NELLA CARNE

di GinevraCorvino
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Fai l'amore con un cadavere

piccola Medusa

non vi è più luce all'interno del corpo,

le carni sono fredde

non vi è più poesia che tu possa resuscitare

dai battiti di un cuore spento.

Ah certo,mia inutile Medea,

le sue fattezze son sempre quelle di un dio,

ma è marmo quello che abbracci,

nessun calore,nessun fuoco,nessun profumo profano.

Il fantasma ti si è dissolto tra le mani,

non può più infestare il tuo cuore

e quello che resta e la polvere sopra un lenzuolo

che un tempo fu talamo di dei.

Permane il dipinto di un età perduta

sulle pareti del petto sconsacrato,

ma lui è Morto.

Con quanti incantesimi sciocca Strega

avevi tenuto incatenato il suo spettro

credendolo ancora di sangue e carne vivo...

E invece,

nel giorno in cui tu saresti dovuta morire (e non moristi),

ti accorgi indifferente

che era lui che era Morto tempo prima

in una dimensione a te preclusa.

Quanto hai pianto Vedova folle

delirando che l'Amante sarebbe tornato.

Era morto.

E tu frequenti una tomba dove ora puoi deporre un volto.

Puoi lasciare il nero velo che indossavi sull'abito nunziale,

è morto da troppo tempo per officiarne il funerale

e non c'è per voi nessun banchetto nunziale,

è morto e tu pazza corteggiavi un fantasma.

La memoria sfogliala ancora se vuoi Cortigiana,

ma ricordati che è solo un racconto perduto.





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