Fifteen days to fall in love - Prologo
Oddio, cosa
sto facendo? Mi sto
buttando a capofitto in una nuova long quando ho già
un'infinità di storie da aggiornare?
Siete liberissimi di lanciarmi pomodori, fate pure.
Sì, come avrete notato dall'introduzione si tratta di una
nuova
AkuRoku che tanto nuova non sarebbe. Ok, vi spiego: nel mio computer,
sepolto nella cartellina dove tengo tutte le storie per EFP, c'era
questo file risalente al 4 novembre cioè molto prima che
iniziassi a pensare a Where the rainbow ends?.
La storia di questa storia è molto travagliata e lunga,
quindi
non sto a raccontarvela tutta perché finirei con lo scrivere
delle note iniziali più lunghe di tutto il capitolo. Basta
dire
che in questi due giorni di ponte mi stavo annoiando molto
perciò ho ritrovato e completato questo primo pezzo.
Alla fine dovrebbe venire fuori una long da più o meno una
quindicina di capitoli. Sì, poveri voi, incauti
lettori.
Credo di avervi scoraggiato abbastanza. Benissimo, vi lascio alla
lettura del prologo di Fifteen
days to fall in love (che titolo idiota, oltretutto!),
spero che vi piaccia.
Disclaimer -
Questa fanfiction
è stata scritta senza scopo di lucro; Kingdom Hearts e i
suoi
personaggi sono di proprietà di Nomura-sensei & Co.
Se KH mi appartenesse avrei provveduto a mettere più
presenza
femminile. Con quattro donne in croce non pensare allo yaoi è impossibile!
Ah,
questa è l'immagine colpevole - che a novembre era lo sfondo
del
mio dekstop - che mi ha incoraggiata alla prima stesura di questa
storia. Mi sembrava giusto metterla.
00.
Prologo
Sono un demente, sono un demente, sono un demente..., sbatto la testa ritmicamente
contro il muro ripetendo il ritornello.
"Ehi, Ro', mi presteresti...", entra il mio gemello con un grosso
sorriso interrompendosi di colpo notando la mia occupazione "Wow, vuoi
lasciarci davvero il solco della tua testa vuota?"
"Sparisci", sibilo
minaccioso fulminandolo con lo sguardo. Una volta
tanto mi sta a sentire ed esce dalla mia camera afferrando la PSP
(l'unico motivo della sua visita) che stava sul mobile vicino alla
porta lasciandomi libero di riprendere a testate il muro.
Per cosa mi stavo
punendo? Ah, già, per aver mandato a puttane
un'amicizia di sei anni per quattro semplici paroline pronunciate al
momento sbagliato.
"Mi piaci tu, Xion",
ma perché diamine l'avevo detto? Stupido, stupido, stupido!
Ne do una
così forte da far tremare la mensola sopra la mia
testa, ma per fortuna riesco ad ottenere lo stato di intontimento che
speravo. Barcollo fino a raggiungere il letto e mi lascio cadere a peso
morto sopra i cuscini ad occhi chiusi.
Ridiamo, io e Xion. Mi piace la sua risata: quando ride sembra un
angelo sceso dal cielo apposta per me.
"Solo tu potevi dirlo, Roxas", si passa una mano sul viso scuotendo la
testa e mi scocca un altro sorriso luminoso come
il sole.
Le rispondo con uno talmente ebete che aggrotta le sopracciglia
perplessa. "Va tutto bene, Ro'?".
"Eh? Oh, sì, sì, sì", annuisco di
riflesso, ma so
che questa bugia non reggerà a lungo contro i suoi occhi:
sono
di un blu intenso, un mare per chi li guarda. Ci vorrei tanto annegare
in quel mare...
"Terra chiama Roxas!", mi sventola la mano davanti al naso riportandomi
coi piedi per terra "Accidenti, ma che ti prende? Sei per caso
innamorato?", ride.
"Innamorato?", balbetto diventando violaceo "Ma che vai dicendo, Xion?".
"Sei innamorato!", batte le mani entusiasta "Avanti, chi
è?", si
sporge verso di me, il viso animato da una nuova curiosità.
"Ma... No, dai, Xion, non te lo posso dire!", arrossisco ancora di
più.
