Buona sera a tutti ^^
È la prima fic che scrivo su questo fandom, ho voluto
raccontare il nuovo incontro tra Teito e Mikage, reincarnato nel
cucciolo di drago, dal punto di vista di quest'ultimo. Mi auguro di non aver fatto
stupidaggini e spero che la fic vi piaccia :3 Buona lettura!!!
Disclaimer: i
personaggi di questa fic non mi appartengono e la fic non è
stata scritta a scopo di lucro.
Forever with you
Non sapeva
com’era potuto succedere, l’unica cosa di cui era
certo era che un attimo prima era nel nido e ora stava precipitando
velocemente verso il duro suolo. Provò a volare, ma le sue
ali erano ancora troppo piccole e deboli per reggere il suo peso,
allora pigolò un aiuto e chiuse gli occhi per non vedere
ciò che stava per accadere. Tuttavia,
all’improvviso, si sentì accogliere in una presa
sicura, un po’ fredda ma accogliente, e l’impatto
atteso non avvenne.
Spalancò gli
occhi purpurei e li fissò sul viso del suo salvatore, che
nonostante apparisse con un aspetto tetro e minaccioso,
riuscì a scorgerne il leggero sorriso e la
felicità nei suoi profondi occhi blu.
Lo ringraziò
con un verso, scodinzolando e guadagnandosi una carezza tra le orecchie
lunghe.
-Finalmente ti ho
trovato, ne sono certo.- pronunciò il vescovo, riprendendo
le sue abituali sembianze e incamminandosi sulla via del ritorno con
quel piccolo fagotto rosa tra le mani, che lo osservava con una
tranquilla curiosità.
Il cucciolo di drago non
sapeva dove lo stava portando quello strano essere umano, ma il suo
istinto lo guidò sul sentiero della fiducia e si
lasciò condurre alla sua nuova vita, in cui per primi
comparvero degli alti e lisci fusti, candidi come la neve delle
montagne più alte, che aveva visto solamente durante il
primo volo sul dorso di sua madre.
Privo di alcuna
preoccupazione, prese a guardarsi attorno e si meravigliò
nel vedere tanti umani tutti assieme, tutti diversi tra di loro,
finché un suono particolare non giunse al suo fine udito,
destando il suo interesse e la sua giovane mente: un pianto sofferente
e inconsolabile. Prese ad agitarsi tra le dita del biondo, cercando di
sfuggire alla sua presa per correre dalla fonte di quel dolore e fare
in modo che cessasse. Non sapeva perché, ma la sua anima lo
stava spingendo verso quella tristezza inesauribile con una forza
impossibile da domare.
Frau sollevò
le sopracciglia, studiando il comportamento frenetico della creatura e
sorrise di tenerezza, comprendendo il motivo di tanto impeto. -Stai
tranquillo, presto saremo da lui e potrai stargli accanto.- disse,
stringendoselo al petto col braccio destro, mentre la mano sinistra
teneva sollevato un vassoio preso dalla cucina.
Il piccolo smise di
dimenarsi, incuriosito dal passo affrettato dell’umano che lo
stava conducendo verso la fonte di quella sofferenza, che si faceva
sempre più vicina. Tuttavia, la sua curiosità
crebbe quando vide altri esseri umani fermi davanti ad una porta, di
cui percepì chiaramente la preoccupazione e il desiderio di
dare un qualsiasi tipo di sostegno a quel dolore che anche lui
avvertiva.
Sussultò
all’urlo improvviso del suo portatore, che
accompagnò il suo sbraitare con un poderoso calcio che
sfondò la porta chiusa e finalmente lo vide. Inginocchiato
sul letto sfatto, girato di schiena, con una giacca scura e ormai a
brandelli stretta tra le dita sottili, e le lacrime che continuavano a
cadere da quegli occhi che non poteva scorgere. Riuscì
infine, a sfuggire dalla presa del vescovo Frau e corse dal ragazzo,
arrampicandosi sulle lenzuola e finendo sotto quella giacca logora pur
di arrivare a lui il prima possibile.
Raggiunse la sua schiena
e salì fino alla spalla, da cui scorse il profilo di quel
viso dalle iridi di giada, che però non lo guardava.
Provò a strusciarsi, ma non ottenne niente, quindi scese e
si piazzò davanti al giovane, scodinzolando di gioia,
perché finalmente l’aveva raggiunto e
perché, grazie ad una parola dell’uomo che
l’aveva condotto laggiù, ora aveva
l’attenzione di quegli occhi, specchio di un cuore spezzato
dal dolore a cui era sicuro di poter porre rimedio.
Pigolò
allegro, mostrando il suo sguardo purpureo e cercò di
comunicargli tutto il suo sostegno e la sua volontà di non
sentirlo più piangere perché ora c’era
lui al suo fianco.
Il ragazzo lo
sollevò tra le mani chiuse a coppa, fissandolo con stupore.
-Mikage?-
chiamò con quel nome, che per il cucciolo di drago non era
altro che un insieme di suoni a cui sapeva di dover rispondere,
replicò con un nuovo verso sempre felice e soddisfatto.
Teito rimase incredulo,
ma rise quando il piccolo puntò le zampe anteriori sul suo
petto per arrivare alla sua guancia e leccarla per asciugare la scia di
lacrime di sofferenza, che non voleva più vedere sul suo
volto. Tuttavia, poco dopo vide nuove gocce saline scendere dagli occhi
di giada, ma non si preoccupò perché da esse non
avvertiva tristezza, ma una gioia così grande da non poter
essere trattenuta o espressa in altro modo.
Quelle lacrime furono la
conferma: il suo posto era accanto a quel ragazzo, perché
aveva bisogno di lui. Lo avrebbe sostenuto e gli sarebbe stato accanto
per sempre, anche nella prossima vita.
L'incontro tra Teito e
la reincarnazione di Mikage mi è piaciuto fin dall'inizio,
per la sua dolcezza e per il significato profondo del ritrovo dei due
amici, inconscio da parte del cucciolo di drago, ma voluto, secondo me.
Spero di essere riuscita
a esprimere quello che intendo xD
Alla prossima!!
See ya!
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