Pepper Potts ha sempre amato la
pioggia. Sin da bambina la guardava
cadere, beandosi della sensazione di leggerezza che le donava quella
visione.
Forse, almeno in questo, non è mai cambiata.
Anche ora la giovane segretaria
è seduta sul davanzale della finestra
con solo una leggera vestaglia da notte ad avvolgerle il corpo
flessuoso e una
tazza di camomilla stretta tra le mani. Ha avuto un altro attacco,
un'altra
serie di violenti colpi di tosse che le hanno fatto sputare grumi di
sangue e
saliva. Questa cosa la preoccupa, le schiaccia il petto come un masso
che
giorno dopo giorno diventa più pesante.
Ha paura di andare dal dottore,
perché pensa di sapere di cosa si
tratti.
Ha paura di dirlo a Tony
perché sa che lui si preoccuperebbe.
Ha paura del suo stesso corpo, che
così presto la sta tradendo.
Quel giorno Pepper và al
lavoro e si siede alla scrivania con aria
stanca, la testa prostrata dalla stanchezza che, dopo due notti
completamente
insonni, sta avendo la meglio.
Fuori piove ancora, forse questo
è l’unico aspetto positivo che la
conforta.
-Ha una faccia tremenda, Pepper.-
constata Tony Stark appena entrato
nella stanza con ancora il pigiama addosso e due tazze di
caffè tra le mani. Ne
poggia una sulla scrivania di Pepper, senza staccare gli occhi da lei,
che però
non riesce a restituirgli l’occhiata.
-Non doveva essere a una conferenza
stampa, signor Stark?- chiede
stancamente, afferrando la tazza e mandando giù un sorso di
caffè bollente.
La pioggia picchietta contro le
vetrate della finestra e Pepper la
guarda affascinata. L’ammirazione per quelle leggere gocce
d’acqua diventa più
forte ogni giorno che il suo corpo si fa sempre più pesante.
Sente che il suo
fisico è ormai prossimo a diventare un semplice involucro di
carne e muscoli,
nient’altro.
Un peso morto.
Una catena che la sua anima smania
di lasciarsi dietro.
Pepper rabbrividisce e beve un
altro sorso di caffè, ma all’improvviso
delle labbra morbide e fresche scivolano sulla sua fronte, mentre una
mano le
spinge la nuca per accostarle la testa a quel contatto confortante.
Tony resta immobile per un paio di
secondi, poi si allontana con
naturalezza.
-No, non c’è
febbre.- Sorride sornione come al solito, scostandosi una
ciocca di capelli castani dalla fronte. Pur rifiutandosi di ammetterlo
a se
stessa, Pepper adora guardarlo quando si è da poco
svegliato. Quante volte ha
dovuto lottare con la tentazione di affondare le dita in quella chioma
ribelle
perché ancora priva di gel o di acconciatura, quante volte
ha desiderato
annusare il profumo della sua pelle, per ora senza profumi artificiali.
Scuote il capo per scacciare quei
pensieri inopportuni. –Sto bene, ho
solo dormito poco stanotte.-
-E perché ha dormito
poco?-
Ma Pepper ignora la domanda, forse
evitando di proposito di ascoltarla.
Torna a guardare la pioggia, ammira
la sinuosità serpentina delle gocce
che scivolano sul vetro.
-Sa che da piccola ho sempre
sperato di diventare una goccia di
pioggia?- Pepper sorride malinconica e vede con la coda
dell’occhio che Tony si
appoggia alla scrivania per passare lo sguardo alla finestra. Nei suoi
occhi si
specchia un gioco di ombre che scorrono la sua pupilla.
Pare un presagio sinistro.
Pare un avvertimento silenzioso di
qualcosa che incombe su di loro.
Pepper avverte una stretta al
petto, ma la ignora. Perché ignorare le
fa bene, le impedisce di pensare al peggio.
-Come mai aveva questa speranza,
Pepper?- chiede lui sottovoce. Pepper
ci pensa su.