"Andiamo, Roxas!", mette un finto broncio che la fa diventare ancora
più carina di quanto non lo sia già "Siamo amici
da sei
anni!".
"Ma non posso! Non mi parleresti più!".
Lei si fa seria per un momento. "Non ti sei mica preso una cotta per
mio fratello?".
"Dio, Xion, CHE SCHIFO!", mi metto a urlare "Piuttosto preferisco
pulire con la lingua il pavimento del bagno dei ragazzi!".
"Guarda che se non me lo dici non ti parlo più lo stesso",
dice
sapendo perfettamente che cederò subito al suo ricatto.
"Mi... Mi piaci tu, Xion", tiro fuori tutto d'un fiato tenendo la testa
bassa.
Silenzio. Faccio passare tre secondi prima di guardarla.
Il suo viso è una maschera di sorpresa: le iridi blu
sgranate,
le labbra rosee che disegnano una perfetta 'O' e un vago
rossore
dipinto sulle guance.
"Io... Roxas", stavolta è lei che abbassa lo sguardo "Io...
Non
provo lo stesso... Cioè: sei un fratello, per me, lo sai,
ma... Non mi piaci
fino a quel punto. Mi... Mi dispiace", ed era scappata lasciandomi come
un pirla seduto sul muretto del parco.
Riapro
gli occhi anche se non vorrei farlo.
Sei anni nel cesso,
Roxas.
Ora lei ti evita come la peste e non
provare ad accampare scuse: per la prima volta in sei anni non si
è seduta
al vostro tavolo, ma è andata dalle ochette della sua classe
il
cui unico scopo nella vita è di avere lo smalto
perfettamente
intonato con i loro vestiti. E questo per cinque giorni consecutivi!
"Sei uno stupido,
Roxas Yoake*", mi dico coprendomi gli occhi con le mani.
"Lo so che sei
stupido, Ro'", la voce acuta di mio fratello mi fa
scattare a sedere "Smettila di auto commiserarti e preparati, si esce
stasera".
Non ve l'ho ancora
presentato, vero? Oh, be', poniamo subito rimedio...
Nella vita precedente
devo aver fatto qualcosa di davvero malvagio (del
tipo sterminare intere civiltà o roba del genere...) per
meritarmi un fratello gemello come lui. Si chiama Sora e ringraziando
Iddio non mi somiglia per niente.
Siamo gemelli diversi,
per
fortuna:
io biondo, lui castano perciò nessun problema a
riconoscerci.
Fra le nostre intelligenze c'è un baratro (a essere
minimalisti)
di differenza: diciamo che durante la spartizione dei neuroni
nell'utero materno me li sono presi tutti io lasciando il mio 'povero'
fratellino completamente sprovvisto, solo che lui in cambio ha avuto lo
strano dono di attirare le ragazze grazie alla sua innocenza,
così che alla tenera età di quindici anni (tre
contando
quelli cerebrali) ha avuto circa il triplo delle mie fidanzate.
Vabbè,
lasciamo perdere le dispute con mio fratello e torniamo a questo
tremendo presente.
Sora mi guarda ancora
con le
mani sui fianchi aspettando un cenno da parte mia. "Non mi va",
rispondo semplicemente e con un tono molto strascicato.
"Non se ne parla:
è
una settimana che sei chiuso qui dentro a sbattere la testa contro il
muro, perciò...", va al mio armadio e tira fuori jeans,
maglietta e felpa "Ti vesti e usciamo", ed esce sbattendo forte la
porta.
Borbottandogli contro
maledizioni di ogni genere inizio a vestirmi: tanto dolce e caro,
all'apparenza, ma il mio gemellino può diventare una vera
belva
se litiga. Specialmente se la persona che gli dà contro sono
io:
la cicatrice a forma di mezzaluna sull'avambraccio sinistro non me la
sono mica fatto da solo! Il dentista, scherzandoci su, ha detto che non
avrebbe fatto il calco dentale a Sora perché ne aveva uno
perfetto sul mio braccio.
Vagabondiamo
apparentemente senza meta lungo le vie residenziali della
città.
