Le brave ragazze vanno in paradiso.
Al momento sono emotivamente provata e stanca, sono quasi le 2.00 e finalmente l'ho finita.
So che è triste questo lavoro
e un po' strano, dal momento che ho voluto parlare della morte in modo
tanto materiale, fisico. Comunque ho desiderio di dedicare questa
fanfiction a Zeolime e MkBDiapason
che come me amano tanto il KyoSaya. Ragazze, perdonatemi, prima o poi
scriverò qualcosa di più allegro con loro
protagoniste.
Ringrazio di cuore chi non solo la leggerà ma si fermerà a recensire -anche solo per un minuto- questa ff.
La fanfiction è venuta fuori
ispirata dalla canzone dei Death Cab for Cutie che dà il titolo
alla storia, e consiglio vivamente di leggere con essa in sottofondo
che potete ascoltare qui.
Buona lettura, mi auguro.
I'll follow you into the dark.
Love of mine some day you will die
But I'll be close behind
I'll follow you into the dark
No blinding light or tunnels to gates of white
Just our hands clasped so tight
Waiting for the hint of a spark
[ I'll follow you into the dark - Death Cab for Cutie ]
Si era squartata il petto per lei.
Non era stato un gesto altruistico, l'aveva fatto solo per se stessa:
Kyoko aveva sempre sognato un finale romantico, non importava quanto
tragico, le andava bene così.
Qualsiasi dolore fisico era sopportabile a differenza
dell'incomprensione e della solitudine, proprio per questo non aveva
voluto lasciare Sayaka andarsene sola, non poteva permetterle
un'eternità infernale, anche se lei per Sayaka non era nulla.
Non sapeva come spiegarlo alla sua razionalità, ma era come se
l'avesse già conosciuta, in qualche modo si fosse legata a lei
e... non aveva la benché minima voglia di sciogliere quel
legame, anche fosse stato solo una fantasia, lei voleva stare al suo
fianco tra le fiamme degli inferi o l'oscurità dell'abisso.
Andava bene così, andava più che bene quella fine:
rincontrarla e afferrare la sua mano era tutto quello che desiderava
per l'eternità, così sarebbe riuscita anche a perdonare
se stessa dal non esser stata capace di salvarla.
Quando
riaprì gli occhi un azzurro brillante l'abbagliò e nella
sua bellezza si perse e rinacque, senza più né battito
né respiro.
Non sapeva di che colore
fosse il Regno dei Morti e se il Paradiso risiedesse davvero in cielo,
ma quello non era il blu del cielo, del mare o di qualsiasi altro
luogo: quelli erano gli occhi di Sayaka che apprensivi si specchiavano
nei suoi, lucidi dalla profonda tristezza che covava, non solo per lei
o per l'altra, ma per entrambe.
Kyoko realizzò di
aver la testa poggiata sulle sue gambe, una posizione leggermente
imbarazzante ma dalla quale non voleva scomporsi pur di non allontanare
quello sguardo che per la prima volta la stava guardando davvero.
"Credevo solo le brave ragazze andassero in Paradiso, non le stupide".
"Non sei nella posizione di dire una cosa del genere, idiota!".
Quell'azzurro era il suo
Cielo e voleva scolpirlo nell'anima, nella sua limpidezza, nelle sue
ombre e come le piacevoli piogge estive accolse le lacrime, quando
caddero sul suo volto, toccandole ciglia, naso, guance e labbra. Le
assaporò e le trovò dolci, erano proprio l'essenza
dell'anima che le stava versando.
Allungò incerta la
sua mano, i polpastrelli toccarono le gote morbide e bagnate di Sayaka,
fece dei segni insensati col movimento delle dita, finché non
decise di far riposare il palmo sulla guancia umida. Non aveva
più un cuore che pulsava ma se l'avesse avuto Kyoko avrebbe
potuto dire che la vita nel suo petto era tornata in quell'istante e
quando Sayaka prese tra le mani la sua e la strinse, s'illuse che
potesse essere così, perché tutto sembrava aver acquisito
un senso e completato qualcosa di imperfetto.
