Papā

di Eire_
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Dedicata al mio amico, anche se non la leggerā

 

 

“č morto.”

E ti senti vuoto.

Le braccia! Dove sono le braccia? Perchč le braccia, le mie braccia piene di vita, sono deboli?

Le gambe, le gambe ormai non mi sostengono.

E la testa! La testa č persa, vuota, c'č senza esserci.

Gli occhi pieni di lacrime.

Senti il cuore pieno di tristezza, o meglio, orrore, o forse rabbia.

Non puō morire un papā.

I papā sono forti, e sostengono, sono come l'albero in giardino che anche nella bufera non crolla.

Ma č arrivato il fulmine.

Che ha distrutto lui e bruciato me.

I papā non muoiono.

Non in un mondo giusto.

 

 

 

Eire_

 




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