La Mia Piccola Dashie
La Mia Piccola Dashie
di ROBCakeran53
My Little Dashie
Scritto da ROBCakeran53 http://robcakeran53.deviantart.com/
Modificato da SirPeppermintJam http://sirpeppermintjam.deviantart.com/
Tradotto in Italiano da Mirax96 http://mirax96.deviantart.com/
Basato da questa immagine: http://img269.imageshack.us/img269/5121/happybirthdayrd1.jpg by http://oppositebros.deviantart.com/
Per fan art, testi e altri lavori basati su questa storia: http://robcakeran53.deviantart.com/favourites/46446902
Link Gdocs della storia originale in Inglese:
https://docs.google.com/document/d/1NwdIJMALxxi6egHz832IuNIHy1J7JAqulJFoGeLM5tY/edit?hl=en_US
Vivo la mia vita, giorno dopo giorno. Buona parte di questi giorni
è priva di eventi, sempre nella stessa routine: mi sveglio, vado
a lavoro, lavoro, vado a casa, dopo perdo tempo finchè non vado
a letto. A volte mi vedo con i miei pochi amici, altre semplicemente mi
metto a giocare a qualche videogioco o a guardare My Little Pony:
Friendship is Magic. Una volta ogni tanto, però, capita qualcosa
di nuovo e interessante: incontro un vecchio amico, trovo un dollaro
per terra, o vengo inseguito da un cane randagio.
Vivere in una città morente non è molto divertente o
interessante. Questa città un tempo era piena di vita e
colorata, ma ora... ora molte case sono in decadenza, c'è
pochissimo lavoro, e quelle che un tempo erano grandi fabbriche che
portavano avanti l'economia non sono diventate altro che delle pianure
vuote. Non ho mai visto questa città quando ancora splendeva, ma
ho visto delle immagini. I miei genitori hanno avuto una vita felice, e
potrebbero solo desiderare lo stesso per me.
Purtroppo, non posso dire che il loro desiderio si sia avverato.
Sono intrappolato nella stessa insulsa routine: Svegliarsi, lavorare,
dormire, ripetere. A volte ho dei momenti di svago, ma gli sforzi che
devo sopportare ogni giorno rovinano quei piccoli momenti di gioia. My
Little Pony mi ha aiutato, ma è solo un' altra cosa che stimola
un pò le mie speranze. Ogni volta che vedo lo show, o una delle
puledre su un sito, gioisco un pò nel vedere i vivi colori, i
volti felici dei pony, e il pacifico paesaggio del loro mondo. È
così dura guardare quel mondo meraviglioso, averlo così
vicino a me; vorrei poter toccare i colori caldi e luminosi, le faccie
sorridenti dei pony.
Però sono fermato dallo schermo del mio computer.
Sono tornato alla realtà. Arriva il punto dove devo
semplicemente chiudere il mio computer e andarmene. Lo faccio spesso,
specialmente dopo la morte dei miei genitori. Esco a camminare. Quando
sono triste, cammino. Quando mi sento stanco, cammino. Quando ho voglia
di camminare... cammino. Camminare è diventato come una seconda
vita per me, in un certo senso; spendo almeno metà delle mie
giornate fuori, lungo le vie di periferia in decadenza.
Ho visto la gente venire e andarsene. Ho visto edifici abbattuti,
bruciati, o che hanno così tanti graffiti sui muri da non poter
capire qual è il colore originale. Vedo davvero raramente altre
persone nelle mie passeggiate. A molta gente non piace vedere quella
che una volta era la loro bellissima città, le loro case, le
loro ex aziende. Ma non gliene faccio una colpa. Anzi, gli do ragione.
Loro hanno visto questo posto con i loro occhi, hanno visto gli edifici
ancora stabili e interi, i prati ancora freschi e potati, le strade, i
marciapiedi intatti.
L'unica cosa che ho mai visto che si avvicinano a questa descrizione
sono i dipinti di mia madre, tutti vivi e con ogni colore di questo
mondo. Lei ha iniziato a dipingere quando tutto iniziò a
sbriciolarsi sotto i suoi occhi, mostrando la bellezza che c'era prima
di questo paesaggio triste. Il suo capolavoro ritrae un grande prato,
che ora è diventato un parcheggio. Su quel prato ha dipinto un
bellissimo arcobaleno. Il mio dipinto preferito. Probabilmente è
questo il maggior motivo per cui Rainbow Dash mi piace più di
tutte le altre pony. I suoi colori, il suo bellissimo Sonic Rainboom,
tutto di lei mi ricorda quel dipinto.
Ci sono state volte che desideravo di avere la mia Rainbow Dash, o
più realisticamente un peluche di lei, da poter coccolare a
letto. Ho usato un vecchio Simba come rimpiazzo "temporaneo",
finchè non avrei guadagnato abbastanza soldi da poterne comprare
uno. Ha aiutato, in un senso. Era come se tenerlo poteva diminuire un
pò le mie ferite, le mie pene, il mio dolore. I miei piedi, dopo
molte ore di passeggiata nelle mie vecchie scarpe, hanno iniziato a
pulsare sulle suole, comunque, se l'avessi avuto, avrei tenuto
quell'animaletto a cuore più di quanto farebbe una madre per il
proprio figlio. E' la sola cosa a cui riuscivo a pensare e avrei
provato pura gioia, anche se fisicamente non era la Rainbow Dash che
volevo.
Ma lo sarebbe stata.
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Oggi, come al solito, ho camminato per andare al lavoro. Sempre la
stessa merda, solo un giorno diverso, a guardare le stesse persone
entrare nel negozio, prendere i loro prodotti e pagare, poi andarsene
con le buste in mano. Il mio turno è finito dopo molte ore. Sono
uscito e ho iniziato ad avviarmi verso casa. Ho deciso di prendere un
percorso differente questa volta, tanto per poter cambiare un pochino
la strada che prendo di solito. Questa parte di città era stata
colpita peggio; solo poche case sono rimaste in piedi, e nessuna di
loro è abitata. E' davvero una cosa triste da vedere. E poi,
anche l'unica cosa da vedere. L'unica che avrei visto per tutto il
tragitto.
O almeno è quello che credevo.
Sono stato fermato da qualcosa di inusuale; una scatola di cartone nel
mezzo del marciapiede. Vivendo in questo tipo di area vedo spazzatura
ovunque. Pacchi, scatole di McDonald, e bottiglie di plastica
ricoprivano le strade e i prati, ma raramente trovavo una scatola di
cartone che non era minimamente sgualcita o rotta. Ho notato questa
scatola particolare perchè era proprio sul mio cammino. Quando
ero piccolo, cercavo di fare ciò che potevo per la
comunità. Raccoglievo la spazzatura quando la vedevo, o provavo
ad aiutare il vicinato. Era una battaglia persa. Al giorno d'oggi, ho
perso ogni speranza di pulire questa città, e ancora meno il mio
vicinato. Ora passo semplicemente accanto alla spazzatura, lasciando
che il vento la trascini via o che si decomponga col tempo. Lascio
stare le cose dove le "persone" le lasciano, dato che a loro non
importa altro che loro stessi. Perchè io dovrei comportarmi
diversamente?
Sono passato accanto alla scatola, dandogli una piccola occhiata. Non
aveva niente che potesse interessarmi. Ho continuato il mio cammino,
ormai casa mia non era molto lontana. Una volta arrivato, mi sono
seduto e ho giocato a qualche gioco, cercando di togliere quella
scatola dai miei pensieri. Ho avuto poca fortuna, in quanto la scatola
riuscì in qualche modo a tornarmi in mente. Il tempo passava, e
presto mi tornò la voglia di camminare. Sono uscito di casa e ho
iniziato a percorrere il mio solito percorso quando mi fermai. Cosa
aveva di speciale quella scatola che mi era rimasta in testa? Mi
voltai indietro, attraversando la strada che ho preso per tornare a
casa, quella strada che attraversavo ogni morte di papa. Fui
sopraffatto dalla curiosità, e volevo soddisfarla.
Dopo qualche minuto l'avevo trovata, ancora poggiata nello stesso
punto, triste e sola sul marciapiede malconcio. Non si muoveva, non
faceva nulla di speciale. Era una normalissima, marrone scatola di
cartone. Non volevo essere uscito per nulla, perciò mi avvicinai
di più. Quando mi avvicinai abbastanza, iniziai a notare
qualcosa di dentro. Era qualcosa di molto colorato, ed era abbastanza
piccolo. Forse aveva la grandezza di un cucciolo di Labrador di pochi
mesi.
Mi fermai vicinissimo alla scatola, e guardai quella cosa colorata che c'era dentro.
Ed eccomi a questo punto: sto guardando nella scatola a una piccola...
qualcosa. No, so esattamente cos'è, ma il mio cervello non mi
permette di accettarlo. All' inizio avrei voluto dire che era
semplicemente un giocattolo, lasciato a morire con il resto della
robaccia qui intorno. Ma poi l'ho visto respirare. Infatti sembrava
dormire. Le mie mani tremano, il mio respiro è irregolare, e sto
provando a sfregarmi gli occhi per provare a vedere meglio.
Ma ogni volta, mi appare la stessa immagine. Dentro, c'è... una cucciola... una puledra... Rainbow Dash... che dorme.
Mi inginocchio, provando a dare un'occhiata più da vicino alla
scatola. Non riesco a credere a ciò che vedo. Non c'è una
motivazione fisica, mentale, o exreaterrestre per la quale dovrebbe
trovarsi qui... nel mio cupo, oscuro e orribile mondo. Dopo aver
controllato meglio la scatola, trovo ad un lato una scritta fatta con
una penna che dice "Dalle una casa."