-Perché la pioggia
è leggera e avvolge il mondo in una bolla
sovrannaturale. Quando guardo la pioggia mi piace pensare che il cielo
pianga
perché molti dei suoi figli sono ancora sulla terra e non
amano l’idea di
ricongiungersi a lui.- spiega dolcemente, alzandosi.
Posa una mano sulla finestra,
sorride debolmente. Un tremore malsano le
scuote il corpo.
Poi un’altra mano compare
a coprire la sua e un fiato che sa di caffè
le sfiora il collo, riscaldandola. Lei non s’imbarazza, ma
anzi, assapora quel
calore nuovo, confortante come l’abbraccio di una madre al
figlio piangente.
Sente la presenza di Tony, la sua mano che sembra avere tutta
l’intenzione di
non lasciarla mai senza quella stretta calorosa.
Si sente a casa, Pepper. Sa che
và tutto bene.
-Pepper, che succede? Sei strana.-
mormora lui al suo orecchio.
Pepper non sa cosa rispondere, non
vuole rispondere. Semplicemente
chiude gli occhi e si concede per la prima volta di appoggiarsi al
petto di
Tony. Lo sente pulsare di vita e di stupore che accelera i battiti del
cuore.
Devo
dirglielo, pensa soltanto. Per lei
è giusto che Tony sappia la
verità.
Spalanca la bocca per parlare, ma
è allora che accade.
Una stretta al petto, una
contrazione dei polmoni.
L’aria scompare in un
ultimo ansito disperato.
Le ginocchia cedono sotto il peso
di un corpo improvvisamente
impossibile da sostenere.
Qualcuno la afferra, la chiama, ma
lei non sa nemmeno più dove si
trova. Tossisce forte, il corpo scosso dai singulti. Qualcosa le
scivola sul
mento. Pensa sia saliva, ma quando ci passa la mano sopra vede le sue
dita
sporcarsi di rosso.
Ansima forte e si affloscia come un
fiore colto troppo presto dal suo
prato. È allora che le sue orecchie vengono raggiunte da un
nuovo ticchettio,
quello della pioggia.
Per anni ha sperato di tornare
lassù, di diventare pioggia anche lei.
Eppure, adesso ha paura di farlo.
Non vuole andare, perciò
guarda la finestra, scruta il cielo che
alleggerisce il suo pianto, forse perché una nuova figlia
perduta sta per
tornare a lui.
Non
lasciare che rimanga da solo, prega semplicemente. Dammi un po’ di tempo, dammi il tempo di
stargli vicino… dammi la forza
di andare avanti insieme a colui che adesso mi tiene tra le braccia.
Non lo
merita, non lui… ti supplico, aspetta…
E con quest’ultima
supplica Pepper chiude gli occhi e ascolta il suo
stesso cuore diminuire i battiti, alleviarli come una bestia anziana
ormai al
limite della stanchezza. Eppure, di quel corpo abbandonato tra le
macerie di
una vita andata in pezzi resta qualcosa, una mano ancora viva e aggrappata debolmente al pigiama di
un uomo che urla
un nome ormai lontano.
§§§§
Plic, plic,
plic.
Un basso e
insistente sgocciolio la sveglia di
soprassalto. Pepper ascolta quel suono e pensa di essere ancora
accasciata tra
le braccia di Tony. Eppure adesso non lo sente urlare il suo nome.
Qualcosa di
bianco s’intravede tra le palpebre
socchiuse, un respiro basso la sveglia del tutto. Pepper apre gli occhi
e vede
solo coltri morbide, vaporose, simili a nuvole di palpabile calore.
Sono morta?
Qualcuno
brontola a bassa voce, facendole abbassare
stancamente lo sguardo. Solo allora si accorge di non essere sola in
quella che
sembra una grossa scatola bianca.
C’è
un uomo accasciato sulla sedia accanto al suo
letto. Scompigliati capelli castano scuro, barba accurata, pelle
chiara, viso
tirato nella stanchezza che sembra averlo finalmente sottomesso a un
sonno
ristoratore.
Pepper lo
riconosce appena distingue l’armatura
rossa e oro che indossa. Il casco, o l’elmo come lo si vuol
chiamare, è
abbandonato ai piedi dell’uomo, come se l’avesse
lasciato cadere senza
accorgersene nel momento in cui si è addormentato
inconsapevolmente.
