Quello
scarabeo di Rita Skeeter.
****************
UN
GIORNO QUALUNQUE
I parte.
Di
Maledizioni Centenarie e voci di corridoio
L'aria
leggera della Sala Comune dei Griffyndor era rinomata in tutta la
scuola, principalmente perché gli stessi Grifondoro si
pavoneggiavano ogni giorno nei corridoi con i Ravenclaw di come
passassero mollemente abbandonati nelle poltrone rosse fuoco i loro
pomeriggi. Una bottiglia di burrobirra dal colore dorato e schiumoso e
un interessante libro di quidditch o - per il tempo che avevano a
disposizione - la rivista Teen Witch del mondo magico, oltraggio
all'intelligenza e piatto d'argento per l'idiozia, come proferiva
Hermione Granger, l'unica ancora di salvezza per la loro Casata.
Ovviamente, con l'immancabile Ragazzo (Purtroppo) Sopravvissuto - nel
modo gentile con cui lo definivano gli Slytherin - e Ron 'The King'
Weasley, diventato popolare e desiderato da tutte le ragazze della
scuola per la sua perfetta partita di Quidditch e le sue parate quasi
da professionista. Purtroppo, la verità era che - anche se
fosse stato davvero bravo - un confundus fatto bene gli aveva salvato
la pelle ai provini da cui Cormac McLaggen ne era uscito affranto,
sperando che Weasley fosse colpito da un bolide stregato -
probabilmente da lui - in pieno viso durante una partita di fine
campionato. Calì Patil, affezionata lettrice del Teen Witch
- ribattezzato come Idiot Witch da Harry Potter - non poteva fare a
meno di origliare nascosta chissà dove, e di spettegolare
sulle ultime novità sentite - involontariamente per chi
vuole crederlo -, in camera e in bagno, mandando delle
lettere anonime al giornalino firmate da una certa Ragazza Disperata,
che, comparendo settimanalmente sul giornalino, aveva destato stupore
ai redattori. Cosa assurda e da non credere: le avevano inviato un set
magico di penna e blocchetto come quello di Rita Skeeter. Ovviamente,
si chiedeva ancora come avessero fatto a trovarla per mandarle quel set
munito di penna magica - che scriveva l'esatto contrario di quello che
una persona dicesse - e un taccuino verde e rosso con pallini neri.
Orrendo. Brufoli enormi sul viso, capelli che non si lisciavano con il
metodo classico - sempre che Lavanda Brown, fidata amica di
Calì, non ne avesse scoperto altri-. Strane pustole
rossastre sulle gambe e pelle ruvida: i problemi quotidiani di una
strega con gli ormoni in subbuglio e la maggior parte delle volte, come
il cervello di Tiger e Goyle e la faccia vagamente somigliante a una
Banshee - nel modo in cui affettuosamente le chiamava Seamus
Finnigan, cercando di mascherare il suo terrore patogenico per le
stesse streghe verdastre delle paludi salmastre, quelle del nord della
Scozia. Da quel preciso giorno,in cui una bottiglia di Burrobirra si
era rotta in mille pezzi, il settimanale delle Streghe aveva preso
fuoco e un libro di Quidditch si era auto distrutto- come sosteneva
Demelza Robins - erano iniziati i guai per i poveri e
sventurati Gryffindor, nelle mani di un destino avverso, correlato ad
un immancabile senso di maledizione centenaria che li affliggeva in
quel periodo. Maledizioni se pur infondate, terrificanti.
Hermione Granger, da cinica nata, dissimulava un freddo approccio con
tutti, tranne che con Ron Weasley, che se la godeva in un angolo della
stanza sogghignando tra un boccone e l'altro di uova e pancetta fritta,
ed Harry Potter che ogni tanto emergeva dalla pila di libri che lo
circondava, stranamente interessato ad una lezione di Difesa contro le
Arti Oscure spiegata da Piton. Mancava solo che assumessero
Calì alla rivista di pettegolezzi e voci di corridoio, che
Ron fosse colpito da un bolide, che Hermione Granger dimenticasse di
fare la sua ripassatina - immancabile - serale, e che i responsi di
Sibilla Cooman si avverassero per davvero ; e quindi, mancava che Harry
Potter morisse in preda ad un attacco d'ansia pre- ricomparsa
Voldemort, non considerato nemmeno di striscio dagli alunni di Hogwarts.
- Mia nonna dice che Rew Spinnet, un suo compagno di casata, fu portato
al San Mungo perché iniziarono a crescergli sul viso e le
braccia migliaia di peli arancioni, come se fosse stato un lupo
mannaro. Oh, non c'era la depilazione permanente o come la chiamano nel
mondo magico, quella della cerotta. (Hermione Granger
arricciò il naso) -Il bello - riprese - è che
erano accadute le stesse cose. Erano periodi brutti quelli, quando
nemmeno le riviste di gossip avevano voci di corridoio ' Hogwartsiane '
per colmare le pagine delle rubriche.- Calì Patil
sospirò e sprofondò nella soffice poltrona rossa
dove Hermione la guardava stupefatta con un cipiglio nervoso.
