E' da tantissimo tempo
che non scrivo, ultimamente mi è mancata l'ispirazione e
quando ho tempo libero negli ultimi tempi preferisco fare qualcosa
con photoshop o sony vegas. Questa è la mia prima
fanfiction su Nick e Jess. Li adoro, ma davvero tanto, e anche se non
sono personaggi facilissimi da rendere, io ci ho provato lo stesso.
Non è niente di speciale, ma spero vi piaccia. Commenti
(positivi o negativi che siano), sono molto graditi! :)
Più tardi, quella notte, Jess si
diresse in cucina. Sapeva che Nick era lì: l'aveva sentito
lasciare la stanza e aprire e chiudere rumorosamente il frigo, come
faceva sempre. Jess sapeva che avrebbe dovuto farsi gli affari suoi,
ma non ci riusciva. Nick non poteva andarsene. Non poteva lasciare il
loft. Non poteva lasciare i suoi amici... Lasciare lei. Jess lo
vide lì, fermo a fissare l'isola in cucina. E improvvisamente
sentì lo stomaco contorcersi. Fece un respiro profondo e
parlò: “Non puoi andartene.”
Nick alzò lo sguardo, sorpreso
di vederla: era così perso nei suoi pensieri che non si era
accorto della sua presenza: “Cosa?”
“Non puoi andartene, Nick”,
ripetè lei.
Nick alzò gli occhi al cielo:
“Jess, ne abb-”
“No, fammi finire, okay?”,
disse Jess, “Lo so che pensi che sia la cosa giusta da fare,
che sarai felice con Caroline, che è la tua vita che io dovrei
farmi gli affari miei...”
“Già, dovresti proprio”,
rispose Nick, irritato.
Jess lo ignorò e proseguì:
“Ma... Non posso. Non posso lasciartelo fare! E' tutto
sbagliato, Nick!”
“Perchè non riesci a
essere semplicemente felice per me, Jess??”, Nick si sentì
quasi urlare, “E non credere di sapere cosa è meglio per
me! Tu non mi conosci, Jess!!”
“E invece sì che ti
conosco, Nick! Io ti conosco, più di quanto tu possa mai
immaginare!!!”, rispose lei, cercando di trattenere le lacrime.
Nick rimase in silenzio. Già.
Aveva ragione. Jess lo conosceva molto bene... Lo capiva. E lui
capiva lei. La verità era che era andato in cucina perchè
non riusciva a dormire: non riusciva a non pensare a quello che Jess
le aveva detto nel bagno quel pomeriggio, e cominciava a chiedersi se
forse non stesse facendo un errore. Stava riflettendo proprio su
quello, prima che Jess lo distogliesse dai suoi pensieri. Ma, non
sapeva bene perchè, il fatto che la sua coinquilina riuscisse
quasi a leggerlo come un libro aperto lo faceva sentire a disagio. E
così, il fatto che lei continuasse a dirgli che stava
commettendo un errore lo innervosiva. E lo irritava. “Jess, non
mi va di litigare”
“Ma io non voglio litigare,
voglio solo farti capire che-”
“Che sto commettendo un errore,
ho capito! Sono uno stupido che non fa altro se non commettere
errori, uno dietro l'altro!” “Io non ho detto questo!
Diamine Nick, possibile che non ci arrivi??”, disse Jess
battendo i piedi a terra come una bambina arrabbiata, “Non
sarai mai felice con Caroline, perchè il tuo posto non è
con lei!!! Nick, il tuo posto è qui! Il tuo posto è
qui, nel loft! Il tuo posto è con-”, Jess si fermò
all'improvviso, gli occhi fissi in quelli di Nick... Stava davvero
per dirlo?
“Con chi, Jess?”, chiese
Nick, in attesa di una risposta. Sosteneva lo sguardo di lei, mentre
una strana sensazione che non sentiva da parecchio tempo cominciava a
farsi strada... Erano farfalle quelle che sentiva nello stomaco? E
perchè il cuore gli batteva così veloce?
Jess fece per rispondere, quando la
testa di Schmidt fece capolino fuori dalla porta della sua stanza:
“Ragazzi, sono le 3 e io vorrei dormire!”, esclamò
in tono di rimprovero.
“Scusa, Schmidt. Stavamo giusto
tornando nelle nostre stanze.” rispose Nick.
“Bravi ragazzi. Adesso andate a
dormire e domani avrete recuperato tutte le energie necessarie per
urlarvi contro”, replicò l'amico prima di chiudere la
porta e tornare a letto.
Dopo qualche secondo di silenzio
assoluto, Jess parlò: “Siamo una famiglia, Nick. Il tuo
posto è qui con noi.” e senza aggiungere altro si
diresse verso la sua stanza. Mentre Nick la osservava
allontanarsi, sentì la delusione crescere dentro di lui: non
era quella la risposta che sperava di sentire.
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