Ora poteva perdonare anche se stessa per aver fallito.
"Perché? Non avresti dovuto, io...".
"Tu non lo vedi"
spiegò senza esitazione, e agli occhi confusi di Sayaka si
lasciò sfuggire uno sbuffo divertito. Divincolò la mano
dalla presa dell'altra, solo per poter intrecciare le dita in
maniera complementare, accarezzando il mignolo di Sayaka col suo.
"Proprio lì, legato
al tuo dito c'è un filo, un filo invisibile, la cui
estremità è legata al mio mignolo. Tu non puoi vederlo,
ma io... posso vederlo, voglio vederlo, Sayaka".
E nel silenzio l'imbarazzo colorò con discrezione i loro volti, tirando fuori abbozzi di sorrisi.
"So che suona come una
stronzata romantica da sfigati che vivono nel mondo delle fiabe dove i
bambini nascono dai cavoli, però..." sussultò e ogni
parola morì nella sua gola. Sayaka si era chinata su di lei, i
capelli si erano gentilmente posati sugli occhi e poi scivolati sulle
gote. Le labbra di Sayaka avevano toccato la fronte di Kyoko e lei
aveva chiuso gli occhi per immortalare il ricordo dell'intimità
di quel contatto, mentre l'emozione le aveva fatto stringere la mano
dell'altra, come fosse in agonia.
Quando Sayaka
sollevò -se pur di poco- il suo viso le sorrise, lasciando
intravedere un bagliore di contentezza, lì, nello specchio di
un'anima ferita che aveva toccato il fondo della disperazione, la
disperazione di chi aveva venduto l'anima e l'aveva rinchiusa in una
gemma, gettandola lontano da demoni e divinità, lontano da
Inferno e Paradiso.
Per quanto quel non-luogo
fosse silenzioso, sereno e privo di colori presto si sarebbe colmato
della disperazione che l'aveva trasformata in mostro, mondato del
miasma della sua anima sarebbe fiorita l'oscurità che le avrebbe
avvolte nel suo freddo manto per sempre.
"Mi dispiace non essere il
tuo Principe Azzurro col violino" confessò Kyoko amareggiata per
quegli occhi che non mostravano la serenità che avrebbe voluto,
ma solo un'infima consolazione.
"Io... se avessi un'altra
possibilità, se potessimo tornare indietro, io..." questa volta
fu Sayaka a stringere la mano di Kyoko "...vorrei scegliere te, Kyoko".
Avrebbe voluto crederle, ma
entrambe sapevano che quelle parole erano belle quanto vuote e prive di
senso. Portò la mano alle sue labbra e posò un piccolo
bacio sul dorso, vide lo spazio tingersi di nero, lentamente, a macchia
d'inchiostro ogni cosa -il nulla- stava per esser bagnato
dall'oscurità.
"Vorrei fosse vero, Sayaka"
ammise privata dell'orgoglio che sarebbe stato da lì a
poco inghiottito, assieme alla sua anima.
"No! Dico sul serio, io...".
Spinse contro il suo volto
quello di Sayaka, afferrando con la mano libera il capo, impedendogli
di allontanarsi, tenendo stretta la sua mano. Sua, per quel solo
momento.
Si concesse l'ultima follia e la baciò.
La baciò con la
violenza di una disperata, con la rabbia di chi ha subito solo
ingiustizie, con la frustrazione di chi non comprende i suoi
sentimenti, con l'inesperienza della ragazzina che era, con la fame di
un amore che non avrebbe mai avuto. La baciò come la più
rude delle amanti, la più impacciata, la più tenera, la
più esperta, la più appassionata, neanche Kyoko stessa
capì realmente cosa stesse facendo e come, fu semplicemente
trasportata da quelle emozioni, quel sentimento che dovevano risiedere
in qualche tempo passato, che aveva legato le loro esistenze e che
purtroppo mai avrebbe realizzato alla luce di verità e
raziocinio.