Il primo pensiero che mi viene in mente, oltre a "Rainbow
Dash puledra in una scatola", è "Chi abbandonerebbe mai una
Rainbow Dash puledra?" La mia testa è piena di interrogativi.
Come è arrivata qui? Perchè è qui? Perchè
è una puledra? Il suo fianco è persino privo del suo
cutie mark, prova che è ancora una puledra. Mentre tento di
alzarmi, urto accidentalmente la scatola con il mio piede, e accade
l'inevitabile: lei si sveglia.
Si guarda intorno, strofinandosi la fiaccia con una zampa anteriore,
provando a svegliarsi per bene. All'inizio tutto ciò che vede
sono le mura marroni della scatola, ma dopo, guardando in alto, vede
me. Quei grossi occhi neri, con intorno quei cerchi colorati di rosa
hanno fatto, come si suol dire, esplodere il mio cuore... due volte.
È così pura e carina da farmi inginocchiare di nuovo, e
non riesco a nascondergli un sorriso. Non ho sorriso così da
anni, da quando i miei genitori mi portarono al parco di quest'area.
I suoi occhi continuano a guardarmi, mentre io guardo lei. Non so cosa dire, o cosa fare, ma devo iniziare qualcosa.
"Ciao."
Le ho parlato, ma lei non risponde.
"Ehm, cosa ci fai qui fuori?"
Si guarda intorno, dopo ricomincia subito a fissarmi. Più tempo
passa, più capisco che è davvero piccola; molto
più piccola della sua apparizione da puledra nell'episodio
ventitre. Probabilmente non sa ancora parlare... se lei può
parlare nel mio mondo. Il punto è che lei esiste, davanti a me,
più confuso che mai. Faccio tornare la mia attenzione su di lei,
e noto che il suo corpo sta tremando un pò. La stagione fredda
è arrivata, e può fare abbastanza freddo, specialmente a
metà Settembre.
Non so bene cosa fare; le do una casa? Chiamo qualcuno? Chi potrei mai
chiamare? Io sono un Brony riservato, perciò nessuno dei miei
amici sa del mio amore su questo show. Non posso portarla in un
asilo... è una scelta stupida. Non solo sarebbe trattata come un
fenomeno da baraccone, ma potrebbe persino essere portata in un
laboratorio e studiata, gli farebbero degli orribili esperimenti.
C'è solo una cosa da fare.
Inizia a tremare di nuovo a causa di una ventata fredda che la
raggiunge; le sue ali tremano e lei si accovaccia cercando di ripararsi
dal freddo con le zampe. E' troppo, non resisto più. Afferro la
mia giacca, e la prendo. La sua reazione è quella che mi
aspettavo; paura. Inizia ad agitarsi, ignara di cosa le stessi facendo.
Non può ancora volare, ma tenta lo stesso di far muovere le sue
ali come se per miracolo potesse magicamente prendere il volo. La metto
nella mia giacca, in modo che la avvolga lasciandogli fuori la testa, e
la prendo in braccio. Lei continua ad agitarsi, ma finalmente il calore
del mio corpo si infiltra nella giacca e su di lei, che si calma.
"Va tutto bene. Andiamo in un posto più al calduccio, ok?"
Le sorrido di nuovo. Lei mi guarda in modo molto confuso, starà tentando di capire cosa sta succedendo.
"Non preoccuparti, non ti farò del male. Si sta facendo tardi, ti congelerai qui fuori."
Penso che mi abbia capito, dopo che ho detto quelle parole il suo
sguardo torna alla normalità, e cerca di accomodarsi per bene
nella mia giacca. Si dimena un pò, cercando di trovare una
posizione più comoda. Riesco a sentire i suoi zoccoli e le sue
ali che mi spingono mentre si muove. Dopo, si ferma e inizia a
riposarsi nelle mie braccia, fa un piccolo sospiro e chiudendo gli
occhi inizia a dormire.
Il mio cuore è esploso una terza volta.
Nell'intero ritorno, controllo che non ci siano persone che mi passino
vicino. Non voglio che nessuno la veda. Non so come potrebbero reagire.
Però, naturalmente, non vedo una singola persona. Si
fa mezzanotte mentre torno a casa; fortunatamente per noi, ho tenuto
accesa la luce della mia veranda. Essendo una delle poche case abitate
nel quartiere c'è molto buio. La città ha persino smesso
di dare energia ai pali della luce, il che rende tutto più
difficile. Do un' occhiata alla puledra, che continua a dormire nella
giacca come l'ho lasciata. Non sta più tremando, e sembra
abbastanza calda.
Vado nella mia veranda e, facendo attenzione a non fare troppo rumore, prendo la chiave,
inserisco nella serratura, giro la chiave e finalmente afferro la
maniglia, e apro la porta. E' buio dentro, dato che quando ero uscito
c'era ancora la luce fuori. Quando premo l'interruttore, la lampada del
corridio prende vita, illuminando un pò il soggiorno. Gran parte
dei mobili è di proprietà dei miei genitori. In
realtà, tutta la casa lo è. Sono diventato il suo
proprietario dopo la loro caduta, e cerco di mantenere la casa come
l'hanno lasciata.
Ancora con la piccola Rainbow Dash in braccio, cammino nel soggiorno.
Quando passo vicino al ritratto di famiglia, lo saluto con un "Ciao
mamma, ciao papà." Lo so che non sono davvero qui, ma so che mi
hanno voluto bene, e io gliene voglio a loro, questo mi aiuta a stare
bene, e a continaure questa miserabile vita. Appena entro nel
soggiorno, sento qualcosa che si agita nelle mie braccia. Si è
svegliata, probabilmente quando ho acceso le luci, e ora inizia ad
essere ansiosa. Senza sapere bene cosa fare o come affrontare la
situazione, la poggio sul pavimento.
Lei salta immediatamente fuori dalla giacca e si guarda intorno,
iniziando a studiare ciò che la circonda. Io continuo a
guardarla mentre esplora la cucina, dopo inizia a studiare il tavolo.
"Cosa ci fai qui nel mio mondo?"
Non voglio dirglielo così forte, ma ormai è una cosa
normale. Vedendo i miei amici una volta ogni tanto, mi ritrova a
parlare con, beh, me stesso molto spesso. Non ho un animale domestico,
semplicemente perchè vorrebbe dire più soldi da buttare e
io non ne ho molti già per conto mio.
Dalla mia domanda, l'unica risposta è un'altra occhiata
inespressiva dalla sua faccia. Questo mi dice che neanche lei lo sa.
Beh, cosa mi dovrei aspettare da una puledra che ancora non sa neanche
parlare.
"Ti sei persa?"
Non appena queste parole escono dalla mia bocca, il suo sguardo scende al pavimento.
"Oh..."
La conclusione è che lei non ha idea di cosa stia succedendo, di
dove si trovi, di chi io sia, o qualsiasi altra cosa. Si, era persa.
"Beh, finchè non succede qualcosa, direi che puoi... rimanere con me."
Lei alza la testa e abbassa le orecchie, guardandomi in modo
preoccupato. Le mie parole non sembravano molto incoraggianti,
perciò inizio a parlare sorridendo.
"Non preoccuparti. Sono sicuro che qualsiasi cosa ti abbia portata qui,
sistemerà tutto per conto suo. Noi dobbiamo... solo aspettare.
Va bene?"
Non so perchè l'ho chiesto, ma sembra funzionare. Ha alzato le sue orecchie e sorride.
Le ore seguenti le ho spese a farle il "gran tour" della casa. Niente
di strabiliante da vedere, e ho evitato di farle vedere la mia camera
da letto per paura che il gran numero di vestiti sporchi la potesse
inghiottire. Dopodichè, gli ho dato da mangiare. Ho rotto
qualche piccola carota, e incredibilmente ho scoperto che ha qualche
dente. Dato che è una puledra, non ero sicuro se potesse
già mangiare dei cibi solidi come le carote. Ma pensandoci, lei
viene da un cartone, perciò non saprei cosa è "corretto"
per lei in ogni caso.
Soddisfatta del cibo, trova un punto comodo sulla sedia reclinabile di
mio padre e ci si siede. Non mi dispiace, tanto io non mi siedo mai su
quella sedia. Non avevo mai il permesso di farlo quando lui era in
vita, quindi perchè la cosa dovrebbe cambiare dopo la sua
caduta? E' la sua sedia. Ma non ne do una colpa alla puledra per non
saperlo, perciò le permetto di sedersi dove si trova meglio.
Inoltre le do una piccola coperta per potersi riscaldare, data la
temperatura attuale di casa mia. Non c'è freddo come fuori, ma
la mia caldaia ha avuto problemi fin da prima della caduta dei miei
genitori. In realtà c'è un trucco per aggiustarla, ma
è morto con mio padre.
Devo essermi addormentato a un certo punto. Onestamente pensavo che
sarei rimasto sveglio a causa di questo interessante evento, ma dopo le
lunghe ore passate a lavoro e a prendermi cura di Dash, il mio corpo ha
avuto altri piani. Non so quanto a lungo sono rimasto sveglio prima di
crollare, ma non importa; appena chiudo gli occhi, sento qualcosa che
mi tocca a un fianco. Guardo, e vedo che a dormire accanto a me
è la piccola puledra; la sua criniera e la sua coda dai vari
colori non tremano, la sua testa riposa dentro il mio gomito.
So che sta diventanto una vecchia battuta, ma devo dirlo: il mio cuore è esploso di nuovo.
