Ancora un attimo...

di dragon_queen
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Gironzolava assorto nei suoi pensieri per il bosco che sorgeva ai piedi del grande tempio. Dopo la battaglia contro Nettuno e la sua ingloriosa sconfitta, la Dea Atena aveva accettato la sua permanenza al santuario, al fianco dei cavalieri. Purtroppo aveva capito fin da subito che non sarebbe stato un soggiorno facile. I guerrieri d'oro, infatti, lo squadravano con diffidenza, pronti ad ingaggiare battaglia ad un suo passo falso.

Qualche giorno prima aveva incrociato il cavaliere dello scorpione all'altezza della terza casa. Quello lo aveva semplicemente ignorato, ma era certo di aver percepito i suoi occhi sondarlo con disprezzo. Se uno sguardo avesse potuto uccidere, lui sarebbe già morto.

Quel cavaliere lo metteva in soggezione, quasi un'ombra di paura si era impadronita di lui. Ma no, cosa andava a pensare? Come poteva lui aver paura di un uomo, quando si era preso gioco persino di un Dio?

Eppure si sentiva cambiato, qualcosa in lui si era fatta più umile. Non provava più nemmeno rabbia nei confronti di quel fratello che lo aveva lasciato a morire, anzi, in qualche modo la sua scomparsa gli aveva lasciato uno strano vuoto.

Si sentiva terribilmente solo. Era stato forse un bene essere sopravvissuto al crollo del tempio del mare? Probabilmente sarebbe dovuto morire quel giorno.

Perchè Atena gli stava riservando quel supplizio?

 

Lei lo osservava, stando ben nascosta dietro un albero e cercando di fare il meno rumore possibile. Tentava addirittura di controllare la respirazione, in modo da non farsi scoprire. L'aveva intravisto mentre si incamminava verso il bosco e aveva deciso di seguirlo. Non sapeva bene neanche lei il perchè.

Il giorno in cui era giunto al tempio, al seguito della stessa Atena e dei suoi cavalieri, lei si era soffermata ad osservarlo. Il suo volto era basso, mentre i ciuffi mori glielo nascondevano a sguardi indiscreti. Non aveva catene o corde, ma dalla sua camminata e dalla sua postura era come se fosse stato uno schiavo o un prigioniero.

Quando i suoi occhi si rivolsero alla Dea, la quale stava parlando ai presenti, la ragazza potè vedere un'ombra di tristezza e rassegnazione saettare in essi, ma anche una scintilla di rabbia nascosta.

Ne era rimasta incredibilmente affascinata e avvertì le sue guance arrossire. Per fortuna portava la maschera che era imposta alle sacerdotesse.

Ogni qual volta che lo incrociava avvertiva il cuore battere all'impazzata, mentre i crampi le prendevano lo stomaco. Le gambe si facevano deboli. Non voleva parlare con le altre, anche se magari potevano illuminarla sul perchè di quelle strane sensazioni.

Cosa le stava capitando?





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