Sayaka la lasciò
fare, dopo un secondo di sorpresa iniziale, accettò quel bacio,
chiudendo gli occhi e portando la mente lontana dalle tenebre che
avanzavano.
Quando il contatto divenne
più delicato, irrazionalmente rispose, sentiva di non poter
rifiutare quelle emozioni ed era aggrappata alla convinzione che se
tutto fosse stato diverso, se il tempo fosse magicamente tornato
indietro, l'avrebbe amata.
Sarebbe stato giusto,
sarebbero state felici, eppure -aprì gli occhi-
l'oscurità che avanzava era la tomba che si era scelta,
costruita da quell'amore disperato che l'aveva uccisa.
"Mi dispiace"
mormorò allontanandosi velocemente da Kyoko che -sospirando- si
alzò a fatica, conscia che non poteva andare da nessuna parte
neanche volendo.
Si mise seduta, davanti a una bellissima e imbarazzata Sayaka in cerca di una valida giustificazione.
"Era... il mio primo bacio" il bacio che sempre aveva sognato con Kyosuke.
A Kyoko quasi venne da ridere, tutto ciò era triste quanto assurdo quanto ingiusto: "mi spiace sia anche l'ultimo".
"Kyoko, tu...".
"Dicevi sul serio? Sceglieresti me se fosse possibile?".
Era una conversazione crudele quella, domande crudeli.
Sayaka era consapevole
della sua stoltezza e di ciò che l'attendeva, non si sarebbe
tuttavia mai pentita del miracolo per Kyosuke, di averlo amato
così tanto, però... davanti agli occhi di Kyoko -davanti
a quel colore caldo- desiderò un finale alternativo.
Gettò le braccia al
suo collo, l'abbracciò e si accoccolò contro
il petto, lo stesso petto che nella realtà aveva dilaniato
per lei, e lì, dove un tempo vi era la Soul Gem,
l'accarezzò, mentre la gelida oscurità aveva iniziato a
mangiarle le gambe.
"Ti sceglierei, ti scelgo Kyoko!" Singhiozzò provata dal dolore.
Kyoko la strinse a se, cercando con la mano destra quella dell'altra: non l'avrebbe mai più lasciata.
"Ti scelgo, se tu vuoi davvero stare con una stupida come me per sempre".
"E secondo te io per cosa sono morta?".
Sayaka trovò conforto al dolore nella dolcezza del suo sguardo.
"Non hai paura?".
"Io lo sapevo, che le
stupide non vanno in Paradiso, però te l'ho promesso: non
permetterò che tu sia sola, mai più. E se anche
l'oscurità ci porterà ad annegare per l'eternità
nella disperazione, non lascerò mai la tua mano e
questo è tutto quello che desidero".
E nonostante l'agonia Sayaka le sorrise. E stavolta fu lei a baciare la mano di Kyoko unita alla sua.
"Lo vedo anche io... il nostro filo...".
Aveva tanta paura ma Kyoko
le aveva fatto un po' coraggio e ora sapeva che il suo inferno sarebbe
stato sopportabile nonostante tutto, per questo sorrise fino a che le
tenebre non finirono di inghiottirla.
"...non preoccuparti Sayaka, sto arrivando."
E dolce fu esser divorate dall'oscurità.
Credo che il silenzio mi sia dovuto perché davvero, non ho molto da dire.
E' una fanfiction un po'
particolare, d'umori avventati, fisica e forse poco razionale il tutto,
ma l'ho voluta così, senza nessun rimpianto e se l'apprezzerete
ne sarò contenta.
Colgo l'occasione per ringraziare nuovamente chi ha letto Feels like home. e vi preannuncio che altre fanfic su Madoka sono in arrivo, pazientate.
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