Ho tirato su il
cappuccio
della felpa e tengo la testa bassa per studiare i ciottoli del
marciapiede mentre Sora mi trotterella allegramente intorno come se
fosse un bambino che va per la prima volta ad un parco divertimenti.
Assomigliamo vagamente ad un condannato a morte con il suo fedele amico
a quattro zampe.
Lui apre un
cancelletto e mi
sospinge dentro e, senza darmi il tempo di reagire, mi fa salire i
gradini del portico in legno e suona il campanello. "Sora, ma cos...?",
rialzo la testa e, orrore!, leggo il nome sul
campanello: Nichibotsu**.
Non faccio in tempo a
girarmi e correre via, riconoscendo il cognome di Xion, che
già
Riku ha aperto la porta con un sorriso a trentadue denti (che,
sinceramente, fa anche paura) e mi afferra per la spalla. "Dove credi
di andare, Rox? Siamo tutti qui per la Riunione!".
La Riunione, cavolo
è vero! Dovevo aspettarmelo dato che oggi è
sabato.
La Riunione consiste
in una
seduta collettiva del nostro piccolo gruppo di amici che si protrae
fino al giorno successivo (passiamo anche la notte insieme), un piccolo
modo per stare insieme il
weekend dato che facciamo scuole diverse.
Porca miseria che
razza di
idiota che sono: ora che ci penso, sono cinque giorni che Sora mi
sbandiera che la
Riunione si sarebbe tenuta a casa Nichibotsu.
"Abbiamo taaaante cose
da dirci", sorride Sora facendomi l'occhiolino.
Ho già
detto che mio
fratello ha l'intelligenza di un'ameba? Allora mi chiedo: come
diamine ha fatto a capire quello che era successo fra me e Xion? Non
può esserci arrivato solo con le sue forze!
Catena
di Sant'Antonio, Roxas, mi dico mentre vengo
trascinato dall'albino in salotto.
Sicuramente
è andata
così: Xion ha sentito l'irrefrenabile bisogno di confidare
l'accaduto a qualcuno così l'ha detto a Kairi, la sua
migliore
amica, che a sua volta l'ha raccontato a Naminé, la sua
gemella
(a differenza di me e Sora quelle due sono pappa e ciccia). Ovviamente
il loro fratellone, Axel, aveva origliato tutto ed era corso a
spifferarlo a Riku, suo compagno di banco dai tempi delle elementari e
fratello maggiore di Xion, che ha pensato bene di chiudere il cerchio
narrando per filo e per segno la vicenda anche al mio gemello che altri
non è che il suo migliore amico.
Insomma, sono fregato.
"Bene, siamo tutti?",
Riku mi fa sedere fra Naminé e Axel e poi si accomoda sul
puff vicino al caminetto.
"Axel,
Naminé, Kairi... Sora e Roxas... Tu ed io", ci conta Xion
non guardandomi neanche.
"Ehi, Kairi", mi volto
dall'altra parte prima che l'albino apra la bocca per iniziare la
seduta "Hai portato i biscotti con la glassa che ti avevo chiesto?"
"Sì, sono
in cucina insieme alle altre cose...", annuisce lei prima che qualcuno
le faccia cenno di non rispondere.
"Bene! Allora io vado
a prenderne uno!", mi alzo di scatto e mi avvio verso l'altra stanza.
"Roxas, mangiamo tutti
insieme!", si lamenta Xion e mi fermo un secondo continuando a darle le
spalle.
"Sì, ma io
ho fame ora", mi giro con un sorriso che mi costa molto.
"Fatelo mangiare ora
prima che cambi idea!", Sora scatta in piedi "Non mangia niente da due
giorni".
Ok, da questo momento
sono
figlio unico... Ma porca miseria, deve proprio sbandierare in giro la
mia situazione? Razza di imbecille! Potessi cascare dalle scale,
maledetto cretino!
Rimangono tutti in
silenzio
e Kairi cenerizza il mio ex-fratello, che si è accorto
troppo
tardi della gaffe, al posto mio.
"Lo prendo come un
sì", borbotto e vado in cucina.
La Riunione non
è stata così tremenda come immaginavo, almeno per
adesso:
con molto tatto hanno evitato l'argomento parlando del più e
del meno.