-Signor
Stark…- chiama con voce roca, aggrappandosi
alla dolcezza di quel nome. Allunga una mano, combattendo la stanchezza
che
cerca di fermarla. Alla fine Pepper raggiunge il ginocchio
dell’uomo e lo
sfiora, risvegliata dal gelo dell’armatura di Iron Man.
Eppure, anche quel gelo
sa del calore della vita.
Pepper
sorride, si guarda il braccio ed estrae la
flebo che vi è attaccata. Si alza faticosamente a sedere e
guarda il cielo. Non
piove più, c’è il sole adesso. Il tempo
di piangere, almeno per ora, è finito.
Mi hai sempre
ascoltata, vero? Hai capito che non era ancora tempo che diventassi
pioggia?
Un raggio di
sole le sfiora il viso, accarezzandolo
quasi con affetto e Pepper sa che stavolta è finita per
davvero.
Si fa forza,
punta i piedi e stringe i denti finché
non è in piedi. Si appoggia al letto, ignora un capogiro e
con uno sforzo
titanico raggiunge la sedia di Tony. Si siede sul suo grembo e senza
pensare si
accoccola contro il suo petto gelido, scolpito dall’armatura.
Sembra una
bambina bisognosa di affetto, ma non le importa. Almeno per adesso,
può
concedersi di abbracciare lo stesso corpo che l’aveva
già stretta nella morte
del tifo che l’aveva quasi sconfitta.
Adesso
quell’abbraccio sa di rinascita.
Pepper chiude
gli occhi, ma li riapre quando si
sente circondare da due braccia di metallo. Guarda Tony e vede sul suo
viso un
sorriso di beatitudine che lo fa sembrare un angelo tirato
giù dal cielo.
-Si sente
meglio, vero.- mormora lui, aprendo
finalmente gli occhi color cioccolato. Pepper arrossisce e cerca di
alzarsi, ma
Tony rafforza la stretta sul suo corpo e affonda il viso nei suoi
capelli.
-Perché
non mi ha detto che era malata? Aveva così
fretta di diventare una goccia di pioggia?- chiede lui col suo solito
sarcasmo
velato, stavolta macchiato da un filo di preoccupazione.
Pepper sorride
e appoggia la guancia al petto di
Tony. –Forse sì, ma sono felice che non sia
successo.- ammette.
-Buffo,
credevo che essere il mio sole le sarebbe
bastato. Lei è incontentabile, Pepper.-
Pepper sbianca
e solleva il viso, specchiandosi
negli occhi di Tony. Stavolta non vede ombre oscure strisciare nel
castano
delle sue pupille. Tutto ciò che resta è un
luminoso spettro di luci cangianti.
Forse
c’era davvero tempo per la pioggia. Meglio godersi
il sole, finché c’era.
Tony sorride
un’ultima volta e abbassa il viso. Labbra
e labbra si sfiorano, si accarezzano come vecchie compagne ritrovate.
È un
bacio timoroso, quello, un bacio che sa di mille cose non dette. Un
bacio che
sa di sole e pioggia mescolati.
Quando si
separano Tony le sfiora il naso con un
altro bacio leggero come un volo di farfalla.
-Ha ancora
voglia di diventare pioggia, Pepper?-
chiede infine. Lei ride e guarda il cielo fuori la finestra.
-Per ora
dovrò accontentarmi del sole. E poi, se ben
ricordo, dopo un temporale spunta sempre l’arcobaleno. Credo
che insieme
possiamo raggiungerlo abbastanza facilmente.-
Spazio
dell’autrice:
E
finalmente rinasco dopo qualche secolo
con questo orrore di fiction! Spero che vi sia piaciuta, anche se come
al
solito sono terribile a scrivere! Mi farebbe piacere sapere cosa ne
pensate, va
bene? anche le critiche sono ben accette! A prestissimo e un bacione
forte a
chi recensisce o anche a chi legge e basta!
Tomi
Dark Angel
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