Una Vita all'Amore, una Vita all'Odio... di Steven Uchiha98 (/viewuser.php?uid=180740)
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Nell'Ade: Il Viaggio!
Una
Vita all'Amore, una Vita all'Odio...
Nell'Ade: Il Viaggio.
Finalmente varcai la porta del Regno dell'Ade, dopo settimane di
soggiorno in una sorta di anticamera vuota, con la dea Atena al mio
fianco e il dio Ares in ricognizione per cercare un'altra entrata e,
nel caso dovesse presentarsi la necessità, un'uscita. Mentre
attraversavo un lungo corridoio colsi un sorriso divertito sul volto
della dea. Mi misi al suo fianco e continuando a camminare la fissai
e le chiesi scherzosamente:
"Lo sapevi?"
"Diciamo che l'ho intuito" rispose
Mi scappò una risata che
contagiò tutti e due. Aveva una voce
ammaliante, anche quando rideva era splendida. Nessuna persona avrebbe
potuto eguagliarla, e l'ultima fu trasformata in ragno per l'affronto.
Tornato serio mi scusai per la battuta inopportuna,
venendo ricambiato con un'occhiata sorpresa, che fece lo stesso effetto
anche a me, per la verità. Cercai allora di spiegare, ma non
feci altro che aumentare simultaneamente la sua
incredultià...e
il mio imbarazzo, così troncai a metà la frase.
Lei
intuì ciò che intendevo, quindi cercò
di
rassicurarmi:
"Guarda che comunque non servono le pinze per trattare con me, o almeno
non a te. Non sei un qualunque mortale, come Minerva d'altronde"
quest'osservazione mi colpì e attirò
più di ogni
altra cosa la mia attenzione; non ci misi molto a risponderle infatti:
"La conosci?"
"Diciamo di sì" prese a camminare più in fretta,
la sua
voce si era fatta leggermente più grave, ma subito
tornò
calda e un po' allegra "Forse lo scoprirai: siete speciali" si
girò e mi guardò con i suoi occhi che
riflettevano la
calma del più bello dei mari, mentre in lontananza
però
si avvertiva l'arrivo di una tempesta: sotto la sua grande sicurezza
c'era un velo di contrasto. Ma il glauco colore dei suoi occhi era
davvero strabiliante, innaturale. Nulla a che vedere con i miei: tutti
coloro che mi conoscevano esaltavano i miei occhi azzurri, ma
quelli della dea...
Un suo strattone mi riportò alla
realtà, mostrandomi un nuovo salone, non diverso dai soliti,
ovvero una
sorta di caverna buia dove non si vedeva anima viva. In compenso, di
morte ce n'erano molte, intente a vagare per il luogo senza una meta, o
indaffarate nelle mansioni alle quali si dedicavano prima di spirare:
dai personaggi più famosi ai miei amici caduti
così
giovani in battaglia per me e per la mia causa. Già, per me,
ma
ora sono qui a fargli compagnia in questo luogo inospitale,
sarà
stato tutto vano? Oppure qualcuno seguirà le mie
volontà
e realizzerà il mio sogno, o cadendo insieme a me per la
medesima causa? Eppure sono qui, con due dei, probabilmente a compiere
il mio destino e aiutare i commilitoni, gli alleati, i sostenitori, che
finora mi sono stati fedeli, sacrificandomi per essi. Non posso esser
morto per nulla! So che però non sarà facile:
poche
persone sono tornate dall'Oltretomba, spesso senza riuscire a far
niente e le loro gesta sono raccontate nei miti, che chissà
corrispondenti al vero.
Mi sistemai in un angolo particolarmente buio della caverna, per non
attirare l'attenzione a causa delle mie vesti inusuali: non dev'essere
normale vedere un soldato con la divisa russa e un fucile AEK a
tracolla. Confusione, ecco ciò che avevo in testa. Idee,
pensieri, teorie e supposizioni facevano a gara per farmi impazzire,
mentre le certezze venivano sradicate e le regole infrante, io lottavo
per fare ordine con le possibilità che ha un soldato di
fermare
tre carri armati. Aspettavo nello stesso tempo un aiuto, da una
persona, da una divinità, da un demonio, o che altro. Ma non
arrivò; spirava solo un vento piuttosto strano per un luogo
chiuso, caldo, neanche forte: come se ci fosse qualcosa che mi
attira verso un luogo ignoto, inquietante, che rompe ogni
difesa, come fosse...