Se ne sta qui, dormendo, raggomitolata accanto a me, facendomi
sorridere. I suoi lievi respiri si sentono a mala pena. La sua criniera
mi solletica il braccio, ma evito di fare un qualsiasi movimento. Il
calore del suo corpo sul mio stomaco fa addolcire il mio già
debole cuore. Ripenso a quando nei mesi scorsi, non molto tempo fa,
volevo avere un momento come questo. Il mio piccolo pony, una Rainbow
Dash con cui dormire e tenere. E ora ho una vera Rainbow Dash, una
puledra, che dorme accanto a me; contenta e tranquilla come se mi
conoscesse dalla nascita.
Adesso, non c'è altro di cui mi importi. La mia disperazione, i
miei piedi doloranti e il mio cuore sofferente, tutti come dimenticati,
come se niente si possa avvicinare in modo remoto alla sensazione che
sento adesso; questa gioia che sto provando ora, sveglio sul mio
divano. Lei è qui. Lei è reale. Adesso, lei a la mia
piccola pony. Lei è... la mia piccola Dashie.
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Sono passati solo quattro mesi da quando ho portato la piccola Rainbow
Dash a casa mia. Ho fatto delle piccole "ricerche" in materia, ma non
ho trovato nessuna conclusione. Non ho idea di perchè sia qui, e
francamente, non mi interessa neanche più. Questi pochi mesi con
lei sono stati i più belli della mia vita. Lei mi ha permesso di
amare e di provare gioia, tra l'altro. Adesso, lei è seduta con
me sul divano mentre mi guardo la televisione.
Lei sembra gradire i cartoni animati del mattino sulla stazione locale,
e anch'io ho iniziato a gradirli. Si comporta come farebbe una giovane
bimba. Ma pensandoci, perchè non dovrebbe? Un'altro grande fatto
è che sta imparando a parlare. Non sono un insegnante o un
genitore, ma faccio del mio meglio per aiutarla a imparare a parlare e
leggere. Non so come, o persino da dove cominciare a insegnarle a
scrivere. Nello show lo fanno con la bocca, ma per ora non ci penso.
Quando sarà un pò più grande, se sarà
ancora con me, farò quello che posso per insegnarglielo.
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Di solito un anno passa lentamente. Vorrei guardare avanti per il nuovo
anno, nella speranza di un nuovo inizio. A pensarci, sento che questo
anno è passato un pò troppo velocemente per me. Ho
deciso, dato che non sono a conoscenza della sua data di nascita, di
fare del giorno che l'ho trovata il suo compleanno. Il diciassette
Settembre... stranamente, è anche la stessa data in cui l'anno
scorso è iniziata la seconda stagione di My Little Pony:
Friendship is Magic. Ho smesso di guardare lo show dopo che Dashie
è entrata nella mia vita. Non c'è ragione per me di
continuare, e onestamente, non ho più molto tempo per me stesso.
Sarebbe stato difficile nascondermi mentre guardavo lo show, e ancor
più difficile spiegare la situazione se lo avrebbe mai visto,
specialmente alla sua età attuale. Lei sa che il suo nome
è Rainbow Dash, ma io ho iniziato a chiamarla col suo soprannome
di Pinkie: "Dashie", ma questo non le crea alcun problema. Ora
può totalmente comunicare con me, leggere l'Inglese, e sta
persino iniziando a imparare a scrivere con, avete indovinato, la sua
bocca.
Ho provato a "inventare" qualche apparecchio per il suo zoccolo per
farla scrivere, ma sembra che scrivere con la bocca sia più
naturale che con lo zoccolo. Ora c'è una cosa che mi sta
scombussolando con lei. Ogni giorno si siede davanti ad una finestra,
guardando fuori. Non mi preoccupo che sia vista da un passante. Abito
su un vicolo cieco, perciò è l'ultima delle mie
preoccupazioni. Comunque, anche se non me lo dice, posso vedere la sua
voglia di uscire all'aria fresca nei suoi occhi. Non posso tenerla qui
dentro per tutta la sua vita.
Ah... Sto parlando come se starà qui per sempre. So che non
è così. Un giorno ritornerà a casa, ci sarà
un semplice "poof" e sarà sparita, o con qualche incantesimo
Twilight si mostrerà e la riporterà a casa per aggiustare
tutto. Nel mio cuore, spero che non accadrà mai. Ma nella mia
mente, so che accardrà. È solo questione di tempo.
Spero di poterla fare uscire presto. Ho controllato alcuni dei tanti
parchi abbandonati nelle mie andate e ritorni dal lavoro, vedendo qual
è il miglior posto dove portarla. Casualmente, sembra che il
parco dove ho giocato e cresciuto sia la miglior opzione. Allora
sarà quello, la porterò a quel parco. Come la
porterò lì? È ancora abbastanza piccola,
perciò posso nasconderla nella giacca o altro. Domani sembra
essere un ottimo giorno, comunque.
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Ce l'ha fata. Dopo averla avuta due anni sotto la mia protezione, e
senza avere nessuna conoscenza sul volo, l'ho aiutata a imparare a
volare. Direi che è un bel pò in un solo paio d'anni, e
stava iniziando ad essere difficile nasconderla quando andavamo al
parco. Ero così disperato, che per nasconderla le ho comprato un
costume da cane da indossare, così avrebbe potuto camminare
inosservata. Non era felice. Perciò, ho preso qualche libro
dalla biblioteca e ho letto su come insegnare agli uccelli a volare.
Avrei potuto cercarlo su internet, ma temo che possa diventarne
curiosa. Ci sono molte cose spaventose su internet, e lei non è
pronta per quello. Col senno di poi è già abbastanza
grave che stia sperimentando la televisione, ma a lei piacciono
così tanto Spongebob e Nascar (una famosa serie di gare
automobilistiche) che non posso portarglieli via.
Torniamo al volo. L'ho portata a quel vecchio parco per settimane,
nella speranza di poterle insegnare come volare. C'è un grande
albero lì, con i rami sporgenti su una cassetta di sabbia. Il
posto perfetto per lei per fare pratica. Se cadeva, e non riuscivo a
prenderla, almeno c'era qualcosa di abbastanza morbido su cui cadere.
È caduta molte volte. Sapevo che sarebbe caduta molte volte. Ci
sono stati molti graffi, tagli e lividi tra lei e il suo obbiettivo, ma
dopo molte settimane di lavoro, volò. Era una piccola distanza,
circa cinquanta piedi, ma comunque ce l'ha fatta. Era un pò
ferita, ma ne è stata orgogliosa. Forse ora può volare in
alto, così che le poche persone a terra non la vedano.
Dovrò vedere se può manipolare le nuvole come fa nello
show; potrebbe tornare utile. Ora può nascondersi su una
nuvola quando andiamo al parco.
Un'altra cosa che ha attirato la mia attenzione. Mi ha chiesto se
poteva avere una sua camera. Ci ho pensato, e mi sono ricordato che la
casa ha una camera da letto libera, i miei genitori l'avevano lasciata
con la mia vecchia roba di scuola e molti miei giocattoli di
quand'ero piccolo. Potrebbero piacergli, ma non so quanto potranno
divertirla, dato che sta maturando. Se ha una sua camera, posso darle
delle sue cose, così potrebbe sentirsi in qualche modo normale.
È abbastanza intelligente per essere una puledra, e conosce la
differenza tra le nostre specie, ma non sa ancora nulla delle sue
origini. Non è ancora pronta; tutto ciò che posso fare
è renderla felice.
Desidero solo di trovare un modo per poterle comprare ciò che vuole.
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Se qualcuno quattro anni fa mi avesse detto che avrei dovuto prendermi
cura di un cartone animato, un pony dai colori dell'arcobaleno, gli
avrei dato del pazzo. Probabilmente io lo sono in realtà, ma non
mi interessa. Sono felice. Lei è felice. Oggi è un giorno
da festeggiare, perchè oggi la mia piccola Dashie ha ottenuto il
suo cutie mark.
Onestamente non so come prendere la cosa. Lei non sapeva nemmeno
cos'era finchè non gliel'ho spiegato. Ora è ancora
più eccitata di prima. Era una normale uscita al parco, ma
questa volta lei ha voluto vedere quanto in alto riusciva ad arrivare.
L'ho dovuta limitare su quanto alto poteva volare, ma onestamente non
posso fare nulla quando lei è lassù. Non so volare, tutto
ciò che posso fare è dirle di fare attenzione
In qualche modo le è venuta in testa la voglia di vedere quanto
poteva volare veloce, probabilmente per il fatto che è una fan
di Nascar e, beh, delle corse in generale. Alcune volte inventava dei
trucchi e delle acrobazie sue, dandogli dei nomi. Io dovevo solo
sedermi su una panchina e tirarle su il morale. Non c'era neanche
più nessuno. Infatti, in quel quartiere, credo di essere
l'ultima persona rimasta da più di un anno. Ci sono delle voci
che comunque dicono che l'intera area sta per essere ventuda a qualche
compagnia, e che diventerà una grande area di produzione. Non so
come sentirmi riguardo questa storia... ma non è importante ora.
Sono molto felice del fatto che la mia Dashie conosce il luogo. Anche
se questo non è il suo mondo, è sempre la stessa Rainbow
Dash dello show.. Indipendentemente dal fatto che l'ho allevata io, ha
gli stessi comportamenti e atteggiamenti dello show. E ora, ha il suo
cutie mark.
Comunque, è andata molto in alto per provare ad accumulare
velocità da una caduta. Beh, era tutto a suo favore; la
posizione in cui si trovava, il suo preparamento mentale, e forse anche
il fatto che io la guardavo e le facevo il tifo, comunque ce l'ha
fatta. Ha sfondato la barriera del suono, e creato un Sonic Rainboom.
