Lentamente qualcosa cresce in me: che sia...Consapevolezza?
Ho paura di svegliarmi, di aprire gli occhi e di non sapere nulla.
Nella mia mente ricordi, pensieri, l'uno sull'altro.
Vedo una donna: ha gli occhi e i capelli castani: è bella.
Sorride ad un uomo con i capelli lunghi, bello anche lui.
Sei un sogno o un ricordo?
Sei
tu quella che devo aspettare?
Mi sembra di andare a fuoco: i sentimenti di quella ragazza sono i
miei.
Lei apre la bocca e dice qualcosa: «Ti amo».
"Ti-Amo"? Cosa vuol dire? Perchè non so nulla?
Sono rinchiusa nel mio guscio, aspetto il tuo arrivo, sanguinando
dentro.
Sono qui, ma tu non arrivi, devo aspettarti: sono questi gli ordini.
Sono nata con una frase nella mia mente: «Aspettala e
uccidila».
Cosa farò se non arriverai?
Qualcuno
saprà mai della mia esistenza?
Sarò
per sempre qui se tu non verrai?
Apro gli occhi e ho paura.
Paura di avere sbagliato tutto.
Paura di non esistere.
Paura di essere te.
Sollevo le palpebre.
Sono sola. Disperatamente sola.
Tu non sei qui, nemmeno lui, l'uomo bello.
Sento l'odio dentro me, si sviluppa sempre più
forte, sempre più pericoloso.
Se tu
non arrivi io
non ho senso.
Non è giusto!
Io
sono qui, ci sono, ma se non ci sei tu
allora nemmeno io esisto.
Chi
sono io?
Fa male non sapere nulla di sè.
Mi guardo le mani: risplendono in mezzo al liquido verde smeraldo in
cui mi trovo.
Le mie, le tue
mani sono piccole e delicate: non dovrebbero uccidere,
invece lo fanno.
Perché lo fai?
Perché
devo farlo anche io?
Sono in una gabbia di smeraldo, rinchiusa fino alla tua
venuta.
Anche io sono di quello stesso colore: la mia pelle brilla e si
confonde in mezzo al liquido.
Sono così diversa da te.
Non sono come immaginavo di essere.
Perché deve fare così male?
Come
sono arrivata qui?
Sono qui da quando posso ricordare.
Sono nata -se così posso dire- in questo luogo.
Non so nemmeno quando ho cominciato a esistere fisicamente.
Non ho ricordi miei: tutto
ciò che ho appartiene a te.
Devi andartene dalla mia testa, non ho bisogno di te o delle tue
memorie.
Voglio essere libera.
Deve esserci un io,
non un noi: siamo due cose
diverse,
profondamente diverse.
Un rumore.
Mi volto per capire cos'è e ti vedo.
Tu
sei lì, mi guardi terrorizzata e inorridita.
Sgrano gli occhi: la testa fa male, tanto male.
Nalla mia prigione la pressione sale: l'acqua mi penetra nella pella,
divenendo un tutt'uno con me.
Dietro di te lui, l'uomo bello dei tuoi
ricordi.
Fa male perchè so che non sarà mai mio.
Lui appartiene a te.
Esplode la mia rabbia, mandando in frantumi la mia cella.
Sono finalmente libera: ti guardo, vera me stessa e mi sento morire.
Siamo identiche ma io
sono sbagliata.
I miei occhi sono verdi, come quelli dell'uomo bello, i tuoi castani e
oro: ti spavento, leggo il terrore nelle tue iridi.
Se provassi a chiamarla lei mi sentirebbe?
Cercherebbe
di capirmi?
Se
conoscesse il mio dolore mi stringerebbe fra le braccia?
Vorrei parlarti, dirti che è tutto sbagliato, che
ciò che faccio, ciò che vedo in realtà
non so cosa sia.
Provo a dire qualcosa ma non so come si fa: emetto solo dei rantoli e
grida roche.
La rabbia impressa dentro me sta per esplodere: non vorrei attaccarli,
ma gli ordini mi costringono ad agire.
Non riesco a controllarmi.
Devo sfogarmi, devo combattere.
