Kurtofsky week
Day 1 – Pirates
Mainmast
Kurt ebbe quasi un dejà-vu quando accompagnò Dave nella sua cantina e aprì un vecchio settimanale
polveroso dove l’ex Titan gli aveva detto ci fossero
le cravatte eleganti che suo padre non metteva più.
Dave era piegato sul baule pieno di polvere stipato
nell’angolo e probabilmente l’aveva appena aperto, perché Kurt prese a tossire
a causa degli acari che avevano riempito l’aria.
-Scusa.- fece David divertito
mentre ficcava la testa nel baule.
-Potresti…- e tossì. –averlo fatto…- un altro colpo di tosse secca. -…apposta.-
-Cosa te lo fa pensare?- fece l’altro, e Kurt riusciva a
vedergli le guance che si gonfiavano in una risata. Il più piccolo diede un
colpo di bacino a quello che se ne stava piegato e tornò alle cravatte.
Sì, gli sembrava proprio come quella volta in cui aveva aiutato Finn a vestirsi decentemente per la cena a casa dei Fabray. Solo che adesso al posto di Finn
c’era Dave. E al posto della cena a casa Fabray, c’era la cena a casa Hummel.
Dave se ne stava lì sorridente, ma solo perché Kurt,
sin da quando avevano iniziato a uscire insieme, gli aveva detto che non amava
le persone scorbutiche e musone. Ma in realtà sentiva le budella corrodere,
perché quella sera avrebbe dovuto dare la mano a Burt Hummel
e dire “E beh, niente, è solo che…boh, sono il ragazzo di suo figlio. Stiamo insieme da
cinque mesi ormai, e desidero entrare in contatto con qualunque cosa concerni
lui, la sua famiglia prima di tutto. Lei mi conosce già, signor Hummel…” eccetera eccetera,
avrebbero dovuto lavorare ancora un pochetto sul
discorso d’apertura. Dave era nervoso come pochi, e
pur di non guardare Kurt negli occhi e rendersi conto che nel giro di qualche
ora avrebbe guardato quelli di suo padre parlando con il cuore in mano,
continuò a far finta di frugare, mentre Kurt aspettava che tirasse fuori
qualcosa da abbinare alle due cravatte più carine che aveva trovato.
Ma visto che Dave non si spicciava, Kurt gli si
avvicinò e si mise a braccia conserte.
-Quello. Prendi quello. Cos’è?- disse indicando un punto
piuttosto buio del baule.
-No, quello non è niente.- rispose velocemente Dave guardando più a destra.
-Ma prendilo, voglio vederlo. Mi sembra un completo
elegante.-
-Ma non lo è!-
Kurt picchiettò seccato sulla spalla del ragazzone e gli
fece segno con la testa di spostarsi di lato. Quello, ubbidiente come pochi, si
fece più a destra lasciando spazio a Kurt, che si piegò e tirò fuori
quell’abito bianco e nero che gli era sembrato qualcosa di elegante. Lo spostò
un attimo sotto la luce debole che filtrava dalla finestra e si mise una mano
davanti alla bocca ridacchiando con compostezza, mentre l’altro arrossiva di
vergogna.
-Beh, è…carino.- commentò Kurt con
quel sorrisetto insopportabile che giurava di volerti prendere in giro fino
alla morte.
-Era il mio costume di carnevale.- borbottò l’altro
mangiandosi le parole.
-Non l’avrei mai detto.- ribattè
Kurt ironico per poi spolverarlo un attimo. –Mi sarei stupito di meno se avessi
trovato un costume di Winnie The Pooh.- aggiunse poi
con un risolino.
-Ma che c’è di male in quel costume? E’ un costume da pirata, punto.-
-Sì, lo vedo. Hai anche la bandana, la benda e magari
l’uncino?- chiese Kurt con gli occhi che brillavano curiosi.
Dave lo guardò quasi offeso, perché sapeva che quello
l’avrebbe preso in giro ulteriormente, ma tanto che poteva farci, era Kurt. Era
fatto così, e lo amava più della sua trilogia di Star Wars
in dvd, perciò chi se ne importava.
-Li trovi nel baule.- disse semplicemente con una rapida
occhiata. Kurt fece un suono di apprezzamento con la bocca, mollò il costume
tra le mani di Dave e si piegò a cercare gli oggetti
in questione. Dave si lasciò scappare anche uno
sguardo insistente sul fondoschiena perfetto del più piccolo fasciato da quei
pantaloni indecenti, e neanche se ne vergognò in realtà. Poi se lo vide tornare
su all’improvviso e beccarlo in flagrante.
-Mi stavi fissando il sedere?-
Dave fece per dire di no, ma
riuscì solo a fare una faccia buffissima, perché tanto non ci riusciva a
mentire con Hummel.
-Nnni.- disse, mescolando ‘no’ e
‘sì’. Kurt fece una smorfia divertita e lasciò correre, come sempre ormai.
Anzi, dire che ne era lusingato era dir poco. Tirò su da una parte la benda e
la bandana e dall’altra l’uncino.
-Oh mio Dio, è così eccitante!- esclamò saltellando e
sventolando i nuovi oggetti.
-…Ti eccita un uncino?- fece Dave con un sopracciglio alzato, interdetto da tutto
quell’entusiasmo.
-Mettili, mettili!- cinguettò Kurt porgendogli la bandana.
