Divided Bound Lives
1. Memories
There's always that one person
That will always have your heart
You'll never see it coming
Cause you're blinded from the start
Know that you're that one for me
It's clear for everyone to see
Ooh baby ooh you'll always be my boo
My boo- Alicia Keys & Usher
Il ragazzino si sistemò meglio sulla pila di libri
davanti a sé e riprese a russare leggero mentre la voce autoritaria della
professoressa continuava il suo monologo. Qualcosa gli pizzicò il naso
pieno di efelidi scure con un tocco leggero, lo mosse
un po’ e riprese a dormire.
Improvvisamente gli arrivò una gomitata nelle costole
e si mise eretto con uno sguardo più che sveglio.
I suoi occhi chiari e limpidi incontrarono quelli seri e
scuri della professoressa che teneva le mani sui fianchi in un modo che gli
ricordò tanto sua madre. La donna fece per aprire bocca
quando il suono della campanella si sparse nell’aria gridando a
gran fiato libertà agli studenti.
Il ragazzino si alzò dal suo banco con un sorriso
furbo e si dileguò in fretta salutando la professoressa che continuava a
guardarlo accigliata.
“A domani Miss Wilson”
Si catapultò fuori dalla
scuola con un sorriso che arrivava da un orecchio all’atro. Ad un certo
punto si sentì fermare per la giacca e si voltò ad incontrare due
intensi occhi blu che gli rivolgevano un sorriso.
“Che fai David, non mi
aspetti per tornare a casa?”
Il ragazzino dai capelli castani le rivolse un sorriso
indicando un uomo dai capelli rossi che aspettava solare davanti a scuola.
“Spiacente Phebe,
c’è mio padre oggi”
Alla ragazzina si illuminarono gli
occhi e seguì David fino ad incontrare l’uomo che sembrava poco
più che un ragazzino per la sua espressione allegra e spensierata. Fece
un sorriso raggiante e arrossì all’inverosimile.
“Buongiorno signor Weasley”
L’uomo le rivolse un sorriso caldo e solare
“Ciao Phebe,come
va?”
“Bene,grazie. Adesso è
meglio che vada o mia madre si preoccupa. E’ stato un vero piacere
vederla. Ciao David”
I due guardarono la ragazzina dai lunghi capelli biondi
allontanarsi tutta felice lungo la strada di casa. David abbozzò un
sorriso e scosse la testa continuando a stringere la cartella sulle spalle.
“Sai papà,credo
proprio che tu le piaccia”
Ron ridacchiò “Peccato sia così
giovane”
Il ragazzino si scambiò uno sguardo col padre e rise
incamminandosi dalla parte opposta alla scuola. Appena l’edificio fu
lontano David passò lo zaino all’uomo dai capelli rossi che con la
massima discrezione lo fece evanescere.
David lo guardò divertito ed eccitato come sempre.
“Non vedo l’ora di poterlo fare anche io!”
Ron sorrise e si passò una mano tra i capelli fulvi
“Non ti manca poi così tanto, giovanotto,
tra meno di un anno…”
“Mamma non è molto contenta” disse lui
abbassando la testa con fare annoiato
Ron si voltò a guardarlo sorpreso “E
perché?Perchè non dovrebbe?”
David tirò un calcio ad un sassolino e sbuffò
ricacciando indietro i capelli “Mah non lo so,credo
che sia per il fatto che si vuole proprio staccare da quel mondo
là…cioè, sai, ora si è fissata a voler essere Babbana” disse con una smorfia “E poi Carlos mica lo sa che è una…”
“…strega? Beh,dovrebbe
dirglielo!Non c’è proprio niente di male!” ribatté
Ron quasi stizzito
“E’ quello che le ho
detto!A me piace essere un Mago!Pensa a tutto quello che si perdono i Babbani!
A proposito,dov’è che andiamo?”
Ron fece un sorrisetto e fece cenno a David di seguirlo. Svoltarono per un angolo
scuro in una strada senza sfondo. Ron tese il braccio al ragazzino e lui ci si
aggrappò con tutta la forza che aveva. Uno strattone forte lo prese
all’altezza dell’ombelico e quando riaprì gli occhi si
trovò nel mezzo di un corso pieno di gente dai lunghi cappelli.
