Note dell'autrice: La fic è ambientata
più o meno durante il film il Conquistatore di Shamballa. Le
parti più scure sono ricordi realmente riportati nel primo
anime della serie, da me interpretati. Edward non è
realmente presente ma si tratta di una visione del Colonnello, e la
versione di amore e follia che riporto è scritta
da Louis Labé e non è il mito comune
che conosciamo tutti. :) Grazie dell'attenzione e buona lettura!
Love
and Madness
Dicono
che, l’amore eterno non esista, che sia soltanto una
speranza, un’effimera
illusione dettata dal cuore, libero dalla ragione.
Dicono
che, l’amore a distanza sia possibile, poiché non
esiste misura che il
sentimento non possa colmare, poiché due anime innamorate
sono
indissolubilmente legate tra loro.
Roy
Mustang, uomo di scienza dalla mente razionale, non aveva alcun dubbio
sulla
prima, eppure la seconda lo lasciava perplesso.
Ormai
da molto tempo si era recato al nord rinunciando al suo grado di
Colonnello e
nella fredda solitudine che lo circondava aveva modo di riflettere,
anche
troppo, sugli ultimi avvenimenti della sua vita che non lasciavano in
pace.
Si
chiedeva come un amore a distanza potesse essere possibile, se a lui
mancava
più di ogni altra cosa, se il dolore nel petto non accennava
a diminuire, se
gli incubi tornavano puntualmente ogni qual volta si lasciava cadere
nell’incoscienza,
se il vuoto nel cuore non voleva saperne di colmarsi.
Quello
stesso cuore, che non era più in grado di colmare alcuna
distanza immaginaria,
inesistente.
La
persona che amava era scomparsa senza lasciare traccia, se non
tristezza dietro
di sé, nell’animo dei suoi amici,
familiari… e nel suo.
Era
doloroso il senso di colpa che gli attanagliava il petto ogni qual
volta il
pensiero volava verso lui, la consapevolezza che le cose sarebbero
andate in
modo diverso se fosse intervenuto, arrestando quella sua piccola
missione
suicida.
Ma
entrambi erano testardi ed orgogliosi, lui doveva rincorrere i suoi
sogni di
gloria, sconfiggere King Bradley e ristabilire ordine nella nazione,
Edward
doveva salvare suo fratello, battersi contro gli homunculus, trovare il
modo
per riottenere ciò che aveva perso.
Eppure
era andato tutto storto… certo i nemici erano scomparsi, ma
a quale prezzo? Aveva
perso la vista ad un occhio, Hawkeye era stata ferita, Edward
inghiottito dal
portale, smarrito chissà dove.
Ed
ora si trovava al nord, completamente solo, lontano da ciò
che conosceva, dalle
persone che amava, forse per infliggersi una punizione, per rimediare
in
qualche modo ai propri errori, nella speranza che dopotutto, le cose
potessero
aggiustarsi, che forse Edward lo avrebbe raggiunto, in quel luogo del
mondo
anonimo e senza vita.
Riconosceva
i suoi limiti, essendo un’alchimista, un uomo… un
essere umano.
E
proprio per questo, riconosceva che il suo amore, con il passare dei
giorni si
macchiava, non era più puro, lentamente veniva sporcato dal
più dolce veleno:
La follia.
Voleva
averlo, sentirlo vicino ma era ben conscio che il suo desiderio non
poteva
essere esaudito tanto facilmente.
Eppure
un modo per sentirlo ce l’aveva, doloroso… ma
c’era, e per lui era disposto ad
affrontare anche i più malvagi fantasmi del suo passato.
Non
poteva colmare le distanze, ma l’avrebbe amato per sempre.
Come
ogni sera, Roy Mustang tolse la benda nera che gli copriva parte del
volto, i
capelli corvini ricaddero sulla palpebra segnata solleticandola: Odiava
guardarsi allo specchio e come poteva cercava di nascondere i segni del
suo
fallimento.
Quella
sera il vento fuori soffiava molto forte, sbatteva sulle finestre
facendole
quasi tremare ululando lamentoso, buttando ghiaccio e neve su ogni
superficie.
Decise
che per accendere il caminetto, avrebbe usato l’alchimia,
facendo un’eccezione alla
regola, voluta ovviamente.
“Colonnello…”
Avevano provato a dirgli i suoi ex sottoposti, vedendolo
armeggiare con dei
fiammiferi.