Finalmente mi accorsi dei cenni della dea per attirare
la mia attenzione. Quando la degnai di uno sguardo ella mi
indicò una porta custodita da due anime con armature
nerissime,
degne di nota, armate di lancia e scudo e con legata alla vita un
fodero dove presumibilmente era riposta una spada; avrei dovuto
chiedere loro informazioni? Ma come iniziare il discorso: con un
linguaggio pacato e civile, oppure con un linguaggio forte e deciso? E
poi, mi ascolterebbero? Soprattutto, vorranno aiutarmi? Improvvisamente
mi rendo conto di quanti scrupoli mi stia facendo, di quante esitazioni
abbia anche in una situazione così semplice; ecco la causa
della
mia morte: il timore e l'esitazione nell'uccidere Minerva. Eppure, se
avessi terminato la sua vita, anche in caso di un'eventuale morte da
parte mia, gli USA sarebbero caduti in una grossa crisi e i miei
alleati ne avrebbero potuto aprofittare e finire la guerra. Invece solo
a me toccò questa sorte, perciò devo fare in
fretta:
parlerò con quelle guardie, come è mio solito
fare; se
vorranno ascoltarmi lo faranno e se potranno mi aiuteranno, in
qualsiasi modo glielo chieda, se così è scritto!
"O guerrieri, da molto sembrate essere qui a vegliare su questa porta.
Le vostre armature, così nere e lucenti, sono davvero
splendide:
è un peccato che si debbano sporcare della sabbia e del
fango
dei campi di battaglia. Sareste così gentili da soddisfare
una
mia richiesta?" le due guardie non risposero: semplicemente si
sciolsero a terra, loro con le armature d'ossidiana, formando due
biglietti. Presumibilmente ne avrei dovuto raccogliere uno scartando
l'altro, e contando sulla mia fortuna e sulla benevolenza del destino
avrei dovuto scegliere quello giusto. Mi girai verso Atena, che da un
po' era diventata silenziosa, il suo viso scuro, ma soprattutto: il suo
corpetto argenteo stava ossidandosi. Come la prima volta, quello era
segno di un imminente malore! Corsi indietro a sorreggerla mentre
iniziarono gli spasimi di dolore; per un momento ebbi l'impressione che
fosse collegato a qualcosa...
Avvertì le medesime, fantastiche sensazioni della volta
precedente, ma improvvisamente una forza oscura travolse la mia anima e
quella della dea, che riuscirono a difendersi solo grazie al sostegno
dell'altra: non dipendeva dall'Ade, era estraneo anche agli dei,
altrimenti non sarebbe stata così forte. Questo significava
solo
una cosa: sulla Terra stava accadendo qualcosa di talmente terribile da
sconvolgere anche gli dei! Significava anche che non avevo
più
tempo. Con un ultimo sforzo aiutai la dea a tirarsi su, con molta
fatica si eresse in piedi, finché non ritrovò la
fierezza
della sua postura eretta, poi mi disse parole che mi riempirono di
gioia, accompagnate da una risatina quasi arrendevole:
"Ancora tu...è incredibile, l'hai fatto di nuovo, te ne sono
doppiamente grata. Spero non accada nuovamente, a meno che non ci sia
tu"
Arrossii violentemente, ma cercai in ogni modo di ritornare alla
compostezza di prima spiegandole la situazione che mi spinse a
soccorrerla, nonché la misteriosa forza oscura che
incontrammo;
il viso dell'interlocutrice non fu per niente preoccupato, mentre
l'argento del corpetto e dei bracciali si ravvivò tornando
al
colore originale:
"Quindi ci stai prendendo gusto a venire in mio soccorso?" chiese
infine.
