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Guardare l'oceano
Se mi siedo qui sulla spiaggia, oggi che è
martedi, oggi che non passa nessuno...
Se guardo l'oceano così calmo ora che è notte,
così placido, impassibile...
Potrebbe quasi sembrare innocente.
Se invece sono io che guardo quest'oceano così
vasto, buio e dannatamente freddo...
... Oggi che sono passati due mesi...
Due mesi dal nostro primo bacio sulla poppa di
quella nave che sembrava averci regalato l'amore e invece ce l'ha strappato
dalle vene...
Non riesco a pensare in modo ordinato.
Posso solo continuare a credere di vederti, là,
all'orizzonte.
Su quella barchetta che si vede là in
lontananza.
È così atroce guardare queste zattere o
pescherecci o transatlantici partire da qui, sapendo che loro giungeranno a
destinazione, mentre noi no...
Cioè, io si, sono arrivata fin qui, ma il mio
cuore è rimasto fermo a quella notte, quando mi sono staccata da te, e ti ho
lasciato affondare.
Non ho nemmeno avuto il coraggio di guardarti
scomparire tra le acque gelide.
Così il mio cuore, nel profondo, non sarà mai
certo di averti perso veramente.
Passo spesso ore ed ore qui sulla spiaggia, a
piedi nudi, a guardare le barche.
Anche se la gente che passa mi guarda strano, io
non mi sento affatto stupida.
Cosa ne sanno loro di cosa ho passato io.
Cosa ne sanno loro di cosa vuol dire perdere
l'amore lo stesso giorno che lo si è trovato.
C'è un ragazzo, all'università, che vuole portarmi
fuori la sera, che vuole, che chiede, che si preoccupa... dice che è un peccato
che una ragazza bella come me rida così poco.
Ora appartengo al ceto medio.
Mia madre ha capito, e mi farò trovare solo se
vorrò.
L'amore vero è quello dei poveri. I ricchi non
possono permetterselo, al giorno d'oggi.
Davanti alla mia confraternita c'è un maneggio,
sai?
Non ho ancora avuto il coraggio di montare un
cavallo. Troppi ricordi, troppe promesse che non ho potuto mantenere, fin
ora...
Ci riuscirò un giorno, te lo prometto.
C'è ancora quella barchetta là al largo.
Barcolla che è una cosa impressionante.
Eppure il mare è calmissimo. Sembro io, appena
montata sul Titanic: io, che dentro impazzivo, eppure fuori non potevo dare a
vedere niente.
“Rose, ci conoscono, questa è gente per
bene...”
“Ma Rose, lo sai che è poco raffinato fumare a
tavola...”
“Rose”, “Ma signorina”... mi sentivo
impazzire.
Poi tu, la luce, l'amore, quel ragazzo simpatico e
così diverso da ciò che ero io... ciò che mi avevano fatta diventare.
La barchetta sta per attraccare, ora cullata
dolcemente dalle rare onde notturne.
Che strano, sembra vuota.
Il pescatore si deve essere addormentato
dentro.
Mi viene da ridere, mi immagino un pescatore che
finchè tiene l'amo si addormenta.
Un po' come noi, distratti e passivi di fronte a
ciò che accadeva, attenti solo l'uno all'altra.
Sarebbe stata una bella storia d'amore.
Ma l'oceano l'ha troncata ormai due mesi fa.
Oggi è il 16 giugno.
E mi sembra ieri. Perchè ho subito cercato
distrazioni. L'università, la sistemazione, le amiche, il lavoro...
Tutto inutile, perchè nel mio cuore so che l'unica
distrazione possibile è il tempo.
Solo tempo, e mi dimenticherò il tuo viso forse. O
la tua voce. No quella no. Non potrei mai dimenticare quel “Non lo faccia”. La
prima frase che ho sentito veramente rivolta a me.
La prima persona che se ne è effettivamente
fregata del fatto che la mia vita andava a rotoli... eri tu.
Quello che cercavo da sempre, e che mai più potrò
avere.
Dio, non ho mai chiesto niente alla vita se non un
po' di pietà per una ragazza che era stata tirata su per sposare bene, figliare
bene, comportarsi bene, parlare bene...
La barchetta tocca gentilmente la sabbia della
battigia. Quasi non fa rumore, attenta a non turbare i miei pensieri, i miei
ricordi.
Ma non scende nessuno.
Nessuno si muove, nessuno si alza in piedi e
scende. Nessuno.
Mi alzo in piedi, curiosa, come sono sempre
stata.
Anche da piccola, chiedevo sempre “Ma perchè”
“Cosa vuol dire” “Cosa c'è là dietro”.
E oggi non sono ancora cambiata.
Le domande sono sempre quelle.
Perchè... perchè mi sei stato portato via...
Cosa vuol dire “mai più”... che non ti vedrò mai
più... che mi hai lasciata per sempre...
Cosa c'era dietro quel tuo sguardo quando mi hai
chiesto di tirare avanti fino all'esasperazione...
Mi manchi da togliere il fiato.
Mi avvicino alla barchetta, con soggezione.
Magari il pescatore dorme sul serio.
Eccola qui, sono in punta dei piedi.
Vedo un paio di scarpe tutte sgualcite, due piedi
nudi.
Mi sporgo un po' di più e...
...Oddio...
Non è un marinaio.
I capelli biondi spuntano da una coperta malamente
avvolta attorno ad un corpo slanciato ed esile.
Sembra più un naufrago.
Col cuore in gola allungo la mano e gli sfioro un
lembo di fronte.
Scotta.
Chiunque sia, dev'essere portato in ospedale.
Discosto di un poco la coperta per vedere se è
effettivamente un uomo.
Poi, tra i ciuffi scomposti, scorgo un naso
piccolo, dritto... le labbra scarlatte perchè screpolate.
La carnagione pallida.
Ritraggo di scatto la mano. Che ora trema.
Trema.
Trema...
Un mugolio, e non ho coraggio nemmeno di muovermi,
paralizzata di fronte a ciò che avevo davanti agli occhi. Arretro di un
passo.
Il ragazzo dentro la barchetta si solleva
lentamente sui gomiti.
La coperta scivola del tutto dal suo capo.
Alza lo sguardo su di me...
L'ultima cosa che ricordo sono i suoi occhi
verde-celesti. E il profumo che sono sicura non ha mai perso. Il profumo di
vita. Quello che solo lui poteva avere...
Tu...
Tu, tu, tu, abbracciami ti prego fa qualcosa, ho
paura di morire, ho paura di vivere, di respirare.
Poi, buio.
...The
End...?
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