"Sì, ma io
voglio sapere i particolari fra Ro...", Sora aveva
tentato di aprirlo, ma non ha fatto in tempo a finire la parola
perché Axel gli aveva ficcato in bocca un dolcetto, mentre
pronunciava la vocale, urlando un "Senti questo quant'è
buono,
Sora!" e Naminé era stata rapidissima a cambiare discorso.
Li avevo guardati e
avevo rivolto loro un "grazie" silenzioso. Il rosso
mi aveva fatto l'occhiolino mentre Naminé un vago sorriso
mentre
ascoltava lo sproloquio di Riku sulle creme protettive.
L'amicizia
è qualcosa di raro, un fiore delicato che va trattato
con estrema cura, ma se gli dai le dovute attenzioni può
ripagarti di tutta la fatica fatta per mantenerla in vita.
Le nostre famiglie si
conoscono dai tempi del liceo così che siamo cresciuti tutti
insieme come se fossimo fratelli.
Axel Shogo*** e Riku
Nichibotsu hanno un anno più di noi e sono
sempre stati i piccoli "capi" del nostro gruppetto prendendosi sempre
la responsabilità della nostra incolumità quando
andavamo, a sette anni, a giocare in spiaggia. Anche ora che ne abbiamo
quindici continuano a sorvegliarci come se ancora tentassimo di bere
l'acqua dell'oceano (non c'è neanche bisogno di dire chi ci aveva provato
più volte e ci era anche riuscito).
Poi ci siamo noi, i
piccoli. Naminé e Kairi Shogo, Roxas e Sora Yoake e Xion
Nichibotsu.
Naminé e
Kairi sono gemelle diverse, proprio come me e Sora:
bionda e timida la prima, rossa e incredibilmente loquace la seconda.
Eppure non riescono a stare troppo tempo separate perché si
completano a vicenda. A volte dicono di essere una sola anima in
due corpi diversi e in quei momenti non posso fare a meno di guardare
Sora e reprimere il conato di vomito al pensiero che anche noi
potremmo essere così. Piuttosto mi bevo della soda caustica!
"Riku, non vorrei
interromperti", Xion decide di interrompere il
fratello che sta ancora spiegando quanto sia difficile trovare una
crema protettiva decente per la sua pelle delicatissima "Ma lo sappiamo
tutti il fattore della tua crema solare".
"E allora
perché me lo chiedete?", incrocia le braccia lui.
"Perché
sappiamo quanto
diventi checca quando si parla della tua epidermide, per dirla in
maniera raffinata", sorride Sora incrociando le braccia dietro la testa
"Vedi che ci riesco, Roxy?".
Lo incenerisco con la peggiore occhiata assassina del mio repertorio.
"Bene!", trilla Xion con un grosso sorriso "Direi che possiamo chiudere
qui la parte del dibattito. Ora, se ci spostiamo in cucina, possiamo
iniziare a cucinare e no, Sora", indica il mio ex-fratello che si sta
alzando per correre nell'altra stanza "Non prendi assaggini e devi
stare ad almeno tre metri dai fornelli. Abbiamo tutti firmato la
petizione: sono le regole, lo sai".
"Ma uffa, io ho fame!", si lamenta.
"Anche noi, sai?", Axel si alza e va verso la cucina "Ma tratteniamo
gli istinti: sai che è questo che differenzia l'uomo dalla
bestia, no?", e si picchietta la tempia.
"Non provare a fare lo spelling", si lamenta Sora "So come si scrive
'bestia', grazie per il pensiero".
Axel ride e gli passa un braccio sulle spalle. "Su, su, non
arrabbiarti, piccoletto!", e lo trascina verso il giardino "Facciamo un
paio di tiri? Tanto anche a me è stato negato l'accesso alle
cucine...".
"Chissà com'è, Soffio di Fiamme Danzanti...",
urlo avviandomi in cucina dietro a Riku.
Metto il sacco a pelo vicino a quello di Axel mentre Naminé,
dopo un po' di discussioni con la sorella, si sistema alla mia
sinistra.
"Allora", Axel prende una torcia e se la mette sotto al volto
"Finalmente è il momento delle storie del terrore", si
guarda
intorno con aria circospetta e arrivato al viso di Naminé
caccia
un urlo da Oltretomba che la fa saltare dalla paura.