Non sapevo che avrebbe potuto farlo nel mio mondo. Sapevo che si
può rompere la barriera del suono, ma anche la parte
dell'arcobaleno? Mi sento confuso. Comunque, l'esplosione iniziale ha
fatto rompere molte finestre e ha fatto partire gli allarmi delle auto
nelle vicinanze. L'ho subito presa e ci siamo catapultati a casa prima
che qualcuno potesse arrivare al parco. Fortunatamente nessuna delle
mie finestre si era rotta.
Il resto della giornata è stato speso a festeggiare. Il caso ha
voluto che fosse anche il suo quarto compleanno. Non ho idea di che
età aveva quando l'avevo trovata, quindi ho semplicemente
ricominciato. Avrei comprato una torta, ma a causa dell'esplosione,
tutti i negozi erano chiusi e avevano bisogno di finestre.
Perciò, abbiamo fatto una torta per conto nostro. A quanto pare,
i fan hanno ragione: lei non sa infornare. Inoltre io non sono il
massimo, perciò la torta è stata un disastro. Ma ci siamo
divertiti, e lei è felice. Pertanto, anch'io sono felice.
Se quello è stato il suo miglior momento della giornata, il mio
lo è stato qualche attimo fa. Lei ormai è abituata a
dormire in camera sua, io sul divano. Ho smesso di dormire nella mia
camera, e ho cominciato a dormire nel soggiorno per tenerle compagnia,
fino a poco tempo fa. Ora dormo di nuovo sul mio letto, ma tengo la
porta aperta, così se lei ha bisogno di me, può
raggiungermi. L'ho appena accomodata nel letto e le ho augurato la
buona notte, quando l'ha detto.
"Buonanotte, papà. Ti voglio bene."
Non mi sono collegato ad internet da, quando, tre anni? Non so come
vanno le cose online su My Little Pony, o quali battute sono ancora di
moda o no. Ma dannazione, sto per dirlo perchè è vero! Il
mio cuore è esploso due volte! Per la prima volta, non solo mi
ha chiamato papà, che ha fatto in alcune occasioni, ma ha
persino detto... "Ti voglio bene."
Per un momento, non sapevo cosa dire o cosa fare. Non sono mai stato in
una situazione simile prima d'ora. Ma ricordo cosa facevano i miei
genitori in questi casi. Perciò, le ho baciato la fronte e le ho
detto la stessa cosa.
"Buona notte, mia piccola Dashie. Ti voglio bene anche io."
Mi ha sorriso, dopo ha chiuso gli occhi per dormire. Sono uscito,
spegnendole la luce, assicurandomi che la sua luce notturna di
Spongebob era accesa, ovviamente, e ho chiuso la porta, dopo mi sono
seduto sul divano. Non mi sono mosso per un' ora adesso, ho la testa
così piena di pensieri. Le poche volte che mi aveva chiamato
"papà", non ci avevo fatto caso. Posso capire perchè mi
ha chiamato così. Essendo stato con lei così tanto devo
averlo accettato come parte del prendermi cura di lei. Ma stasera
quando ha detto quelle tre parole, l' ho finalmente capito dal profondo
del cuore. Sono il suo papà.
Lei mi considera suo padre. E francamente, io considero lei mia figlia.
Anche se siamo di specie totalmete differenti, le voglio comunque bene
con tutto il mio cuore. E ci sono volute quelle parole dette da lei per
farmelo realizzare. Penso di avercela finalmente fatta. Ho rotto il
duro guscio che si era formato alla morte dei miei genitori. Ho fatto
entrare una piccola dolce puledra nella mia vita. Le ho dato una casa
in cui vivere, cibo da mangiare, e ora un padre da amare. Lei mi ha
dato speranze, amore, compassione, e ora qualcosa che non avrei mai
creduto di avere: una figlia.
Continuo ad evitare di pensare che si sta avvicinando il giorno che
tornerà ad Equestria. Ed ogni giorno diventa sempre più
difficile per me pensare quando accadrà. Spero solo che non mi
dimenticherà mai, perchè io non dimenticherò mai
lei.
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Credo che ora Dashie sia alla sua grandezza massima. È alta
più quasi un metro. Sono passati dieci anni da quando l'ho
trovata, ma secondo i miei calcoli credo che ne abbia quattordici o
quindici. Perciò abbiamo celebrato cinque compleanni mancati e
il giorno di trasloco. Esattamente, giorno di trasloco. Ce ne andiamo
dalla casa dei miei genitori, dato che finalmente ho racimolato
abbastanza soldi, e avuto fortuna al casinò. Abbiamo comprato
una bella casa a un centinaio di miglia dalla città. C'è
un sacco di spazio aperto intorno, non c'è una sola casa per
cinque miglia, siamo solo io e lei.
Ora può volare dove vuole, quando vuole. È veramente
felice, anche se gli manca un pò il vecchio parco. Ma ora
è andato, come il resto delle cose che c'erano nell' area. Una
grande compagnia ha comprato tutta la zona, l'ha distrutta, e ci ha
costruito un' enorme fabbrica. È stato un grandioso boom per
l'economia, e la gente ha ricominciato a costruire case in quella zona!
Lo so, è una buona notizia, ma... non per noi due. Quella
quantità di persone gli avrebbe impedito di uscire, e non voglio
forzarla a rimanere dentro tutto il giorno, fatta eccezione per quando
piove.
Ho un nuovo lavoro, che mi fa guadagnare di più del vecchio.
Dashie mi ha persino chiesto se poteva avere un lavoro, ma poi si era
ricordata cosa le avevo sempre detto. Il suo sguardo faceva spezzare il
cuore. Ci stavamo gustando una torta che avevamo fatto, le nostre
abilità culinarie sono migliorate, quando me lo chiese. Io ho
scherzosamente risposto che non poteva dato che era un pony e ho riso.
Era rimasta in silenzio. Mio Dio, sono una persona orribile... Ho... Ho
appena riso di mia figlia perchè è diversa.
Le ho chiesto scusa per ore, e anche se diceva che capiva, so che
è ancora ferita. Per fortuna, conosco un modo per aggiustare
tutto. Data la grandezza del prato della proprietà, ci vuole
molto lavoro per potare l'erba. Domani modificherò un tosaerba
in modo che lei possa usarlo, così può avere un lavoro.
Adirittura la pagherò, così potrà comprare la roba
che vuole. Anche se dovrò comprarla io per lei, potrà
comunque dire di aver lavorato per qualcosa. Secondo lo show, lei
poteva controllare le condizioni climatiche. Ma non voglio abbia a che
fare con madre natura finchè non è un' ovvia emergenza,
perciò non c'è un vero e proprio lavoro per lei qui.
Non posso ancora credere che sia stata con me per dieci anni. Mio Dio,
il tempo passa così velocemente... Vorrei che si rallentasse,
così potrei stare più a lungo con lei. Non so quando, ma
ho la terribile sensazione che il nostro tempo insieme finirà.
Tutto questo è stato troppo bello per essere vero.
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Oggi è probabilmente il giorno più brutto della mia vita,
anche più di quando i miei parenti sono morti. A causa di eventi
per cui non mi potevo preparare, Dashie ha scoperto la verità
prima che potessi dirgliela io. Ora sa chi è, un personaggio
inventato di un programma televisivo per bambini. È arrabbiata,
no, furiosa con me. Si è chiusa in camera sua, ma conosco mia
figlia. Non ci rimarrà a lungo. Ha aperto la finestra ed
è volata via, probabilmente in un albero dove poteva sfogarsi.
Sono un mostro.
Avrei dovuto dirglielo prima, ma semplicemente non ero mai sicuro di
quando fosse il momento giusto. Ora stiamo soffrendo tutti e due per la
mia negligenza. Pensavo che comprare una nuova antenna sarebbe stata
una buona cosa, così lei avrebbe potuto vedere più
programmi, ma ciò che non avevo capito è che abbiamo la
stazione HUB. Non sapevo nemmeno che era ancora attiva, e la cosa
più strabiliante è che My Little Pony è ancora IN
ONDA! È arrivato all'ottava stagione, ma è stato ripetuto.
Ricordo di essere tornato dal lavoro con del cibo, l'ho messo in
cucina, e sono andato nel soggiorno. È in quel momento che
l'avevo visto...
"YAY! CE L'HA FATTA!" ha urlato Fluttershy, mentre saltava felice con
Applejack, Twilight, e Pinkie Pie sulle nuvole con gli sguardi all'aria.
Il mio cuore si era sbriciolato... Conoscievo questo episodio...
Ricordavo questo episodio. Anche dopo non aver visto nulla per dodici
anni... Riesco ancora a ricordare quel dannato episodio. In
quell'episodio, Rainbow Dash esegue il Sonic Rainboom, proprio come la
mia Dashie aveva fatto anni fa. In quel momento stavo ancora stringendo
le chiavi... e mi caddero di mano. Avevano tintinnato sul pavimento in
legno, se lei prima non sapeva che fossi qui, ora lo sa.
"Da quanto..." mi chiese Dashie, con voce atona.
"Io..."
"Da quanto tempo sapevi di questa storia?"
"Io..."
Dashie si girò per guardarmi. Stava piangendo, la sua criniera era anche più scompigliata del normale.
"DA QUANTO TEMPO SAPEVI DI QUESTA STORIA!?"
Non riuscivo a fare nulla... una lacrima era scesa sulla mia guancia
quando mi aveva urlato. Era la prima volta in tutti questi anni che mi
aveva alzato la voce.
E mi sono meritato ogni singola lettera.
