Questo è un episodio che secondo la mia mente malata
dovrebbe collocarsi tra il capitolo 112 e il capitolo 113. Non che sia spoileroso… Ma se non avete
letto fino a quel capitolo, forse non capite cosa diavolo sta succedendo! XD
Qualcosa lo tormentava.
Era così sicuro, così deciso quando se ne era
uscito, eppure ora che tornava la sua risolutezza sembrava svanita del tutto.
Raggiunse la tenda che riparava l’ingresso della stanza che
era stata data loro. Aveva una mano già stretta sulla stoffa stracciata quando avvertì
un debole singhiozzo dall’altra parte.
“Stupido mago…” pensò con rassegnazione mentre scostava la
tenda ed entrava.
Fay giaceva a terra, seduto contro
una delle colonne di cemento. Con un
mano si copriva il volto, mentre teneva l’altra stretta al corpo, ma era
evidente fin dall’altra parte della stanza, dove si trovava Kurogane,
che il ragazzo stava piangendo. Scosso com’era dai tremiti, era impossibile non
accorgersene.
Kurogane avrebbe
davvero tanto voluto arrabbiarsi, l’avrebbe desiderato con tutto sé
stesso perché quella vista lo mandava in bestia. Però,
nonostante tutto, non ci riuscì.
“Dannazione…” imprecò a bassa voce, più rivolto a sé stesso
che altro.
I singhiozzi che scuotevano Fay si
arrestarono immediatamente, ma il mago non fece alcuno sforzo per nascondere lo
stato in cui si trovava.
“Ah… Kuro-sama… non pensavo
saresti tornato così presto…” disse debolmente.
“E’ così che sei appena non c’è nessuno nei paraggi?”
domandò Kurogane severamente.
“No Kuro-pin… è un tuo personale
privilegio l’avermi ridotto così…” cercò di sdrammatizzare Fay,
ma la sua voce era ancora spezzata per il pianto.
Kurogane sospirò rassegnato e si
avvicinò alla figura prostrata dell’altro. Si inginocchiò
di fronte a lui ed, afferrandogliela, spostò la mano che gli copriva il volto.
Il mago lo lasciò fare anche se sussultò a quel contatto. Nascosti dalla
frangia disordinata, i suoi occhi fissarono il guerriero.
Così lucidi e arrossati, non gli erano mai sembrati più
fragili.
“Hai capito cosa ti ho detto prima?”
Fay annuì con un impercettibile
gesto del capo.
“Allora alzati!”
Kurogane si tirò in piedi e gli
porse una mano.
Fay fissò quella mano protesa per
lui a lungo prima di decidersi ad afferrarla. Una volta Kurogane
avrebbe semplicemente preteso che si alzasse da solo…
Quasi non dovette fare alcuno sforzo
perché Kurogane lo sollevò di peso, senza fatica.
Il mago fece per lasciare la presa, ma la mano stretta attorno alla sua lo
trattenne con fermezza.
“Prima ci hanno interrotti.” proclamò e Fay abbassò lo sguardo
ridacchiando per evitare gli occhi di Kurogane fissi
su di lui.
“Mi sembrava tu fossi stato molto chiaro… c’è qualcos’altro
che vuoi aggiungere?” gli chiese sperando di suonare più allegro che preoccupato.
“Più o meno…” rispose enigmatico Kurogane
e, prima che l’altro avesse tempo di dire o fare qualsiasi cosa, lo trascinò a
sé e lo baciò.
Per qualche istante Fay rimase
immobile tra le braccia dell’altro, completamente perso in quel momento.
L’aveva desiderato così disperatamente, il conforto del calore umano, che ne fu sopraffatto.
Kurogane si allontanò prima che il
mago fosse riuscito a fare alcun che, e solo allora si accorse di aver
trattenuto il respiro. Lasciò che l’aria uscisse tremante dai suoi polmoni,
mentre fissava l’altro incapace di spiccicare mezza parola. Il guerriero sollevò
una mano e cominciò a scostargli dal volto le ciocche di frangia ribelli con
una lentezza disarmante. Non smise per un solo istante di fissarlo negli occhi.
Quando ebbe finito con i suoi capelli non scostò la
mano, ma la fece scivolare con delicatezza lungo la linea del viso. Le guance
del mago erano ancora rigate di lacrime. Kurogane si
chinò verso di lui e lasciò un lieve bacio dove la pelle era ancora umida. Fay d’istinto si aggrappò ai vestiti dell’altro per
tenerselo vicino.
“A… anche io ho ancora qualcosa da dire…” iniziò in un
sussurro.
Kurogane continuò ad accarezzargli
la guancia con le labbra e Fay si fece coraggio.
“…prima hai detto che ho lasciato che i bambini mi
entrassero nel cuore…” strinse con più forza la presa sull’altro “Non… non solo
loro…”
Il guerriero si fermò un istante solo e
sorrise. Fay non lo vide sorridere, ma ne ebbe la netta sensazione, come se potesse sentire sulla
pelle il calore di quel sorriso. Poi l’altro sfiorò la linea del suo viso e
tornò sulle sue labbra.
Questa volta Fay non rimase ad aspettare
e baciò a sua volta Kurogane.
Abbandonare il passato per lui non era impresa semplice come
la faceva il guerriero, per questo lasciarsi tutto alle spalle, rialzarsi dopo
essere caduti, era ancora troppo difficile per lui.
Ma con qualcuno che lo stringeva in
quel modo, era impossibile cadere.
Fine
Avete notato che nel capitolo 113 Kurogane
ha i vestiti molto più stropicciati di prima e Fay è allegro quasi più del solito? XD