"Non sei divertente", sibila socchiudendo gli occhi mentre il fulvo si
rotola per terra dalle risate. Gli tiro un calcio per farlo smettere e
poi lo aiuto a tirarsi su tendendogli la mano.
"Ma perché non facciamo il gioco della bottiglia?
Sarà
divertente!", propone Kairi con la speranza di poter baciare Riku del
quale è cotta da tre anni.
"Ma certo, perché no? Volendo potremmo fare che anche i
ragazzi
possono limonare fra loro", dico, ironico. Peccato che lei non la colga
questa sfumatura "Ma è magnifico! Chi vuole che i ragazzi
limonino fra loro alzi la mano!", si alzano quattro mani... Quattro?
Osservo Axel con gli occhi di fuori per la sorpresa "Eddai, Rox, al
massimo vedremo sgarbonare**** fra loro anche le ragazze!".
Io, Riku e Sora ci guardiamo interdetti. "Sia chiaro, l'incesto
è proibito", sibilo minaccioso.
Kairi annuisce giuliva e posa la bottiglia di Coca-Cola in mezzo al
cerchio con cautela, probabilmente studiando come far fermare la
bottiglia prima da lei e poi dall'albino.
"Ok, vado", la fa girare "Riku bacia", sorride quando si ferma e la fa
ruotare di nuovo "S-Sora", sbatte le ciglia vedendo che la piccola
bottiglia traditrice si ferma davanti al mio gemello, pochi centimetri
alla sua sinistra, che diventa così rosso che pare un
semaforo.
Ah, già, non ho detto una cosa importante sul mio
fratellino.
Beh, senza tanto girarci intorno, a lui piacciono le ragazze, ma da
quattro mesi a questa parte non fa che mormorare in bagno - lascio a
voi le ipotesi su che
cosa faccia in bagno - e a letto il nome di Riku.
Io e Naminé facciamo la ola. "Quindici secondi, eh! Con la
lingua, mi raccomando!", dice lei con gli occhi lucidi di gioia "Oh,
questa sarà una scena che mi porterò sempre nel
cuore",
la bionda mi getta le braccia al collo e fa aderire la sua guancia con
la mia mentre osserviamo l'albino che, sospirando, prende i capelli di
Sora fra le dita e lo attira a sé.
Quando scade il tempo, Sora si stacca e, con dipinta sul volto una
tonalità di rosso bordeaux che non avevo mai visto, scappa
in
bagno scusandosi con gli altri. Osservo Riku e gli indico con gli occhi
il corridoio nel quale è sparito il mio gemello invitandolo
a
seguirlo: è ora che chiudano questa faccenda.
"Beh", Kairi ha perso tutto il suo interesse ora che Riku si
è
alzato ed è andato da Sora ma continua "Vediamo ora a chi
tocca", fa ruotare.
Stringo i denti notando il collo della bottiglia indicarmi come un dito
accusatore. So
di non essere stato un bravo cristiano, ma ti prego: tutte tranne Xion,
tutte tranne Xion! Mi va bene anche Kairi, ma ti prego non Xion!
Andrò la domenica in chiesa e...
"Con Axel". Ok, mi odi
proprio, vero?
Naminé sorride e poi arriccia le labbra. "Quindici, lunghi
secondi", mi ricorda con una leggera nota di soddisfazione e poi mi
mostra la lingua.
Mi volto verso il fulvo. "Bene. Soddisfatto?".
"Suvvia, l'hanno fatto Riku e Sora e anche loro sono migliori amici".
"Sì, ma l'hai visto come ha reagito Sora?".
"Tuo fratello è troppo emotivo, lo sai".
Sospiro pesantemente sentendomi perforare la schiena da quattro paia di
occhi affamati di yaoi. "Naminé, lo giuro sulla mia testa,
se
non mi avverti dello scadere dei quindici secondi ti brucio tutti i
tuoi manga, intesi?", le scocco una rapida occhiata e lei annuisce
"D'accordo, facciamolo", dico più a me stesso che ad altri.