“Diagon Alley!”
disse forte Ron con una nota d’ilarità nella voce
David urlò forte di gioia e cominciò a
guardare tutte le vetrine dei negozi in cerca di qualche novità. Ron lo
seguiva ridendo del suo comportamento, era come se David fosse tornato ad avere
quattro anni. Lo seguì da Broomsticks’ e
nella libreria guardando tutto il possibile immaginabile. Comprarono una puffola pigmea che David decise di chiamare Peter Crowt, come il portiere dei
Cannoni del Chudley, e finirono a mangiare un gelato
da Florian.
Ron osservò il figlio leccare il gelato con
un’ingordigia paragonabile solo a quella degli Weasley e sorrise tra sé. Ad un certo punto la voce
di David lo riscosse.
“…eh,papà?”
“Come?” disse risvegliandosi
Il ragazzino ridacchiò facendo roteare il gelato
sopra la sua testa “Allora ha ragione la mamma quando
dice che non ascolti mai!”
Ron arrossì leggermente ma
si sciolse in una risata “Scusa,stavo solo pensando. Cosa
stavi dicendo?”
“Dicevo,non potremmo chiedere
alla mamma se posso vivere con te per un po’?”
Ron rimase spiazzato da quella domanda e parve rifletterci
bene prima di rispondere, nonostante avesse aperto la bocca più volte
prima di parlare “Non credo sia il caso. Sai
com’è fatta la mamma,se non ha il suo
bambino a casa per l’ora di cena potrebbe chiamare una squadra di
ricerca”
David si imbronciò “Ma
a me piace stare qui!Le giornate che passo con te sono mille volte più
divertenti di quelle che passo con mamma!E poi ci vediamo troppo poco!”
Ron prese un sorso della sua limonata “Lo so,ma tra il lavoro e una cosa e un’altra…credimi
dispiace anche a me”
David lo esaminò bene “Quella una cosa e un’altra è una donna?”
L’uomo dai capelli rossi parve affogare in quel
bicchiere e cominciò a tossire sempre più forte cercando di respirare “Ma…ma che ti salta in
mente?”
“Non ci sarebbe mica nulla di male,sai?
Dopotutto la mamma sta con Carlos”
“David, se la mamma ha un fidanzato
non è detto che debba avere una fidanzata anche io”
Il ragazzino rigirò la paletta colorata dentro al gelato che si stava sciogliendo lentamente,alzò le
spalle e si infilò una porzione di gelato in bocca “Magari te la
porti solo a letto”
Gli occhi di Ron si allargarono all’inverosimile e la
sua mascella arrivò molto vicina al pavimento “Chi diavolo ti ha spiegato
insegnato una cosa del genere?”
David lo guardò con superiorità “Guarda che ho quasi undici anni e se questo è un modo
per sviare il discorso non attacca!”
“Non c’è nessuna donna,
va bene? N-non sto dicendo
che da quando io e mamma…insomma ci sono state altre donne,ma non adesso…diciamo
che…mi svago ogni tanto,ecco”
“Cioè te le sco…”
Ron gli rifilò un’occhiataccia “Non
voglio sentire quella parola uscire dalla tua bocca fino a
quando non avrai compiuto quindici anni!”
Il ragazzino ridacchiò e tornò a mangiare il
suo gelato “Va bene,papà”
Rimasero in un sereno silenzio in cui Ron lodò il
cielo per essersela cavata anche in quella situazione. A volte David era troppo
uguale a sua madre,sempre con quella voglia di sapere
tutto e subito.
“Papà?”
“Sì?”
“Ma perché tu e la mamma non state
insieme?”
Ron sapeva che prima o poi David
sarebbe arrivato a fargli quella domanda. E sapeva
anche che non vi avrebbe mai trovato una risposta.