Tutti si aspettavano che replicasse da un momento all'altro, criticando
a più non posso sulle voci infondate e senza prove
documentate storicamente dagli amici di Casa. La verità era
che quello era un pretesto pur di rendere ridicola Calì, che
avrebbe solo voluto attirare l'attenzione di Harry Potter, il quale non
la degnava nemmeno di un saluto decente da almeno due giorni, proprio
da quando avevano beccato i rispettivi amici a palparsi dietro i
corridoi dell'aula di Erbologia sperimentale e teorica. Ovvio che la
Granger non ne sapeva niente.
- Se non amassi così tanto quelle inutili riviste, non
diresti cose così estremamente patetiche, Calì.
Non è possibile che una maledizione centenaria, a cui non
credo, possa aver incendiato il tuo Teen Witch, inutile d'altra parte.
Come vi può interessare una rivista che non giova a niente e
nessuno se non ai pettegolezzi della Skeeter? -
Calì la guardò perplessa ed esordì: -
Intanto ha favorito l'amore tra Lav e Ronald. Guardali, che carini
insieme!-
Hermione fu presa tanto alla sprovvista che fece scivolare il suo libro
sul tappeto prima che potesse vedere Ron che cingeva con la sua mano la
vita di Lavanda e le dava un bacio quasi troppo possessivo
abbracciandola come un trofeo di Quidditch. Poco per lei, troppo per
Hermione. Quella volta il suo cinismo non aveva funzionato. Era stata
tutta una forzatura e un montaggio fatto apposta per colpirla nel suo
punto debole.
Tanto meno Harry Potter credeva di poter risolvere la situazione con le
proprie mani. Come inutilità che piovono dal cielo, Hermione
Granger aveva aperto il suo ombrello costellato da acidità e
vendetta. Così, Harry Potter, si era quasi schierato dalla
sua parte, sentendosi quasi tirato e spezzato in due pur di stare con
gli amici. Meglio dire, ormai ex amici. Iniziava a odiare le
Maledizioni quanto la sua cicatrice ; solo dopo si ricordò
che la sua cicatrice era una maledizione e che lui era proprio lo
sfortunato soggetto.
I Serpeverde avevano sempre amato le voci di corridoio allo stesso modo
in cui amavano infamare le persone con qualsiasi tipo di insulto,
partendo dal sangue, arrivando all'aspetto esterno e insultando
addirittura qualsiasi inclinazione babbana. Per esempio, Tiger e Goyle
al sesto anno di Hogwarts non sapevano né leggere
nè collegare delle parole con un senso logico e quindi
comporre un discorso di alta portata per Draco Malfoy: sesto anno,
capelli biondo platinati, ossa e pelle, bello sì, ma anche
insopportabilmente altezzoso e menefreghista. Con la Primavera la sua
pelle assumeva un colorito più scuro rispetto al colore
pallido e grigio come le iridi dei suoi occhi.
Con due idioti al seguito e un cagnolino di scorta, Pansy Parkinson, -
che non mancava di visitare ogni tanto il suo letto o riordinarlo -
inquoteva il terrore nelle ragazze a Hogwarts e regolarmente cercava di
rendere la vita più difficile di quanto già non
lo fosse a Hermione Granger. Lettere con pus verde e bollente, scherzi
patetici nelle serre di Erbologia, parole sussurrate e
insulti creati a tavolino. Era una continua lotta a battaglia navale ed
Hermione, affondata o no, aveva sempre camminato a testa alta,
soprattutto dopo che Malfoy aveva fatto un colpo grosso e ne era pieno
fino al collo o alla testa - dipendeva dai punti di vista. Se Harry
Potter aveva parecchio sonno da recuperare dopo gli anni passati a
destreggiarsi tra maledizioni e incantesimi, Draco Malfoy aveva il
bisogno di una buona reputazione. D'altronde, chi era Harry se non
'Santo Potter da venerare?'
*********
Che muoia in un budino bollente di rana quella Rita! Gli insulti
può infilarseli...
Come al solito una lettera rossastra era aperta su un tavolo pieno di
cartacce e una mano portava il segno rigo per rigo. Un sorriso malefico
si aprì sul suo volto: era la centesima volta che colpiva in
pieno.
Liandra Keller aveva mandato la sua terza lettera di reclama
perché lei aveva pubblicato in prima pagina il tradimento
del marito con Katherine Fox con tanto di immagine e didascalia.
- Noiosa. - sussurrò la Skeeter portando gli occhi al cielo
come un gesto di esasperazione.
Per fare quella foto, era caduta in uno scatolone della spazzatura a
Diagon Alley, tanto che la sua tanto amata parrucca bionda aveva preso
un colore marroncino, e il suo vestito verde - quello pieno di pois
rossi - era diventato nero.
