Prologue
Prologue
I
minuti non passavano e io ero seduto su
quella sedia da troppo tempo.
Perché ci mettevano tanto?
Doveva essere solo un semplice controllo;
Madeline aveva avuto le solite contrazioni forti e decise, ma nulla di
allarmante. Eppure mi sentivo incatenato a quella sedia, decisamente
nervoso e
con la sola voglia pulsante di rivederla.
“Signor Moore?”
Mi alzai di scatto, vedendo il Dottor
Smith venirmi incontro.
“Come sta?”
Il suo sguardo mi raggelò.
“Dobbiamo tentare subito un taglio
cesareo; il
bambino sta
soffocando.”
Cosa? Com'era possibile?
“Dottore, Mad è appena entrata nel
settimo mese. Sarebbe una follia!”
Lui posò con forza una mano sulla mia spalla, cercando
di farmi
ritornare lucido.
“Ragazzo, dobbiamo farlo. Ne va della vita di
entrambi.”
Sprofondai così di nuovo su quella
maledetta sedia, sentendo il vuoto pervadermi i sensi e il buio
trascinarmi via
con sé.
***
Quattro anni dopo
“Papà, muoviti!”
Mi rigirai nel letto, sbadigliando con
forza.
“Lily sono appena le sette. Dove pensi di
andare?”
Ovviamente le mie parole si dispersero
nel vento, perché quell'uragano mi si lanciò
addosso armato di broncio e occhi
lucidi.
“Perché? Mi chiedi il perché? Oggi
c'è la
gita! Io devo essere puntuale, capisci? Se no mi fanno sedere con Lucas-il-Puzzone e io
non voglio. Non lo voglio
proprio! E' cattivo, puzza e mi tira sempre i capelli.”
Sorrisi, accarezzando il suo viso con
lentezza.
Era una vera tentatrice, non c'era
dubbio. Sapeva subito come farmi intenerire e perdere il minimo di
autocontrollo richiesto al mio ruolo di padre.
Padre.
Io, Nicholas Moore ero un padre di soli 23 anni.
La vita era davvero strana. Solo a
ripensarci mi veniva da sorridere.
Quando ero una giovane promessa del baseball, la vita era decisamente
più
semplice e meno stressante. Uscire a bere con i ragazzi, avere una
ragazza a
sera e studiare giusto per potermi permettere gli allentamenti
interminabili di
Mr Jackson. Questo contava.
Eppure la vita cambia e si evolve sotto
ai nostri occhi senza seguire i comandi che le impartiamo.
Ero solo un ragazzino che voleva vivere
la vita come i miei coetanei, con le gioie e le piccole amarezze
tipiche
dell'adolescenza. Non
speravo
nell'amore a prima vista, non credevo di avere la maturità
necessaria di
innamorarmi.
E poi, a dirla tutta, non credevo nemmeno di avere la forza di
immergermi nel
mondo dei pannolini, liofilizzati, latte in polvere e notti insonni.
Ma la vita è una ruota che gira in continuazione e noi siamo
solamente un
piccolo ingranaggio di essa. Se noi ci fermiamo, lei
continuerà comunque a
proseguire nel suo cammino prestabilito.
Noi siamo solo una piccola e minuscola
parte di tutto.
Mentre mi alzavo, nonostante mancassero due ore al ritrovo davanti
all'asilo,
la mia mente si perse nei ricordi.
Una settimana e Lilian avrebbe compiuto 4
anni.
Una settimana e il mio cuore sarebbe
morto di nuovo, per poi rinascere il giorno seguente.
Sarebbe morto ancora, come fece allora quello di Madeline.
***
“Mad, forza! Stringi i denti.”
La
mia mano era salda, il mio respiro
duro e le mie parole dolci come non lo erano mai state.
I suoi profondi occhi nocciola, non
mollarono per un attimo il mio volto e sigillarono per sempre la sua
immagine
stravolta e stanca nella mia memoria.
“Nick... Nick, non ce la faccio.”
