There is a hell, believe me, it's here. di Pwhore (/viewuser.php?uid=112194)
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Ciao, sono
Nikkay e mi piace la musica.
Potrei dire che è lei che mi ha cresciuta, e in effetti
è così.
Sono sempre stata la bambina grassa, timida, quella che nessuno voleva
come amica e che tutti evitavano.
Alle
elementari avevo tre amici. Simpatici, per carità, ma per
loro ero come
una ruota di scorta. Mancava l'amico ''ufficiale'' e puf, entravo in
campo io. Non glielo rinfaccio più di tanto, almeno stavo
con qualcuno e
potevo dire di sentirmi meno sola.
Non so se qualcuno l'ha mai capito, ma ho una fobia scomoda e infondata
verso le persone.
Quando cammino per strada mi sento sprofondare sotto i loro sguardi, mi
sale il cuore in gola e vorrei soltanto sparire.
E'
come una morsa che mi attanaglia lo stomaco e non se ne va
finché non
sono in un luogo piccolo e chiuso, dove posso entrare io e solo io. E
quando qualcuno riesce a penetrare nel mio piccolo mondo, tornano il
panico, i giramenti di testa, il senso costante e fastidioso di
malessere che mi ha sempre accompagnato in questi anni e che mai mi
abbandonerà.
Torna la rabbia, l'odio verso tutti e verso me stessa;
perché sono così debole, così stupida,
così strana.
Nessuno dei miei 'amici' ha mai avuto questo problema.
Tutti
in classe erano aperti e sempre pronti a star tra loro, anche se non si
conoscevano bene. Mi guardavano di sott'occhio e si bisbigliavano cose
sgradevoli all'orecchio, indicandomi con lo sguardo, e poi scoppiavano
a ridere.
All'inizio ho provato anch'io a unirmi a loro, a fare come
facevano tutti, ma l'ansia era davvero troppo forte; così mi
sono
chiusa in me stessa e nei libri, e sono diventata la sfigata senza
amici da cui tutti si tenevano alla larga.
Le maestre non hanno mai
fatto niente per porvi rimedio. Parlavano alla classe in maniera
generale, come si parla a un mucchio di ragazzi grandi, capaci di
comprendere, ma loro non capivano a fondo quelle frasi e continuavano
la loro vita spensierata senza includermi. Però era
diventato ovvio,
quando la maestra parlava di non isolare mai i compagni nella vita
significava che la piccola Nikkay doveva per forza far parte dei giochi
o ci sarebbero stati dei guai per tutti.
Sempre se si può
chiamarli guai. Le maestre parlavano e parlavano, ma gettavano parole
al vento e io diventavo sempre più triste e sola,
senza che nessuno si
decidesse anche solo a provare ad aiutarmi davvero, a cercare di
capirmi o chessò io, parlarmi.
"Ciao Nik, come va, che hai fatto oggi?"
Cazzo, era così difficile da chiedere? Era così
difficile
sorridermi ogni tanto, chiedermi i compiti o anche solo salutarmi la
mattina quando m'incontravano per la strada? Certe volte mi chiedo
perché erano così insensibili e crudeli nei miei
confronti. Poi cavolo, una si abitua, ma non è comunque
carino
passare i primi cinque anni della propria carriera scolastica da sola,
ignorata e presa in giro da tutti.
E alle medie la situazione non è migliorata mica. Quei pochi
e
falsi amici che avevo mi hanno abbandonata, sempre che ci fossero mai
stati, e mi sono ritrovata completamente sola e scoperta di fronte alle
lingue biforcute dei miei nuovi compagni di classe.
"Ragazzi, questa è Nikkay, viene da un'altra scuola e ha
problemi a fare amicizia, per favore siate gentili con lei"
Non l'avesse mai detto! Mi sale la rabbia solo a pensarci.
Lo sappiamo tutti come sono i ragazzini a dodici anni, sempre in cerca
di qualcuno da prendere in giro e sfruttare per sentirsi più
fighi, più importanti. Be', quel qualcuno da sfottere ero
io, di
nuovo, e lo sarei stata per i successivi tre anni. Tre anni d'inferno,
molto, molto peggiori dei cinque precedenti. Diciamo che dire che
piangevo tutte le notti è dire comunque troppo poco.