Si era alzata, aveva sistemato i capelli e aveva borbottato un insulto
all'uomo che le tendeva gentile la mano. - Faccio da sola, zotico.
Era ancora tanta la gente che si chiedeva come Rita Skeeter
potesse essere a conoscenza di ogni singolo briciolo della vita privata
di ogni persona, tanto che, per paura fosse in agguato anche nei water
squallidi di Hogwarts, tutti si guardavano bene dallo spifferare
qualcosa all'amico di banco durante una pausa rinfrescante alla
toilette. La sua voce stridula, il taccuino, la penna : il peggior
incubo di una strega che avesse o non avesse qualcosa da nascondere.
Sì, perché anche la più pura e limpida
aveva qualcosa nascosto nel profondo, e Rita era come la sorella
pettegola, l'amica papera, la mamma impicciona. La cosa diversa era che
poi tutto il mondo magico ne sarebbe stato a conoscenza e non c'era
modo di farla fuori se non insultarla. Ross Thomas, una ragazza
Corvonero, aveva subito le sue ire e sentiva di notte la sua penna
scrivere e il sussurro della sua voce nelle orecchie, come se fosse
stato uno squallido fantasma del passato. Ma lei, la perfida
giornalista del Mondo Magico, era purtroppo viva e vegeta, allegra,
tanto che i suoi capelli - parrucca - erano diventati biondo
platino da biondo cenere e il suo rossetto era aumentato di una
tonalità.
Sei proprio una banshee! Brutta...
Il suo odioso smalto rosso, le sue dita affusolate che ogni tanto
portava alla lingua. Tutto il contrario: Rita riceveva con particolare
piacere le lamentele, sentendosi soddisfatta della sua cattiveria.
Sfacciata e pure bugiarda. Ma era a corto di pettegolezzi e l'ingresso
a Hogwarts le era stato vietato. La risposta al suo problema si era
aperta nella sua mente, e ora poteva immaginare anche la voce leggera e
tranquilla di chi, ignaro, parlava della sua vita privata, delle
piccolezze, proprio avanti la spudorata Rita. Manipolatrice. Con la
morte e tutti i suoi amici pettegolezzi: così sarebbe morta.
Quando fosse morta, tutti avrebbero festeggiato con una bottiglia di
whisky incendiario, cantando allegramente qualche motivetto volgare per
essersene sbarazzata in poco tempo.
"Perché una notizia contorta rende meglio. Alla fine una
bugia non cambia tutto,no?"
Lei era uno scarabeo. Un orrendo scarabeo nero con macchiette rosse.
Rita Skeeter aveva appena compiuto sedici anni e non era molto diversa
da come fosse diventata col tempo. La sua vocazione era spettegolare a
più non posso, far vergognare gli altri con parole
inventate, qualsiasi cosa. Era la centesima volta che Silente
organizzava un ballo e Michael Baston la mollava da sola nella Sala
Comune, portandosi dietro Eloise Widgen, popolare, bellissima e anche
una zucca vuota, breccia quotidiana delle sue parole velenose. Tutti
avevano dimenticato il suo compleanno, ma lei aveva scoperto di essere
un animagus e non l'aveva nemmeno detto ai genitori. O forse loro con
il tempo non l'avevano nemmeno capito, riempiendola di regali e parole
false, apparentemente dolci. Non si era meravigliata quando correndo
per trattenere le lacrime si era trasformata in uno scarabeo che
svolazzava leggero nell'aria fresca di mezzanotte. Era unica. Quello
era il suo segreto, ma lei avrebbe rivelato a tutti quegli degli altri.
Le bastò inventarsi che Eloise aveva delle pustole rosse e
che Michael era stato malato di spruzzolosi per alzare un polverone
tale da costarle cento punti di punizione. Con il tempo ci aveva preso
gusto. Rita Skeeter era Rita Skeeter: gli altri non erano nessuno.
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II parte
SUCCO
DI ZUCCA
- Non capisco ancora perché tu tenga il broncio ancora e
ancora. - proferì Harry Potter seriamente infastidito dallo
sbattere le pagine del vocabolario di Hermione Granger, che, cercando
dei vocaboli di artimanzia, le sfogliava scocciata e nervosa.
Lei riemerse dai libri e lo guardò seria, appoggiando il suo
gomito sulla pagina aperta e schiarendosi la voce.
- Per me può baciare chi vuole. Stop. -
tossicchiò a disagio sussurrando e avvicinandosi
di più al viso di Harry - Ho già provveduto.-
concluse.
- A cosa? Temo di non aver ben capito.- rispose curioso Harry.
- Al ballo, Harry. Purtroppo, ho ricordato solo poche ore fa che avrei
potuto andarci con te, ma ho già fatto tutto quello che
avevo da fare.- proferì quasi infastidita.
-Ah- sussurrò vago Harry - E con chi vai? Io avevo
pensato di chiederlo a Luna.-
- Con Cormac McLaggen. Curioso, no? Ho scoperto che è
davvero un ragazzo simpatico.- sorrise a disagio.
