Note doverose di Inizio Fan Fic:
A parte i soliti (noiosi)
ringraziamenti a chi ha la tempra morale di seguirmi e apprezzare quello che
scrivo (ma soprattutto ha chi ha la forza di comprenderlo! XD), ci sono un paio
di noticine doverose. Noiose anche queste, so che non vedete proprio l’ora di
tuffarvi in sta storia deprimente, scalpitate!!!
Ma abbiate pazienza! XD
Uno:
Amarcord è il titolo di un famoso film di Federico Fellini targato 1973,
con dialoghi di Tonino Guerra (quello di "Gianni, l'ottimismo!". E' lui. Si, lo,
so, lo so, ma vi assicuro che prima era bravo! XDDD). In dialetto romagnolo
significa "Mi ricordo". Per cui se trovate l'eccessivo ripetersi di questa
parola una volta tanto io non ho colpe. Sono Nostra Signora delle Ripetizioni
fino a un certo punto! XD
Due: Non è
che ho messo le BGM per sport o per far vedere che ho una cultura
musicale figa (decisamente no! XD), hanno un senso e soprattutto un significato!
^_^ Sentimentale perché sono bellissime e meritano di essere ascoltate. Ma anche
perché sia per la melodia (ritmo, sonorità eccetera) che per il testo (di cui
riporto sempre qualche passaggio) si legano al capitolo a cui si riferiscono.
L’ideale sarebbe leggere il capitolo con la musica di sottofondo.
Tre: A quanti
trovino il mio azzurro-grigio fastidioso…. Stavolta l’uso del
colore non è casuale, per cui posso dirvi solo una cosa… RESISTETE!!! (E qui chi
coglie la citazione è un genio del male)
Volevo poi approfittare
dell'inizio di una nuova storia per dire una cosa a GeorgiaLupin che
mi ha commentato "La casa Storta": io faccio anche storie puccie, sei te che
ha sfiga e prende solo quelle tristi! XD
Lo scrivo qui perchè visto che
è triste la leggerà di sicuro! XD
AMARCORD.
Ma se la morte è così… Non è mica un bel lavoro.
Amarcord. Federico Fellini (1973)
(Tonino Guerra)
Bgm:
Poe – Control
I was taking control
***
Quando hai cominciato ad arrenderti alla notte che
seducente ti blandiva con voce d’argento? Ricordi l’istante in cui il mortale
bisbiglio si è fatto pacato sussurro di madre?
Ti chiama.
Taci e ascolta.
Là, oltre il sibilare del vento tra i rami, tra le
pieghe di un’eco indistinta e cupa.
E’ come tendere l’orecchio a una gelida musica di
silenzi.
Col tempo scandito dai battiti di un cuore fiacco.
Dall’ansimo roco di un respiro rappreso.
Che non è mai stato così calmo.
Dietro le palpebre strette a forza c’è un’intera
realtà che aspetta solo d’essere vista con occhi nuovi.
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