-Kurt, li mettevo quando avevo
nove anni.- disse l’altro allontanandogli la mano con
gentilezza.
-Mettili, mettili!- non fece che ripetere il più piccolo, e Dave pensò che stesse andando fuori di testa.
-Fatina, la bandana è piccola, che diavolo!- esclamò, e la
srotolò per fargli vedere quanto effettivamente fosse piccolina. Insomma, non
aveva quel capoccione a nove anni. Kurt si era un attimo incantato al solito
soprannome, poi s’era ripreso e gli aveva mostrato la benda nera.
-Allora questa.-
Dave alzò gli occhi al cielo e
respirò col naso, poi sospirò e disse che era ora di arrendersi. Non avrebbe
mai resistito allo sguardo speranzoso di Hummel.
Prese quel pezzo di stoffa e se lo legò dietro il capo. Fortuna che la stoffa
era lunga abbastanza da fare almeno un nodo. Fortuna? Ma quale fortuna. Adesso Hummel era in un brodo di giuggiole e gli porgeva l’uncino
con un’espressione adorante. Dave alzò le
sopracciglia perplesso e si infilò anche l’uncino sentendosi un perfetto
idiota. Ma sembrava piacere, almeno a Kurt, che aveva il sorriso che andava da
un orecchio all’altro.
-Mi è sempre piaciuto Jack Sparrow.-
esordì poi mentre gli sistemava la benda. –Ho sempre pensato che fosse super gay.- aggiunse per poi ridere da solo.
-Non mi stupisce. Per te tutto il mondo è gay.- ribattè Dave,
che intanto aveva messo istintivamente la mano con l’uncino sul fianco di Kurt.
-Ah!- fece quest’ultimo scostandosi all’improvviso. –Ma che
ti salta in mente? M’hai punto.-
-Eh, non sono io che mi sono voluto infilare l’uncino.-
disse l’altro spazientito.
-E va bene, ti do il permesso di toglierlo. Ma solo perché
così puoi stringermi fino a sentire le ossa che scricchiolano.-
-…Certo che sei inquietante. Ti
lamenti per una puntura sul fianco e saresti disposto a farti scricchiolare le
ossa?- chiese retoricamente il più grande mentre si toglieva ben volentieri
l’uncino e andava a sfilarsi anche la benda. Ma Kurt lo fermò sfiorandogli la
mano.
-No, quella tienila.- disse, e gli sorrise, poi fece
scorrere le mani attorno alla sua vita e si lasciò abbracciare mentre teneva il
capo appoggiato al suo petto. –Un paio d’ore e mio padre avrà l’onore di cenare
col ragazzo più bello del mondo.-
-Spero solo che mi accetti del tutto.- disse l’altro mentre
aveva le labbra tra i capelli profumati di Kurt.
-Sa già che sei un mio caro amico, e non ha mai avuto nulla
in contrario. Sa bene che se io do fiducia a una persona, significa che questa
lo merita. So scegliermi bene gli amici. E i fidanzati.-
Dave storse leggermente il naso, e
Kurt sorrise perché era palese che il suo pensiero fosse andato a Blaine. Infatti non lo sentì parlare più, e allora alzò il
capo e agganciò il suo sguardo. Trovò solo un occhio a guardarlo, mentre la
benda continuava a farlo ridacchiare.
-Mio bel capitano,- iniziò, e Dave
aggrottò subito le sopracciglia. –mi assumerebbe come suo mozzo?-
-Ti assumo come ammaina bandiere.- rispose Dave, sorridendo al doppio senso che probabilmente l’altro non
avrebbe mai colto. –Dopodichè ti legherò all’albero
maestro quando ne avrò voglia.- aggiunse, e si avvicinò gradualmente al suo
mozzo, che allontanò il capo divertito.
-Non puoi farlo.-
-Io sono il capitano.- si discolpò Dave,
e non lasciò che Kurt si allontanasse un’altra volta. Gli avvolse il braccio
attorno al fianco e lo tirò a sé finchè le loro
labbra non finirono inevitabilmente incollate. Kurt portò le mani dietro la
nuca di Dave giocherellando con la stoffa della benda
e sorrise ad ogni nuovo bacio, squittendo di tanto in tanto, come ogni
femminuccia che si rispetti. E stettero a strusciarsi uno contro l’altro per un
po’, almeno finchè Kurt non si accorse che s’era
fatto buio e che restavano solo un paio di ore per trovare un vestito adatto
alla serata.
-Dave…Io ti amo tanto e lo sai, ma
dobbiamo trovare l’abbigliamento adatto a…-
-Se ti lasci baciare vengo lì vestito da pirata.-
Kurt fece una risata fragorosa.
-Lo faresti davvero?-
-No.-
Risero entrambi, e Kurt giocherellò di nuovo con la benda mentre
lo baciava, e mentre pensava a quanto dovesse essere piacevole essere legato
all’albero maestro da Dave.
§
Questa è una follia, lo so. Postando la
prima storia mi sono indotta al suicidio, mmh, sì.
Mainmast vuol dire Albero maestro.
Quando Dave dice che assumerebbe Kurt come ammaina
bandiera, paragona la bandiera al suo, boh, al suo organo riproduttivo, va.
E poi…niente, mi sto impelagando in qualcosa di più
grande di me, aiuto.
Spero comunque sia piaciuta *saluta a mo di regina*
Mirokia