- E' un essere spregevole! E' orrendo che tu l'abbia fatto....per
ripicca.- Harry Potter si scurì la voce e
pronunciò l'ultima parola come un sussurrò che
Hermione quasi non sentì.
- Non è per ripicca, Harry. E' l'ultima volta che te lo
dico, poi vedremo se ti permetterai di dirlo ancora. Non devo rendere
conto a nessuno, tanto meno a Ron.-
Hermione Granger si alzò arrabbiata e raccolse tutti i suoi
libri, forse pronta a rintanarsi in bibilioteca per non incontrare Ron
o Lavanda in giro per i corridoi. Era pronta a giurare che li avrebbe
trovati a pomiciare chissà dove, e giurava sui suoi libri,
che avrebbe dato a entrambi una punizione che non avrebbero
più dimenticato nemmeno con l'odiosa voce di Severus Piton o
una punizione della McGranitt.
E intanto pensava a come schivare Cormac e le sue pessime battute sul
Quidditch - o meglio - su di lui.
Calì Patil aveva la mania di unirsi a qualsiasi gruppo di
studio, di pettegolezzi, di trucco, di capelli o di giornalismo. Ma
giornalismo fatto coi piedi per davvero. Lavanda Brown le ripeteva
spesso che non serviva a niente e con un ghigno stridulo le aveva
ricordato la fine che aveva fatto la Granger Secchioncella dopo essersi
unita a tutti i gruppi, manco fosse a corto di idee o parole. E' ovvio
dire che entrambe erano temute da tutti come lo erano Draco Malfoy e
Pansy Parkinson : insopportabilmente curiose ed estremamente petulanti.
Da quando Ron si era allegramente unito a Lavanda ed Harry quasi non
sapeva dove mettere le mani, provava un piacere intenso a vedere la
faccia poco credibile della Granger che ostentava la
felicità. Ma del fatto che andasse al ballo di Lumacorno -
il vecchio professore di Pozioni - l'aveva bevuta, eccome se l'aveva
bevuta. Ron riemerse come una ventosa staccata dal buco del lavandino e
proferì stralunato parole che nemmeno lei comprese. - -
Cor..chi? -
- Cormac McLaggen. Pare che ne stia parlando con Harry...da come dice
Lav.-
- E tu, come hai fatto a sentire tutto? - domandò Ron
rivolgendosi a Lavanda che lo scrutava pensierosa
- Poteri infallibili di una futura giornalista.- rispose
- Ma fammi il piacere. - disse Calì - Hai origliato tutto e
hai fatto bene.-
- Se proprio la metti così - rispose Lavanda sorridente -
è bene per la Granger stare lontana dal vischio.-
Ron si fece tutto rosso, battendo le mani sulla bottiglia di
vetro, e le diede un bacio per sfogare la sua ira.
Gelosia.
Calì si sedette sul bordo del camino e aprì il
suo Teen Witch. Lo svogliava estasiata, contemplando le immagini delle
streghe stravagarie che avevano posato per un nuovo servizio
fotografico. Rose Weiss aveva lasciato Ruf Edgen, famoso mago e anche
bellissimo, per un presunto tradimento. Si meravigliò che
l'autrice fosse Rita Skeeter e che si fosse occupata di argomenti di
così poco conto.
La sua lettera di reclama era arrivata appena il giorno dopo con
allegato un foglio in cui aveva appuntato i consigli per la Rubrica.
Rita Skeeter aveva trovato il suo appiglio e ora non le serviva altro
che una scusante per andare a Hogwarts, ma in che modo? Articoli
succulenti, pettegolezzi freschi di Hogwarts.
Peccato che quella
volta Calì avesse dimenticato di mantenere il suo anonimato.
*********
Tutti conoscevano la storia emozionante e strappalacrime di Ron
Weasley: le sue parate, perfettamente virate, erano precedute da riti e
preghiere affinché i Grifoni non perdessero la partita.
L'ansia: una brutta bestia. Purtroppo, Ron Weasley la conosceva e non
sarebbe stato un confundus - almeno per quella volta - a salvargli la
pelle e anche i capelli rossi. Quella mattina Harry Potter gli
versò nel bicchiere colmo di succo di zucca, un particolare
liquido trasparente: la felix felicis. O almeno, lui credeva fosse
quella. Prontamente, Harry l'aveva sostituito con acqua e Ron l'aveva
bevuta davvero in tutti e due i sensi.
Nuvole cariche di pioggia e la bellezza della foresta da mozzare il
fiato. I colori dei Grifondoro e delle loro sciarpe riscaldava solo
alla vista, come d'altronde i loro respiri caldi. Lavanda Brow, gridava
dagli spalti un qualcosa di udibile come: 'Vai, RonRon. Sei tutti noi.'
