Reaching you

di Mimi18
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Reaching you

Le gambe sono pesanti, Peeta fatica a sollevarle ed ogni passo sembra costargli un anno di vita. Tuttavia, le urla di Katniss, da qualche parte nel bosco, gli impediscono di cedere e crollare, e continua a sollevare i due macigni che si trova al posto degli arti inferiori.
L’erba è tagliente come lame affilate, e i vestiti bagnati si appiccicano al suo corpo percosso da spasmi di freddo. Però Peeta non si ferma; sente il suo nome invocato a gran voce, Katniss urla roca e sembra sempre più vicina, forse ad un passo stesso dal suo respiro.
Scavalca un macigno e la vede, sdraiata a terra, sporca di fango e sangue. Non c’è nulla intorno a loro, una radura desolata e piante bruciate da un incendio divampato da poco. Spento da una pioggia, suppone Peeta, artificiale.
Gli occhi azzurri di Katniss, quegli occhi così chiari e penetranti, lo incatenano sul posto. Poco lontano da lei, Cato brandisce la spada e ghigna, sadico, indicando a Clove il corpo ormai in trappola della nemica. E mentre Katniss lo guarda, lo implora di non muoversi, di salvarla, di nascondersi: mille emozioni contrastanti attraversano quello sguardo, e lui riconosce la paura.
Peeta prova a correre, deve salvarla. E Cato infilza la carne morbida della gamba di Katniss, godendo delle urla di terrore, del nome del compagno del distretto pronunciato con disperazione.
Sta piangendo, Katniss, e Peeta non l’ha mai vista piangere nemmeno quando il cibo scarseggiava, giù al distretto dodici.
Cato imperversa sul corpo insanguinato e ferito della sua Katniss, e Peeta prova a sollevare le gambe, ma è bloccato.
Cerca di allungare una mano il più possibile, ma il braccio è terribilmente corto, e presto un coltello di Clove provvede a staccarlo. Il dolore è lancinante, e la vista di Peeta si rende sfuocata: stava morendo?
E, prima che Peeta possa urlare il suo nome, Katniss lo chiama.

Peeta sussulta nel letto, sudato e scosso da spasmi di terrore, mentre Katniss al suo fianco sobbalza impaurita.
Lo guarda negli occhi, scostandogli una ciocca di capelli biondi dal viso madido e poi gli concede un bacio a fior di labbra, lasciando che il ragazzo tasti la veridicità del suo corpo.
« Non riuscivo a salvarti» , dice stringendole la vita, avvicinandola a sé e sentendo il suo profumo di prato contro le narici. Ama quel profumo, gli fa capire che lei è vicino - e che mai si sarebbe allontanata.
Katniss ricambia l’abbraccio, stringendogli il collo, baciando ogni lembo di pelle che le fosse possibile raggiungere. Poi, afferra il viso di Peeta tra le mani e lo bacia sulle labbra: « Invece l‘hai fatto, e sono qui» .
Peeta annuisce. L’ennesimo incubo, ma era un sollievo svegliarsi e trovarsela accanto, un sollievo così grande da farlo sentire leggero.

 

 

N/a: chiariamo subito che la prima parte era un incubo, incubo che Peeta ha correntemente, temo. Quindi, ne ho approfittato per descrivere la dolcezza di Katniss - perché secondo me loro sono dolcissimi.
Prima fan fiction su questo fandom, e temo per voi che non sarà nemmeno l’ultima. Anche Cato e Clove mi appassionano. *.*
Grazie a chiunque leggerà e/o commenterà.




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