Perciò, mi sono seduto, ho spento la televisione, e le ho detto
tutto. Le ho detto dello show, di quando l'ho trovata, e risposto a
tutte le altre domande che mi aveva fatto.
Erano molte.
Per la maggior parte riguardavano lo show, e io le dissi semplicemente
quello che sapevo. Che era la Rainbow Dash del programma, che era uno
dei tanti pony del cartone. Ho provato a spiegarglielo, ma era in preda
alla furia, così continuò ad accanirsi contro di me.
Ho subito tutto. Mi sono meritato tutto. Non le ho rivelato
quell'orribile segreto per fin troppo tempo. Adesso è una
puledra totalmente cresciuta, capace di prendersi cura di sè
stessa se era ad Equestria. Però, io l'ho trattata come se fosse
ancora la mia piccola puledra. Ho sbagliato, ma non potevo fare nulla.
Non avrei nemmeno voluto che questo accadesse, ma sapevo che sarebbe
successo. Avrei dovuto fare ciò che era giusto, ma non l'ho
fatto. Era solo questione di tempo prima che lei scoprisse tutto, e
sapesse chi era.
Dopo il nostro discorso, volò sopra in camera sua, e
sbattè la porta. Sono andato a chiamarla un' ora dopo, ma
l'assenza di risposte mi disse era volata via. Posso solo sperare che
torni, o almeno, se non lo fa, che stia lontana dalle altre persone. A
questo punto, spero che una specie di portale si apra e lei possa
tornare nel suo mondo, così non dovrà più pensare
a me. Tutto ciò che posso dirle, a questo punto, è che mi
dispiace.
Mi dispiace... tanto... tantissimo.
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Sono passati tre giorni da quando Dashie se ne è andata. La
notte della sua partenza, ho fatto qualcosa che non facevo da molto
tempo: sono andato a camminare. Non sapevo dove andavo, quanto
camminavo, ma è ciò che ho fatto. Ho camminato. Ora, dopo
tre giorni mi ritrovo fuori a camminare di nuovo. Sono stato fuori si e
no per tre ore, e anche se sono solo le cinque del pomeriggio, inizia a
fare buio.
Sta per arrivare un temporale, presto sarò colpito dalla sua
potenza. Mi giro per tornare a casa, anche se senza correre. Le mie
energie questi giorni erano quasi nulle, dato che non ho mangiato
nient'altro che qualche toast. Mi sento così perso che cammino
vicino agli alberi intorno a casa mia. No, casa nostra. È
più sua che mia, e niente cambierà questo.
La pioggia è iniziata, ma non accellero. Semplicemente, cammino,
proprio come facevo tanto tempo fa. I lontani ricordi di tutta la mia
pena e sofferenza prima dell' arrivo di Dashie iniziano a tornare nella
mia mente. Non ci avevo pensato per anni. Il rumore dell'acqua che
picchietta gli alberi mi tiene un pò distratto. È un
suono pacifico, che non sentiresti mai in città.
La pioggia ormai è fitta e la mia maglia ormai è zuppa.
Sono sicuro che domani mi sentirò male, ma non mi importa.
Mi sono sentito male per questi tre giorni; una sofferenza
mentale che mi tormenta. Mia figlia è lì fuori da qualche
parte, sofferente, bisognosa di un pò di conforto e calore sotto
questa pioggia. Vorrei poter essere con lei, anche se lei forse non mi
vuole. Da come ha agito forse non vuole vedermi mai più.
Ma non la biasimo... deve essere una cosa orribile scoprire il proprio
passato in quel modo. Non posso nemmeno immaginare cosa abbia provato.
So che Dashie è una forte puledra, e che sa cavarsela. Ma so
anche come nasconde del rancore a volte. Non so se mi perdonerà
mai, anche se tornerà. O cosa più importante, se io possa
perdonare me stesso.
Adesso sta diluviando. Gli alberi riescono a malapena a
nascondermi dalla pioggia torrenziale, dato che mi bagno anche
sotto i rami. La smetto di gironzolare, e cerco di trovare la via di
casa. Non sono perso; gran parte di quest'area è facile da
attraversare una volta che ti ci abitui. È solo che cerco Dashie
mentre cammino. È questa la ragione principale per cui io stia
camminando nella foresta.
Proseguo, provando un certo benessere con questa pioggia. Di
colpo, noto un grande, fitto albero. È più grande degli
altri, e guardando la sua fitta rete di rami posso dedurre che riesce a
riparare anche da questa pesante pioggia. Devo riposarmi, perciò
vado sotto l'albero e mi siedo. L'erba non è molto bagnata,
poche goccie riescono a cadere qui.
Questo è il tipo di albero in cui Dashie si sarebbe riparata da
questa pioggia. Vorrei che fosse così, ma non l'ho vista quando
sono arrivato.
Chiudo gli occhi, e mi poggio sul tronco dell'albero pensando alla mia
vita... alla nostra vita, insieme come un padre e una figlia. Siamo
maturati molto come famiglia, e abbiamo avuto la fortuna di avere poche
liti. Ma nessuna di quelle è stata come quella di tre giorni fa.
Sento un brivido salirmi alla testa quando ripenso al volto di Dashie.
La rabbia nei suoi occhi, unita alla confusione, mi fa rabbrividire.
Vorrei che le cose si aggiustassero, o tornare indietro nel tempo per
impedire che accada. Ma non posso fare nessuna delle due cose.
Ciò che è fatto è fatto.
"Mi dispiace tanto..."
L'ho pensato ad alta voce, non mi importa che qualcuno mi senta. Sono
solo, nascosto in mezzo a questi alberi. I quali sono nascosti da
questa pioggia, e quelli che non lo sono, sono lontani da qui.
"Chiedo scusa, Dashie."
Continua a piangere ad occhi chiusi, poggiato sull'albero. La pioggia
continua a scendere intorno a me. Una goccia cade sulla mia testa, ma
non ci penso.
Crack
Apro i miei occhi per il suono improvviso, e guardo alla mia sinistra.
Sono sorpreso di ciò che vedo accanto a me, che mi guarda con
gli occhi lacrimanti. Dashie, la mia piccola Dashie, ferma, con
delle foglie sulla criniera e sulla coda, si trova a mezzo metro da me.
È bagnata, sia dalla pioggia che dalle lacrime. Non l'avevo
sentita arrivare, essendo un Pegaso è stata molto silenziosa e
veloce.
Non parla, ma inizia a camminare verso di me, senza pensare che
stavolta i suoi zoccoli stanno facendo rumore. Non mi muovo; sto
semplicemente seduto per terra e guardo con i miei occhi bagnati.
Sembrava così orribile, e così bella allo stesso tempo.
Il suo pelo avrebbe bisogno di una bella lavata, ma era l'ultimo dei
miei problemi.
Senza una parola, mi si siede accanto, senza distogliere lo sguardo da
me. Posso solo guardarla, sperando di poterla abbracciare e non
lasciarla andare più. Ma resisto a questo istinto, sapendo che
sarebbe un'azione troppo diretta. Finalmente, inizia a parlare.
"Ti... Ti ho sentito," Dopo la sua voce iniziò ad abbassarsi, "E chiedo scusa anch'io."
Riesco semplicemente a sorridere; la sua attitudine da testa dura si
stava facendo vedere, ha sempre avuto difficolta a scusarsi, "Dashie,
tu non hai nulla di cui scusarti. È solo colpa mia."
Sembra che non gli importi, dato che la sua faccia è ancora triste.
"Papà. Mi... Mi vuoi ancora bene?"
Ora è il momento di agire. La raggiungo e la afferro, dandole un forte abbraccio.
"Ma certo, Dashie. Ti ho sempre voluto bene. E ti vorrò sempre
bene, a prescindere da tutto. E questo nemmeno una piccola lite come la
nostra può cambiarlo."
Lei ricambia l'abbraccio, e iniziamo a piangere insieme. Continuiamo a
scusarci, io per la verità e lei per aver alzato la voce ed
essere scappata. Dopo un pò di tempo, la pioggia se ne va,
mentre noi rimaniamo sotto l'albero.
"Papà?"
"Hm?"
"Possiamo andare a casa ora? Ho bisognio di una doccia, terribilmente."
Mi viene un risolino, e inizia a ridere anche lei. Andiamo verso casa;
sta di nuovo sorridendo. Anche io. Ci ho pensato un pò, e credo
che le darò il suo regalo di compleanno un pò più
presto del solito.
Un biglietto per l'Indy 500. Si, la sto portando all'Indy 500.
Potrà semplicemente accomodarsi su una nuvola mentre io sto nel
pubblico. Non dovrei neanche avere bisogno di comprarle un biglietto,
ma così avrà una sorta di ricordo della sua visita. Sono
sicuro che le prenderà un colpo, anche se non mi aspetto che
questo aggiusti tutto quanto, ma spero che le possa tirare un pò
su il morale.
Col tempo, sono sicuro che non farà più troppo peso al
fatto che sia nel cartone. È una pony sveglia, e sa di essere
reale, non quel pony inventato del cartone. Posso solo aiutarla a non
pensarci, e sperare che lei faccia lo stesso con me.
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C'è un punto nella vita di tutti genitori in cui devono lasciare
andare i loro figli. Nel bene o nel male, deve accadere a un certo
punto. Io ora mi ritrovo seduto nel soggiorno, da solo, a guardare
imbronciato delle fotografie dei miei ricordi di me e Dashie. Per il
suo ventesimo compleanno, avevo programmato un viaggio speciale per
andare a vedere un show su delle prestazioni di volo. Appena avevamo
finito di prepararci per andare, qualcuno bussò alla porta.