Un' Hermione Granger schifata la guardava sott'occhio dalle pieghe
della sua sciarpa e un libro aperto, evidente sentore di 'non
scocciatemi, odio lo sport e lo faccio solamente per Harry... e Ron.' I
grifoni avevano vinto la partita di fine campionato e non restava altro
che godersi gli ultimi periodi primaverili. Rose rosse attorno un cuore
pieno di filo spinato e petali che lentamente cadono dagli alberi di
pesche. Hermione adorava immaginare la primavera così,
peccato che il cuore era suo, il filo spinato faceva sanguinare la sua
anima finché tutto non moriva, a Hogwarts non c'erano alberi
di succulente pesche rosa, arancioni, bianche e gialle. Vista da questo
punto la sua vita era un disastro, non quanto quella di
Calì, ovvio. Dopo aver contemplato per una buona mezz'ora la
pagina aperta del suo libro, decise di cercare Harry - Harrì
come lo chiamava Flebo - che probabilmente stava studiando qualche
contrattacco fisico per fronteggiare Goyle durante le partite di
campionato. Ne mancava una sola e i grifondoro - sempre se avessero
vinto - avrebbero riconquistato tutta la scuola e il suo controllo in
lungo e in largo. I corridoi freddi - deserti e bui anche di pomeriggio
- si allontanavano vertiginosamente dalla biblioteca, insinuando nella
pelle brividi freddi e parole sussurrate di chi era nascosto in qualche
stanza fuori uso. Hermione Granger aveva voglia di parlare con Harry
Potter. Da Mirtilla, nel suo bagno.
Gli odori poco piacevoli di chiuso e aria viziata aleggiavano nel bagno
di Mirtilla Malcontenta, una ragazzina uccisa da Tom Riddle mentre
piangeva proprio in quel bagno. I divisori delle toilettes erano
rovinati e arrugginiti e - per quel po' che rimaneva - delle eleganti
vasche erano state poggiate in fondo alla stanza, dove il povero
fantasma sussurrava e rideva come un pazzo. Hermione Granger spinse la
porta ed entrò nel bagno, dove probabilmente Harry stava
leggendo il suo libro di pozioni intento a capirne il significato.
- Dobbiamo parlare.- sussurrò
- C..come mi hai trovato?- chiese lui spaesato.
- Un po' d'istinto: sono circa sei anni che ci rintaniamo qui, adoro
questo posto, adori questo posto! -
- Oh già. Scusa.- Harry si alzò dal water bianco
come il latte dov'era seduto e dove un calderone marroncino giaceva
appeso allo scarico.
- E' ancora qui? Non ci credo...- proferì Hermione ridendo -
Vero, non ci avevo fatto caso! - Harry si girò e
osservò intento il calderone.
Evidentemente era rimasto tutto lì, sepolto sotto polvere e
guai, avventure e segreti. Evidentemente niente li avrebbe salvati da
un possibile guaio in vista se non chiudere la bocca e
serrarla, non proferendo parola.
********
Un post sbronza assurdo le era costato un mal di pancia terribile.
Calì Patil doleva per le fitte di dolore alla pancia e si
rotolava sul tappeto rosa confetto sul pavimento di legno della sua
camera.
Una lettera rossa era accuratamente piegata con un fiocchetto nero e
dei punti i cui presentava pois rossi e bianchi. Profumava di menta
forte mischiata a vaniglia e colonia da uomo. Intanto, uno
scarabeo riposava appollaiato in tutta la sua minuziosità
sulla finestra di Calì, che pensava allo strano regalo
ricevuto e a cosa avrebbe potuto servirle uno scarabeo. Era
interessante, però. E pareva essersi già
affezionato alla sua stanza. I capelli neri di Calì
risaltavano sul rosa del tappeto e le sue smorfie si confondevano con i
suoi pensieri, tanto perversi quanto contenti per il fidanzamento
dell'amica, Lavanda Brown. Il fatto di essere di origine Indiana non
complicava niente. Odiava i suoi denti, le sue labbra, il suo colorito.
Odiava Ginny Weasley, odiava Hermione Granger. Amava Harry Potter e
sopportava Ron Weasley. Eppure, avrebbe potuto realizzare tutto se solo
avesse saputo. Solo chi è troppo debole per agire ricorre a
mezzucci e sottecchi, sussurrò frastornata.
Rita Skeeter ora doveva solo trovare un modo di trasformarsi e andare
in bagno. La vescica le premeva e gli occhi di
Calì sembravano due enormi palle da tennis castane. Si
alzò in volo e raggiunse il bagno più vicino.
Era da tanto che non andava a Hogwarts come animaletto, insetto,
pustola invisibile. Invisibile ormai non lo era più,
tantomeno debole. Le sue antenne si aizzarono quando sentì
dei sussurri provenire dal bagnetto in fondo alla stanza e fu
lì che decise di appollaiarsi proprio sopra il muro che
separava quel bagno dall'altro più vicino. Esistevano
argomenti - privati, imbarazzanti - che erano come un velo sopra una
coltre d'acqua ghiacciata. Camminarci sopra avrebbe significato
affondarci insieme. Mille cristalli che penetrano nella pelle con la
consapevolezza di aver rotto qualcosa di importante. Erbetta fresca in
una palude fangosa, vento caldo in una regione fredda, acqua bollente
sulla neve sciolta.
