Buonasera
fandom. Non so neanche da dove mi sia uscita, una Bulma/Vegeta. Anzi, a
dire il vero lo so: da una discussione su Facebook. Ma non è
questo il punto. Come può una come me, che è pro
Goku/Vegeta fino al midollo e non ha ancora trovato un senso logioco a
tale coppia, scrivere proprio di loro? L'ispirazione mi è
venuta dii getto, quindi accontentatevi di un lavoro non controllato
con attenzione e non betato (beta, chi ti ha autorizzato ad andartene?).
La fic è ambientata nel momento in cui tutti i presenti su
Namek sono stati teletrasportati sulla Terra per effetto delle Sfere
del Drago ed è in prima persona, con come personaggio
narrante Bulma.
Spero possiate apprezzare, buona lettura!
►Dragon Ball
© Akira Toriyama.
Just try it.
Fino a
qualche secondo fa ero nella navicella di Goku… invece ora
sono sulla Terra, a quanto pare.
Sinceramente non mi interessa neanche sapere come ci sono arrivata,
l’importante è esserci tornata.
Dopo tutto quello che avevamo passato su Namek con Freezer, dopo quanto
avevamo sofferto… avevamo tutti bisogno di tornare a casa
nostra.
Ci sono anche i Namecciani qui, probabilmente il loro pianeta
è in pericolo e rischia di esplodere da un momento
all’altro. Mi dispiace un sacco per loro, cosa faranno adesso?
Non posso lasciarli senza una casa… ospiterò tutti, ho deciso.
Cercai quindi di contarli tutti mentalmente, cercando di non
confondermi visto quanto si assomigliavano tra loro.
Fu allora che lo vidi: Vegeta,
la causa di tutti i nostri problemi.
Era solo colpa sua e del suo amico -com’è che si
chiamava? Nappa?- se lei, Crilin e soprattutto Gohan, che aveva solo
cinque anni, avevano dovuto affrontare quella parentesi incredibilmente
triste della loro vita.
E pensare che qualche anno prima non avrei mai immaginato di passare la
vigilia di Natale prima su un pianeta in procinto di esplodere, poi
sulla Terra in mezzo a degli orribili alieni verdi asessuati che
sembravano tutti cloni e con uno dei peggiori nemici che i ragazzi
avevano mai affrontato a pochissimi passi da me.
Osservandolo meglio; notai che in fondo non era male, almeno
fisicamente. Era un po’ basso, ma davvero affascinante.
Così come affascinante doveva essere la sua storia:
chissà quante avventure aveva affrontato prima di arrivare
qui, se in fondo era solo una pedina del perfido Freezer oppure amava
davvero distruggere…
Dovevo conoscerlo.
Chissà se, nonostante la freddezza e la crudeltà
che mostra a tutti, nel petto cela un cuore d’oro, e se quel
cuore ha mai battuto per qualcuno.
Chissà se aveva mai provato quel bellissimo sentimento che
è l’amore, se ha sofferto per esso e ha deciso di
rendersi impenetrabile.
Dovevo conquistarlo.
Dopo aver invitato i Namecciani a fermarsi alla Capsule Corporation
finché non avessero trovato fissa dimora, raccolsi tutto il
mio coraggio e mi diressi verso di lui con passi sicuri. Feci uscire le
parole senza pensarci troppo, tanto che mi resi conto delle conseguenze
solo dopo aver concluso la frase:
E se mi avesse fatta
saltare in aria per la mia sfacciataggine?
Beh, non accadde. Anzi, accettò.
In fondo non aveva nessun posto dove andare, non avendo più
il suo pianeta natale ed essendo Freezer ormai fuori gioco.
Uno a zero per me,
Principe Vegeta.
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