Il Signore e la Bambina
"Signore, aiuto, aiuto, signore!".
"Cos'hai, bambina?".
"Un dolore al petto, signore".
"Ahi ahi! Fa tanto male, piccina?".
"Sì, signore, molto signore. Sa dirmi di cosa si tratta?".
"Eeeeh, bimba, chi può dirlo con certezza. Nessuno sa, nessuno sa".
"Ma lei, signore, di esperienza ne ha certamente più di me, signore".
"Hai ragione. Sei intelligente, sai? Beh, comunque qualcosa posso dirlo".
"Oh, la prego signore, mi dica, mi dica. Fa tanto male, signore, tanto male".
"È l'odio bambina".
"L'odio, signore?".
"Sai, piccola, l'odio fa più male a chi odia che a chi viene odiato. L'odio corrode, logora dall'interno".
"Logora il petto, signore?".
"Soprattutto il petto, piccina".
L'uomo apri la camicia un poco, quel che bastava per mostrare una grossa ferita sul petto, all'altezza del cuore; si rivestì senza parlare e poi, ancora senza dir nulla, se ne andò per la sua strada.
La bambina rimase lì, a terra, cercando di riprender fiato mentre rifletteva sulle parole di quello strano individuo.
Gli sarebbe voluta correr dietro e avrebbe voluto abbracciarlo. Quell'uomo odiava ancora. Oh, sì che odiava. E soffriva, soffriva tanto. Il suo petto non si sarebbe mai cicatrizzato, la bimba lo sapeva. Così, quasi sperasse di salvare anche l'uomo salvando se stessa, in quell'istante preciso la bimba smise di odiare.
Giusto poche parole. Torno qui su EFP dopo anni di assenza. Un po' di malinconia mi ha spinta a rileggere i vecchi lavori che pubblicai - alcuni li considero apprezzabili, altri li tengo online solo per ricordo - e quelli che, come questo, giaciono sul mio computer da tanto tempo.
Questa storia mi è sembrata meritevole di essere comunicata al mondo, diciamo così. Non è stata rivista, eccezion fatta per la correzione di un paio di virgole, è l'esatta versione che scrissi non meno di un anno fa, forse anche di più.
Grazie per essere passati. |