La Scuola Secondo Claudio (Ɛ l'Autore)

di SalazarSerpeverde
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Capitolo 3 – I rischi che si corrono facendo imbestialire l’autore di una storia

La prima ora, tutto sommato, non era andata tanto male. Avevo cominciato a guadagnarmi il rispetto delle ragazze pian piano. Ora ero ad uno dei livelli più alti di amicizia: ero il loro sgabello e poggiapiedi.
Lo so, mi invidiate ma se uno c’è l’ha, (il talento con le ragazze, non fraintendete) c’è l’ha.
Era appena suonata la prima campanella.
Prof. Pitagora: “Arrivederci ragazzi, fate i compiti a casa! Ehi Claudio, non hai segnato l’assegno.”
Io: “Non si preoccupi, ho una memoria d’acciaio. Ricordo numeri, esercizi da svolgere e soprattutto i nomi. Non si preoccupi, arrivederci professoressa Giuseppa Pigatora.”
Non  so perché ma la professoressa uscì esasperata dalla classe. Sicuramente stava cercando di nascondere tutto l’apprezzamento che provo per me. Di certo non voleva che si notasse che mi stima molto più degli altri.
Subito dopo che la prof. di matematica evaporò dalla classe, arrivò l’ora di italiano.
L’insegnante aveva lunghi e fluenti capelli biondi, labbra carnose, gambe snelle e seno prorompente.
All’apparenza era un sogno per gli occhi, il problema era che l’insegnante era un uomo.
Sconcertante vero?
Tutte le ragazze, stranamente cominciarono a dire quanto fosse bello il professore. I commenti su di lui, diventavano sempre più pervertiti.
Iniziarono con:
-Uao
Poi con
-Che bello ‘sto professore
E ancora
-Vorrei tanto uscire con lui
Fino ad arrivare a
-Mamma mia! Me lo sco***ei proprio
Visto che brave ragazze che ci sono nella mia classe?
Tutte a dire che era bello, ma secondo me sembrava un camionista russo transessuale.
Vabbé, non potevo fare commenti su di lui. A me piacciono le donne (?) e quindi tutti gli uomini mi sembrano dei water (?).
 
Io: “Ehi brutto coglione di autore, la smetti di farmi sembrare un gay con questi punti interrogativi che potrebbero far pensare che mi piacciono gli uomini?”
Autore: “E scusami, questa è una storia comica, devo far ridere i lettori.”
Io: “E non puoi mettere qualcos’altro?”
Autore: “Non lo s... ho trovato! Metterò quel video di te da piccolo che fai la cacca nel lavandino!”
Io: “Ehi no! Quelli sono ricordi personali, come diamine fai ad averli.”
Autore: “Imbecille, io ti ho creato  e so tutto di te, ma visto che ti rispetto, censurerò le parti basse.”
Io: “Oh, ma che onore, preso in giro da un idiota, imbecille, coglione che sfoga la sua non vita sociale mettendomi in ridicolo.”
Autore: “Ah, davvero? Non sapevo che pensavi questo di me. Forse hai dimenticato che io posso farti accadere quello che voglio.”
Io: “O mio Dio. Ora torno alla storia prima di aggravare la mia situazione.”
 
Ragazza: “Ehi Claudio, che strano, ti è spuntato un brufolo di dimensioni enormi sul mento. Se stessimo in una storia penserei che tu hai fatto arrabbiare l’autore di quest’ultima e lui ti ha punito con quel brufolo.”
Io: “Eh già, che strano.”
Prof. Strabbubbulo (eh già, che cognome vero?): “Allora ragazzi, smettiamola. Prima di iniziare vorrei conoscervi un po’ meglio. Tu, laggiù presentati.”
Gianmarco: “Buongiorno a tutti. Mi chiamo Gianmarco e vengo da Bolzano, Trieste...”
Io: “No! Cosa ha fatto professoreeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!” 




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