In tutti questi anni che siamo vissuti qui nessuno aveva mai bussato
alla porta. Diavolo, non ci eravamo nemmeno preparati nel caso qualcuno
fosse venuto. Le ho semplicemente detto di andare in camera sua mentre
ci pensavo io. Appena ho sentito la sua porta chiudersi, con calma ho
chiesto chi aveva bussato, aspettandomi qualche sconosciuto che si
fosse perso. Un'elegante voce femminile rispose, il cui tono aveva
qualcosa che attirava la mia attenzione. Chiese se poteva entrare; una
domanda a cui normalmente avrei risposto di no senza esitare, ma c'era
qualcosa di familiare nella sua voce. Non potevo fare altro che
avanzare e aprire la porta.
Appena vidi quella figura nella mia veranda, non seppi se era un sogno
o un'allucinazione. Davanti a me, c'era la radiosa e maestosa
Principessa Celestia. Ero senza parole; provavo emozioni contrastanti,
da una parte c'era la mia eccitazione da brony che in passato avevo
provato solo quando avevo trovato Dashie, dall'altra c'era la
tristezza, perchè sapevo cosa questo voleva dire. Era rimasta un
secondo a guardarmi; ci siamo guardati negli occhi, il suo corpo ha la
grandezza di un cavallo totalmente cresciuto. O fatto un passo
indietro, e le ho dato il permesso di entrare. Ciò che mi prese
alla sprovvista appena dopo, fu che vidi le altre cinque pony che la
seguivano. Prima Twilight Sparkle, poi il resto del gruppo: Applejack,
Rarity, Fluttershy e infine Pinkie Pie, che rimbalzò dentro.
"Ooooh, perciò è così che è la casa di un
alieno all'inter- OH CIELO! HAI UNA CUCINA! Io ho fame, tu hai fame?
Potremmo fare qualch-"
Era stata ammutolita dallo zoccolo di Applejack, "Calma, zuccherino.
Siamo qui solo per Rainbow, perciò non c'è tempo di fare
uno spuntino."
Lo stomaco di Applejack brontolò, "Anche se abbiamo fame."
Ancora non sapevo come reagire a tutto questo, ma per non essere
maleducato le ho offerto qualche avanzo, "Uh, abbiamo un pò di
avanzi della cena di ieri sera. Servitevi pure se volete qualcosa."
Pinkie lo prese come un "ok" e corse in cucina con impeto. Sembrava non
dovessi neanche dirle dove erano le cose; Sapeva già dove si
trovava tutto. Non sapevo se era pura fortuna o semplicemente il suo
essere Pinkie Pie... Scelsi la seconda.
"Ci penso io a tenerla d'occhio.", disse Applejack, camminando verso la
pony rosa. Quando mi era passata d'avanti, mi porse il cappello. Notai
che le pony non erano affatto spaventate nel vedere una creatura come
me. Lo stesso valeva per me, ma avendo avuto Dashie per quindici anni
mi sono abituato ad avere qualcosa di simile intorno. Però, ora
mi ritrovavo con cinque altre pony e una specie di dea che mi guardano
con la stessa curiosità con cui io guardo loro.
C'è stato un momento di silenzio mentre guardavo le due puledre
entrare nella mia cucina e cominciare a sbirciare nel mio frigo.
"Sono leggermente sorpresa," iniziò Celestia, "mi sarei aspettata un pò di esitazione nel farci entrare."
"Perchè? So chi siete tutte voi."
Celestia disse, "Ah, quindi sai tutto."
"So che siete dei personaggi inventati provenienti da un cartone
televisivo per bambini. Però, ciò che non so è
perchè siete qui."
Nell'ultima parte avevo mentito. Sapevo la ragione, ma volevo ignorarla.
"Oh, credo che tu lo sappia."
Stava cominciando a rodermi il fegato. Lo sapevo, e lei era arrivata al
punto. In tutti questi anni, avevo immaginato questo momento, ma col
tempo questo pensiero aveva cominciato lentamente ad andarsene,
finchè non era diventata una minima preoccupazione. È in
questi momenti che succede sempre, sapete cosa intendo; quando
finalmente tutto sta andando per il meglio e non hai più
preoccupazioni.
"Uhm, chiedo scusa, signore," disse Twilight, "Ma da quello che sappiamo, Rainbow Dash dovrebbe essere qui. Lo è?"
Guardavo la pony rosa; avrei voluto dirle di no, ma sarebbe stato inutile.
"È di sopra, in camera sua."
"In... Camera sua?" Chiese Rarity sorpresa.
"Si, Dashie è in camera sua. Non sapevo chi stesse bussando e non volevo che qualcuno la scoprisse."
"Dashie? Dico, sei già così amichevole con lei?" Continuò Rarity.
Avrei ardentemente voluto tirarle un pugno in quel momento; la sua
risposta era un insulto per me, "Amichevole? Non è nemmeno
l'inizio. E dovrei essere io a chiedere a voi, cosa diavolo avete fatto
in tutto questo tempo?"
Celestia si accigliò un pò, per il mio cambio di tono, "Vedi, la mia studente-"
"So perfettamente chi è, arriva al punto." Ero molto diretto con
lei. Furioso com'ero, volevo assolutamente sapere perchè
avessero mandato Dashie come una puledra in un altro mondo.
Twilight era rimasta allibbita, mentre la sua insegnate
continuò, "Si, certo. Ahem, lei stava lavorando ad un
incantesimo per aiutare il gruppo del tempo con qualche ricerca sulle
tempeste. Beh, avevano creato una tempesta un pò troppo forte e
quando Twilight aveva usato la sua magia per provare a disperderla, un
tuono si scontrò contro il suo incantesimo. Rainbow Dash ha
avuto la sfortuna di trovarsi nella traiettoria del raggio creato, che
l'ha inghiottita e mandata, beh, qui. Perciò, siamo tornati a
riprenderla, mi sembra ovvio."
Prima che potessi rispondere, Dashie mi chiamò dalla sua camera, "Papà? Va tutto bene?"
È in quel momento che il mio cuore si era fermato e guardai le
pony. Avevano tutte scioccate e confuse. Avevano riconosciuto la voce
della loro Rainbow Dash, ma lei aveva detto "Papà".
"Uh... Scusa, zuccherino," Iniziò Applejack, tornando dalla cucina, "ho appena sentito Rainbow chiamarti "Papà"?"
Prima che potessi rispondere, Celestia chiese, "Potresti spiegare?"
Ero perduto; stavo immaginando tante cose in un solo colpo. C'era solo
una cosa da fare... E dovevo farla, ma sapevo che non mi sarebbe
piaciuta.
"Accomodatevi in soggiorno, tornerò subito con lei."
Non le ho persmesso di rispondere; mi sono girato e ho iniziato a salire lentamente le scale.
"Papà?"
"Si Dashie, sto salendo. Noi..." Mi sono girato per una veloce occhiata
verso il gruppo di Pony che mi guardava salire, "...Dobbiamo parlare."
Perciò ecco cosa ho fatto. Le ho detto di chi c'era sotto, e che
l'avrebbero portata indietro. Aveva visto il cartone ogni tanto, e ha
trovato quelle strane avventure interessanti. Però aveva
abbandonato ogni dubbio, lei non era la Rainbow Dash del cartone, e
l'aveva preso come un cartone qualsiasi. Quando le ho parlato, e le ho
spiegato che c'erano dei veri pony di sotto, lei mi rise in faccia. Non
mi credeva, pensava le stessi facendo uno scherzo. Perciò, l'ho
portata di sotto in soggiorno.
"DASHIE!" disse Pinkie, sbalzando verso la sua amica.
Dashie spostò velocemente via la pony rosa, "Ehi, togliti di
mezzo!" rimettendola tra le altre pony nel soggiorno. La stavano
guardando tutte preoccupate per come si era comportata con la sua amica.
La criniera di zucchero filato di Pinkie si allentò mentre la guardava confusa.
"Tu... non... mi riconosci?"
"No, non conosco nessuna di voi." rispose Dashie. Questa cosa mi
feriva. Sapevo che erano le sue amiche, ma sono successe tante cose che
le hanno impedito di sapere del tutto la verità. E nemmeno loro
la sapevano, perciò ho dovuto spiegare.
"Io..." Cominciai, "Dashie, accomodati così posso spiegare tutto."
Lei lo fece, con la sua sedia reclinabile. Per tutto il tempo ha guardato tutte quelle pony che occupavano la stanza.
Era arrivato il momento, ma prima dovevo cominciare con una domanda, "Quanto tempo fa l'avete mandata qui?"
La domanda le prese alla sprovvista, ma Twilight rispose poco dopo, "Circa quindici giorni fa, perchè?"
Ero senza parole. Quindici giorni fa? Lei è stata con me per
quindici anni, cazzo! Questo significa che quindici giorni nel loro
mondo equivalgono a quindici anni qui.
"Beh," continuai,"È passato molto più tempo qui."
"Quanto?" chiese Twilight.
"... Quindici anni."
Tutte le pony, eccetto Celestia, spalancarono le loro bocche
"Questo non spiega come mai non ci riconosce", disse Applejack.
"Beh, è questo il punto. Quando l'ho trovata era... una cucciola."
"Era tornata una cucciola?"
"Dai miei calcoli, credo che non aveva più di quattro o cinque anni."
A questo punto Celestia guardò sorpresa.
"Ci stai dicendo che ti sei preso cura di Rainbow Dash per quindici anni, da quando era una piccola puledra?" Chiese.
Ho semplicemente annuito, e guardato Dashie che era inespressiva.