“Non lo so David,non lo so
proprio”
*
Hermione faceva su e giù per la stanza in modo
frenetico. Tirava su il polso con scatti nervosi per guardare l’orologio
e tornava alla sua danza inarrestabile. Ogni tanto si passava una mano tra i
capelli creando ancora più volume tra i ricci ribelli.
Carlos la guardava dalla soglia
dell’ingresso con le braccia conserte e uno sguardo rassegnato.
“Perché non ti siedi?Vedrai che saranno qua a momenti”
Hermione si buttò stanca sul divano affondando il
viso tra le mani “Ma perchè deve sempre
farmi preoccupare? Gli avevo detto alle sette e mezzo a casa!”
Carlos, un uomo dai corti capelli
neri e la pelle olivastra, si limitò ad espirare. All’improvviso
il campanello suonò e la giovane donna balzò in piedi dal divano
come una molla.
Carlos gli fece cenno di sedersi e
si avviò verso la porta.
Quando la aprì un fulmine castano
gli passò sotto il braccio cercando la madre mentre urlava felice. Ron
rimase sulla soglia della porta a fissare David con un sorriso.
“Siete in ritardo”
Alzò gli occhi con sguardo serio sull’uomo
scuro che gli stava davanti “Di cinque minuti!”
“Hermione ti aveva detto di riportarlo alle sette e
mezza in punto” continuò l’altro con tono calmo
Ron lo fissò con stizza “Per cinque
maledettissimi minuti non è mai morto nessuno!E non provare a incolparmi per essermi tenuto mio figlio nella mia
giornata i miei maledettissimi cinque
minuti di più!Ma chi è che arriverebbe puntuale appena scoccate
le sette e trenta?”
Carlos gli tenne testa “Io
lo farei!Vuoi che David impari che cinque minuti non fanno la differenza?Io gli
insegnerei che
la puntualità è importante,piuttosto”
A questo puntò Ron non potette più resistere
ed esplose come una pentola a pressione ruggendo addosso al moro “Non
provare mai più a dirmi neanche solo per una volta come educare David!E’ figlio mio e non tuo!Tu devi starne fuori e basta!I genitori siamo io e
Hermione e solo noi possiamo
permetterci di decidere come educare nostro
figlio!”
Ron si calmò solo quando
vide apparire Hermione e David poco dietro a Carlos.
Serrò forte la mascella e passò un pacco a Hermione
lanciandoglielo. Lei lo prese al volo e lo
guardò corrucciata.
“Un regalo per la tua promozione” disse
spostando amaro lo sguardo da Hermione a Carlos che
ora lo guardava imbarazzato “mi sono fermato cinque minuti ad un negozio,ma la prossima
volta farò meglio a non pensarci o farò troppo tardi”
Hermione si scambiò uno sguardo con Carlos ed abbassò la testa mortificata “Grazie
Ron,è stato un pensiero molto carino”
“Già” rispose lui
freddo. Si abbassò fino a David e si sciolse in un sorriso
“Ehi,io e te ci vediamo la settimana
prossima”
David annuì e andò a battere un pugno contro quello del padre in segno di saluto “Stesso
poso,stessa ora?”
Ron annuì “Certo!E tratta bene Peter Crowt!”
David ridacchiò “Lo farò!Ciao
papà,ci vediamo presto!”
Ron si alzò e con un cenno della mano ai due adulti
della situazione uscì dalla casa lasciando i presenti in un vergognoso
silenzio. Il primo a muoversi fu David che guardò prima sua madre e poi Carlos scuotendo la testa.
“Siete stati proprio degli stronzi con papà”
“David!” disse con tono di rimprovero Hermione,ma il ragazzino era già fuggito nella sua stanza e
aveva sbattuto la porta. Hermione si voltò verso Carlos
che continuava a stare fermo davanti alla soglia.
“Non avresti dovuto dirgli quelle cose”
Carlos la guardò basito
“Cosa?!Ma se sei tu quella che è entrata
in paranoia dopo due minuti che erano in ritardo!Cercavo solo di spiegargli che
non può prendere il tempo con leggerezza!”
Hermione lo guardò ancora mortificata dal
comportamento di Ron “Ma non puoi dirgli come
educare David,te ne rendi conto,vero?”
