Sopravvivendo a Weasley!
[o a Pansy, dipende
dai punti di vista]
Esistono persone che entrano nella nostra vita e non
c’è bisogno di tante spiegazioni per capire che ci
rimarranno; non è importante se i fili del destino fino a
quell’istante erano distanti, lontani anni luce.
Ciò che importa è che adesso questi fili abbiano
trovato il giusto intreccio e che siano pronti a formare il tessuto
della vita.
Pansy sbuffò rassegnata:
ormai ne era certa, non avrebbe mai trovato il lavoro adatto a lei.
Girovagava tra le vie di Diagon Alley da ben due ore alla ricerca
dell’impiego perfetto.
Dopo essere stata licenziata dal barista sdentato e rugoso dal locale
‘Il Paiolo Magico’, a causa di qualche
inconveniente con dei clienti (tutti possono sbagliare, no? Come faceva
a sapere lei, che quel tipo pelato era allergico alle fragole? E che di
conseguenza bere un frullato con quei frutti gli avrebbe causato la
comparsa di macchie rosse su tutto il corpo e il consequenziale
svenimento? D'altronde le fragole sono molto simili ai frutti di bosco,
vero?).
Per non parlare poi del suo ultimo lavoro alla libreria ‘Il
Ghirigoro’. L’isterico proprietario
l’aveva mandata via dal suo negozio a causa di alcune sue
dimenticanze.
Perché Pansy non riusciva a mantenere un lavoro a tempo
determinato?, vi starate chiedendo. E’ facile: la ragazza era
abituata a essere servita e riverita, mentre adesso toccava a lei
ricoprire quel ruolo e a dipendere da altri che non erano alla sua
altezza.
Se qualche anno fa le avessero chiesto quale fosse il suo futuro, lei,
sicura, avrebbe risposto soltanto con tre parole molto semplici
“Con Draco, ovviamente”, ma ora, a distanza di
anni, aveva capito che quello era solo un sogno adolescenziale che
piano piano era andato perduto.
Diede un’occhiata in giro: Diagon Alley era tornata quella di
un tempo; le colorate vetrine dei vari negozietti erano piene di libri
di magia, calderoni, ingredienti per pozioni e grandi manifesti che
annunciavano l’uscita del nuovo libro di Rita Skeeter, pieno
di scoop e scandali sui personaggi più influenti del Mondo
Magico.
Qualcosa attirò la sua attenzione, si bloccò
stupita sul marciapiede, come paralizzata. Sulla vetrina sinistra dei
‘Tiri Vispi Weasley’, era appeso un cartello bianco
ma stampato a lettere verde acido:
CERCASI AIUTANTE!
(Femmina, maschio o
troll! Qui non si fanno discriminazioni!)
L’altra vetrina era piena di strani oggetti che si muovevano
sbattendo contro il vetro, o esplodevano in tanti pezzi per poi
ricomporsi qualche secondo dopo o ,ancora, lampeggiavano, saltavano e
lanciavano urla agghiaccianti.
Pansy rimase a osservali, riflettendo.
Lavorare per i Weasley: la famiglia più babbanofila che il
mondo avesse avuto la sfortuna di ospitare; esisteva un lavoro
più denigrante per una Purosangue come lei?
Devo farcela, si disse.
Dopo che la sua famiglia si era trasferita in un posto lontano anni
luce dall’Inghilterra, lei contando soltanto sulle sue forze
era riuscita a mantenere un tenore di vita abbastanza soddisfacente.
Fece un profondo respiro ed entrò, pregando di essere
l’unica interessata a quell’impiego. Non le andava
di usare un Confundus per mandare via gli altri
maghi, come l'lultima volta.
Si guardò intorno. Non era mai entrata lì: i suoi
interessi certamente non erano così demenziali.
Sugli alti scaffali erano ammucchiati centinaia di quelli che a lei
sembravano innocenti dolci, ma sapeva che se li avesse assaggiati, si
sarebbe ricoperta di piume colorate o di grossi e dolorosissimi brufoli
pieni di pus.
Ordinate sulle mensole c’erano varie confezioni di Merendine
Marinare, Torrone Sanguinolento, Mou Mollelingua e ogni genere di
schifezze per decerebrati mentali. Stava per allungare una mano e
afferrare una scatola coloratissima con l’immagine di due bei
ragazzi in estasi su una nave, quando una mano si posò sulla
sua spalla.
