Niente è per sempre, vero Cecil?

di PiccoloCuoreSenzaAmore
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- Cecil, sveglia!
La voce di mia madre rimbomba per tutta la stanza! Guardo l’orologio: 10:34!
Tra meno di un ora sarò in aeroporto e lascerò Parigi! Questa città ha portato forti emozioni negli ultimi anni.  Ho conosciuto Anna, la mia migliore amica. Lei è stata sempre al mio fianco dal primo giorno che ho messo piede in Francia! All’inizio è stato difficile. Insomma nascere in Italia, passare 7 anni lì, passare altri 7 anni a Londra per  il lavoro di mio padre e infine venire in Francia senza conoscere ne la lingua ne la città.. Beh potete immaginare quanto sia stato difficile. Ed è stato ancora peggio dare a Eugenio, il mio ragazzo, la notizia della mia partenza. Senza troppe storie ha accettato la mia decisione e ha promesso di venire a trovarmi. Ora, compiuti 18 anni da meno di una settimana, ritorno a Londra. Amo quel posto! Lì davvero mi sento a casa! Quando l’ho detto ad Anna, è scoppiata a piangere e io insieme a lei. Odio vederla in quello stato. Quanto vorrei venisse con me, ma purtroppo ha iniziato già a lavorare  e non vuole perdere il suo posto di lavoro.
- Cecil!? Sei ancora nel letto? Alzati dai! Oppure non vuoi più partire?-la voce di mia mamma interrompe i miei pensieri!
.. Mi alzo dal letto frettolosamente.
-Si mamma. Vado a farmi una doccia-
-Va bene tesoro. Tuo padre ha portato le valigie giù-
Annuisco. So che per lui non è facile vedermi partire. All’inizio era contrario all’idea ma poi Jacob, mio fratello, l’ha convinto dicendogli che sarebbe rimasto con me per qualche mese. E’ davvero fantastico!
Entro nella doccia.
Dopo circa 10 minuti sento bussare alla porta!
- Cecil!- mio fratello
- Cecil, muoviti!O faremo tardi!!- ribadisce.
Esco dalla doccia, asciugo i capelli e esco in accappatoio dal bagno. Mio fratello mi guarda facendomi una smorfia come per dire “Ce l’hai fatta”, mi sorpassa e entra nel bagno!
Mi dirigo in camera mia e apro l’armadio. La sera precedente già avevo pensato a cosa mettere. Un vestitino azzurro con le ballerine dello stesso colore e la Pinko blu notte.
Mi vesto e scendo al piano di sotto. Guardo l’orologio: 11:30
-Mamma a che ora abbiamo l’aereo?- chiedo
- A mezzogiorno e 10 tesoro. Jacob, muoviti!- urla pensando fosse ancora in bagno. Proprio in quel momento però sbuca da dietro facendola sobbalzare.
-Sono pronto, mamma!- afferma.
-Mi hai fatto spaventare!- ridacchiamo.
- ah ah  scusami. Papà dov’è?
-In macchina. Vi sta aspettando da mezz’ora! Andate dai. Non voglio farvi perdere altro tempo. Vi prego abbiate cura di voi e non appena arrivate chiamate. Jacob , tieni d’occhio tua sorella. Cecil, tesoro, mi mancherai! Verremo senz’altro a trovarti. Vi voglio bene!-
Io e Jacob annuiamo. L’abbracciamo e iniziano a scendere delle lacrime dal viso di entrambi.
-Mamma ti vogliamo bene anche noi. Tranquilla  andrà tutto bene. -
-Chiamate! Vi amo tesori!-
Sorridiamo. – Anche noi!- diciamo in coro.
Usciamo da casa e ci dirigiamo in macchina. Papà ci stava aspettando e non appena entriamo mette in moto. Non prima di 10 minuti ci ritroviamo già li.
-Mi mancherete ragazzi! Qualunque cosa non esitate a chiamare. Jacob prenditi cura di..- fu interrotto!
-Si papà, la terrò d’occhio!- Disse Jacob sospirando. – Non è più una bambina, tranquilli!- terminò!
Una lacrima rigò il viso di mio padre.
-Mi mancherete! Vi voglio tanto bene-
-Papà, non è un addio.  E’ soltanto un arrivederci!- Urlo per poi dirigermi sull’aereo. –Ti vogliamo bene Pà!- sorride. E’ il sorriso più bello del mondo!
- Cecil, sei pronta?-
-Sono nata pronta, Jacob!- Mi vanto.
Ridacchia tra sé e sé per poi iniziare a leggere.
Quelle ore passarono in fretta e non appena atterriamo ci guardiamo dritti negli occhi.
-Finalmente a casa!- esultiamo!
-Andiamo in hotel, per ora. Domani faremo una sorpresa a Clara e Ludovica!-
Sii! Clara e Ludovica sono le mie cugine. Non le vedo da quando sono andata via da Londra. Da quell’istante le ho sentite poche volte.  Il rapporto che avevo con loro era davvero … MAGNIFICO! Siamo come sorelle, ci capiamo al volo e condividiamo ogni cosa. Oh almeno. Qualche anno fa era cosi.





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