“Da
quel giorno, non ho mai più usato l’alchimia, se
soltanto provo a farlo mi
compaiono davanti tutte le persone che sono morte a causa della mia
stupidità,
le vedo con quest’occhio”
Aveva
risposto con sguardo spento ripensando ad una persona in particolare.
Anche
se Havoc e Breda non erano certo degli sciocchi, sapevano perfettamente
a chi
si stesse riferendo.
“Io
lo sapevo che avremmo dovuto portare con noi anche il Tenente
Hawkaye”
Non
sarebbe stata lei a fare la differenza.
“Tanto
non sarebbe venuta, non credo che voglia vederlo ridotto a quelle
condizioni, e
poi ho idea che il Colonnello non aspetti lei, ma qualcun
altro”
Qualcun
altro…
Il
camino scoppiettava davanti a lui proiettando ombre in tutta la stanza,
seduto
lo osservava, quando però avvertì la solita
presenza alle sue spalle.
-Acciaio
ti ho mai raccontato di Amore e Follia?-
Sussurrò
senza voltarsi: sapeva bene chi era comparso, quel ricordo dolce e
doloroso al
tempo stesso che era diventato quasi il suo guardiano.
-Si
Taisa…-
Con
passi leggeri quanto l’aria, si fece vicino sedendosi al suo
fianco e un
sorriso amaro comparve sul suo volto.
-Tutte
le sere immagino…-
Si
voltò verso quell’eterea figura dalle fattezze
d’angelo, dai lunghi capelli un
po’ mossi come se fosse appena giunto da fuori, dalla pelle
candida, le labbra
rosee e gli occhi dorati come il miele.
-Me
la racconti di nuovo…-
Lo
invitò sussurrando a sua volta.
-Tanto
tempo fa, in una terra incantata, abitata da sole creature fantastiche,
vivevano Amore e Follia, che possono essere definiti dei sentimenti
personificati… fatto sta, che litigavano sempre, non
andavano poi così d’accordo,
la Follia non voleva mai sottostare ad Amore e viceversa…-
“Perché
diavolo non siete venuti da me a chiedere protezione?!”
Gli
aveva gridato preso dalla collera il giorno in cui lui e suo fratello
erano
diventati ricercati.
Aveva
rischiato di perderlo quella volta…
Per
quella dannata testardaggine.
A
causa della ricerca proibita che alla fine li aveva divisi.
-E
cosa successe…?-
-Successe
che un giorno, durante un dibattito piuttosto acceso, Amore venne
accecato
dalla Follia, che tendeva ad agire sempre in modo impulsivo- Sorrise
pensando
quanto quel sentimento si potesse rispecchiare nella figura del
biondino.
-Forse
era un po’… geloso delle attenzioni che Amore
riceveva-
-Forse…
le altre creature decisero che quel gesto non sarebbe stato impunito-
-Cosa
fecero?-
-Legarono
indissolubilmente Follia ad Amore, affinché lo guidasse per
sempre-
Con
mano tremante raggiunse quella del ragazzo, di
quell’illusione meravigliosa,
dalla quale mai si sarebbe separato.
Era
l’unica cosa che gli rimanesse.
-Crede
che io sia la sua Follia…?-
Domandò
avvicinandosi alle sue labbra, in un sussurro languido e sensuale.
-Credo
di essere già folle di mio Acciaio, se assecondo tutto
questo…-
-Lei
lo sa che io non sono qui vero…?-
Lo
sapeva perfettamente, eppure desiderava nutrirsi di
un’illusione, desiderava le
labbra di un ricordo richiamato solo dalla sua mente, logorata e
dolorante.
-Per
quanto ne sia conscio… finirò per richiamarti
sempre-
Edward
posò le mani sul volto dell’uomo accarezzandolo
delicatamente, soffermandosi
sulla cicatrice che gli solcava la palpebra, parte dello zigomo e del
sopracciglio.
E
anche se si trattava di un contatto inesistente, riusciva per lo meno
ad
alleviare il dolore che si portava dentro.
-Nell’amore
c’è sempre un pizzico di follia Taisa…
io sarò la sua se lo vorrà-
Si
dice che l’amore e la follia siano legati da un patto
millenario
La
follia per riscattare il proprio crimine fu costretta a guidare
l’amore,
accecato e confuso, in qualsiasi cosa.
Poiché
nell’amore c’è sempre un pizzico di
follia.
Ed
essa sarà sempre schiava dell’amore.
|