Perhaps, one day, in a year or even a century... di Tem_93 (/viewuser.php?uid=41807)
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~Perhaps,
one day, in a year or even a century...
Una leggera
brezza primaverile ti accarezza le guance, piacevolmente. La luna si
staglia nel buio della notte, perfetta, creando un'atmosfera
gradevole. Il cielo è particolarmente puntellato di stelle,
come lo
è poche volte. Avresti voglia di prendere una tela e
dipingere, ti
rilasserebbe forse, perchè ora come ora non lo sei affatto.
Un senso di
malinconia ti pesa sul petto, lo riesci a sentire chiaramente e lo
odi, perchè non vorresti che vi fosse: è qualcosa
di umano, è la
fragilità che non vorresti avere, ma che non riesci a
combattere.
Non ora, non nel posto in cui ti trovi.
Ti giri e
sorridi appena, trovando la finestra socchiusa, con le tende che si
muovono leggermente. Le scosti, entrando nella camera con leggiadria,
senza il minimo rumore.
E forse la
visione che hai davanti è molto meglio della luna e di una
miriade
di stelle.
Anche in
questo momento ti piacerebbe avere un pennello, anzi ti
accontenteresti di una matita e un foglio, per catturare quel momento
per sempre. Pensandoci, la notte la potrai dipingere quando vorrai,
ma quello che hai davanti ora... forse non lo vedrai più.
Sarebbe
quasi la mossa migliore, ma poi la voglia di sfiorarla scansa
prepotentemente quella di ritrarla.
Allora
avanzi lentamente, curioso, fino a che non arrivi al letto
matrimoniale. Sorridi, notando in che posizione scomposta si trova,
con i capelli distribuiti sul cuscino che stringe con una mano,
mentre è intenta a mantenere un adorabile broncio, come se
sapesse
che nella stanza vi sei proprio tu.
Ti siedi
elegantemente sul letto e tendi una mano verso di lei, afferrando una
ciocca dorata tra le dita, che si attorciglia naturalmente tra esse
in un boccolo. Sono soffici e ne riesci a sentire il dolce profumo di
miele, il suo
profumo, un'altra cosa che ti devi imprimere
nella mente.
Dopodiché
azzardi di più, sapendo che lei potrebbe svegliarsi
benissimo se
sentisse il tuo tocco sulla sua pelle, ma non t'interessa. In
realtà
non sai se vuoi che si svegli o no. Se lo facesse tu saresti
costretto ad andartene, ma se non si destasse non potresti
più
rivedere i suoi occhioni azzurri.
Incerto,
passi la mano tra i suoi capelli per poi risalire e sfiorare la sua
guancia sinistra.
Solo in
quel momento probabilmente comprendi. In un secondo, o forse meno, te
ne accorgi. Ogni volta che sarai in mezzo a molte persone, quando
vedrai una chioma bionda, quando incontrerai due occhi chiari e
decisi, quando vedrai labbra rosee e sottili incresparsi in un
broncio, lei ti verrà in mente.
E quel
secondo ti frega, perchè, mentre stai pensando, lei sgrana i
suoi
occhi, corrugando le sopracciglia, per poi scagliarsi su di te,
sbattendoti contro il muro.
-Klaus-
ringhia a pochi centimetri dalla tua bocca. E tu sorridi, sorpreso.
Ti piace quel suo modo di fare deciso, quella sua sicurezza
nell'affrontare qualcuno che sa essere più forte di lei.
-Non ti
avevo chiesto di essere un po' più gentile?- mormori,
avvicinando
pericolosamente il tuo viso al suo, ma lei non se ne spaventa.
-P-Più
gentile?- borbotta irritata – Con una sottospecie di
stalker?-
domanda, incrociando poi le braccia al petto, con un cipiglio che non
può che farti sorridere ancora – Non ci trovo
nulla di divertente-
continua.
In effetti
no, non c'è nulla da ridere, ma cosa dovresti fare? Dirle
che sei lì
perchè il fatto che lei sia sempre così gentile
da
arrabbiarsi con te ti mancherà? Confessarle che continuare
ad
accarezzar i suoi capelli biondi per il resto della notte mentre lei
dorme ti renderebbe felice? Supplicarla a partire con te il giorno
successivo?
No, non
puoi, cavoli un po' di orgoglio ti è rimasto, nonostante tu
le abbia
già esposto chiaramente i tuoi sentimenti.