Il mio imbarazzo fu all'apice, tanto che avrei voluto scomparire
immediatamente dal cosmo. Ignorando il mio stato d'animo, ella prese a
spiegarmi il motivo di questo buio nella sua anima, infatti le successe
già all'inizio della guerra, ma non contribuì a
dissipare i miei sospetti, anzi li alimentò:
"Ad ogni modo" conclusi "Dobbiamo fare in fretta o questa forza
negativa non ti abbandonerà. Anche se sei una dea, superiore
a tutto, non credo sia piacevole stare così ogni volta" mi
piegai verso i bigliettini facendo per prendere quello di destra,
quando notai un terzo foglietto più nascosto rispetto agli
altri
due; lasciai stare quello scelto e lo sostituii con quello nuovo. Non
sembrava di carta dato il suo colore nero, con incisa in gesso la
scritta "G.B.G - 01 B.G.Y.G", la dea si sporse dietro di me per
osservarlo, ma storse la bocca ignorando il significato di quella
strana combinazione di caratteri, che a me invece appariva troppo
familiare. Dunque Pallade, intuendo il mio pensiero, mi chiese se mi
fosse venuto in mente qualcosa intorno al misterioso codice:
"Fin troppo. Le prime due lettere sono sicuramente il vero nome di un
cantante..."
"Lo conosci?" mi chiese di rimando la dea con gli occhi che brillavano.
"E' il mio preferito. Ma non mi viene in mente il nome: si chiama in
arte Jon Bon Jovi, ma il nome vero...niente, mi ricordo però
che
era di origine italiane"
"Anche trasfonrmando le G in J ne mancherebbe una...senti, io vado a
cercare degli indizi nel salone e fra le anime, magari ci
verrà
in mente qualcosa" detto questo si allontanò da me per
visitare
le tristi anime dell'Oltretomba, verso le personalità
cristiane. Pochi metri mi separavano dalla
divinità, eppure
sentivo
un vuoto nell'anima...non andava bene, per niente.
"Paolo di Tarso, Francesco d'Assisi, Giovanni Battista...." quando
sentii quel nome ebbi un'illuminazione.
"Giovanni Battista!" corsi verso la dea con le gambe che si
muovevano da sole, mentre la mente pensava ad altro, probabilmente non
solo quella. D'istinto feci per abbracciarla, ma riuscii a fermarmi. Fu
un difficile trattenermi a causa della gioia di aver risolto
casualmente quel grattacapo:
"Si chiama Giovanni Bon Giovanni, in arte Jon Bon Jovi! Grazie, mia
dea!" essa non parlò, in compenso si voltò
fissandomi con
i suoi occhi, così profondi e caldi, un po' m'intimorivano,
al
punto
che non avrei saputo prevedere cosa sarebbe successo in seguito; infine
parlò esprimendo la sua contentezza per la rapida riuscita
della
prova, che però non era completa. Osservai il piccolo
biglietto
e sussultai:
"Questo però..." le regalai un sorriso che sperai di rendere
piacevole, nonostante i denti sporchi per le giornate in trincea
"è troppo facile: è il titolo della canzone
Billie Get
Your Guns, dei Bon Jovi appunto!" ero entusiasta: finalmente la mia
scarsa conoscenza in fatto di musica fu ripagata, mi fu utile in un
momento così importante! La porta si sbloccò con
un sordo
rumore metallico. C'incamminammo verso una nuova e buia stanza,
quando la dea Glaucopide mi chiese il motivo della veloce decifratura
del messaggio. Semplicemente è il mio gruppo preferito:
conosco
quasi tutti i suoi album, una cosa del genere non mi sarebbe mai
sfuggita!
"Chi l'avrebbe mai detto" rispose lei "che queste informazioni raccolte
nel mondo mortale sarebbero servite così tanto?"
"In fondo però si tratta di musica, non è
così
mortale l'arte!" la divinità annuì e arrivammo
alla
soglia della porta. Nonostante fosse aperta il luogo era talmente buio
che rendeva impossibile scorgere il benché minimo
particolare
della stanza antistante: dava l'impressione di essere un altro
corridoio.
Appena la varcammo sentii la terra mancare sotto i miei piedi,
così iniziammo a precipitare nel vuoto.
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