"Noi... Lei..." Cominciai, ma non sono più riuscito a trattenere
le lacrime, "Non può essere... Dio, vorrei... vorrei-"
"Capisco, ora il "papà" ha senso." Disse Celestia, con uno
sguardo pensieroso. Stava pensanto, provando a capire come sia potuto
succede. Io ho dedotto che sia colpa dell'incatesimo che, instabile,
potrebbe aver diminuito la sua età.
Per qualche momento c'era silenzio, a parte i respiri delle sette pony
e miei. Alla fine, è stata Dashie a rompere quel silenzio.
"Quindi cosa dovrebbe succedere ora?"
Guardai la principessa, provando a leggere il suo sguardo. Non importa
come ho imparato a leggere la faccia di Dashie, la Principessa Celestia
aveva la miglior faccia inespressiva che avessi mai visto. Non avevo
idea di cosa stesse pensando, o provando in quel momento.
"Beh, è abbastanza semplice. Twilight?" Celestia guardò
la sua studente, che si mise immediatamente sull'attenti all'udire del
suo nome, "Ricordi ancora l'incatesimo della memoria? Dall'incidente di
Discord?"
Twilight annuì, e scese dal divano.
Sapevo cosa stava succedendo, cosa aveva in mente Celestia. Voleva che
Twilight cancellasse la sua memoria e cominciasse da una nuova. O,
possibilmente, speravo che ridasse a Dashie i suoi ricordi della loro
amicizia a Ponyville. Non sapevo cosa fare, sentivo che era la cosa
giusta. Sapevo che era la cosa giusta, e che doveva essere fatta. Me lo
sono detto per quindici anni aspettando questo momento. Ma c'era
qualcosa che dovevo dire prima che sarebbe successo. Quelle pony
stavano per portare via la mia Dashie, e io avevo alcune parole da dire
prima che lo facessero.
"No, vi prego aspettate," Cominciai. Twilight si fermò,
guardando la dea, "Datemi solo un momento con lei, vi prego. Tutto qui,
visto... visto che questa è l'ultima volta che ci vediamo."
Mi ero arreso alle mie lacrime, a questo punto stavo apertamente
piangendo. Le pony potevano capire che mi sentivo male, e neanche
Dashie sembrava stare troppo bene. Perciò, capendo che non era
buono prolungare l'inevitabile, mi sono avvicinato alla sedia dove era
seduta Dashie, inginocchiandomi per poter essere alla sua altezza.
"Dashie, mia piccola Dashie. Ti voglio bene con tutto il mio cuore. Tu
sei riuscita a cambiarmi. Tu..." Mi sono dovuto fermare, per
sistemarmi, "... tu hai portato così tanta gioia nella mia vita
che non potrei mai ringraziarti abbastanza."
A questo punto, anche Dashie ha iniziato a piangere. Questo mi ha reso le cose peggiori.
"Questi quindici anni che abbiamo passato insieme, parlando, giocando,
volando; sono stati tutti speciali per me. Voglio solo che tu sappia,
che ti vorrò sempre bene. Non importa che non siamo della stessa
specie, o dello stesso mondo. Non importa cosa penserai di me, o
addirittura se ti ricorderai di me, ma in questo momento, tu sei la mia
Dashie e voglio che tu" l'ho toccata sul petto per farle capire
fisicamente che stavo parlando con lei "lo sappia. Se ci sarà
mai un problema, e tu avrai bisogno di me, non esitare a trovare un
modo per trovarmi, ok?"
Ho provato a ridacchiare un pò, per far passare l'ultima parte
come uno scherzo. Ha funzionato, anche se poco, dato che abbiamo
continuato entrambi a piangere. Potevo anche sentire singhiozzare
dietro di me; ho potuto solo immaginare che Pinkie Pie stesse piangendo
come aveva fatto alla fine del secondo episodio della prima stagione,
dopo che Luna e Celestia si sono riunite.
"D-d-devo andare v-v-via... P-p-papà?"
Ormai era da molti anni che mi chiamava "papà". Era confortante
sapere che ci teneva a me, da chiamarmi "papà", proprio come
aveva fatto la prima volta, tanti anni fa.
Ho semplicemente annuito, e mi sono alzato. Prima che potessi prendere
totalmente il mio equilibrio, e saltata verso di me e mi ha abbracciato
forte. Sentivo le sue lacrime scendere al mio collo, mentre ricambiavo
l'abbraccio.
"È la tua vera casa, Dashie. Non appartieni a questo posto. Devi andare nel luogo in cui appartieni."
"Io appartengo a questo luogo, con te!"
Faceva male dirlo, ma dovevo convincerla che era la cosa giusta da
fare, "No, non appartieni a questo luogo. Sei limitata qui, puoi volare
solo intorno alla casa. Non amici, o altri pony con cui stare. Io mi
sarei preso cura di te finchè non sarebbe arrivato questo
momento, ma non mi sarei mai aspettato che fosse stato così
doloroso."
Era rimasto in silenzio per qualche minuto, mentre ci abbracciavamo.
Non si è ribellata, non ha provato a respingere quello che stava
accadendo, il che mi ha detto che aveva capito cosa doveva essere fatto.
"Ti voglio bene Papà..."
"Ti voglio bene anche io, mia piccola Dashie."
Ci siamo separati quando si è lasciata fluttuare verso il pavimento.
A questo punto anche tutte le altre pony erano con le lacrime agli
occhi, anche la dea. Sembrava abbastanza sorpresa per ciò che
era successo, la differenza di tempo e le altre cose, ma era evidente
che la differenza di età era stato il vero shock. Si aspettava
di trovare una Rainbow Dash trentacinquenne, invece si era trovata la
mia Dashie ventenne.
Twilight si avvicinò a Rainbow Dash, singhiozzando, e il suo
corno si illuminò. Sapevo cosa stava per succedere, faceva
così male... ma sapevo che era giusto. Era ciò che doveva
succedere, per lei, per le sue amiche, e in un certo senso per me. Ora
ero sicuro che stava andando a casa, con i suoi amici e avrebbe potuto
volare quando e dove voleva, senza limiti. Avrebbe potuto godersi di
nuovo la compagnia delle sue amiche.
"Aspetta!"
Sono passato a guardare dal pavimento a Dashie, che si stava
allontanando da Twilight, "Prima di andare, voglio prendere qualcosa."
Prima che qualcuno potesse dire qualcosa, volò in camera sua.
Era stata veloce, era tornata con una scatola delle scarpe davanti ai
suoi zoccoli. Non sapevo se poteva portare qualcosa con lei, e un
pò mi aspettavo che la principessa avesse protestato. Ma
è rimasta in silenzio, permettendo a Dashie di scrivere
velocemente qualcosa su un pezzo di carta e di sistemarlo sul tavolino da caffè.
Ritornò a guardarmi, ancora piangendo, ma con un sorriso sulla
sua faccia. Capivo che aveva riconosciuto che era così che
doveva finire, e sapeva che lo sapevo anche io. La scatola, secondo me,
era probabilmente il ricordo più caro che poteva portarsi. Anche
se mi faceva male pensarlo, speravo che avrebbe avuto una foto di noi.
Ma poi, speravo anche di no, dato che l'avrebbe forzata a ricordarsi di
me, che mi trovo in un altro mondo, e le avrebbe fatto male come tutto
il resto.
"Mi spiace tanto Rainbow Dash." Iniziò Twilight. "Io... vorrei
veramente che potesse finire in un'altro modo. Vorrei non doverlo fare.
Ma..."
"Non..." Iniziò Dashie, "non potete portare lui con me?"
Il tentennamento nella sua voce mi diceva che stava semplicemente
pensando ad alta voce, non chiedendo una domanda. Twilight scosse la
testa, incapace di guardare negli occhi l'amica a cui aveva pianto un
attimo prima.
"Rainbow Dash-" iniziò la Principessa Celestia, "Lui non
appartiene al nostro mondo come tu non appartieni al suo. Tutto questo
non sarebbe mai dovuto succedere, il mondo intorno a noi non è
stato fatto per ospitarti. Però..." Celestia mi guardò,
sorridendo, e iniziò a guardare il soggiorno. Tutte le nostre
foto insieme, tutti i suoi ninnoli e oggetti nella stanza,
"...però, è successo qualcosa di bellissimo qui. Qualcosa
che non posso spiegare del tutto."
"Quando ho capito dove eri finita, ho aspettato il peggio. Pensavo che
saresti stata rovinata, contaminata e macchiata dalla crudeltà
di questo mondo. Ma ora, posso vedere che è successo l'opposto.
Che qui, quest' uomo ti ha cresciuta, dimostrandomi che eri in buoni
zoccoli- O, in questo caso, mani."
Dashie singhiozzò, cominciando a calmarsi alle parole di Celestia.
Celestia tornò a guardarmi, ancora sorridendo, "Non posso dire
molto per te, ma da ciò che vedo, dal bene che provate e che
avete provato l'uno per l'altra, posso dire che l'hai cresciuta come se
fosse stata una parte di te. Anche con le vostre ovvie differenze,
l'hai cresciuta nonostante la sua razza, le sue origini. L'hai
cresciuta come se fosse stata tua figlia, il che rende questa
situazione ancora più dolorosa."
Avevo ascoltato attentamente ogni singola parola, come le altre pony nella stanza.
"Perciò, devo dirtelo, caro signore, non rendere questa
situazione ancora più difficile per la mia studente. Non era sua
intenzione, o di qualsiasi altro pony di ferirvi così. Se devi
dare la colpa a qualcuno, vorrei che la dassi a me. Sono io che le ho
aiutate a venire qui, a prendere Rainbow Dash per riportarla a
casa... via da qui."
