Mezzanotte. Ludwig Van Beethoven, Moonlight Sonata – first movement.
 
Lento.
Dolce.
Incessante.
E’ tutto ciò che diresti, se dovessi ripensare a quella prima volta.
Tremi.  Ma Sirius è un amante paziente, Sirius ti sa aspettare, e ti bacia, cancella ogni tua esitazione. Ad ogni nodo che crei, c’è una sua carezza che riesce a scioglierlo, con la naturalezza di chi già conosce l’intreccio.  Vi rincorrete così, passando l’uno dopo l’altro sulle strade dei vostri corpi, consumando un amore che sembra ormai l’unico ossigeno adatto a farvi bruciare. Costante, il ritmo. Infinito, lo sguardo nero in cui ti vuoi, ti puoi perdere.
Finite in silenzio, il respiro perso nella consolazione dell’ultimo bacio.
 
Alba. Ludwig Van Beethoven, Moonlight Sonata – second movement.
 
Silenzio.
Le braccia che ti stringono non sono le tue.
I capelli che ti sfiorano il viso sono troppo lunghi, troppo neri, per essere tuoi.
Il ricordo della notte passata ti scoppia dentro come quando il sole sorge. Come quando la mattina asciuga la rugiada della notte. E le lacrime della sera.
Silenzio. Sorride così, Sirius.
Nessuno va svagliato. E tu vorresti solo urlare.
 
Crepuscolo.Ludwig Van Beethoven, Moonlight Sonata – third movement.
 
Troppo.
E’ tutto ciò che diresti, se dovessi pensare a quell’ultima volta.
Troppo. Troppo tutto.
Era troppa la foga nei suoi gesti, troppa l’ansia nel suo sguardo, troppa la paura che vi stringeva il fegato.
Fretta.
Rabbia.
Dolore.
Tu sai che è la fine. Lui spera ancora che nulla sia successo.
Ma nemmeno Sirius può nascondere l’amarezza di quell’ultimo bacio.
- Perché?
Chiedi, forse più a te stesso che a lui.
E non è mai troppa, la sicurezza di voler sentire la risposta.