Le parole dei medici, il suono dei
macchinari e le mie gambe tremolanti : non li sentii neppure. Il mio
unico pensiero era stare lì con
Madeline ed affiancarla nella nascita del nostro bambino.
Perché era così pallida?
Sentivo la mente pulsare all'unisono con
il cuore e pensavo solamente ad una cosa: devo
aiutarla. Devo salvare entrambi.
Mi
inginocchiai e continuai ad accarezzarla
e a confortarla.
“Nick, salvala.”
Corrugai la fronte, non riuscendo a
capire.
“Mad ma cosa stai dicendo? Stai
tranquilla, continua a spingere e a respirare come facciamo sempre al
corso.
Forza! Uno...Due...”
Lei abbassò il mio viso con due dita,
costringendomi a guardarla dritto negli occhi.
“N-Nick.. Salva la nostra bimba, sarà bellissima.
Fai il bravo e...”
La vidi contrarre il collo e la mandibola
per qualche secondo.
In sotto fondo, un bip ritmico
continuava a stordirmi insieme alle voci dei
medici.
“La
stiamo perdendo! Spinga, Madeline!
Spinga!”
Il mio viso era imperlato di sudore e
forse anche di lacrime.
Perché piangevo? Cosa stava accadendo?
Perché ero l'unico a non capirlo?
“Nick.”
Il mio pensiero tornò a lei, al mio
piccolo angelo custode.
“Mad, non voglio sentire altre cazzate.
Continua a spingere. Farlo per me e farlo per lui.”Lei non mi
ascoltò, sembrava che non mi vedesse neppure. Era
come se fosse già lontana anni
luce da me.
“Sarà una bambina, Nick. Lo sento con
chiarezza. Sarà una bellissima principessa, vedrai... Tu
invece, sei stato
fantastico. Sempre. Ti ho amato molto, nonostante le
difficoltà. Diventa
qualcuno, Nick. Diventa un uomo... E ama. No-non... Non smettere mai di
amare.”
La sua mano abbandonò la mia e il suo
viso si spense proprio quando delle urla forti e acute mi penerarono
nell'anima.
Era il mio cuore?
Era la mia voce?
No, in quel momento vedevo solo le mie
lacrime macchiare il lenzuolo bianco e la voce di mia figlia risuonare
fin
dentro la mia mente.
Da lì in poi, avrei iniziato il lungo e
tortuoso cammino della vita.
Da lì in poi sarei diventato un uomo; un vero uomo.
***
Giravo distrattamente il mio caffè,
perdendomi nel flusso frenetico dei miei pensieri.
Non mi capitava mai, non ero un tipo malinconico o emotivo,
però esistevano
giorni in cui il passato veniva a trovarmi all’improvviso e
mi rubava quel
sorriso che ostentavo sempre con disinvoltura davanti agli altri.
Non ero un tipo sentimentale e forse non
lo sarei mai stato. Faticavo
da
sempre ad esprimere le mie emozioni e a lasciarmi guidare da esse.
Però… Però
il cuore non è possibile fermarlo o farlo tacere.
Per quanto amassi da sempre la logica, la
strategia e gli schemi d’attacco: il cuore aveva avuto la
meglio su di me.
All’epoca, mi ero innamorato follemente
di una ragazza dolcissima che aveva saputo catturarmi ogni singolo
giorno, come la prima volta.
Madeline era capo redattrice nel nostro
liceo ed io ero solo uno dei tanti atleti della squadra di baseball.
No, forse non ero uno dei tanti. Ancora
adesso, tra le coppe della scuola e le vecchie foto, compare il mio
nome ed il
mio volto.
Nicholas Moore, capitano indiscusso dei
giovani Lions fin dal
secondo anno di liceo.
Per tre anni della mia vita ero stato trattato come un Dio da tutti. Le
ragazze
mi adoravano, gli amici si moltiplicavano dopo ogni partita vinta e io
ero uno
di quei ragazzi con la testa sulle nuvole, ma felice e appagato dei
giorni che
la vita gli donava.