Ma il liceo, il liceo.. L'apice della mia sofferenza l'ho raggiunto in
questi anni.
La situazione a casa è peggiorata notevolmente, anche dopo
il
divorzio dei miei, e non ho trovato appoggio da nessuna parte. Ho
provato a crearmi un amico immaginario, come quelli che avevo da
piccola, ma non ha funzionato. Ho realizzato presto che quello di cui
avevo bisogno era un amico vero, ma gli amici veri a questo mondo sono
un lusso che non tutti possono permettersi. Uno può passare
la
propria vita a cercarli, ma devi essere davvero fortunato per trovarne
uno alla tua portata; e io questa fortuna non l'ho ancora avuta.
Però posso dire di essere pronta al mondo esterno, alla vita
vera. Dopo aver passato quindici anni e mezzo a venir insultata e
maltrattata non faccio più caso se qualcuno mi chiama
''emo'' o
''sfigata.'' Cioè, davvero, trovate nuovi insulti. Vi sfido,
forza.
Non poi così dev'essere facile, comunque. La mia autostima
è già ridotta a meno trenta, come fare peggio?
Ormai sono apatica, vivo tanto per vivere. Trovo la mia unica
felicità negli oggetti appuntiti. Il colore che sgorga dai
miei
polsi quando premo delle lame contro la mia pelle candida è
impagabile. Mi ammalia, non riesco a smettere, devo vederne di
più, di più, sempre di più, e ormai i
segni sono
incancellabili. Lo sapevo fin dall'inizio che non sarei potuta tornare
indietro, ma ehi, cos'ho da perdere?
La mia vita fa schifo, la mia famiglia di più.
Poveretti, hanno provato a mandarmi da una psicologa - troppo tardi, ma
ci hanno provato.
Purtroppo nemmeno lei è riuscita a districare questa matassa
di
pensieri oscuri che mi opprime la mente e si annida sempre
più a
fondo nel mio cervello. Hanno ragione gli altri. Sono uno zero.
Però ehi, anche gli zeri possono avere supporto, o sbaglio?
Io l'ho scoperto da qualche mese, saranno sette o otto ora.
La pagina dei Chem. L'unico posto in cui mi sono sentita davvero
accettata, l'unico posto in cui qualcuno ha creduto a me. Ammetto di
aver dubitato delle loro parole all'inizio, ma alla fine almeno un po'
mi sono dovuta ricredere. Sono persone fantastiche, tutte con storie
simili alla mia e che hanno conosciuto sofferenza e apatia, e che come
me sono finite col ferirsi da sole. Però c'è
qualcosa di
diverso in loro, che mi attira e mi spinge a scavare sempre
più
a fondo nelle loro personalità per conoscerle per bene, come
le
mie tasche, come il palmo della mia mano screpolata. Nonostante tutto
quello che gli è successo, non hanno mai smesso di lottare
per
la loro felicità. Si sono ritrovati in un posto strano, si
sono
creati delle identità dietro le quali nascondersi,
così
che gli altri, gli esterni,
non possano prenderli in giro, e hanno creato una famiglia alternativa
alle loro, così scapestrate e insensibili nei loro
confronti.
Sono andati avanti supportandosi a vicenda senza mai chiedere niente in
cambio se non dell'affetto e una spalla su cui contare.
E' la cosa più bella che abbia mai visto.
Sono loro il motivo per cui non ho scritto prima quello che sto
scrivendo ora.
Però in questi ultimi mesi la mia vita è
diventata
davvero insostenibile, è riuscita a scuotermi dalla mia
apatia
per poi gettarmi in un oceano oscuro di incubi e brutti pensieri. Mi
sento soffocare, tirare a fondo e divorare da tutta questa
negatività, voglio solo smettere di soffrire una volta per
tutte
e essere una persona libera, felice.
Perché tutto questo capita a me?
Perché sempre la piccola, sola, triste e stupida Nikkay?
Prima l'anoressia, mi sono trascurata troppo; poi la bulimia.