Non riuscivo a guardare nessuna di loro. Stavo ancora singhiozzando.
Nella mia mente c'era solo lei, rivedevo tutte le cose che io e Dashie
avevamo fatto insieme. Ho preso fiato e ho detto,
"Come potrei dare la colpa a qualcuno? Per aver mandato Rainbow Dash qui?"
Ho ripreso fiato col naso, poi mi sono schiarito la gola prima di
continuare. Sono stato zitto per un attimo per elaborare le parole.
"Questi sono stati i migliori 15 anni della mia vita. Perciò, se
dovrei fare qualcosa, sarebbe l'opposto; Vorrei ringraziarvi, Twilight,
e voi altre. Grazie per ciò che avete fatto, anche se non di
proposito. Grazie, per tutto quello che è successo. E infine
grazie, per tutti gli anni passati, i momenti vissuti, e i sentimenti
provati... con Dashie." Ho provato a sorridere a Twilight tra i
singhiozzi, ma sembrava essere sul punto di piangere anche lei, e
poteva solo guardare da un'altra parte, prima che cominciasse a
piangere.
Celestia allora si alzò dal tappeto dove era seduta, e camminò verso di me.
"Non servono ringraziamenti, buon signore. Io invece, vorrei
ringraziarti, per esserti preso cura di una delle mie piccole pony. Non
ce l'avrebbe mai fatta senza qualcuno come te."
Celestia chiuse gli occhi, e avvicinò il suo corno verso di me.
Non mi sono mosso; non sapevo cosa stava per succedere quando mi
toccò la testa col suo corno. Sentii improvvisamente un calore
nel mio corpo. Lei allontanò il suo corno, ancora sorridendo e
indietreggiò.
"Grazie."
Poi, arrivò un'altra pony.
"Grazie, signore." Aggiunse Twilight, finalmente capace di parlare nonostante le lacrime.
"Grazie mille." Disse Applejack.
"Grazie, caro, per esserti preso cura della nostra Rainbow Dash." Disse Rarity.
"Uhm, g-grazie..." Disse silenziosamente Fluttershy.
"GRAZIE!" Urlò Pinkie, saltandomi addosso e abbracciandomi.
Non potevo fare altro che sorridere per la sua eccentricità.
Inoltre, le voci su internet erano vere; la sua criniera profumava come
lo zucchero filato.
Io ero rimasto in silenzio mentre annuivo, poi mi sono girato verso Dashie, che aveva anche un piccolo sorriso sul suo volto.
Le pony tornarono tutte da Dashie e il corno di Twilight iniziò a illuminarsi un'altra volta.
"Ora sei pronta, Rainbow?" chiese Twilight, tornando da Dashie e iniziando il suo incantesimo.
Dashie semplicemente annuì, e chiuse gli occhi, aspettando l'inevitabile.
Sembrava che il tempo si fosse rallentato quando il corno di Twilight
aveva toccato la fronte di Dashie. La mia mente cominciò
forzatamente a mostrarmi immagini di noi insieme. Posso ancora
ricordarmi chiaramente quando mi bagnava tutto quando la lavavo, prima
che cominciasse a lavarsi da sola. Posso ancora assaporare i nostri
fallimenti nelle torte e nella cucina in generale. Le nostre uscite al
vecchio parco, dove poteva liberamente volare. C'erano così
tanti ricordi, a cui ho dovuto semplicemente smettere di pensare
così da potermi concentrare su Dashie in quel momento.
Avevo visto una lacrima uscire dal suo occhio sinistro. La sua mente
stava facendo la stessa cosa della mia, forzarla a ricordarsi i nostri
bei momenti tutti insieme, visto che questa era l'ultima volta che ci
saremmo visti.
Infine, il corno di Twilight toccò la fronte di Dashie.C'era
stata una forte luce, e quando potevo di nuovo vedere, se ne erano
tutte andate. Tutte le pony erano sparite. Tra le lacrime, ho fatto un
sospiro di sollievo. Mi sentivo male, ma anche bene. Adesso era la
normale Rainbow Dash che apparteneva a Ponyville. Rimasi nel soggiorno
per molti minuti, semplicemente a guardare lo spazio vuoto che Dashie
stava occupando pochi istanti prima. Dopo, mi guardai intorno e notai
che c'era qualcosa di diverso. Le immagini che una volta comprendevano
me e Dashie ora non erano più sui muri.
Anche molti dei suoi oggetti personali sparsi nel soggiorno erano
spariti. Ero confuso, così salii in camera sua a vedere. Quando
aprii la porta, ciò che vedevo al posto dei suoi poster di
Nascar e altri show, del suo letto e degli altri oggetti... era un
semplice ufficio. Una comune scrivania con sopra un computer e una
pianta in uno stato abbastanza squallido.
Mi ci è voluto un pò di tempo per mandare giù la
cosa, prima che capissi cosa era successo. Non faceva una piega, ma ero
ancora turbato. Per fare in modo che non ci fosse stato nessun
paradosso, Celestia deve aver rimosso ogni prova dell' esistenza di
Dashie qui. Con me. Quindici anni, tutti buttati nel cesso come se non
fosse mai esistita. Mi sentivo come se quei quindici anni non fossero
stati nulla, sprecati, dato che non mi sarei potuto ricordare di lei.
Però... riuscivo ancora a ricordarmi di lei. Potevo ancora
ricodarmi tutto perfettamente. Poi ho capito tutto: lei aveva fatto
qualcosa con la sua magia quando mi aveva toccato col suo corno.
Aveva... aveva protetto le mie memorie così che potessi
ricordare tutto? Aveva fatto lo stesso con Dashie? Ero sceso di sotto e
andato nel soggiorno mentre ci pensavo. Sul tavolino da caffè,
c'era un libro. L'avevo riconosciuto; era un album fotografico. Mi sono
seduto sul divano, e aperto la prima pagina. Lì, c'erano mia
madre e mio padre con me appena nato.
Ho continuato a sfogliare, vedendo il mio passato. C'era uno spazio
vuoto dopo la morte dei miei genitori, ma per mantenere vivo il sogno
di mia madre l'ho modificato. Facendo delle finte foto dei bei momenti
della mia vita da mettere nel suo libro delle memorie. Dopo,
sfogliando, ho trovato un pezzo di carta. L'ho preso e ho riconosciuto
subito la scrittura della sua mano. O più correttamente, della
sua bocca. Probabilmente era ciò che lei aveva scritto prima di
andarsene.
Papà,
Per quindici anni ti sei preso cura di me. Per quindici anni mi hai
amato, hai giocato con me, hai fatto in modo che io fossi felice in un
mondo che non era fatto per ospitarmi. Non sono una pony di molte
parole, ma anche se te l'avevo detto di persona, ho sentito di
dovertelo scrivere così potrai sapere che era tutto vero.
Ti voglio bene papà. Mi hai aiutato a diventare la pony che sono
ora. Non so cosa sta per succedere, se ricorderai tutto questo o no, ma
voglio che tu sappia che hai fatto un lavoro dannatamente buono con me,
anche se a volte sono stata un pò testarda e altre cattiva con
te.
Col permesso di Celestia, vorrei che potessi avere le nostre foto; i
nostri ricordi, così che non li potrai mai dimenticare. Di
nuovo, ti voglio bene, e grazie.
Sempre la tua piccola figlia,
Per sempre la tua piccola Dashie,
Rainbow Dash.
Ho rimesso il biglietto nella pagina, lisciandolo con la mano dato che
sentivo i segni umidi delle lacrime sul foglio. Ho letto il biglietto
ancora e ancora e ancora, finchè non l'avessi memorizzato. Dopo,
ho sfogliato la pagina, e c'era una bellissima foto di Dashie puledra
che sorrideva.
Quindi ora sono seduto qui, a guardare nel mio album fotografico i
nostri momenti insieme. Il suo primo bagno, la sua prima parola, il suo
primo disegno, persino la sua prima piuma caduta, tutto in questo
libro. Tutto il resto nella casa è sparito, ma ciò che
è in questo libro rimane ancora. Non mi importa di modificarlo,
ma continuerò ad aggiungerci immagini. Per dimostrare che quegli
anni con lei non solo hanno aiutato a crescere lei, ma hanno aiutato a
crescere anche me.
Sono una persona nuova da quella che ero quindici anni fa. Sono
cambiato, grazie a un puro, fortuito, miracoloso evento che è
irripetibile. Se non fossi tornato a controllare quello scatolone... se
avessi fatto qualcosa di differente da ciò che ho fatto...
sarebbe potuto cambiare tutto. Credo di essere stato fortunato dato che
ha funzionato tutto. Posso dire con orgoglio che l'unico desiderio dei
miei genitori si è avverato; sono felice. Anche se sono un
pò giù, sono comunque felice del tempo passato con lei.
Ora sono seduto da solo in questa casa vuota, a guardare il quadro
dell'arcobaleno di mia madre con un sorriso stampato sulla mia faccia;
ogni volta che lo vedo, penso a Dashie. Dovrei piangere, dovrei
sentirmi orribilmente e non voler altro che riavere mia figlia
indietro. Però, mi sento sollevato a sapere che tutto va bene.
Non è scappata via, non mi ha lasciato in modo brutto; lei
è andata, a casa, dove appartiene, dove è al sicuro.
Ritorno a guardare il mio album fotografico, andando oltre le nostre
foto più recenti. Le pagine sono vuote. Ho ancora una lunga vita
di fronte a me, e voglio viverla al meglio.
Per me.
Per la mia piccola Dashie.
Fine.
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