Lui la fissò a bocca aperta “Quell’uomo sta rovinando tuo
figlio!Lo vizia troppo e ci fa sembrare i lupi cattivi ai suoi occhi!”
“Forse,ma è anche
figlio suo!E Ron non sta rovinando proprio niente!”
“Devi sempre difenderlo,eh?Cos’ha
di così speciale?Ti ha lasciato quando eri incita!”
Hermione sentì le lacrime pungerle gli occhi
“Lui non mi ha lasciata e tu di me non sai
proprio nulla!”
Carlos la vide solo scomparire su
per le scale e riuscì a percepire qualche singhiozzo
prima che sbattesse forte la porta dietro le sue spalle. Sospirò
profondamente e rimase immobile a fare mente locale di quello che avrebbe
dovuto fare.
Prese il giaccone dall’attaccapanni e uscì di fretta dalla casa.
*
Hermione riemerse dalle maniche del suo maglione e si
asciugò le ultime lacrime che solcavano repentine il suo viso.
Cercò di regolarizzare il suo respiro e fece ruotare gli occhi per la
stanza come per cercare una qualsiasi distrazione a quello strazio.
Ad un certo punto lo vide,lì,
abbandonato sulla sedia, il regalo di Ron. Non ricordava nemmeno di averlo
portato su con sé. Lo fissò per un attimo e si morse il labbro indecisa sul da farsi ma poi la curiosità
ebbe la meglio.
Strappò via la carta ben confezionata per rivelare un
piccolo manuale con la copertina finemente decorata. Lesse il titolo.
Babbanologia che passione: come essere
un Babbano perfetto dalla A alla Z
Abbozzò un sorriso,si
sedette sul letto e,accarezzando la copertina, si perse in ricordi di molti
anni prima.
*
Hermione entrò
nel piccolo appartamento lasciando cadere le buste della spesa sul pavimento.
Buttò le chiavi sul divano e si raccolse i capelli in una coda alta,lasciando la pelle del collo e del viso scoperti a quell’afosa giornata.
Si trascinò
fino alla sua camera togliendosi la maglietta. Il tirocinio la stava uccidendo,il S.Mungo era da considerarsi il
posto più afoso e meno piacevole da frequentare soprattutto con quella
calura estiva. Aprì la porta e sobbalzò per lo spavento.
“Ma dico sei impazzito?Mi hai fatto prendere un colpo!”
Ron se ne stava
comodamente spaparanzato sul suo letto con addosso solo un paio di boxer abbastanza lunghi da nascondere il necessario.Si voltò verso di lei con aria sofferente.
“Ti prego fammi stare qui! La tua camera è la più
fresca di tutta la casa!”
Hermione scosse la
testa e si avvicinò all’armadio per cambiarsi con i vestiti
più leggeri che potesse trovare.
“Spero che tu ci
sia stato da solo su quel letto”
Ron ridacchiò
leggero “Sai che rispetto le regole: non in camera degli altri. A
proposito ma tu non dovevi stare a casa di Eric stasera?”
Hermione si
fermò di botto e arrossì “Sì,beh…l’ho
mollato”
Ron rise forte e si
rotolò sul letto. Hermione si voltò verso di lui con la fronte
corrucciata “Che hai da ridere”
“Oh,andiamo Hermione ma non ti vedi? Stai diventando come me!
Cambi un ragazzo alla settimana!”
“IO non cambio
un ragazzo alla settimana…beh,magari lo faccio
ma…è diverso!Tu te le porti solo a letto!”
Ron rise ancora
più forte “E tu cosa ci fai?Ci giochi a
scacchi?”
Hermione represse una
risata e andò a stendersi accanto a Ron,cercando
di riordinare un po’ le idee. Ripensò a tutti i ragazzi con cui era stata in quegli ultimi mesi…ed erano decisamente
troppi!!
“Tu pensi che
stia esagerando?”
Ron si grattò
il naso e ci pensò su “Naah. Hai vent’anni tesoro,se non ti
diverti ora quando speri di farlo?Dammi retta,goditela finché
puoi!”