- Tu...davvero?-
- Sì, Hermione.-
- E' illegale!-
- Non l'ho fatto per davvero.-
- Non far finta di niente!-
- La felix felicis è ancora nella mia tasca. L'ho
sostituita.- Harry aveva sorbito le lamentele di Hermione.
- Hai solo fatto credere di averlo fatto?- scandì lentamente
e ironica.
- Beh - tossicchiò - se proprio non mi credi, constata da
sola.- sorrise sincero
- Ti credo, ma non sarà questo a farmi cambiare idea sulla
tua mania di protezione e spasmodica ricerca di qualcuno da salvare!-
- Sarà qualcuno a salvare me.- rispose Harry, il Ragazzo
Sopravvissuto, così convinto da allontanarsi da Hermione ed
uscire dal bagno di Mirtilla.
- Credici pure, Harrì- buttò lei.
Rita Skeeter uscì silenziosa dal bagno. Il battito dei suoi
tacchi -rossi, per cambiare- risuonò in lungo e in largo nel
bagno abbandonato. Sorrise malefica al solo pensiero di un articolo
pronto.
- La Granger, Weasley e Potter. Una tresca succulenta: perfetta e
pastosa!-
***********
III
parte
SUNDAY,
BLOODY, SUNDAY
Quella mattina - una domenica apparentemente perfetta, con un sole da
spaccare le pietre più dure - si erano tutti svegliati prima
senza un valido motivo. Le festicciole pre-fine anno scolastico erano
state bandite e quindi, anche Draco Malfoy, si rassegnava a passare la
serata in compagnia di Pansy e Gregory Goyle. Tiger era troppo
impegnato ad imparare a leggere, Pucey a giocare a carte. Draco
riemerse dalla Gazzetta del profeta e un sorriso malefico gli
illuminò il viso. Afferrò una tazzina di
caffè nero senza zucchero e fece un unico sorso. - Credo
proprio - sussurrò malizioso - che abbiamo vinto a tavolino
con i Grifondoro. Oppure, potrei sempre dirlo a mio padre...ma una
notizia del genere, sulla Gazzetta, in prima pagina, con tanto di
insinuazioni è davvero wow.- Portò le mani tra i
capelli e volse un sorriso malefico a Ginny Weasley, che lo scrutava
torva dall'altro lato nella sala. - Oh, la Piattola starà
pensando che il suo sogno erotico si è infranto con questo
articolo degno di Rita. La Granger si suiciderà con i suoi
libri tirandoseli addosso, Potter con la sua bacchetta. Weasley
probabilmente capirà che è destinato a essere
quello che è -.
- Perché? Fammi leggere Draco!- esclamò
Pansy Parkinson - Eddai, passamelo.-
Dei capelli nerissimi volteggiarono mentre le mani affusolate della
ragazza cercavano di prendere il giornale. Delle risatine si levarono
dal tavolo e niente potè impedire il passaggio della
Gazzetta tra tutti. Pansy iniziò a leggere ad alta voce,
tossicchiando e ridendo al tempo stesso.
La
Gazzetta del Profeta, Domenica 22 Maggio, Rubriche
& dintorni.
A cura di
Rita Skeeter.
Partite corrotte a Hogwarts: portieri e
Felix Felicis.
Ho perso qualcosa o sono illegali in eventi
sportivi?
Eppure, pare che Harry Potter possa fare
quel che vuole, anche rifilare una boccetta di codesta sostanza! Ronald
Weasley, un rosso dei Weasley, famiglia numerosa, [vedi babbanofilia,
Arthur Weasley, la Gazzetta del Profeta, quattro anni fa] portiere dei
Grifoni, ne ha utilizzato una buona parte per la partita di fine
campionato, vincendo pure e festeggiando alla grande con la sua nuova
fiamma.
[ per festini privati (non autorizzati) a
Hogwarts vedi a pg. 14]
E intanto Potter[vedi pg 12 per cicatrice e
amori] si lascia corrompere dalle lezioni di Hermione Granger[pg. 12
con Potter]: amica o qualcosa in più?
Silente come la
prenderà? Stavolta il trio dei miracoli, salvatore
l'anno scorso di una profezia dalle mani del Signore Oscuro [vedi
intervista di Penny Rowson pg. 5], ci è finito in prima
pagina, ma... per un evento assolutamente illegale.
Vincita a tavolino o espulsione a vita?
[per espulsioni vedi pg 45]
Potter come avrà fatto a
somministrarla a Weasley?
La Granger amerà Potter? [vedi
pg 16]
[Continua a pag 19 della Gazzetta, pg. 25
del Teen Witch: love&gossip]
Dall'altra parte della Sala, Ron Weasley aveva sgranato gli occhi e
boccheggiava con tutto l'uovo che gli fuoriusciva dalle labbra sporche
di maionese e senape. Le orecchie erano rosse e lo sguardo si spostava
da Harry a Hermione.
