Now I'm asking you to stay.

di Elouise
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iuyhuk Per la stanza un leggero suono di schioccarsi continuo di labbra si diffonde. Era lui.
Come ci sono capitata in quella situazione nemmeno lo so. Per quale motivo lo stavo facendo?
Eravamo lì. Sotto quelle lenzuola fredde che si adagiavano su di noi come una seconda pelle. Lentamente cominciava a salire con  i suoi baci che partivano dalla caviglia fino ad arrivare alle mie labbra. Baci senza sentimento li consideravo!
Una sensazione di calore: comincia a entrare dentro di me. Lui così entusiasto ed io? Confusa...
Mentre prova quel piacere così indispensabile per lui, i ricordi inondano la mia mente.

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Iniziò tutto con una stupida vincita alla lotteria di un biglietto per Londra: la città dei miei sogni.
Sono una diciassettenne non molto alta e abbastanza snella. Ho un viso ovale e poco spigoloso. I capelli sono mossi e castani con dei leggeri riflessi rossi che spiccano alla luce del sole. I miei occhi? Sono di un marrone così intenso da non riuscire ad intravedere le pupille. Mi chiamo Hope. Nome abbastanza particolare. Significa speranza!
L'unica cosa in cui speravo? Avere una vita felice e diventare una chitarrista di successo.
Quella era una tipica giornata estiva. Stavo preparando le valigie per quei tre mesi.
Nella mia camera, ormai vuota e priva di personalità senza quei vestiti appallottolati sul pavimento e quei poster che animavano le pareti
, guardo il soffitto (un po' scolorito) pensando a cosa dovermi aspettare da quel viaggio.
Qui in Italia, in questa cittadina dell'Emilia-Romagna chiamata Bibbiano sono esattamente le 14:32.
Ho appena finito di mangiare e sto prendendo le ultime cose da mettere nel mio adorato trolley grigio vivacizzato dalle foto incollate sopra dei viaggi passati.
A Londra sono le 13:32. Il mio volo è alle 17:00 circa.
Chissà com'è volare! E' la mia prima volta su un aereo! Le altre volte ho viaggiato sempre via mare,con l'auto o col treno ,visto che mia madre aveva una fifa enorme di volare. Mi immagino lì davanti a vedere l'aereo spiccare il volo seguito dalla sua scia di fumo. Improvvisamente ho una leggera fitta allo stomaco per la paura di non farcela a salire,ma dopo un po' mi calmo.
Mi siedo sul divano e inizio a fissare l'orologio turchese appeso al muro color avorio del salotto. Fisso le lancette e mi perdo con gli occhi seguendo il loro movimento circolare.
Senza nemmeno farci caso sono già le tre del pomeriggio ed è ora per me di incamminarmi con i miei genitori e mio fratello Derek verso l'aereoporto visto che per fare il check-in ed altri controlli ci vorranno minimo due ore.




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