Hermione
sospirò energicamente “E’ che dopo una giornata al San Mungo
mi ci vuole davvero qualcosa che mi rilassi,non so se
mi spiego” sospirò di nuovo “Lo sapevo che avrei dovuto
continuare a seguire Babbanologia”
“Ma cosa te ne fai di un corso come quello?Tu SEI babbana!Ci
sei nata tra di loro!”
“Lo so,ma studiarli dal punto dei vista dei Maghi è tutta
un’altra cosa!Prima o poi mi comprerò un libro in materia,ho
deciso!”
Ron rise e scosse la
testa. Si tirò su a sedere e la guardò con un sorriso
“Allora,Miss Granger,
hai programmi per stasera?”
“Direi di
no”
Lui fece un sorriso
furbo “Io mi sento parecchio stressato,e
scommetto che anche tu hai voglia di…rilassarti”
Lei
sorrise “Che hai in mente?”
“Vestiti!
Scommetto che qualcuno disponibile a consolarci stasera lo troviamo”
*
Hermione sorrise tra sé e strinse al petto il manuale
che Ron gli aveva regalato.
Te lo ricordi
ancora…
Un improvviso rumore sulla porta la riscosse dai suoi
pensieri e si voltò per affondare i suoi occhi scuri in quello chiari e
innocenti di David. Il ragazzino si avvicinò a lei e si sedette sul
letto dondolando qua e là i piedi.
“Ho sentito che piangevi”
Lei gli accarezzò la testa e gli bacio la fronte
“Non è niente,solo vecchi ricordi”
“Ricordi brutti?”
“Al contrario”
David azzardò di più “Ricordi su
papà?”
Hermione si morse un labbro cercando di non incrociare lo
sguardo di suo figlio, che poteva ritrovare in una sola persona
sull’intero pianeta. Annuì “Pensavo a
quando dividevamo la casa con Harry. E’ stato parecchio tempo
fa”
“Prima che nascessi io”
Hermione lo guardò con dolcezza
“Sì”
David scese dal letto e si mise in piedi davanti a lei con
uno sguardo serio. Corrucciò un po’ la fronte e incrociò le
braccia in una posa da saputello che di certo non aveva preso da Ron. Rimase
pensieroso per un po’ e poi sputò fuori tutto quello che stava
pensando.
“Perché non mi avete mai raccontato di come
sono nato io?Voglio dire,lo so come avete fatto ma, mi
sembra, tu e papà non siete mai stati insieme e allora io mi chiedevo
perché avete…si insomma,perché mi avete fatto,ecco?”
Hermione lo guardò un po’ a bocca aperta e
cercò nella sua mente la via d’uscita più rapida
“Tesoro, non è ancora il momento”
“Sono stato un incidente,non
è vero?”
“No!” Hermione lo attirò a sé in
un abbraccio “Questo non devi pensarlo
mai!Solo…è più complicato di così David,persino per
noi grandi…”
“Mamma,ma a te papà
non è mai piaciuto?” chiese lui ancora pensieroso
Hermione si trovò ancora una volta a non sapere cosa
rispondere “Io…non lo so”
“E perché non siete
mai stati insieme?”
“Non lo so,David. Questo davvero
non lo so”
*
File di lettori si
scaraventano su zia XDXDXD!!! Lo so,lo so dovevo
postare il Sequel…non picchiatemi uffa! Il Sequel c’è…esiste…è
concreto!Il primo capitolo è già bello bello sul mio pc quindi
non vi preoccupate!!Devo solo appuntare delle piccole cose prima di iniziare
perciò visto che mi frullava quest’idea
in testa mi son detta ‘perché non
scriverla?’.
Io spero davvero con
tutto il cuore che vi piaccia perché ero un
po’ indecisa (e diciamocelo…dal primo chap
non si capisce nulla),spero di non pentirmi!
Tantissimi baciotti e baciotti speciali a
chi ha recensito all’ultimo chap della long-fic (anche
se non posso rispondervi leggo sempre e sorrido ad ogni recensione che
mi fate,siete uno spettacolo).
Kisses,zia Funkia