Vorrei non doverlo fare: io sono una vittima di folli
esperimenti.
Io vorrei vivere come voi: bramando la vita, però, porto
dentro me solo morte e disperazione.
«Lei è il mio clone?»
La vera me ha una bella voce: è dolce ma decisa.
Dunque io sono un clone.
Non sono nient'altro che una copia.
Lo sapevo già ma fa male ugualmente sentire le tue parole.
Mi attaccano, senza preavviso.
Più volte riesco a parere i colpi ma loro sono in due, io sono sola.
Alla fine mi accascio a terra, esausta.
Vorrei implorarli di non uccidermi, vorrei che tu piangessi per la
tè stessa che muore.
Le tue lacrime non scendono, mi giudichi colpevole di un crimine che,
in realtà, non ho commesso.
Mi guardo attorno prima della fine: la stanza vuota che ho visto sempre
nei miei sogni senza colori.
Un clone non può sognare.
Un clone non può amare.
Un clone non può esistere.
Eppure io ci sono: sono qui a contare gli attimi che mi distanziano
dalla morte.
Sento le ossa spezzate lacerare la carne, il respiro mi soffoca: non
posso guarire, non posso vivere.
Questo dolore finirà, almeno spero: verrò
risucchiata in un'oblio simile a quello precedente al mio risveglio.
L'uomo bello mi fissa, gli occhi vuoti, inespressivi.
Ti
prego, almeno tu, abbi pietà di me.
Nessuno fiata.
Sanno che tra poco tutto finirà e potranno tornare alla loro
vita di sempre.
Io
no.
Io morirò e nessuno lo saprà mai.
Li guardo ancora.
Sono così belli: anche io sono bella?
Se
lei non esistesse, vorresti me?
Ti guardo uomo bello e ti pongo queste domande con gli occhi, ma tu non
rispondi.
Perché
non te ne accorgi?
Perché
non me ne sono accorta?
Io non dovrei neppure esistere, ecco perché non
mi guardi.
Il mio mondo è agli sgoccioli ormai: non riesco
più a muovermi.
Il dolore non mi dà tregua.
Aiutatemi oppure uccidetemi!
Non si muovono: hanno paura.
Temono che possa attaccarli, ma non sanno che me ne sto andando dove
non potranno più vedermi.
L'uomo bello mi guarda intensamente negli occhi: mi sento
strana....Felice?
Posso davvero provare felicità a qualche attimo dalla morte?
La mia venuta al mondo non ha cambiato nulla.
è stata una cosa profondamente inutile per tutti, eppure
sono felice.
Vorrei scusarmi con loro, dire che mi dispiace.
Arriva il momento: tutto si annebbia intorno a me.
Vorrei dire anch'io "Ti amo" all'uomo bello, ma non so farlo.
Non posso farlo.
Non basta conoscere qualcuno da pochi minuti per amarlo.
Il dolore che non finiva mai sparisce in un attimo.
Tutto è buio ma io sto bene.
Ora
sono libera.
ANGOLO DI MISHA
Cosa
può aver provato Alpha 152 durante il periodo di "prigionia"
dopo la sua creazione?
Cosa
può aver provato nel vedere Kasumi, la vera sè
stessa?
Nello scrivere
questa ff mi sono posta queste ed altre domande: è una
storia un po' azzardata, lo so, ma io l'ho scritta con l'intento di
immedesimarmi in lei.
Kasumi Alpha
è un personaggio che mi attrae particolarmente, ma non ha
grandi possibilità per essere sfruttato nelle storie.
Mi è
davvero piaciuto scrivere questa ff: sono entrata nella testa del
personaggio.
Ovviamente, "lei"
è Kasumi, la vera Kasumi, mentre "L'uomo bello" è
Ryu.
La
possibilità che Alpha provasse gli stessi sentimenti di
Kasumi mi ha intrigato fin dall'inizio e, come potete vedere, il
risultato è questo.
Spero vi piaccia:)
Gradirei qualche recensione per sapere cosa ne pensate: è
molto importante per me!
Grazie mille a
coloro che leggeranno e recensiranno.
Un bacione
Misha
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