Madeline... Madeline era diversa. Era
l’acqua fresca, ma incredibilmente calma, che ristabiliva
l’ordine dentro il
mio cervello incasinato dagli ormoni.
Era bellissima, intelligente e troppo
distante anni luce da uno come me; da uno che rincorreva palle
difficili, si
buttava su ogni ragazza carina e finiva ad ubriacarsi nei pub con gli
amici un
sabato sera sì e l’altro pure.
Ero un ragazzo, ecco tutto.
Vivevo alla giornata e speravo di entrare
a Stanford per diventare qualcuno nella vita.
Ma il destino ci frega in ogni momento. Ci regala felicità
immediate, per
alleggerire il sapore amaro delle delusioni future.
Io però, non rimpiango niente.
Non rimpiango la mia dichiarazione
strampalata, nella segreteria scolastica.
Non rimpiango il sì sussurrato
di Mad quando aveva
realizzato le mie parole.
E non rimpiango di averla amata talmente tanto d’ aver avuto
una piccola e
dolce figlia con lei.
Fare l’amore con Madeline, non fu mai un
errore. Mai.
Lilian è arrivata nelle nostre vite con
fin troppa velocità e io ero troppo piccolo e troppo
immaturo, per capire
davvero cosa volesse dire avere un figlio d’accudire.
Mad mi ha abbandonato all’inizio del cammino e… E
la depressione, la voglia di
ubriacarmi e di dimenticarmi tutto aveva preso la meglio.
Fortunatamente - pensai stringendo tra le
mani una manina di Lily - non avevo mollato.
Ero diventato un uomo; nonostante tutto.
E in quel momento, nella nostra piccola
ma accogliente cucina, mi sentivo un uomo felice con il mondo tra le
proprie
mani.
L’amore?
Io avevo già qualcuno da amare con tutto me stesso.
L’unico amore della mia vita era lei :
quel mostriciattolo biondo dagli occhi turchini che mi sorrideva
felice,
regalandomi il paradiso.
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Jé’s
thoughts
Vi
ringrazio per essere arrivate fin qui.
Un’altra avventura ha preso vita dalla mia mente e
ovviamente, se non c’era
anche lo zampino della follia, non potevo essere davvero contenta!
Et
voilà : una storia a quattro mani con
la mia compagna di banco, compagna di cavolate, compagna di tante cose
:) Per
scrivere insieme ci vuole feeling, e chi meglio di lei potevo chiedere?
Eccovi
spiegato il motivo di un’altra mia
storia e mi spiace davvero rompervi sempre l’anima.
L’unica
cosa che posso dire è che Nick è
nato nella mia mente dopo aver visto un video e ne sono rimasta
affascinata.
Non sarà una storia d’amore struggente, mi spiace.
Ci
sarà vita vera, con i suoi vari problemi.
Nick
non si innamorerà facilmente,
purtroppo ha sofferto molto ed è cambiato tanto in questi
ultimi anni.
Posso
solo dirvi che ha 23 anni solo
all’anagrafe, mentalmente è molto più
maturo (troppo forse).
Il
volto di Zac Efron, come avete potuto
vedere dal banner, è stato scelto dalla mia mente malata,
perché sono fissata
con Ho
Cercato il tuo Nome.
Niente,
lascio la parola a Giulia.
Un
bacio enorme, ragazze.
Grazie
di tutto <3
Giuliet’s
Thoughts
Zac
mette tutte d’accordo baby, a me
piaceva già da quando faceva HSM sei tu che avevi un
conflitto con lui prima xD
Comunque… Grazie della parola mia cara
folle! - ora
vado in panico
visto che di solito non sono una donna dai molti commenti post capitolo
xD -
A
parte gli scherzi, voglio ringraziare
davvero chi si è soffermato a leggere questa storia e spero
che le nostre
parole abbiano trasmesso almeno un po’.. questa storia
è nata da poco, ma io la
sento già viva e forte nella mia testa.
Jé è stata davvero una bella idea la
tua! Coinvolgermi, intendo!
Detto
questo ringrazio tutte in
anticipo, un bacione a tutte.
<3
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