Ehi, signorina!- la apostrofò –Che stai facendo?-
Un ragazzo con una capigliatura rossa fiammeggiante e un completo
prugna che faceva a pugni con i suoi capelli lunghi fino alla spalla,
la stava osservando.
Il Weasley capo,
pensò.
-Sono qui per il posto di commessa- rispose, sostituendo l'espressione
disgustata con un sorriso falso.
-Oh, certo- le indicò una piccola porta che conduceva sul
retro –Vai da quella parte e aspetta con gli altri-
Avrebbe voluto rispondergli diversamente, magari con un insulto, ma se
avesse voluto ottenere quel lavoro, doveva moderare leggermente
i toni.
Annuì per poi dirigersi nella direzione indicatole dal
ragazzo. Quando entrò nel retro del negozio, si
stupì nel trovare tutte quelle persone che impazienti
aspettavano l’inizio del colloquio: alcuni parlottavano tra
di loro, altri ancora avevano lo sguardo perso su dei fogli.
Non sarebbe mai stata scelta, appena Weasley avrebbe scoperto la sua
identità (Pansy Parkinson, ex Serpeverde stronza, ex
fidanzata di Draco Malfoy e a Hogwarts era la causa principale dei
mille pettegolezzi che giravano sui suoi amici pezzenti) sarebbe stata
cacciata dal negozio in un batter d’occhio.
Un’idea prese vita nella sua mente: se lei fosse stata
l’unica a proporsi per quell’impiego, Weasley
–doveva sapere al più presto il suo nome-
l’avrebbe dovuta assumere per forza. Si passò la
lingua sulle labbra, inumidendole, poi si tolse una ciocca corvina che
le ricadeva fastidiosamente sulla fronte e tossicchiò
leggermente per attirare l’attenzione dei presenti.
-Buongiorno-
Qualcuno, educato, rispose al suo saluto.
-Grazie per esservi presentati così numerosi, ma abbiamo
già assunto un’aiutante. Una persona molto
qualificata…-
-Ma non è giusto!- si lamentò una ragazza dagli
occhi verdi, interrompendola.
–Noi stiamo aspettando da più di
un’ora!- fece un altro.
-Tu non sei la proprietaria!- esclamò un ragazzino dal naso
pronunciato. –Io conosco George!-
George! Ecco come si chiamava. Certo
che i Weasley avevano una fantasia...
Pansy
lo scrutò attentamente, valutando se rispondergli o no.
-Ah,
si? E conosci anche la sua fidanzata? Nonché sua segreteria?
Sai… - qual era il suo nome? Ah, si…
–George è un uomo molto impegnato, non
può certo perdere tempo con voi- disse, soddisfatta.
–Bene, la vostra presenza non è più
richiesta qui: potete andare- concluse, facendo un gesto esplicito con
la mano.
Il
ragazzo, nervoso, borbottò qualche maledizione al suo
indirizzo, dicendole chiaramente dove sarebbe potuta andare
lei, per poi smaterializzarsi, seguito subito dopo da
altrettanti individui irritati.
Stava
per complimentarsi con se stessa per la sua trovata, quando una voce
allegra e curiosa, le perforò i timpani –o almeno
lei ebbe questa sensazione.
-Allora
chi sarebbe la mia fidanzata?- domandò George Weasley
entrando nella stanza, le mani affondate in tasca e un sorriso stampato
sul volto lentigginoso.
-Fortunatamente
non io- rispose lei.
-Correggimi
se sbaglio, ma non lo hai appena dichiarato davanti a quei ragazzi?-
Lei
sbuffò, andando subito al sodo –Allora, sono
assunta?-.
-Assunta?-
ripeté lui sorpreso - Prima devi convincermi!-
George
prese la bacchetta dalla tasca anteriore del completo viola ed
evocò una soffice poltrona di chintz per se stesso, mentre
per lei una scomoda e rigida sedia in legno.
-Accomodati-
la invitò con un gesto della mano. –E mi
raccomando, stupiscimi con le tue mille doti!-.
-Cosa
vuoi sapere?-
-Beh,
prima di tutto il tuo nome-
-Pansy
Parkinson-
-Pansy
Parkinson…- si grattò il mento con la
bacchetta.-Pansy Parkinson…-
-Si,
l’ho appena detto-
-Il
tuo nome non mi è nuovo- le disse squadrandola. –E
neanche il tuo viso. Io non dimentico mai un faccino così
carino-.