Cazzo, non c'è niente di quello che faccio che vada bene.
Niente.
Sono svenuta in classe, l'altro giorno. Mi hanno portata in infermeria,
ma nessuno è venuto a trovarmi e nessuno si è
interessato
più di tanto alla mia situazione, se non quando sono tornata
in
classe il giorno dopo, durante l'ora di matematica. L'infermiera della
scuola ha convocato i miei genitori per i tagli sui polsi e sulle
gambe, ma che me ne frega, è comunque troppo tardi per fare
qualcosa al riguardo. Mi ha dato delle pillole per l'emicrania e
qualcosa per lo stomaco, ma devo andare a vedere un vero
medico
per la mia bulimia e fare qualche seduta da un terapista per i prossimi
tre mesi, per vedere se miglioro.
Non ho intenzione di andare da nessuna parte.
A che servirebbe, ormai? I miei mi odiano ancora di più per
quello che mi sono fatta e che continuo a farmi - ho anche aumentato la
freguenza, per la gioia di quella stronza -, e comunque non hanno
intenzione di spendere un solo centesimo per rimediare alla loro figlia
'depressa e abbandonata da tutti'. Manco avessi scelto di essere
così. Ma in realtà credo mi abbiano sempre
odiato, non
ricordo una singola volta in cui loro non fossero troppo occupati per
stare appresso a me, la loro unica figlia, il sangue del loro sangue. E
di sangue se n'è visto a bizzeffe, ormai hanno
aperto gli
occhi pure loro davanti alla situazione. Hanno sicuramente capito che
qualcosa deve cambiare, ma continuano a comportarsi come se niente
fosse e non vedo alcuna possibilità di migliorare le cose.
Ma non è questo che mi ha fatto decidere di scrivere questa
lettera.
In fondo loro non ci sono mai stati e mai ci saranno. Hanno sbagliato
tutto con me, e chissà, se loro fossero stati un po' meno
menefreghisti, ora forse starei bene e non avrei dovuto passare tutti
questi anni orribili. Chi lo sa, forse sarei stata persino una delle
popolari, una di quelle ragazze circondate da amici e amiche che non
fanno altro che ripeter loro frasi carine. Ammetto che mi sarei odiata
da sola in
quel caso, ma mi chiedo come ci si senta a venir invidiati per
qualcosa. Non ho niente di buono, io: vado male a scuola, non ho amici
al di fuori della pagina, ho mille problemi, un corpo troppo magro e
sfinito dalle ferite, degli occhi scuri come il petrolio dentro cui
annaspa un'anima apatica e spaventata; una famiglia che non
c'è
mai e quando c'è combina solo disastri, una classe di
insensibili che non fanno altro che demotivarmi e insultarmi dalla
mattina alla sera.. Potrei continuare questa lista per ore, davvero, ma
non credo la leggereste tutta. E non credo che abbiate comunque capito
la mia situazione fino in fondo.
Non sono una di quelle persone depresse che mostrano a tutti la propria
fragilità e che piangono per un nonnulla, proprio per
niente.
Non mostro mai le mie emozioni, quando mi capita di provarne, e mi sono
costruita uno scudo acido e impenetrabile che mi protegge da tutti
quelli che mi si avvicinano con cattive intenzioni. Non gli lascio
più provare il gusto di ferirmi. Non vado più
molto
spesso sulla pagina; ormai le loro parole hanno smesso di consolarmi e
confortarmi e non me la sento di rimanere lì e pretendere
che
vada tutto bene. Quei ragazzi sono la mia vera e unica famiglia, non
voglio assolutamente mentirgli o fargli capire che in realtà
sono già morta dentro. Si preoccuperebbero inutilmente visto
che
non ho intenzione di cambiare idea e rimarrò impuntata sulle
mie
decisioni.
Sarò depressa, apatica e menefreghista, ma non mi piango
addosso. Non più. Ho imparato ad accettare la mia condizione
con
filosofia, anche se ''fottetevi tutti'' non è poi una cosa
così poetica o di aiuto quando mi sento giù e
voglio
morire. Non sono brava con le parole, ogni volta mi si accavallano
nella mente e lottano fra loro per chi deve uscire prima, per poi
creare una confusione assurda in cui non si capisce più
niente
se non qualche pensiero sfocato e qualche idea buttata lì.