- Io... è impossibile! E' una megera!- esclamò
- Ron - disse comprensiva Hermione - non ne vale la pena. L'unico
problema è che annullino la partita e...-
- Una squalifica a vita!- sussurrò nervoso il Ragazzo
Sopravvissuto - Io ho fatto finta, e lo hai visto anche tu. Quella
Rita...non so come abbia fatto!-
- Nemmeno io - proferì Hermione alzando gli occhi al cielo.
- Lo hai raccontato a qualcuno, Ron? - chiese Harry
- Di cosa? Voglio dire, alla fine era acqua...no? Vero?-
esclamò imperterrito.
- Sì...certo! Era acqua che ho sostituito alla fine. Ma non
è questo il problema: come ha fatto a venirne a conoscenza?
Non è che Lavanda - e la indicò con gli occhi -
si sia fatta sfuggire il contrario? -
- Ma come ti azzardi, eh? RonRon si fida di me!- esclamò
offesa. I cerchietti voluminosi e i capelli castani e gonfi le
ricoprirono il viso dolcemente e la fecero ondeggiare per la rabbia. -
Anzi, io non ne sapevo niente di questa messa in scena teatrale.-
- Messa in cosa? Tu non sai niente! Ron rischia di finire da Silente
per l'uso della Felix, io sono diventata la breccia della Skeeter,
Harry è considerato lo zimbello figlio di Albus Silente. E
tu - la indicò con la mano nervosa e tremante - ti preoccupi
di Ronald? -
- Beh sì...dal momento che stiamo insieme! E poi, non vi
parlate da una settimana e ora te ne esci col proteggerlo, eh? -
gridò Lavanda.
Hermione fece un gesto di esasperazione e si alzò in tutta
la sua altezzosità.
- Lavanda Brown, sei un'oca giuliva, una falsa, una pettegola e sei
anche... una stronza.-
Il tavolo si era improvvisamente ammutolito. Lavanda Brown boccheggiava
senza dir parola. Ron Weasley si alzò fronteggiando Hermione
e sorreggendola con lo sguardo. Harry Potter si accasciò sul
suo piatto di uova e pancetta, sussurrando parole incomprensibili.
Il ragazzo Sopravvissuto era sull'orlo di una crisi di nervi.
Una voce severa riportò tutti alla realtà.
- Granger, Weasley! Cosa succede qui? Che cosa sta facendo Potter?
Seziona le uova con le ciglia? - chiese la McGranitt
- E'...svenuto, ecco. Professoressa, c'è un articolo sulla
Gazzetta e noi...-
- Lo so, signorina Granger, e mi chiedo, come abbia potuto fare una
cosa del genere! Nella mia casa, con la mia disciplina! -
- Professoressa, si sbaglia.- disse tentennando Hermione . - Harry ha
solo fatto finta di ...ecco...inserire la Felix nel bicchiere di Ron.
Era per la sua insicurezza, davvero. Io lo so, ne sono sicura!L'ha
visto anche Luna che era con noi venerdì mattina. Ma non
è questo il punto: qualcuno ha detto qualcosa! Qui gatta ci
cova: la Skeeter.- sussurrò seria Hermione
- Non capisco la sua massima, nonostante ciò ne dubito. Come
può dimostrarmi una faccenda cosi vaga e stramba? Dovrei
squalificarli entrambi, ecco. Anche la partita...perderemo il
campionato.- sussurrò al cielo finto di Hogwarts, da cui
cadevano fiocchi di neve incantati- Cosa penserà di noi la
comunità, dopo tutto ciò? E il Winzegamot? Sono
stati banditi se non per fini scolastici, le Felixes Felicis. -
Hermione si mosse e sezionò con la mano la tasca interna del
giubbino nero di Harry. Più volte alzava lo sguardo per
controllare la McGranitt, ma ogni volta, si immergeva nella ricerca
della fialetta. Quando la trovò sorrise esultante.
- Perché, la Felix è questa e io, essendo la
migliore dell'anno, non potrei mai sbagliare a riconoscerla in quanto
non è stata nemmeno ancora aperta.-
Lo sguardo contrariato di Hermione contrastava con quello di
ammirazione della McGranitt che tentennò nel dare la
risposta. Volse uno sguardo con cipiglio severo a Ron, che sorrideva
mellifluo.
- Portate Potter in infermeria se non volete che muoia soffocato tra
porridge e uova e io vi...credo.-
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IV parte
DI
COPERTE BIANCHE E LUCI ABBAGLIANTI
Harry Potter dormiva beatamente immerso in quell'aura da salvatore. Gli
sguardi sfuggenti e vaghi di Hermione si confondevano con gli sguardi
di Ron che la guardava sott'occhio. Le gambe agitate e lo sguardo
pesante.
Un bicchiere di succo di zucca tra le mani e qualche goccia di sangue
che gocciolava dall'unghia che Hermione si era appena mangiucchiata.
