cercasi mobili disperatamente.
Cercasi mobili disperatamente.
Cucina moderna color azzurro laccato, euro 2'500.
Camera da letto in wengè con armadio a muro, euro 1'600.
Per tutto il resto, c'è la Carta Regalo Ikea.
La scelta più importante
della nostra vita, oltre il matrimonio, è sicuramente quella di
comperare casa insieme perchè si condividono pensieri e
sentimenti ma anche modi di fare e bisogna abituarsi alla presenza di
qualcun'altro.
Vivere insieme è bello,
bellissimo, però si deve anche rinunciare a qualcosa e pensare
che ora si è in due a prendere decisioni. Naturalmente una casa
non è solo rose e fiori ma soprattutto sacrifici e tanta
attenzione, in modo particolare con gli arredamenti perchè una
volta scelti non possono di certo cambiarsi come fossero un paio di
scarpe e quindi devono essere acquistati con calma e con cautela.
Specialmente poi se a farlo sono due giovani ragazzi, insieme da
quattro anni. Aki e Yusei infatti sono convintissimi della loro scelta
e non rinunceranno, sono entrambi due ragazzi responsabili e
non l'avrebbero mai fatto, se non fossero stati pienamente convinti. I
loro amici avevano festeggiato alla notizia, con tanta felicità,
ed avevano contribuito a regalare loro alcune cose di prima
necessità come: un modernissimo appendiabiti scelto da Crow e
due portaspazzolini "meravigliosi" a detta di Jack. Ma ormai era tempo
di acquistare la cucina visto che non potevano più cibarsi di
roba surgelata, nè tantomeno dormire in dei sacchi a pelo nella
futura camera da letto che profumava ancora di vernice.
Occorrevano urgentemente mobili, tanti mobili.
E dove trovare tutto quello che si cerca a poco prezzo se non all'Ikea?
Come non approfittarne, poi, se i propri genitori donano la famosa
Carta Regalo Ikea, con già una modica cifretta dentro da poter
sprendere, alla quale Yusei ed Aki potevano aggiungere la loro?
Così, ferie permettendo, erano partiti all'alba stanchi e mezzi addormentati per la grande impresa.
"Guarda che dovevamo girare prima dell'incrocio!" commentò Aki
indicando la direzione precedente, probabilmente quella giusta.
"Guarda ora che me l'hai detto arriveremo in un battibaleno .." rispose
Yusei alla guida per poi continuare " ... ma se me lo dicevi prima,
evitavo di fare tutto il giro, tesoro!" terminò sorridendole per
prenderla in giro.
La ragazza gli battè sul braccio la cartina - sbagliata - che avevano preso all'autogrill, imbronciata.
Il fatto che solo lui avesse la patente, lo inorgogliva e non poco,
però non poteva prenderla in giro, infondo anche lui aveva
sbagliato strada.
Dopo mille altri battibecchi finalmente intravidero l'insegna 'Ikea -
svoltare a destra tra 50 metri' con sotto una grossa freccia e la
scritta 'entrata' a caratteri cubitali.
"Evvai, finalmente!" fece Aki stanca delle quattro ore di viaggio.
Yusei accennò un segno col capo poi mise la freccia a destra e
come da indicazioni, raggiunse l'entrata; parcheggiò l'auto e
sceso si sgranchì la schiena e le braccia.
Il ragazzo sbadigliò: era stata una pessima idea partire alle
sei quella mattina, ma era l'unico modo che avevano per non perdere
tutta la mattinata in viaggio ed avere più tempo per gli
acquisti.
Aki nel frattempo prese dal retro della macchina la borsa e le giacche di entrambi.
"Allora, possiamo entrare?" domandò lei e Yusei le venne incontro infilando la giacca. "Si andiamo!" le rispose.
I due presero le scale mobili ed arrivarono al primo piano del
gigantesco edificio solo che quella non era l'entrata perchè vi
era una specie di parco giochi dove i genitori lasciavano i loro
bambini per non dover pagare anche i danni degli oggetti rotti.
Così rimasero per un pò ad osservare quella lunga
processione di donne che raccomandavano alle quattro giovani assistenti
di fare attenzione ai loro bambini, di chiamarle immediatamente in caso
di bisogno, ricevendo in cambio le occhiate delle ragazze che
sembravano dire 'ci avete scambiate per delle imbecilli?'.