-Mi
avrai visto al Paiolo Magico, è stato il mio penultimo
lavoro. Sicuramente non al Ghirigoro: l’ultima volta che sei
entrato in una libreria avevi diciassette anni, il viso pieno di
brufoli e gli ormoni a mille-.
-Ci
conosciamo soltanto da cinque minuti e già mi conosci
così bene? Mi piaci-.
-Tu
per niente-
Lui
sorrise, -E fra parentesi, gli ho ancora-
-Che
cosa? I brufoli?-
-No,
gli ormoni a mille-
Lei
biascicò qualcosa che assomigliava tanto a un “che
schifo”
-Perché
vuoi lavorare qui, se il tuo futuro capo ti fa schifo?-.
-
Il negozio, al contrario del padrone, è fantastico,
così come le magie che applichi…-
-Stop,
stop- George alzò una mano per farla tacere
–Grazie per i complimenti, ma adesso dimmi il vero motivo che
ti ha spinto a cacciare via ogni aspirante commesso e a proporti come
aiutante-.
Pansy
inarcò le sopracciglia sottili –Cosa?-.
-Si
vede lontano un miglio che fingi e che consideri le mie creazioni
“giochi da prestigiatore”, perciò
perché non dici la verità?-
-Mi
serve questo lavoro e come vedi, sono disposta a tutto per averlo...
perfino lavorare con uno come te!-
-Hai
portato il tuo curriculum?-
-Per
lavorare qui ho bisogno di un curriculum? Neanche avessi fatto un
colloquio alla Gringott-.
-Lo
sai parlare il francese?- buttò lì George per
metterla in difficoltà. In fin dei conti si stava divertendo.
-No,
ma conosco il finlandese- mentì.
Non
avrebbe mai incontrato un cliente finlandese! Quante
possibilità esistevano? Una su un milione, se non di
più.
Lui
annuì – Sei discretamente carina... -
Discretamente
carina? Idiota di un Weasley!
-E…-
fece una piccola pausa -Sei l’unica commessa disponibile al
momento. Quindi sei assunta-
-Sono
assunta?- ripeté, sorpresa.
-Si,
e non fare quella faccia! Lo sapevi benissimo che alla fine ce
l'avresti fatta-. Si passò una mano tra i capelli rossi per
poi fissarla intensamente. –Apriamo alle nove e mezzo, ma
naturalmente tu sarai qui almeno mezzora prima per sistemare la merce e
pulire il negozio. Ah, quasi dimenticavo! Sul lavoro hai
l’obbligo di chiamarmi Signor Weasley,
nell'intimità mi piace essere chiamato...beh, lo scoprirai
da te-. la provocò, provando sempre più gusto.
Un’espressione
di disgusto le comparve in volto. –Sempre meglio di
George-
-E’
un nome bellissimo-
-Ma
comunissimo-
-Meglio
un nome comune che il tuo!-
-Il
mio nome vuol dire “Violetta del Pensiero”-
George
continuò imperterrito. -I tuoi genitori l’ hanno
preso da una fiaba di Beda il Bardo? O l’hanno fatto apposta?
Pansy Parkinson! P.P.- dopo
averlo pronunciato cominciò a ridere. –P.P.-
ripeté –Proprio un bel suono!-
Pansy
strinse i pugni, conficcandosi le unghie nei palmi; dovette richiamare
a sé tutta la pazienza che possedeva per non lanciargli uno
Schiantesimo ed essere lincenziata in tronco.
-A
domani, Weasley-
-Signor
Weasley- la
corresse
Oddio,
come aveva fatto ad abbassarsi a quel livelllo?
-A
domani, Signor Weasley- ringhiò.
Afferrò
la borsetta in vernice nera violentemente, per poi smaterializzarsi,
mentre la risata allegra di George le risuonava ancora e
fastidiosa nelle orecchie.
Ciao!
Ho trovato questa fan fiction in una vecchia cartella del computer,
l'avevo scritto due estati fa, non ricordo di preciso
perchè... a giudicare dalla coppia ( prima volta in assoluto
e anche ultima che la uso xD), credo fosse per un concorso. In
principio era una one-shot, veramente troppo lunga, perciò
ho deciso di dividerla in 2-3 capitoli. Chiedo scusa per l'orribile
titolo, ma faccio proprio schifo nello scieglierli xD
Spero vi possa piacere :) lasciatemi una recensionina per dirmelo, no?
xD
Greta
P.S.: Ma quanto è bello Titanic? :D