Per questo questa lettera fa così schifo.
Ho così tante cose da dire, eppure sembra che la mia vita
sia
ridotta a quattro righe su un foglio di carta, che le mie sofferenze
non siano niente di che e che tutti i problemi che sto attraversando
siano solo un'esagerazione rispetto a quello che sono in
realtà.
Be', sappiate che non è così; non ci guadagno
nulla a
dire che soffro più di quanto non faccia realmente e poi non
sono quel tipo di persona, non lo sarò mai. Speculare sul
dolore
è una delle cose più brutte che gli esseri umani
abbiano
mai fatto, se non la più brutta. Non capisco la gente che
ingigantisce tutto per farsi compatire, per trovare qualcuno abbastanza
impietosito da rimanere incastrato a fare un diario vivente per qualche
ragazzo o ragazza di cui in realtà non gliene frega niente.
Tutte queste cose -
la depressione, la sofferenza, il male di vivere - esistono realmente,
io le ho provate e le provo tutt'ora, non c'è un cazzo di
motivo
per cui mentire al riguardo.
"Oh sì, ieri sono stata al funerale di mio cugino che a
momenti neanche conoscevo, come sono depressa"
Cosa risolvete così? Niente. Fate solo fare una figura di
merda
a tutti quelli che come me sono davvero esasperati dall'ambiente in cui
vivono e che non sanno più come e cosa fare per riuscire a
tornare a galla e non affogare in tutto questo schifo, in questa
realtà amara in cui non ci si può fidare di
nessuno se
non di se stessi, in questo mondo in cui ciò che conta sono
i
soldi e non quello che c'è dentro una persona. Tutti questi
problemucci così, piccoli, insignificanti, sono messi in
risalto
da tutti, e le persone che hanno davvero problemi vengono ignorate
perché "è roba destinata a passare, non
durerà a
lungo." Ma per piacere, sono quindici anni e mezzo che dura. Non
ricordo un singolo momento in cui sono stata davvero felice, se non
quando ho messo piede per la prima volta sulla pagina e mi sono resa
conto che la gente bella esiste davvero, non solo nei sogni e nei film
d'amore.
Ed è uscendo da lì che mi sono scontrata con il
mondo
esterno, così freddo e diverso, così privo
d'amore.
L'unica cosa che la gente della mia città ha fatto per me
è stato insegnarmi a fregarmene di tutto e di tutti, anche
di me
stessa; perché alla fine è così che
fanno tutti in
questa società malata. Se ne sbattono le palle.
Sono stufa di questo. Lo so, l'ho sempre saputo, questo tipo di mondo
non è per me. Sarei dovuta nascere prima, nell'era degli
hippie,
forse sarei stata più spensierata e più compresa;
o forse
non sarei dovuta nascere affatto. Una volta me l'ha urlato in faccia,
mia madre, sono l'errore di una calda notte d'estate. Certo, poi si
è scusata, ma da come si sono sempre comportati i miei
genitori
non dubito che questa sia davvero la verità, che bene o male
è venuta a galla e si è mostrata a me in tutta la
sua
amarezza.
Ma siamo franchi, saperlo non ha cambiato nulla nella mia vita schifia.
Certo, forse un altro calo d'autostima, ma del resto ho sempre saputo
che non mi volevano e che era solo un caso se ero sulla Terra.
Da piccola ero troppo grassa, mi riempivano di dolci per alleviare i
sensi di colpa; da grande sono troppo magra, hanno persino smesso di
propormi di mangiare qualcosa.
Se ne sono sempre fregati, è questo il problema. Sono stati
loro la principale causa di tutto, sarebbero dovuti essere quelli che
mi conoscevano meglio di tutti ma la verità è che
tutto quello che sapevano l'hanno ignorato. Ecco perché sono
finita col diventare così.