Poi improvvisamente si avvicinò loro una commessa che li
guardò commentando " Presto avrete anche voi questi problemi" e
Yusei a momenti non si strozzò con la sua stessa saliva al
pensiero che oltre a tutta la mobilia per la casa avrebbero dovuto
comperare anche la camera per un bambino.
Per fortuna Aki interruppe quel momento, l'argomento figli per loro era
ancora lontano, erano giovani e c'era sempre tempo, chiedendo alla
commessa "Buongiorno, senta gli arredamenti sono al piano di sopra?"
La donna la salutò a sua volta e le disse che sopra iniziava
effettivamente il percorso - lunghissimo - diviso in settori ad esempio
'cucina', 'bagno' ecc nei quali era possibile comperare gli oggetti
piccoli a disposizione mentre per gli altri, quelli grandi, bisognava prendere nota del
codice riportato su di esso nei fogliettini che avrebbero trovato in
giro, per poi ritirarli alla fine del percorso nei magazzini.
I due annuirono e salirono l'altra scala mobile. Al secondo piano
iniziava effettivamente il percorso e c'erano già due
contenitori trasparenti con dentro i foglietti per prendere i codici e
piccole matite sponsorizzate Ikea.
"Prendiamo il carrello?" fece Aki indicando il carrellino montabile
giallo con la grande busta sempre gialla da mettere sopra, attendendo
la risposta di Yusei che non tardò ad arrivare "Sei capace di
mettere una cucina, un bagno, una sala e una camera con relativi
abbellimenti in un carrello?" fece lui di rimando guardandola biego.
La ragazza pensò alla sciocchezza appena detta e rise, poi prese
il ragazzo per il braccio ed iniziò a trascinarlo lungo il
percorso.
La prima tappa era la tappezzeria, ovvero centinaia di poltrone e
tappetti, con cuscini coordinati e lampade per abbellire la camera.
Yusei cominciò a provare tutti i divani possibili per poi optare
per uno piccolo e color panna, ma dannatamente morbido e comodissimo,
ricevendo con sua estrema gioia il consenso di Aki.
Il ragazzo quindi prese nota del codice del prodotto e continuarono il
cammino. La disposizione dei mobili era accompagnata da vasi pieni di
fiori particolari che davano un tocco di vivacità e colore
persino a cose scure, oppure da candele profumate o ancora da
centrotavola bellissimi. Infatti Aki decise di fotografare col
cellulare gli arredamenti che le piacevano di più per
riprodurli, in un certo senso, anche a casa loro. Giunti alla quarta
tappa, il foglietto degli appunti era riempito quasi a metà, Aki
voleva prendere ogni cosa e Yusei, da buon maschio qual'era, avvertiva
il disperato bisogno di smetterla con tutte quelle compere.
"Che ne dici di quel tavolo?" chiese la ragazza, al centro di una
cucina stile 'famiglia inglese'. Yusei la guardò e fece un cenno
di disgusto osservando quel coso piazzato al centro della cucina, come
il giovedì in mezzo alla settimana.
La rossa allora non si arrese e dopo una buona mezz'oretta trovò
il tavolo che faceva per loro, poi passò alla scelta della
cucina ed infine a tutti i vari utensili. Yusei prese nota di tutto,
impiegandoci molto più tempo per scrivere il nome di quei mobili
che il loro codice, infatti erano quasi tutti impronunciabili,
quando un dubbio gli balenò in testa "Aki, ma tutta questa roba
alla fine chi dovrebbe montarla?"
Lei si voltò e con un bel sorriso a trentadue denti puntò
il dito contro di lui. Ed in quel momento il mondo crollò
addosso al povero uomo.
"Mi sa tanto che dovrò prendere un altro mese di vacanza, se
è sufficiente!" pensò disperato lui, mentre riprendeva il
cammino.
Dopo due ore da quando avevano iniziato il percorso i due arrivarono al
ristorante e gli occhi del ragazzo si illuminarono di immensa gioia,
finalmente poteva mettere qualcosa sotto i denti!
Fecero la fila per preparare il carrello con i vassoi e le posate, Aki
si occupò delle pietanze scegliendo per lei insalata, pasta e
cotoletta, mentre per Yusei ravioli, cotoletta, vino e dolce; intanto
il ragazzo in questione metteva le posate ed i bicchieri. Infine
pagarono e riuscirono a trovare persino un tavolo libero per mangiare con calma.
Finito il pasto, ricominciò il tour de force al piano di sotto, ovvero quello degli oggetti piccoli.
