To hear your voice.

di Flarya
(/viewuser.php?uid=156706)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


-Fou                         

 
Io esisto da molto tempo.
Non moltissimo certamente, ma più di tutti gli umani che adesso vivono. Ho visto, e fatto, cose terribili.

            Chiesero a me, il guardiano protettore, di non proteggere; ed io l’ho fatto. La cosa più terribile della mia esistenza.
Ma non succederà più.

 Della famiglia Chang, la famiglia che tanto tempo fa mi ha creata, non rimane che Bak.
Prima che allenassi Walker, Bak era l’unico compagno di questa parte della mia esistenza. E tuttora, per me è l’unico.
Se dovessi scomparire per proteggerlo, non avrei rimpianti.

Gli umani sono così: muoiono.
Quando anche Bak morirà, allora non mi dispiacerebbe smettere d’esistere a mia volta.
O altrimenti continuerei a proteggere ciò a cui Bak tiene, sempre, sempre finché qualcuno non deciderà che è abbastanza, che posso trovare la mia pace.

Lui non lo saprà mai. Non gli dirò mai nulla del genere.
Si preoccupa per me, un uomo
 che si preoccupa di un guardiano protettore, una cosa assolutamente inconcepibile.
 
«Fou.» Bak si appoggia con la schiena al muro, la mia forma, per così dire, non-umana. «Come stai oggi?»

Perché me lo chiedi?

«Ovviamente bene, Baka-Bak! Con chi credi di avere a che fare?!»
«Le tue ferite?»

Non chiedermelo con questa voce, per favore.

«Era solo un graffio.»
«Capisco. Sono contento.»
Dunque continua a parlarmi, del Quartier Generale, di Lenalee Lee, del fratello pazzo della signorina Lee, ed altre cose che non m’interessano. Non c’è un gran bisogno della mia partecipazione, devo solo assecondarlo ogni tanto, senza capire una parola. Mi basta ascoltare la sua voce, vederlo arrossire ogni tanto.
               Voglio proteggerlo, così che io possa continuare ad ascoltare la sua voce.
 
«Oh Fou, dimmi qualche parola in più ogni tanto, quanto sei cattiva!»
«Scemo.»
«Ma che parlo a fare con te?» e si alza. Si sarà offeso. Si allontana camminando al centro della navata, l’eco dei suoi passi risuona e rimbalza contro le pareti.

«Baka-Bak» la mia voce non è umana, la mia voce esiste, ma non proviene da alcun luogo. «Torna ancora a parlarmi».





 

 
 
 
 


 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1040536