- Allora, cosa dobbiamo affrontare stavolta? La solita apocalisse, qualche vampiro potenziato o il solito demone che vuole uccidermi? - Chiese Buffy allegramente entrando nel Magic Box. Giles la guardò serio. - Io non ci scherzerei, stavolta l'intera città è in pericolo. - - Che novità... Allora... incantesimo, rituale o semplice violenza? - - Incantesimo. Dovremo unirci con la mente, raggiungere il sole e sfruttare la sua energia per purificare il nido dei vampiri. Avremo bisogno delle forze di tutti, anche della tua, Spike. - - Ehi, ma sei scemo? - Intervenne il vampiro. - Sole, vampiro, mucchietto di polvere. Scordatelo! - - Non correrai nessun rischio, Spike. Il tuo corpo sarà protetto, al sicuro, raggiungeremo il sole solo con la mente. - - Perchè dovrei aiutarvi? - Giles lo guardò, seccato. - Perchè se non ci aiuti la città verrà distrutta e se non mi sbaglio in questo posto non ti trovi troppo male, e poi avresti la possibilità di rivedere la luce del sole dopo secoli che devi fuggirla. - Spike lo fissò in silenzio, poco convinto. - Ok. Se ci aiuti ti pago. - Concluse Giles con un sospiro. Il vampiro sorrise. - Cosa devo fare? -
Giles accese l'ultima candela del cerchio magico e sedette in terra fra Anya e Spike, prendendo le loro mani per formare una catena. Buffy, Xander, Willow e Tara fecero lo stesso, chiudendo il cerchio. Solo allora Giles iniziò a recitare la formula magica. - Oltre le barriere del tempo e dello spazio, stella bianca, lascia che ti raggiungiamo, donaci la tua forza e dacci il potere... - Giles si interruppe di colpo: una luce accecante aveva invaso il negozio e li aveva avvolti, distorcendo la realtà intorno a loro. Chiuse gli occhi, disorientato, ma continuò a tenere strette le mani degli altri. Qualcosa doveva essere andato storto nell'incantesimo e temeva che se le avesse lasciate, avrebbe rischiato di perdersi per sempre.
John Sheridan fissò lo spazio oscuro e punteggiato di stelle che si apriva davanti ai suoi occhi e si chiese cosa si nascondesse nelle sue profondità. Quello era un periodo oscuro e la minaccia delle Ombre era sempre più concreta. Guardò Delenn seduta accanto a lui, grato di averla al suo fianco, e le rivolse uno sguardo d'intesa a cui lei rispose con un leggero sorriso. In quel momento una luce abbagliante invase il ponte della White Star, costringendolo a chiudere gli occhi. Quando li riaprì, scorse la figura di un uomo steso sul ponte davanti a lui. Estrasse l'arma e si avvicinò allo sconosciuto, esaminandolo cautamente: era chiaramente un umano, ma indossava abiti strani, di foggia antica e non sembrava pericoloso. - Non si muova! - Gli intimò puntandogli addosso il ppg - Chi è lei e cosa ci fa sulla mia nave? - Lennier annuì in direzione del minbari che gli aveva riferito un messaggio e si rivolse a Sheridan. - Sono apparse altre cinque persone in vari punti della nave, a quanto pare sono giovani, ma una delle ragazze è molto forte, ha ferito tre persone prima di essere tramortita. - - E' tutto sotto controllo ora? - - Si, per il momento li hanno rinchiusi in cella. - - Bene. - Sheridan tornò a rivolgersi all'uomo a terra, che continuava a guardarsi intorno, disorientato. - Ora ci vuole dire chi siete? - - Mi chiamo Rupert Giles. Dove sono Buffy e gli altri? Stanno bene? Cosa avete intenzione di farci? - - Questo dipende dalle vostre intenzioni. Perchè siete qui? - Giles si alzò in piedi. - Non so cosa sia successo esattamente. Pochi minuti fa eravamo a Sunnydale e ci siamo trovati qui all'improvviso. Deve essere andato storto qualcosa nell'incantesimo. - - Incantesimo? Vuole prendermi in giro? Lyta? - La telepate si avvicinò a Giles e Sheridan lo fissò, serio. - Accetta di farsi esaminare da una telepate per dimostrare che non sta mentendo? - - Come posso essere certo che non mi farà del male? - Sheridan mostrò il ppg. - Se volessi farlo userei questo. - Giles lo guardò e poi annuì. - Va bene, se questo potrà convincervi della nostra buona fede, proceda pure. Immagino che comunque non potrei impedirlo nemmeno volendo, vero?- - Si sbaglia. Se non accettasse di farsi esaminare da Lyta, nessuno la costringerebbe. Ma saremmo costretti a tenervi agli arresti finchè non venisse dimostrata la vostra inoffensività. - - Non siamo mostri, signor Giles. - Intervenne Delenn. - Questo è un periodo difficile e la fiducia data con troppa leggerezza può essere pericolosa. - - Capisco. Non ho obiezioni, prego, controlli pure. - Dopo qualche secondo Lyta si rivolse verso Sheridan. - E' sincero, capitano, sono giunti qui per un incidente. - Sheridan ripose il ppg e porse la mano a Giles. - Mi dispiace per l'inconveniente, sono John Sheridan, capitano della stazione terrestre Babylon 5 e questa è mia moglie Delenn. - Giles guardò le stelle sullo schermo davanti a lui, notandole in quel momento per la prima volta e rimase senza fiato per un attimo. - Siamo... siamo nello spazio? - - Si, siete sulla White Star. - - Come ha detto?! La White Star?! - - Si, perchè? - - Ma certo! Ora capisco perchè l'incantesimo ci ha portato qui! La formula che abbiamo recitato diceva "oltre le barriere del tempo e dello spazio, stella bianca, lascia che ti raggiungiamo". L'incantesimo originale si riferiva al Sole, ma deve esserci qualche errore di traduzione, per questo invece di raggiungere la "stella bianca" siamo finiti sulla "White Star"... Non mi aspettavo che il trasferimento potesse avvenire fisicamente, però... - - In questo caso, - intervenne Lennier - siete fortunati a essere finiti sulla White Star invece che nel Sole. - Giles, con un brivido, dovette ammettere che aveva ragione.
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