-Ti ho mai
detto che odio essere ignorata?-ti riprende lei.
-No, love,
non mi hai mai fatto la lista delle cose che odi- la prendi in giro,
inclinando la testa di lato.
-Ah no? Bè
sono sicura che il primo posto è tuo di diritto- risponde
con un
sorriso.
-Sono così
importante da meritarmi il primato?- chiedi, quasi soddisfatto. Lei
sbatacchia le ciglia, non troppo contenta del modo in cui le hai
rigirato le sue parole. C'è un momento di silenzio, in cui
sembra
che lei ti studi, guardandoti di sottecchi. Tu segui i suoi occhi,
perdendoti però ogni tanto nelle sue labbra.
Chissà come sarebbe
stato baciarle.
Vorresti
scoprirlo, ti piacerebbe particolarmente, ma sai che non puoi. Anzi,
non vuoi, perchè potresti. Potresti tutto, basterebbe usare
la
compulsione, ma non è questo che cerchi. Sei stanco di
persone che
provano falsi sentimenti nei tuoi confronti. Invece di amore
fittizio, preferisci di gran lunga il modo vero in cui Caroline ti
odia.
-Mi
mancherà- ti lasci scappare, e lei non se lo fa sfuggire.
-Cosa?-
domanda interessata.
-Il tuo
odiarmi- rispondi sincero, rincatenando i vostri sguardi.
-Tranquillo,
continuerò a farlo- dice come per rassicurarti, sorridendo
falsa,
per poi voltarsi e risistemarsi nel letto.
-Quindi mi
penserai spesso...- commenti. Quanto vorresti che dicesse di
sì,
sinceramente. Ma invece sai che non è così, sai
che sarai tu quello
che penserà a lei. Lei tra pochi giorni sarà solo
tranquilla e
rilassata perchè un pazzo ibrido assassino di cui presto
scorderà
anche il nome non sarà più in città.
-Certo,
love,
tutti i giorni- ti schernisce, coprendosi e preparandosi
ad accingersi nuovamente al sonno. Questo un po' ti infastidisce. Non
hai mai sopportato quando le persone ti prendono in giro, sei
irascibile e tendi a diventare violento e scontroso. Ma con lei, non
puoi far altro che stringere le labbra, guardarla male e fare per
andartene.
Però, poco
prima di decidere di lasciare la stanza, il tuo sguardo cade sul suo
comodino. Con pochi passi lo raggiungi e noti che non ti sbagliavi,
che ciò che avevi visto era proprio il tuo disegno, quello
che le
avevi regalato dopo il vostro primo ballo.
-Le persone
di solito non tengono sul proprio comodino qualcosa di importante o
caro?- domandi, girandoti verso di lei, intrigato da quel
particolare. Lei annuisce, non essendosi accorta a cosa stai
alludendo. Allora le tue labbra si curvano in un sorriso, forse il
più genuino di tutta la serata, sicuramente il
più speranzoso.
Riponi il pezzo di carta dov'era, tornando vicino al letto.
-Sto per
lasciare la città- le ricordi, arrivandole appresso. Lei
alza gli
occhi verso di te, guardandoti seria.
-E' per
questo che sei qui? Per un addio?- sussurra, mordicchiandosi il
labbro inferiore.
-No
Caroline, non è un addio. Non è nemmeno un
“ciao”, ma un
arrivederci – le spieghi.
E forse lei
capisce, perchè puoi quasi vedere una scintilla nei suoi
occhi, puoi
cogliere in lei qualcosa di indecifrato, che forse nemmeno lei sa
cos'è.
-Arrivederci
Klaus- mormora pacatamente.
Non si
oppone quando ti vede abbassarti su di lei. Lascia che tu posi un
delicato bacio sulla sua fronte, per poi guardarti uscire dalla
finestra, facendo svolazzare le tende.
E mentre
corri e senti l'aria primaverile scorrerti addosso, noti che la luna
ora è coperta da alcune nuvole e che non sarebbe
più bello come
prima dipingerla; ma pensi anche che tra uno o cent'anni potrai
ancora considerare di ritrarre Caroline, magari con uno dei suoi
bronci, o essere vinto di nuovo dalla voglia di affondare le tue mani
nei suoi capelli.
***
Umh, è da
un po' che non scrivo e non ho mai scritto di loro, per cui non so
bene cosa sia uscito :D
Besos, Miky
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