Con immensa gioia di Aki e con la leggerezza del portafoglio di Yusei;
e non erano ancora sposati!! Figurarsi cosa sarebbe successo allora! I
due infatti non avevano mai litigato, forse bisticciato, dibattutto, ma
mai litigato davvero, tanto che erano molti legati, si capivano a
vicenda e cercavano di 'sopportarsi'.
"Oddio Yus guarda che bel candelabro!"
"Oh ti prego non dirmi che si monta anche quello, che mi uccido!!"
"Ohhh quel quadro starebbe benissimo in camera nostra: si abbina con i bordi dello specchio!"
"Ah povero me, che qualcuno mi aiuti!!!!"
Intanto un altro foglietto degli appunti era andato a fare compagnia al precedente, già pieno.
Questa volta il percorso fu meno lungo tanto che giunsero subito al
magazzino, forse la struttura più imponente di tutta l'Ikea,
diviso in ben ventitrè scaffali, divisi a loro volta in quindici
scomparti ciascuno : un trauma praticamente.
Yusei, aiutato da un gentilissimo e pazientissimo commesso, riuscì a prendere tutti i mobili segnati senza sbagliare.
"Avete appena comperato casa?" domandò il commesso, di nome
James o almeno così era riportato sul cartellino, ad Aki mentre
Yusei, che metteva sul carrello l'ultima lampada della sala fece
"Perchè? Non si vede?".
Alla cassa il cuore del povero ragazzo, oltre che affaticato dai
continui pesi, ebbe un sussulto quando la ragazza che li serviva gli
disse di dover aggiungere altri sedici euro e quaranta a quelli
già nella Carta Regalo.
'Alla faccia del risparmio, la prossima volta me li costruisco io i
mobili!' sembrò dire Yusei rivolgendo lo sguardo ad Aki che a
momenti scoppiava a rideva guardandolo aprire ancora il portafoglio
come un condannato a morte.
Usciti dall'abnorme Ikea i ragazzi vennero avvisati che le merci gliele
avrebbero portate - almeno - con il loro furgone senza spese di
spedizione e Aki dovette davvero trattenere il fidanzato per non fargli
urlare "A perchè volete pure le spese di spedizione??".
Alle sette di pomeriggio inoltrato tornarono in macchina con ancora
Yusei che protestava "Io questi li querelo!!" e la ragazza che rideva a
crepapelle.
Altre quattro ore di viaggio di ritorno e furono a casa, vuota ancora
per poco. Il giorno seguente il camion dell'Ikea svettava davanti il
loro appartamento pronto a scaricare tutto.
Quella sera stessa dopo aver montato il letto, Yusei stava prendendo le
misure per fissare lo specchio, con la lampada che emetteva una strana
luce soffusa.
Poco più tardi Aki arrivò di soppiatto alle spalle del
giovane e gli sussurrò in un orecchio che era bellissimo mentre
montava con tanta cura i loro mobili e che avrebbe dovuto ringraziarlo
come si doveva.
Allora Yusei non vide più istruzioni, colla,
chiodi e martello, ma solo Aki ed il letto appena terminato ed ancora
da provare.
Magari non avrebbe querelato quelli dell'Ikea infondo Aki oramai
c'avrebbe fatto l'abitudine ad andare lì, gli conveniva di
più iniziare a riempirla di nuovo quella famosa Carta Regalo.
Appunti dell'autrice:
Salve cari,
eccomi tornata su questo bel fandom, è un pò che non tornavo.
Prima di tutto dedico questa storiella a _Pandora_ che oggi compie gli anni e a cui l'ho promessa, con la speranza che le piaccia! :3
Sapete la descrizione dell'Ikea è reale ed è quella dell'Ikea di Ancona dove io sono davvero stata il mese scorso e nella quale mi sono innamorata del disegno ritratto sulla benedetta Carta Regalo, tanto che l'ho presa anche io e l'ho riempita dei miei pochissimi risparmi, si lo so sono matta! ù.ù
Quindi dicevo, si,
l'ispirazione mi è venuta da quell'avvenimento e mi è
piaciuto molto scriverla, mi sono divertita tantissimo perciò
spero vi divertiate anche voi!!
Spero anche di tornare
presto su questo fandom con il nuovo capitolo della mia ultima storia
qui, che è quasi completo : revisione 65%!! *-*
E' tutto per ora, fatemi sapere eh!
Alla prossima,
Sakura_____
P.S.: Questa non è una pubblicità occulta all'Ikea, occhei?!? Ah e ... Ancora Augurissimi cara _Pandora_!!
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