Loro mi conoscevano, sì, ma non gliene fregava nulla. Nulla,
nulla, nulla. Come del resto a tutti quelli che mi hanno conosciuta
durante questi anni, ma che non hanno mai detto niente al riguardo. Gli
unici che ci hanno provato sono stati gli Oldfags, i miei unici amici,
la mia unica vera famiglia. Be', direi che è a loro che
indirizzo questa lettera.
Mi dispiace per quello che sto per fare.
Non tanto per me, io sarò solo più felice, ma per
voi, ragazzi, perché so quanto mi vogliate bene. So che
avete sempre combattuto, per voi e per me, ma ormai ho realizzato che
non ho tutta questa forza e che non ce la potrò mai fare.
E credetemi, se ve lo sto scrivendo è solo perché
è vero. A voi non ho mai mentito e mai lo farò.
Fino alla fine voglio essere sincera e confidarmi con voi senza
inventarmi balle, perché siete gli unici che si meritano di
sapere che li ho sempre amati e che lo farò sempre, se
esiste una vita dopo la morte. E se finirò a vagare nel
vuoto eterno, sappiate che gli unici ricordi che porterò con
me saranno i vostri sorrisi e le vostre belle parole, perché
non ho bisogno di nient'altro per ricominciare da capo.
Spero che avrete una vita bellissima, piena di felicità e
allegria, perché ve lo meritate.
Siete le persone migliori dell'universo, ve lo dico con tutto il cuore.
Spero sinceramente che riuscirete a essere davvero felici, e sappiate
che da lassù veglierò su di voi e sarò
il vostro angelo custode, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana,
come voi lo siete stati per me durante questi mesi.
Vi amo. Vi amo con tutta me stessa.
Spero riuscirete a capire il motivo per cui sto facendo questo, anche
se non appoggerete il mio gesto.
Vi chiedo solo un'ultima, piccola cosa: quando leggerete queste righe,
non piangete, sorridete, perché io sarò
finalmente in un posto dove potrò essere me stessa
lasciandomi la sofferenza alle spalle, e sarò felice come
non lo sono mai stata.
Niente dura per sempre, e io sono solo un'ombra di passaggio nelle
vostre vite. Supererete anche questo, ne sono certa; ma vi prego, non
dimenticatemi. Non tanto perché voglio continuare a vivere
in qualche modo, anche se solo nei vostri ricordi, ma perché
io non vi dimenticherò mai. Spero ci rincontreremo,
all'altro mondo, sarebbe la cosa migliore che potrebbe capitarmi. Io
comunque non smetterò mai di cercarvi, statene certi, e
quando vi troverò non vi lascerò andare
così facilmente.
Non abbiate paura per me, vado a trovare Brendan. Starò bene.
Spero possiate capirmi, prima o poi, e che mi perdonerete,
perché credo di star facendo la scelta giusta.
Mi mancherete. Mi mancherete così dannatamente tanto che sto
già piangendo.
Vi amo più di quanto possa mai urlare, tenetelo a mente.
Addio, amici miei.
O forse è solo un altro stupido arrivederci?
Nik.
I'm
sorry but I'm sat here crying now and I just can't anymore. I can't.
I'm
leaving this page. For good, and I'm being serious.
I have
changed, so so much. Partially because of this fucking pathetic excuse
for a fan base and partly because I'm a horrible human being and I fuck
with other peoples lives and emotions.
I'll
be back to visit. Sometimes, it was amazing. Sometimes it was perfect.
But other times it was awful and boring and I can't stand it. I'm sick
of the trolling and I'm sick of people seeing me as something better
than I am. I'm nothing. I'm fucking worthless. I'm just another girl on
the internet, so stop it.
I came
back when you needed me, and if you ever do again I'll be back in a
heartbeat, but just to help, because I'm done being that person. And
yes, this is just the internet, but it's a huge chunk of my life and I
have messed with too many people. I've become worse than
Caitie.
We've
had some amazing times, but I'm giving it all up for one person. I met
Lucy on this page. And the 6 weeks I spent here last summer were the
best I'd spent in my entire life. I don't know what else to say,
please, please don't forget me.
Please.
Just keep in mind that I love you all. Remember that, because I'll keep
on thinking about you forever.
Goodbye.
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