea sulle labbra degli innamorati.
No, ti prego! Non risvegliarti
ancora.
Dormi, dormi pensando a me, pensando a ieri
sera, a questa notte in cui hai scritto il tuo nome sul mio corpo immaturo, con
quelle labbra che solo per me hai scoperto.
Un battito di ciglia chiare, come vorrei
capirti appieno…pensare di essere qualcosa di più che una notte, più che
un’allieva.
Dormi, pensando a me, a quelle mani che hai
bloccato e accolto tra le tue, a quelle labbra che hai fatto tua proprietà,
senza darmi alcune possibilità di proteggermi. Perché?
Perché tu sei così: esigente, e
tremendamente sensuale.
Vuoi, e sempre, porti a volere,
disperatamente, con tutte le forze che si hanno in corpo.
Vuoi e porti volere.
Sempre.
Non mi sono mai data a qualcuno: sei stato la mia prima – ingenua,
infantile, così immatura –
volta, e mai avrei immaginato che lasciarlo fare a te, essere totalmente in tua
balia, sarebbe stato così…oh, così sconvolgente.
Perdonami se ho pianto: la portata del
piacere, anche e soprattutto quando altro non facevi e accarezzarmi, o
semplicemente guardarmi con i tuoi occhi di ossidiana o respirarmi vicino,
mentre le tue braccia guidavano il mio corpo, era troppa.
La tua voce roca, le tue
parole. Il tuo corpo ormai di uomo e il mio, parvenza di donna, di fiore che
tenta di sbocciare, le tue mani che modellano la materia, il sesso in virtù di
se stesso, una fuga impossibile. Da non chiedere, da non esigere, a cui non
pensare, a cui dover rinunciare. Da escludere a priori.
-
Kakashi, ne sarei
morta.
Ne sono morta, questa
notte.
Troppo piacere, troppo assenzio
per questa bocca di umana infante.
Mi hai dannata,
salvandomi.
Donna.
Dormi, tu dormi ancora. Il tuo respiro ha
una bella cadenza, sensuale, come tutto te stesso, e silenzioso, fresco,
semplice. Non ho paura quando sono con te.
Non ho paura adesso.
Eppure ieri notte…hai avuto paura alle mie
lacrime? A quelle lacrime che tentavo di nascondere? E poi…ti sei compiaciuto
dei miei occhi torbidi? Dei gemiti che non riuscivo a trattenere? Io me ne sono
vergognata tremendamente.
Non si fa.
È difficile da
capire?
"è infantile da
dire"
Non si fa, è
cattivo.
Sakura, non si fa.
Perché lo hai fatto?
È davvero l’uomo di cui sei
innamorata?
Adesso vorrei potermi muovere, ma il corpo mi fa così male, non ho le forze
per scappare, per rinnegare tutto quanto, io non voglio rinnegarlo.
Amare.
Kakashi.
Amare Kakashi, dimenticare
Sasuke.
Dimenticare Sasuke e amare
Kakashi.
La luce del sole che filtra tra le persiane
della finestra, fuori appena qualche sporadico cinguettio, adoro, adoro essere
al mondo. Adoro gioire, adoro stare male. Adoro la sensazione di statico
benessere, di buia dimenticanza.
Adoro l’adesso, essere, pensare.
Essere tua e pensare a lui.
Essere così perdutamente felice e pensare
che lui è lontano, dove non lo posso raggiungere, nemmeno con il
pensiero.
Sapere che la bimba e Sasuke si dicono
addio, prendendo due strade diverse.
"Forse, un giorno. Forse,
chissà."
Dimenticare Sasuke e amare Kakashi, mentre
dorme, tutto sembra molto più facile.
Voglio guardarti dormire per sempre e
voglio fare ancora, l’amore con te, per sempre, e lasciare fuori
Sasuke.
Voglio dimenticare chi non avrò mai, e
imparare ad amare chi non raggiungerò , chi mi spingerà alla passione più
estrema.
Come ami, Kakashi? Me lo hai veramente
dimostrato questa notte?
Sei tu così? Ami in questo modo così
maturo, da maestro del godimento, ami con follia senza perdere la lucidità, il
tuo carattere.
Mi hai detto la verità mentre le tue labbra
mi infondevano vita chiedendone in cambio altrettanta, mentre con le tue bianche
mani giocavi con i miei capelli, con i miei sensi.
La tua verità è forse la vita stessa
Kakashi?
Dormi, dormi ancora, decido di accocolarmi
a te, perché sei così dolce quando dormi, perché divento così dolce quando mi
cibo di questo amore appena nato, di questo fiore che sbocciando mi lascia bere
del suo nettare.
Respiriamo insieme, come se fossimo parte
di un’unica anima.
I tuoi occhi che si aprono
la mia coscienza che si estende
su mondi infiniti
sono la nascita della mia
trepidazione
sono il mio addio a
Sasuke
sono il sapere che ci può essere salvezza,
per chi rinuncia alla consona e usuale via, per addentrarsi in una
proibita.
- Sakura…-
Sentire il mio nome pronunciato da te,
emozionarsi anche solo per questo.
- Vieni qui… -
Dormi…
Dormo, abbandonata al suo
petto, sorretta e cullata dalle sue braccia.
Dormo, in un mondo che forse
posso abitare, in una vita che forse
-
lontana, lontana da lui Sakura,
dal ventaglio nero dell’Uchiha
-
potrò vivere.
Dormi
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