Inclino leggermente il volto verso sinstra e mi allungo, ancora un po'
titubante - chi non lo sarebbe? Stavo per limonare con il mio migliore
amico! - ed Axel, notatolo, mi aiuta avvicinandosi un po' di
più.
"Prima facciamo prima finiamo", mi cantilena dolcemente ad un
centimetro dalle mie labbra.
Serro gli occhi e faccio scontrare le nostre bocche. Lui rimane
perfettamente immobile aspettando un passo in avanti che non arriva e
che solo il colpetto di tosse di Naminé mi ricorda: la
lingua,
vogliono un bacio alla francese, queste assatanate!
Sto tremando come una foglia mentre passo con la lingua il labbro
inferiore di Axel e lo maledico in tutte le lingue che conosco
infilandogliela in bocca per cercare la sua. Il maledetto si mette a
ridacchiare, mi posa una mano sul collo e inizia a ricambiare.
Il cuore comincia a martellarmi furiosamente nel petto, sembra quasi
che voglia scappare via dalla gabbia toracica. Inconsciamente mi
ritrovo a stringere i capelli di Axel fra le dita mentre esploro ogni
anfratto di quella bocca che dice tante sciocchezze.
Un picchiettio sulla mia spalla mi fa spalancare gli occhi di scatto.
"Roxas, maledizione, sono passati un minuto e ventisette secondi!",
Naminé, con un tono preoccupatissimo, mi osserva con gli
occhi
luccicanti di gioia.
Mi stacco come se fossi il diavolo e Axel l'acqua santa. "M-Ma
perché non me l'hai detto?", ululo pregustandomi il
falò
dei manga della bionda.
"Ci ho provato, ma sembravate sordi!", protesta lei "Non è
colpa
mia se vi stavate scambiando un bacio così appassionato che
vi
ha isolato dal mondo esterno!".
Bacio appassionato?
Oh. Santo. Cielo.
Mi alzo con una mano davanti alla bocca. "Credo che
raggiungerò
Sora in bagno e andrò a vomitare. Anche l'anima se
servirà!", e cammino a passo spedito verso il bagno. Peccato
che
dei gemiti che lasciano ben poco all'immaginazione mi blocchino prima
di aprire la porta. Tendo le orecchie ascoltando la voce infantile ed acuta che sta
producendo tutto quel fracasso e che riconoscerei anche ad un
chilometro di distanza.
La bile mi ritorna in gola mentre Axel, con molta nonchalance si
appoggia allo stipite e mi sussurra all'orecchio "Però!
Passano
subito al sodo!".
"Ti ha mai detto nessuno che fai schifo?", inarco un sopracciglio.
"Nessuno. Le ragazze solitamente dicono che sono un gran figo".
"Forse perché hanno paura che tu dia loro fuoco", sorrido
leggermente. Adoro punzecchiare Axel tanto quanto lui lo adori fare con
me.
"Sai cosa dicono le ragazze di te, Roxy? Dicono - testuali parole -
'Roxas? Oh, è carino, ma sarebbe meglio che si sciogliesse
un
po'. Con quell'aria seria fa passare a tutte la voglia di stargli
intorno'", sogghigna lisciandomi con un dito la solita fossetta che mi
si forma sulla fronte quando lo guardo storto.
Essere toccato da lui mi riporta immediatamente al bacio che ho dovuto
dargli qualche minuto prima. Mi volto di scatto e mi allontano
rapidamente "Senti vado a prendere una boccata d'aria. Ho bisogno... Ho
bisogno di pensare un po'".
"Come vuoi, Roxy!", cinguetta salutandomi con la mano, si gira sui
tacchi e se ne torna in salotto. Sicuramente ho le visioni, ma per un
secondo mi è sembrato che nei suoi occhi fosse apparsa la
solita
scintilla che si manifesta quando vuole conquistare una ragazza...
Un muro! Ho urgentemente bisogno di un muro dove sbattere la testa!
15 giorni prima che
Roxas si innamori
* Yoake: alba, in giapponese
** Nichibotsu: tramonto, in giapponese
*** Shogo: mezzogiorno, in giapponese
**** sgarbonare: forma presa dal mio dialetto, sinonimo di limonare. Ho pensato
che, dato che parlano dei ragazzi, un termine dialettale potesse andare
bene
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