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Verde
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La bimba corre lesta tra le enormi piante, immersa nel verde intenso di quel
luogo che pare una giungla. Fini capelli neri volteggiano, si aggrovigliano,
ricadendole distratti sulle spalle nelle sue improvvise soste. Ciocche
disordinate, selvagge, prova del suo essere viva e bambina, dondolano ancora in
onde nere, mentre alza il volto all'imponente chioma degli alberi sopra di noi,
cupola verde che ha rubato il posto al cielo.
E correndo tra loro, ne tocca fugacemente la corteccia raggrinzita ma ancora
pulsante di vita, li ringrazia del precario riparo che ci offrono dalla
brutalità di un grigio cielo in tempesta. Tuoni e fulmini incombono alle nostre
spalle, dove le nubi sfumano pericolosamente nel nero. Bestie enormi e potenti,
il cui arrivo è annunciato dal gentile vassallo della rada pioggia che riesce a
passare lo scudo dei rami, punzecchiando la terra bruna.
E la bambina nella sua corsa è euforica e divertita, esaltata dall'emozione
della nostra insolita fuga, rinvigorita dal battere forte del suo cuore.
Sobbalza e poi ride ai nuovi e possenti ruggiti che rimbombano sopra la sua
testa. Si gira, sorridendo alla mia bianca figura e facendo scorrere le dita
tese sui massicci tronchi che la circondano.
Riprende poi la sua assurda e circolare corsa, ma nel saltare temeraria una
radice, d'un tratto scompare con un gemito sorpreso, scivolando nel verde.
La raggiungo, e nel ritrovarla sdraiata e ridente in di una conca di viscido
muschio, la sovrasto impassibile, e il vento insinua tra gli alberi spirando
alle mie spalle e animando scompostamente i miei capelli.
Vedendomi si zittisce, e per un attimo è attonita dallo spettacolo che le si
presenta.
Sta per tendere un mano, quando un bagliore illumina il cielo, e poco dopo un
atteso tuono squarcia l'aria.
Serra allora d'impulso gli occhi, ritraendosi, e quando il gocciolio
intermittente della pioggia torna ad essere l'unico suono a regnare nell'aria
pesante, non ride più, rialzandosi invece sulle sue gambe, stizzita e vergognosa
del suo timore.
Getta indietro il volto, determinata.
"SESSHOMARU-SAMA!" Grida forte verso le bestie nere alte nel cielo, che in
risposta lanciano l'ennesimo ruggito.
Ancora, strilla con tutte le sue forze, stringendo i piccoli pugni e piegandosi
su se stessa.
"SESSHOMARU-SAMAAA!"
Mi si affianca, e cercando di sovrastare i cupi brontolii del cielo, riprende la
sua infantile gara, urlando libera, stridula, senza voce.
"SESSHOMARU-SAMAAA! RIIIN!"
Lampo.
Si lascia cadere, sedendosi ai miei piedi e riprendendo a ridere, sporca e
ansimante, ma ingenuamente, profondamente soddisfatta.
"Rin?" Mi limito a chiederle, rapito da quella scoperta insolita e inaspettata.
Spiazzato al pensiero che sia qualcosa di più della "bambina".
Alza due occhi vivi e intelligenti a me, sorpresa nel realizzare la sua stessa
rivelazione.
"Rin!" Conferma convinta, alzandosi in fretta per riprendere il suo gioco. Le
imponenti nubi incalzano lentamente, oscurando un cielo latteo e strepitando
sopra la macchia verde del mondo, e una bambina continua a sobbalzare alla loro
potenza, ridendo e fermandosi ogni tanto per urlare qualcosa.
Rin corre tra gli alberi, coraggiosa fuggiasca.
...::::::...
Una cosina brevissima e
diretta diretta.
Ci tenevo a precisare, visto
che solo ogni tanto mi ricordo che ho una visione piuttosto personale di questi
due, che questa fic andrebbe posta come seguito a tutte quelle che ho scritto
finora su di loro (esclusa naturalmente un'AU). Nel senso che è la prima volta
che faccio comparire il nome di Rin. ^^
Sesshomaru finora ne è sempre
stato allo scuro, riferendosi a lei come "la bambina" et similia.
Giusto perché sennò questa fic
non avrebbe senso. XD
E ancora, visto che non mi ricordo mai, ringrazio tutti
quelli che hanno recensito le mie storie. ^^
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