- Ti...fa male? - le chiese Ron rompendo il ghiaccio.
- Da quando ti interessa, Ron? Illuminami.- rispose cinica - E se non
hai niente da dire, risparmiami la tortura.-
- Da quando sei qui e ho capito che ho sbagliato, ecco. Io non ho
pensato alle cause. -
- Harry l'aveva simulato e tu l'hai raccontato a Lavanda? Merlino!-
esclamò
- Sei così superficiale che non ti sfiora nemmeno il
pensiero che io non abbia detto niente. Pensa, Hermione, pensa.-
rispose inaspettatamente Ron
- Tu - sussurrò Hermione - non hai detto niente? E allora...
-
- Banshee ci cova.- rispose Ron pacato
- Oh, scusa Ronald.- rispose ironica - Ma davvero? Davvero ne sei
convinto? Calì, Lavanda, mi odiano, come odiano alla stessa
percentuale Ginny. Contaci. -
- Come puoi dirlo? - domandò scosso Ron
- Forse perché ci origliano nei bagni e nelle camere? -
rispose con sarcasmo
- Non importa.-
- Cosa? Non impor...
- Ho lasciato Lavanda-
Un sussurro salì dalle coperte e Harry Potter sorrise
estasiato.
- Che tu sia lodato, amico. Non ne potevo più.-
- Ma almeno siamo di nuovo insieme, no? - si sforzò di dire
Hermione.
- Taci! La squalifica!- tuonarono in gruppo Ron e Harry
- Ah, lo sport - sussurrò Ginny dalla porta - sempre un
compromesso tra ragazze e Quidditch.-
- Che dilemma, non credi Harry?- riprese Ginny
- Oh, sì.- disse lui - Peccato che io abbia scelto te.-
Un colpo di sedia scagliata a terra e uno sguardo arrabbiato. Ron
Weasley lasciò la stanza prendendo per mano Hermione Granger
e trascinandola fin la porta. Non valsero a nulla le sue proteste,
nemmeno quando Lavanda passò avanti a loro con un coro di
amiche al seguito. C'erano solo loro. Le squalifiche potevano anche
aspettare in un cassetto chiuso a chiave.
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In procinto di architettare un nuovo articolo fantasma su un
possibile ritorno di fiamma tra Hermione Granger e Ron Weasley,
appollaiata da scarabeo su un muretto della finestra del bagno di
Mirtilla, Rita Skeeter era stata trasportata in un vortice d'aria.
Un'improvvisa corrente e un senso di nausea.
- Ohh Calì, credo di aver scaricato il tuo scarabeo.-
-Poco importa, Lav!- disse quella - Era anche inutile.-
L'acqua vorticava incessantemente e Rita Skeeter moriva con tutti i
suoi pettegolezzi che però, non avrebbe mai scritto da
nessuna parte.
E se fosse sopravvissuta,forse, Hermione Granger l'avrebbe stritolata
con le sue stesse mai. Avrebbero scoperto il segreto sicuramente:
Mirtilla non stava mai zitta ed era bastata una sola voce di corridoio
per scatenare - di nuovo - il pandemonio tra i Grifondoro. Harry Potter
- dopo anni - si chiedeva ancora come avesse fatto solamente a scrivere
un qualcosa di cui non era sicura.
Scommetteva che forse l'aveva pure inventato e aveva centrato in pieno.
Nonostante ciò, avrebbe voluto farla sparire in qualche
modo. Budino bollente di rana era una prospettiva abbastanza crudele.
Rita Skeeter era sparita nel nulla, dove si annidano tutte le
esitazioni e dubbi, paure e l'ignoto. L'ignoto in cui era finita. Un
lago Nero che pullulava di creature mostruose. Lei non sapeva nuotare.
Quel dannato scarico che finiva nel Lago Nero. Ogni tanto - dopo che
aveva deciso di lasciare l'impronta sulla terra - vedeva Mirtilla
Malcontenta aggirarsi nelle acque del Lago vorticando e facendo delle
capriole. Non ci credeva: era diventata un fantasma. Qualcuno aveva
dichiarato di averla vista con dei vestiti succinti più di
quanto non li portasse e degli occhiali pieni di alghe aggirarsi nei
corridoi del Profeta.
Ross Thomas sapeva solo che i suoi incubi si erano avverati e che Rita
c'era nei suoi sogni per davvero.
Harry Potter sperava non fosse vero.
Hermione Granger avrebbe voluto incontrarla solo per insultarla.
Ron Weasley si accontentava: alla fine e dopo tutto, era stata Rita,
che con il suo tentativo di seminare rancori, li aveva fatti avvicinare
più di quanto avesse immaginato.
Dire grazie a Rita, avrebbe significato - nella vita terrena - privarla
del suo taccuino e della sua penna, uccidendola direttamente senza
averla toccata.
Guai a chi avrebbe partecipato al Torneo Tre Maghi nel Lago Nero.
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Finite Incantatem
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